Capitolo tre.



Non so di preciso cosa ci trovavo in quella Emily, ma per me era qualcosa di speciale.
Lei era la ragazza che ogni ragazzo avrebbe voluto. Sembrava molto simpatica  e dolce. Sembrava che avessimo gli stessi sogni, le stesse ambizioni. Che lei per me stesse diventando qualcosa di più.
“ti va di andare a prendere qualcosa?’’ le chiesi, così per attaccare bottone
“va bene Jo’’ mi disse sorridendo.
Andammo in sala pranzo, non so perché la chiamino così se poi non andiamo per mangiare.
Andammo a prendere da bere e parlammo del più e del meno e imparammo a conoscerci, in pochissimo tempo arrivammo alla stazione di Londra.
Il treno si fermò, e come da accordo, dovetti chiamare mio padre per dirgli del mio arrivo.
“quindi ora ci debbiamo salutare’’ disse lei
“non per forza, se avessi il tuo numero potrei chiamarti ’’
“perfetto, allora segnalo 00447794842101’’
Segnai il suo numero, la salutai e scesi di corsa dal treno.
Volevo a tutti i costi abbracciare di nuovo mio padre, non ci vedevamo da secoli, ogni domenica lui chiamava per sapere come stavamo, ma era un sacco di tempo che non lo vedo.
“Papà!’’ dissi a un uomo che gli somigliava moltissimo. Non ero sicura che era lui, ma sono abituato a fare figuracce.
“Jonathan!’’ rispose lui sorridente “quanto tempo, su figliolo andiamo a casa almeno ti riposi un po’ ’’ disse ancora.
Quanto tempo è passato dall’ultima volta che lo vidi. Quante volte ho pianto. Quante volte ho sognato di poterlo vedere ancora, quante volte ho pensato se avesse rifatto famiglia.
“jo, ho una notizia da darti’’ mi disse
“si pa’ ‘’
“sai, io esco con una donna, si chiama Elisabeth, e è straordinaria. Ha due figlie, loro sono Dayley e Jordie, e anche lei è divorziata’’ non lo feci concludere
“tranquillo papà, è normale, ti stai facendo una nuova famiglia, è così che si fa’’
Dissi, almeno era quello che pensavo, ma non ero molto sicuro.