28/12/2012
7 recensioniCALL ME MAYBE?
A Sara.
Grazie, per tutto.
Io odio il mio lavoro.
Baseball.
Io amAVO il mio lavoro.
Fanculo Bred Pitt e i suoi film sul baseball. “L’arte di vincere”.
Gran bel film. Peccato.
Forse, se non l’avessi visto, adesso sarei seduta dietro una scrivania in un lussuoso ufficio nel centro di NYC. Forse, se non l’avessi visto, adesso sarei un avvocato di successo con una macchina costosissima e una parcella a sei zeri.
Forse, se non l’avessi visto, adesso non sarei un talent scout. Adesso non passerei ¾ della mia vita a girare il Paese a bordo di un pullman puzzolente alla ricerca di ragazzini “nati per il baseball”.
Che poi, siamo sinceri, nessuno si fila il baseball in Ohio!
FOOTBALL! Questa è la parola chiave qui.
Ogni ragazzino, in Ohio, nasce con una palla da football tra le mani. Mangiano latte e ferormoni per diventare armadi a sei ante e rendere fieri i loro genitori e poi? In due, tre diventano stelle di questo sport.
Pff, che spreco enorme di potenzialità.
“Shirley ci siamo quasi.”Evvai!
Alzo distrattamente gli occhi da Vogue del mese scorso e annuisco a Liam. Lui, al contrario di me, è eccitato all’idea di ricominciare a selezionare giocatori. E’ ancora vittima del fascino del baseball: povero piccolo innocente Liam.
Sorrido al ricordo di quando lo incontrai.
Suo padre gli aveva lasciato in eredità una piccola squadra di baseball, i “Webster wolf”, e lui cercava personale per gestirla. Ai tempi eravamo due ragazzini innamorati di questo sport, entrambi pronti a sacrificare le nostre vite per dedicarle a lui.
Come sono dolce.
Beh, Bred aveva ragione. Come si può non essere romantici col baseball?
Osservo la cittadina in cui siamo approdati: Lima, Ohio.
Quando Sylvia, la nostra addetta alla “ricerca”, mi aveva annunciato quale sarebbe stata la nostra nuova meta, mi sono sentita vittima di una candit camera.
“Liam io te lo dico: se mi ritrovo in un episodio di Glee userò una delle mazze contro di te!”
“E dai Shirley! Think positive!” Si sistema il berretto blu sulla testa e allunga la mano pronto a scompigliare il mio perfetto chignon.
“Fossi in te non lo farei Payne.”Harry. Mio dolce, tenero, pervertito Harry. Lui sa quanto io odi che la gente mi tocchi i capelli, motivo per il quale li porto sempre legati.
“Grazie, mio salvatore!”Si avvicina e mi schiocca un bacio sulla guancia facendo l’occhiolino. L’anno scorso sarei morta dopo un gesto del genere.
Io e Harry ci siamo frequentati per un paio di mesi, ero totalmente innamorata dei suoi occhi smeraldini e di quei boccoli ribelli.
Non ha funzionato, semplice.
Non gli porto rancore, insomma, ci vediamo tutti i giorni e sarebbe pesante. Oltre che parecchio immaturo.
“Allora ragazzi, siete pronti?”Io e il riccio ci stampiamo un falsissimo sorriso sul volto e ci prepariamo a quella che sarà una lunga giornata sotto il sole.
Il liceo di Lima offre una squadra di dieci giocatori: ognuno di loro spera di lasciare questa insulsa cittadina per venire con noi a NYC. Io, nel mio piccolo, spero vivamente che qualcuno ne sia in grado, e che dimostri le sue abilità in fretta: voglio andare a casa.
Prendo il blocco degli appunti dalla borsa e osservo i nomi scarabocchiati velocemente mentre arrivavamo qui. Di solito ho come una sensazione, un presentimento: so già chi di loro dovrà appendere la mazza al chiodo e chi ha il baseball nel sangue.
Questi dieci ragazzi invece non mi dicono nulla.
Non mi prudono le mani mentre accarezzo la pagina, non mi si illuminano gli occhi mentre scorro per l’ennesima volta lamia scrittura disordinata.
Brutto segno.
Vorrei poter avere almeno una foto, giusto per non trovarmi davanti a degli sconosciuti. Ma non è possibile, siamo in Ohio e questo non è football.
“Buongiorno a tutti. Noi siamo Liam, Harry e Shirley e oggi saremo i vostri esaminatori.” Noi tre siamo diversi dagli altri.
Solitamente i talent scout vanno alle partite, selezionano i giocatori interessanti, offrono loro un contratto e fanno pressione affinché lo accettino.
Beh, questa non è assolutamente la nostra politica.
Liam vuole mettere pressione ai ragazzi, vuole fargli sapere che siamo qui per osservare le loro prestazioni e, soprattutto, vuole guidare un allenamento.
“Lei è una ragazza.” Capitan ovvio, ogni squadra ne ha uno.
Sì, è vero, credo di essere l’unico talent scout donna della nazione, ma dopo cinque anni di commenti idioti inizio ad essere stufa.
“Acuta osservazione. E tu sei?” Il ragazzo mi guarda stupito dalla mia presa di posizione. Cosa si aspettava, che stessi zitta a guardare? E’ il 2012 bello, aggiornati! Le donne votano, guidano e sì, selezionano giocatori di baseball.
“Louis Tomlinson, signora.”
“Shirley.” Lo correggo riportando gli occhi sulla lista.
Louis Tomlinson, originario di Doncaster, Inghilterra. E’ il più anziano della squadra e si sarebbe dovuto diplomare l’anno scorso: la professoressa di biologia deve essersi affezionata a lui.
“Mi scusi Shirley.” Ammicca passandosi la lingua sulle labbra e io sento le guance infiammarsi.
Cazzo.
“Bene, cominciamo? Quando Shirley leggerà i vostri nomi voi farete un passo avanti.” La voce squillante di Liam mi riporta alla realtà e mi costringe a distogliere lo sguardo dagli occhi azzurro cielo di Louis.
I ragazzi annuiscono impacciati, il mio capo appare autoritario e severo, quando in realtà è buono come il pane.
Inizio a snocciolare i nomi e uno alla volta i giocatori si avvicinano a noi tre. Poveri ragazzi, ancora non sanno cosa li attende. Ancora non sanno quanto Harry possa essere minuzioso nella ricerca della perfezione. Ancora non sanno quanto Liam temprerà la loro resistenza fisica.
“Ok – Liam si sfrega le mani, mentre uno sguardo che conosco bene gli attraversa gli occhi – cominciamo a correre!”
Io e il riccio raggiungiamo gli spalti mentre la squadra disperata si appresta ad eseguire gli ordini del grande capo Payne. C’è polvere ovunque e il caldo inizia a diventare difficile da sopportare.
“Credi che qualcuno di loro ce la farà?” Gli occhi di Harry sono fissi sul campo e sui ragazzi che ora sono impegnati a lanciare qualche palla.
Tutti tranne uno. Quello che si è presentato come Louis Tomlinson si limita a far roteare la mazza in aria e a sorridermi. Sfacciato.
“Shi?”
“Non lo so Hazza, nessuna sensazione a riguardo.”
Prendo in mano il blocco degli appunti per l’ennesima volta, alla ricerca del nuovo giocatore dei “Webster wolf”: c’è un solo nome che cattura la mia attenzione.
Torno a guardare il campo e lo cerco con lo sguardo: la giacca semi-aperta, il baschetto blu e il sorrisino strafottente lo rendono davvero sexy.
Liam lo chiama a battere e io lo osservo in ogni sua mossa: è bravo.
Vista la situazione, se avesse i capelli ricci e la carnagione più scura, mi aspetterei quasi che si mettesse a ballare in mezzo al campo in stile Chad in HSM2: sarebbe esilarante.
“Il ragazzino ci sa fare.”
“Uhm? Cosa?” Riporto l’attenzione sul riccio che mi sorride malizioso.
“Ho detto che Louis è un bravo battitore.”
“Oh, sì sì.”
“Perché a te interessa.” Harry schiocca la lingua e se ne va.
Cosa intendeva con quella frase? Ovvio che mi interessa!
Sono un talent scout, il mio lavoro è selezionare giocatori per la mia squadra, se qualcuno è scarso rimane a casa: non è un mio problema.
“Un fuoricampo! Ottimo lavoro Tomlinson!” COSA?!
Liam gratifica un giocatore?
Louis ha fatto un fuoricampo?
In effetti il ragazzino sta passeggiando lungo le quattro basi con aria soddisfatta e per niente sorpresa, oserei dire.
“Shirley, per te!” Quando passa “sotto” di me mi lancia un bacio e io sento i brividi lungo la schiena.
No Shirley, non ti puoi far prendere da un ragazzino ok? Frequenta il LICEO mentre tu sei una donna in carriera, adulta e in carriera.
Continua a ripetertelo babbea.
Però quegli occhi.
E quelle labbra.
E quei muscoli.
NO. Enne. O.
Presa dai miei pensieri non mi sono nemmeno accorta che Liam e Harry mi hanno raggiunta sugli spalti con dei panini e le bibite.
“Allora? Che avete deciso?” Il riccio sbuffa, infastidito dalla mia domanda.
“Lo sapresti, se ci avessi aiutato.”
“Oh piantala Styles. Shirley è uno scout migliore di te.” Abbraccio Liam mentre Harry mi passa una lista di tre nomi:
- David Letbourne
- Luke Black
- Louis Tomlinson
“Beh mi sembra il minimo.” Harry ammicca in direzione della squadra e, soprattutto, in direzione di Louis.
“Ok, allora vado.”
Mi alzo e mi dirigo lentamente verso il campo. Non sono mai stata così nervosa nel dover comunicare il verdetto ad un allenatore.
Io odio il mio lavoro.
Baseball.
Mi fermo un attimo ad osservare quei ragazzi ai quali sto per infrangere i sogni e sento il familiare rumore di tacchetti.
“Shirley?”Louis è a meno di 30cm da me, vicino, troppo vicino.
“Dimmi.” Deglutisco rumorosamente e abbasso gli occhi, non voglio perdermi nei suoi così limpidi e azzurri.
Oddio, l’ho pensato sul serio?!
Il ragazzo non mi risponde, si limita a poggiare le labbra calde sulle mie, mentre con la mano destra mi accarezza la guancia.
Sa di cioccolato.
“Chiamami, magari.” Louis ammicca, e se ne va.
SPAZIO AUTRICE
Ciao pipol!:D
Eccomi qui con un’altra OS *non interessa a nessuno* LOL
Questa però ve la devo spiegare ahaha allora.. tenete presente che ho la febbre :( (sì in vacanza.. IO Può BITCHES!) e.. beh ieri mattina mi sono addormentata e fatto questo sogno.. con tanto di One Direction! Quindi ho deciso di farne una OS ;D
Ah, per inciso, “L’arte di vincere” esiste davvero ed è un film fantastico lol guardatelo se vi capita.. c’è Bred Pitt.. insomma ne vale la pena ;D
Scusate per il finale WTF? ma il sogno finiva così :o
Ok, ora posso andare a prendere la tachipirina e lasciarvi in pace :D
LASCERESTE UNA RECENSIONE? GRAZIE INFINITE!
#LoveYouAll @Fedesmile96
p.s. non mi sono dimenticata di “Letters to Zayn”.. ho solo perso l’ispirazione lol
p.p.s. passate dall’altra mia OS “But always will remember”? GRAZIE :*