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Autore: niallistheway    28/12/2012    5 recensioni
Già, può darsi che molti problemi si risolvano con un bel vaffanculo. Ma non quelli di cuore. Non se la persona più importante della tua vita (o almeno quella che credevi tale) ti lascia sola. Non se la persona che credevi di amare ti abbandona, senza difese, senza più niente e nessuno. Ti lascia solamente un vuoto dentro che spesso è impossibile da ricolmare.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“But baby if you say, you want me to stay
I’ll change my mind
Cause I don’t wanna know while I’m walking away
If you’ll be mine
Won’t go, won’t go
So baby if you say, you want me to stay
Stay for the night
I’ll change my mind”

YOU CHANGED MY MIND


“ESCI SUBITO DA CASA MIA TI HO DETTO!”

“Giulia, posso spiegarti tut-“

“NON MI DEVI SPIEGARE UN CAZZO! LAVATI DALLA PALLE JASON, SUBITO, NON VOGLIO VEDERTI MAI PIU’!”  il volto di Giulia si trovava a mezzo millimetro dalla faccia del ragazzo. Se avesse voluto, sarebbe riuscita a sputargli in pieno volto per quanto le faceva schifo quel ragazzo.

Ero stati insieme  all’incirca per più di 7 mesi, lei lo considerava il ragazzo perfetto, lui la ragazza meravigliosa ed unica che tutti gli invidiavano. Ma tutto può cambiare giusto? E così, in una fottuta notte di metà giugno i due ragazzi, avendo compagnie diverse, si erano ritrovati per caso nello stesso pub della grigia Mullingar dove Giulia lo aveva sorpreso baciarsi vogliosamente con un’altra ragazza. Oh, era anche bella, una biondina tutta pelle ed ossa con due grandi occhi azzurri (l’unico suo pregio, forse).

“Mi fai schifo”

“Giulia, un momento dai..”

Non aveva aspettato un nanosecondo. Giulia si era allontanata da quel pub subito dopo aver mollato un sonoro schiaffo in pieno volto al suo, al quanto pare, ex-ragazzo.

“Allora sei testardo oltre che coglione? Cosa devo capire? Cosa mi devi spiegare eh? ‘Oh Giulia, perdonami se sono stato a letto con un’altra, perdonami, non l’ho fatto apposta.. Eh che non mi accorgo di quanto sono dannatamente coglione..’ SPARISCI DALLA MIA VISTA JASON.”

“Vaffanculo, e io che ero venuto anche a chiederti scusa..”

“AHAHAHA, sai che me ne faccio delle tue scuse Jason eh? Ci tieni a saperlo?”

Ma ormai la porta si era chiusa con un gran botto dietro alle spalle di Jason.

“Vaffanculo cazzo Jason, vaffanculo. Ti odio”

Già, può darsi che molti problemi si risolvano con un bel vaffanculo. Ma non quelli di cuore. Non se la persona più importante della tua vita (o almeno quella che credevi tale) ti lascia sola. Non se la persona che credevi di amare ti abbandona, senza difese, senza più niente e nessuno. Ti lascia solamente un vuoto dentro che spesso è impossibile da ricolmare.

 

“Dio, ho già finito un altro pacchetto..”

Una, due, tre, venti sigarette nel giro di 3 ore. Pazzesco. Lei e Jason si erano lasciati da appena qualche ora e già il suo pacchetto di Winston era rimasto vuoto sul piccolo tavolino in vetro del suo salotto. In un certo senso si potrebbe pensare che Giulia avesse perso la voglia di vivere. In effetti, era proprio così. Era come rimasta incantata, con gli occhi sbarrati e persi davanti ad uno schermo spento del suo televisore, in attesa di.. Niente. Non aspettava niente. Rimaneva con lo sguardo vuoto, come se guardasse il suo film preferito e fosse talmente presa da non sentire che il suo cellulare, poco distante dal divano, probabilmente sotto la poltrona, stava suonando.

 

“Ehi Giuli stasera andiamo in discoteca, ti aggreghi? Daaai, non farti venire a prendere con la forza. A dopo, baci.  –A”

 

“Ho un altro impegno stasera, ma grazie lo stesso tesoro.. xx –G”

Giulia non aveva la minima voglia di passare una serata con Amy. Lei era la sua migliore amica. Ora tutto ciò di cui aveva bisogno Giulia non era conforto, non era sentirsi amata; non voleva che Amy, per pietà, le dicesse di stare tranquilla, che tutto sarebbe passato, che in fondo lui non la meritava e ble,bla, bla. Tutte storie. Ora aveva solo bisogno delle sue sigarette e di starsene in pace. Come se fosse facile.

 

L’orologio della cucina aveva appena risvegliato Giulia dal suo stato di trans. Le 20.

“Ma chi me lo fa fare di stare chiusa in casa come una carcerata il venerdì sera? Andrò a salutare Tom al pub, magari mi offre anche qualcosa da bere..” pensava distrattamente.

Entrò di malavoglia in camera sua, impregnata di fumo, apri l’armadio estraendo un paio di shorts neri  con qualche borchia davvero  troppo corti, poi rovistò in un cassetto e trovò una canotta verde militare, si mise la giacca (abbinandola perfettamente ai pantaloncini), prese la sua borsa preferita, all’interno della quale pose con totale noncuranza il portafoglio, le sigarette e l’accendino, il cellulare e le chiavi della macchina. Si diresse poi in bagno, dove si trucco svogliatamente (era un po’ che non lo faceva). Non amava truccarsi tropo pesantemente, però i mise solo un po’ di rimmel, un po’ di terra ed un rossetto appena accennato sulle sue labbra già rosee. Lasciò che i suoi fluenti capelli le ricadessero sulle spalle e via. Accorgendosi poi di essere uscita di casa senza scarpe, abbozzando un mezzo sorriso, rientrò, solo per prendere i suoi stivaletti neri.  Si infondo cosa le importava essere vestita così o in un altro modo? Che importanza aveva ora truccarsi, acconciarsi, stare ore ed ore davanti all’armadio per scegliere il vestito perfetto se poi non c’era nessuno per il quale valeva la pena fare tutto questo? Così, rifletteva, andava anche fin troppo bene.

 

 

Odiavo i pub troppo affollati.

E’ tanto chiedere un posto tranquillo dove bere qualcosa in santa pace con i propri amici?

Evidentemente si.

 Ero in piedi, ormai da più di mezz’ora, davanti al bancone del pub, aspettando la mi terza, o forse quarta (cosa importa ora) birra,

giurando a me stesso di non lasciare più ad Harry il potere decisionale sui luoghi da frequentare il venerdì sera. 

Certo, per loro era tutto più facile: mano per mano con la propria ragazza, sorrisini a destra e manca, seduti ad un tavolo, non badavano a niente e a nessuno..

Sembravano tutti e quattro incantati: rimbambiti a tal punto da non accorgersi che io ero qui, da solo, con una birra in mano.  Ma che razza di amici sono?

Devo accoppiarmi con un albero per riuscire a scambiare due parole con loro?

 Da quando Nicolle ed io ci siamo lasciati non ho avuto più tempo per una relazione. Loro invece, sembra che non abbiano nient’altro da fare.

Soprattutto il venerdi sera.

 

Ero entrata solo da 5 minuti e già avevo bisogno di una sigaretta.

Perciò feci ‘retromarcia’ e uscii da quel bordello di un pub.

Accesi la mia sigaretta riflettendo su come avrei potuto salutare Tom con tutto quel casino: cazzo ma la gente non ha altro da fare nella vita?

Continuavo a rimuginare facendo un tiro dopo l’altro.

Senza neanche accorgermi avevo accesso e finito due sigarette. Perciò decretai che per il momento andava bene così e rientrai.

 

Non avevo mai visto niente del genere.

 Lei era la ragazza più incantevole dell’intero universo. Sgranai gli occhi solo per testare che non fosse l’effetto della birra a farmi avere queste allucinazioni.

La vidi sedersi su uno sgabello proprio vicino al proprietario del bar, Tom, si credo si chiami cosi.

Li vidi scambiarsi un abbraccio appassionato, come si conoscessero da sempre. Vederla sorridere poi, mi fece venire le vertigini.

Che cazzo ti prende Horan?

 

 

Stavo parlando con Tom, incredibile ma vero, stavo parlando a Tom proprio di Jason.

Era come se mi uscisse naturale, io mi stavo sfogando e lui sembrava ascoltarmi.

Ne avevo proprio bisogno. Riusciva a farmi sentire più leggera, anche con uno guardo o un sorriso, anche solo sfiorandomi con una mano il viso o la gamba.

Stavo decisamente meglio. Sarà stata la sua presenza o il 4 drink che avevo bevuto, ma ora ero a posto.

A posto con me stessa.

Non avevo più rimpianti.

Chissà, forse tutto sarebbe cambiato ancora una volta  domani mattina, ma poco importava ora.

Lasciai che Tom tornasse dietro il bancone per andare fuori a

fumare.

 Ancora.

 

No.

Non poteva andarsene. Non potevo lasciarla andare senza nemmeno sapere il suo nome.

Corsi fuori, scalciando come uno matto per farmi spazio tra la folla.. E la vidi.

Era in piedi, con gli occhi fissi in un punto indeterminato, nel vuoto probabilmente. 

Era bellissima.

Rigirava tra le mani sottili e curate una sigaretta, probabilmente una Winston. E io stavo li, a guardarla, incantato.

All’improvviso mi avvicinai a lei, erano le mie gambe che conducevano il gioco ora, anche perché il mio cervello era già andato per i cavoli suoi da un pò.

“Scusa hai una sigaretta da offrirmi?”


Ok chiedimi qualsiasi cosa, anche gli assorbenti ma lascia stare le mie sigarette.

“Credo che io non possa dirti di no, visto che tengo in mano un pacchetto nuovo.. Prendi dai”

Sembrava un ragazzo così per bene. Non credo sapesse fumare veramente, forse, anzi sicuramente, lo faceva solo per abbordarmi.

Ma mi piaceva il modo in cui lo faceva, mi piaceva essere scrutata da quegli occhi. Non era sicuramente inglese, lo capii subito dall’accento.

 “Da dove vieni?”

 

Non avevo mai fumato una sigaretta prima d’ora. E pensavo che lei me la rifiutasse.

Invece avevo calcolato tutto malamente.

 Stavo in piedi, come un cretino, cercando di sembrare il più sciolto possibile,

cercando di non farle capire che non ero uno alle prime armi, che se chiedevo una sigaretta era perché ne avevo bisogno. Il tutto con scarsi risultati.

Meno male che fu lei ad interrompere il silenzio chiedendomi da dove venissi.

“Mullingar” risposi, tenendo saldamente la sua sigaretta tra le dita. Se i ragazzi mi avessero visto ora..

 

Parlammo, credo, per ore. Penso che tornai a casa verso le 3.

Non avendo nemmeno il coraggio di mettermi il pigiama, mi sdraiai sul divano, con tanto di giacca e stivaletti e mi addormentai pesantemente.

 E sapete cosa sognai?

I suoi occhi.

 

Tornai in hotel con  tutto il gruppo, dissi a Zayn che non c’era problema se voleva dormire con Perrie, io sarei andato a farmi una passeggiata.

Non avevo sonno, questo era certo.

Mi addormentai in macchina, dopo una lunga passeggiata, verso l’alba.

 Sognai i suoi lineamenti, il suo sorriso, le sue labbra.

Alla fine ero riuscito a farmi dire non solo il suo nome ma anche ad avere il suo numero. E di certo, non me la sarei fatta sfuggire.

 

Una volta mi invitò ad andare da Nando’s. Era il suo ristorante preferito.

Nemmeno Jason mi aveva mai portata fuori a cena: per questo motivo ero leggermente in ansia su cosa indossare.

Ormai avevo capito che lui era un cantante famoso, che per il suo lavoro “l’apparire” e più di un semplice “cosa mi metto oggi?” me lo aveva spiegato..

Ma a me non importava, non era mai importato. E nemmeno a lui. Optai quindi per un look casual, sapevo che lui non amava le ragazze troppo eleganti.

Passammo una piacevolissima serata: ognuno di noi aveva dei ricordi da rivelare all’altro;

tra una portata e l’altra, tra una risata ed una sigaretta, il tempo passava così veloce che non ce ne accorgevamo neanche, era tutto così perfetto.

 Lui era perfetto.

 

La prima volta che mi invitò a casa sua per cena fu per festeggiare il nostro primo mese insieme.

Mi aspettavo di trovarla con i tacchi e un tubino nero, invece sorrisi quando la vidi tutta indaffarata in cucina e la presi in giro,

ricevendo una sonora cuscinata, per il fatto che lei aveva indossato un pigiama della coca cola.

Mangiai benissimo, lo ammetto. Aveva cucinato con così tanta passione che tutto quello che aveva preparato non mancava di nulla. Era tutto meraviglioso.

 E lei lo era molto di più.

 

Mi dedicò una canzone una volta.

 Eravamo a fare un pic-nic insieme e non avevo capito il perché si era portato anche la chitarra.

Iniziò a strimpellarmi qualcosa, prese poi un profondo respiro e iniziò a cantare.

Penso che fu l’unica volta che piansi come una bambina da quando stavo con lui.

Niall Horan mi stava dedicando una canzone, lo sentivo cantare, lo sentivo suonare, lui mi guardava, io lo guardavo e insieme ci scambiavamo teneri sorrisi.

Fu un pomeriggio magico.

Indimenticabile.

 

Dicono che il vero amore non si scorda mai.

Dicono che l’amore vero non si può cancellare.

Dicono che se due persone sono destinate a stare insieme per sempre, niente e nessuno potrà mai ostacolarle o separarle.

Bè, credeteci.

Oggi sono diventato papà.

Lei è sempre la mia Giulia, meravigliosa e piena di vita.

 E la creatura che tengo in braccio proprio in questo momento è mia figlia, Jessica.

Voglio bene ad entrambe più della mia stessa vita, le amo e le amerò per sempre.

I sono Niall Horan, e oggi sono diventato papà.

 



ANGOLO AUTRICE:

 

BOOOM!

Questa one-shot è un po’ lunga, lo ammetto, però non ho potuto e voluto tagliare nulla, mi piace così com’è..

Spero la apprezziate, l’ho scritta tutta d’un fiato stamattina, non avevo nulla da fare *si nasconde*

Tengo già a ringraziare tutte le meraviglie che recensiranno, passeranno a leggere, commenteranno, metteranno tra i preferiti/ricordate/seguite questa storia.

Vi amo, lo sapete no?!

Per chi volesse seguirmi sono su Twitter : @rebeccaistheway così, se non avete un account ma volete mandarmi i vostri commenti potete farlo ;)

 

Vi saluto con questa gif di Niall che secondo me è ashdjf

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