28/12/2012
13 recensioni
Luci
A tutte le stelle del mio cielo.
Quelle che brillano e non lo sanno
e quelle la cui luce, ormai, ce l'ho solo io nel cuore.
Blu.
Giallo.
Verde.
A intermittenza.
Le luci s’accendono e spengono a ritmo del mio battito lento.
Il puntale pende da una parte e pochi pacchetti infiocchettati nascondono il vaso in cui l’abete affonda le radici.
Papà, ieri ho visto una canna da pesca nella vetrina addobbata di un negozio. Sarebbe stata un regalo perfetto per te.
Sbuffo e infilo la giacca.
Fuori nevica ed io non posso più rimandare: stanno aspettando tutti me.
Il solito Natale da passare in una casa a cui ho sviluppato una sottospecie d’allergia, con visi allegri a cui vorrei graffiar via il sorriso con le unghie.
Tum. Rosso.
Tum. Blu.
Non voglio vederli, non insieme.
Non voglio specchiarmi nei loro occhi e scorgere un amore che io non ho più.
Perso per strada, seminato come le briciole di Hansel e Gretel che gli uccellini hanno mangiato.
Lei ha tutto quel che avevo, che volevo e speravo io.
Lei ha lui, un lui che non m’appartiene più da così tanto tempo che alle volte mi chiedo se è mai stato davvero mio.
Tum. Giallo.
Tum. Verde.
Lei ha la gioia che le illumina gli angoli della bocca e glieli stende all’insù nonostante le cicatrici profonde; ha una luce che la scalda nelle notti più fredde.
Lei è come una stella brillante, io come una morente.
Un buco nero.
Papà perchè si sopravvive quando non si vorrebbe farlo?
Perchè si continua ad amare qualcuno che si vorrebbe odiare?
Ti sei portato via le risposte a tutte le domande che avrei voluto porti.
Casa loro sembra tirata fuori a forza da un telefilm: addobbi, festoni, candele, regali e tavola imbandita a sottolineare il clima brioso come le bollicine dell’acqua.
Lei le adora. Io le detesto.
Poli opposti. Nemesi.
Tum. Rosso.
Tum. Blu.
Mi abbraccia e sussurra parole dolci al mio orecchio. Mi vuole bene e non vede il sangue che sgorga da quella ferita mai cicatrizzata che lei stessa ha contribuito a inferire.
Lui mi fa un cenno col capo mentre sorseggia una birra.
Tiene le distanze per non far saltare i punti di sutura con cui faticosamente mi sto rattoppando.
Tum. Giallo.
Tum. Verde.
Ci sono luci. Troppe luci.
Ho la nausea e mi gira la testa.
< Leah, vieni fuori a fare a palle di neve! >
Mi strattona e trascina all’esterno senza darmi tempo di protestare.
Ha un sorriso estatico e innocente che non è mai cambiato in questi anni.
Unica mia costante.
Papà, ti somiglia tanto, sai?
Raggruppa un cumulo di neve e me lo lancia addosso. Lo schivo e un suono strano esce dalla mia bocca.
Non lo sento da tanto, troppo tempo, ma sono quasi sicura che sia una risata.
< Seth, preparati a subire la mia vendetta! >
Dunque è così, papà.
Per quanto cerchi di nascondermi, di stare in disparte e spegnere la mia luce, c’è qualcuno che la vede lo stesso e la riflette come uno specchio, illuminando a giorno una stanza.
Sono una stella anche io e Seth, il mio specchio, mi aiuta a ricordarlo.
Premesso che io e Leah ci stiamo sulle palle a vicenda da tempo immemore, non so spiegarvi da dove sia uscita fuori questa flash-fic.
E' che il Natale mi fa pensare a lei, a come lo vive e allora ha preteso lo raccontassi.
Spero di non essere finita troppo in OOC, dato che le nostre personalità più che affini sono in conflitto.
Questa storia ha partecipato ai contest "Luci ed Ombre di Natale" di PerryPotter E Capriccio Biondo e "Profumo di Natale" di postergirl84, classificandosi quarta in entrambi.
Un abbraccio a tutte coloro che leggeranno, lasceranno un commentino anche microscopico o che apriranno e poi richiuderanno svelte la pagina XD
Buon Natale e felice 2013 <3
Strange.