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Autore: selfisher    28/12/2012    20 recensioni
STORIA IN REVISIONE. UN MESE/DUE PRIMA DEL CONTINUO.
PROTAGONISTA: cambio nome Shani- Faith.
NON CONSIGLIO DI LEGGERLA ANCORA, DATO CHE CAMBIERANNO ANCORA UN BEL PO' DI COSE.
Fu allora probabilmente che si rese conto che non si sarebbe scocciato facilmente di quella piccola stronza.
Se ne accorse lì, mentre baciava quelle gambe ricoperte di lividi e di vari graffi. Se ne rese conto mentre entrava dentro di lei, senza preoccuparsi di farla abituare alla sua presenza, e pensando solo al suo di piacere.
L'importante era che però se ne era reso conto.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dodicesimo capitolo revisionato.La storia cambierà molto da ciò che probabilmente leggerete in seguito.  Specialmente i personaggi. Se già seguite la storia, sappiate che il nome della protagonista è cambiato in Faith. Questa storia inoltre non è scritta per fini lucro, e si è pregati di non plagiare. Love yax
You made my life better.
Chapter twelve.

Understandig.

                          -non ho la minima idea di che cossa stessi pensando
quando ho deciso di postare questo capitolo.
Chiedo venia.

 

Faith aveva capito.
Era riuscita ad interpretare il lungo silenzio di Harry ,che  continuav invano a a rimanere con lo sguardo fisso nel vuoto, immerso in chissà quali pensieri, che, a quanto pare, non le avrebbe mai rivelato.
Non voleva parlarne, o, almeno non con lei.
Sicuramente non riteva opportuno rivelare quei momenti belli o brutti che siano a lei. Infondo, gli dava ragione. Anche lei, se non si fosse sentita così oppressa e, ai margini della sopportazione, non avrebbe detto la sua vita ad Harry.
Si strinse leggermente nelle spalle a causa del lieve venticello andava man mano aumentando.
Era ormai mattina inoltrata. Il cielo era colorato di un celeste grigiasto, ricoperto di tante e cupe nuvole nere, segno che di li a poco sarebbe venuto a piovere.
Nonostante il tempo, a Faithpiaceva ciò che la circondava.
Era un enorme distesa verde, non curata, considerando che per i lunghi metri l'erba si estendeva prosperosa ed alta.
Non c'erano case. A rendere tutto un più reale era un piccolo ruscello accostato ad un piccolo ed inerme bosco fitto situato dietro la quercia su cui stavano stesi.
La quercia era il punto principale, al centro di tutto, alta, enorme, con i rami sospesi verso l'altro e scesi leggermente alle punte facendo ricadere una dolce cascata di foglioline.
«Questo posto mi piace.» Decise di terminare il momento silenziosamente imbarazzante che si era creato tra di loro. Cancellando la tensione cambiando discorso.
Sospirò girandosi verso Harry che sembrava essersi ripreso dai suoi 'ricordi off-limits' già da un bel pò,e continuava a fissarla incessantemente.
Scostò lo sguardo dal suo puntandolo ulteriormente sul cielo.
«Da piccolo adoravo venire qui, da solo. Adoravo pensare che un gioro avrei costruito la mia casa qui su.» Quelle parole risuonarono nelle orecchie di Faith interenendola.
Immaginava un piccolo bambino disegnare seduto proprio dove si trovava in quel momento, mormorando ogni tanto un 'questa sarà mia', rivolto al foglio di carta imbrattato di colori e che raffigurava una casa.
«Perchè non la costruisci?» Si girò verso di lui Faith, accennando un sorriso divertito, intenerendosi ulteriormente all'espressione del riccio.
La risata del ragazzo gli risuonò dolcemente nelle orecchie.
La sua risata risultava strana a Faith. Era troppo roca e lenta per essere considerata tale. Troppo triste per essere presa come segno di divertimento. Eppure il viso del ragazzo assumeva le classiche rughe d'espressioni accanto agli occhi, le fossette sulle sue guance si approfondivano, gli occhi si rimpicciolivano e gli zigomi si alzavano, classici segni della risata.
«Si, certo. -disse ironico - Mi piacerebbe, ma è impossibile.»
Sbuffò nell'udire quelle parole costantando ulteriormente che la voglia di vivere di quel ragazzo era pari alla sua di tornare all'orfanotrofio.
Rabbrividì al ricordo di quel luogo orrendo.
«Immagina. Una bella villa a due piani! - si fermò pensierosa - Anzi, esageriamo. Tre piani!» Sorrise eccitata all'idea, mentre vedeva in ricciolino mettersi comodo poggiando i gomiti sull'erba e guardarla con un sorrisino divertito mentre annuiva con il capo.
«Tre piani solo per me? Ci andrei largo.» Chiese stando al gioco.
«Tre piani per te sono uno spreco - lo prese in giro Faith - Ed è per questo che vivrebbero anche Niall, Zan, Louis e Lee.» annuì questa volta con molto vigore guardando il sorriso sul volto del riccio allargarsi ancora di più.
«Si chiama Zayn, non Zan.» Sorrise lui correggendola.
«Si, come vuoi. - lo liquidò - Al primo piano: salone, cucina e bagno. » Continuò la descrizione della casa.
«Il bagno con la vasca idromassaggio!» Si unì a questa idiozia Harry, immaginando già il tutto posizionato appena di fianco all'enorme quercia.
«Ovviamente. - lo guardò negli occhi - Al secondo piano le camera da letto tua, e dei ragazzi. Ed un altro bagno in ogni camera.»
Prima che potesse riprendere a parlare, una frase, uscita dalla bocca del ragazzo affianco a lei, fece in modo che il suo cuore si fermasse, per pochi secondi, per poi riprendere la sua corsa sfiancante.
«E la tua di camera?»
 Aveva detto quella frase senza riflettere e così a bassa voce che sperava che non l'avesse sentito. Cosa che non accadde.
Non credeva, o così si autoconvinceva, di pensare realmente quella frase. Aggiungere una camera anche per lei significava farla rimanere nella sua vita. Lui, però, voleva che sparisse il più pesto possibile.
«Voglio anche un piano sottoterra, con una sala di incisione.» Sviò il discorso, facendo in modo che non si incentrasse su ciò che aveva detto poco prima.
«E a cosa ti serve una sala di incisione?»
«Per incidere canzoni.»
 La vide sorridere stranita. Forse non si aspettava che Harry avesse anche solo lontanamente a che fare con la musica.
«Canti?» Chiese ancora stupito.
«Canto e suono.» Si vantò lui scostandosi i capelli e riposizionandosi la cuffia verde che Faith continuava a guardare divertita.
«Si, il flauto della scuola.» Lo prese in giro.
«Preferisco che il flauto lo suoni qualcun altro.» La malizià che uscì con quella frase fece ridere Faith.





«Liam. Sei pregato di dirci cosa cazzo è successo.» La finezza di Zayn era presente ininterrotamente da ventiquattro ore ormai. La mattina precedente erano stati svegliati ad un orario improponibile, e costretti a passare le rimanenti ventisei ore alla ricerca disperata di Harry.
Liam, tralasciando Niall, si era limitato al minimo indispensabile, raccontando ai ragazzi una versione distorta degli eventi. In quel momento si trovavavano tutti a casa del biondo, cercando di tirare su di morale Liam.
Dopo una notte insonne, però,  la pazienza viene meno. Tutti i ragazzi in quel momento volevano sapere cosa fosse successo di tanto grave per costringerli a lasciare tutto per un 'emergenza'.
Liam sospirò, non sapendo come spiegare il tutto senza sembrare un pazzo psicopatico innamorato di una sedicenne. Pazzo psicopatico, forse, ma innamorato della ragazza non lo era di certo, neanche lontanamente.
«Zayn, evita.» Lo riprese Niall per la poca educazione.
Niall era sempre stato molto legato a Liam. Si conoscevano da piccoli. Sempre stati amici inseparabili. Era raro formulare una frase senza utilizzare 'Liam e Niall' insieme.
Avevano sofferto molto entrambi quando Niall, imboccando la strada sbagliata, aveva deciso di dare una mano ad Harry.
La vita di Niall era sempre stata più burrascosa di quella di Liam. Ed erano cresciuti entrambi con mentalità diverse. Niall però aveva deciso di aiutare Harry non per cattivara, ma, perchè, in un certo senso, avrebbe potuto tenerlo d'occhio, e far si che non sparisse dalla circolazione.
Non passava notte in cui, distrutto per ciò che Harry faceva, e che lui aiutava a fare, non piangesse, o in cui non fosse disturbato da pesanti incubi.
Si era allontanato molto di Liam a causa di quello accaduto. Solo dopo anni, avevano, in un modo o nell'altro, capito che srebbe stato il caso di ritornare amici, e di non aggiungere altri guai al gruppo.
Liam era sempre stato contro la violenza, ma il suo cuore magnanimo aveva fatto si che perdonasse tutto l'accaduto.
«Niall, Zayn ha ragione - Intervenne Louis con gli occhi contornati da profonde scavature viola, i capelli arruffati, e la voce impastata. - Sarebbe l'ora di capire cos'è successo.»
Niall annuì chinando il capo non potendo aggiungere altro, ritrovatosi ormai dalla parte del torto.
Lanciarono tutti un occhiata a Liam che sospirò grattandosi la nuca in cerca di formulare una frase di senso compiuto. Non ci riuscendosi, si sedette sul divano sbuffando.
«Lium. Non ti giudicheremo. Conosci Niall da quando avevi due anni. Louis e Harry da quando ne avevi quattordici. Ricordi invece come ci siamo conosciuti noi? A dieci anni?» Zayn addolcì la voce, chiamandolo con quel tenero soprannome tanto usato da bambini.
La mente di Liam fu invasa dal ricordo del primo incontro con Zayn.
Essendo da sempre un bambino molto dolce, non aveva mai alzato le mani contro nessuno, ed era, forse per questo, che dei bambini più grandi di lui ne approfittavano.
Niall non ne era a conoscenza, e lui era talmente bravo a nasconderlo da far si che nessun altro lo capisse. Quei ragazzi lo perseguitavano da circa un anno e mezzo.  Ovunque girasse il viso, ritrovava i loro. Usavano spesso la violenza su di lui, e spesso lo costringevano a prestazioni sessuali con loro stessi.
Tra di loro, si aggiunse anche Zayn. Il fratello maggiore faceva parte di quel gruppetto.
Fu Zayn che, spostando il divertimento su un altro bambino, fece si che lasciassero in pace Liam.
Diventarono amici subito dopo, facendolo conoscere anche a Niall.
« Mi avete sempre giudicato. - Rispose Liam assottigliando lo sguardo- E non chiamarmi Lium. Non siamo più bambini Zy.» Cercò di cambiare discorso, usando anche lui la tattica del nomignolo innocente.
Louis sbuffò impaziente.
«Bambini o meno. Giudizi o non. Voglio sapere, in questo momento, perchè cazzo ho interrotto una scopata!» Urlò ormai stufo della situazione. 
Liam non potè più tirarsi indietro, dovendo dire l'accaduto facendo si che sembrasse una cosa comune per lui.
«Sapete che sono molto protettivo. Verso tutti. Ed è per questo che...» Le sue frasi sconnesse e balbettate furono interrotte dall’arrivo di un messaggio sul suo telefono.
Infilò una mano nella tasca del jeans, prestatogli dal biondino, prendendo il telefono.
Gli si gelò il sangue nelle vene.
“Io e Faith siamo bloccati sotto l’acqua, sulla collinetta di fianco al ponte. Porta due ombrelli. Hazz.”
Harry e Faith erano insieme, per quanto potesse dargli fastidio, ingoiò il nodo formatogli in gola: Faithi stava bene, era questo l’importante.
Prese il giubbino dall’attaccapanni, prese due ombrelli e urlando un “vi spiego dopo!” uscì dalla casa dirigendosi alla collinetta di corsa, distante chilometri da quella casa.
 
 


 
 
«Fay, vieni qui!»Uurlò Harry stringendosi di più sotto la quercia cercando di non bagnarsi.
Nonostante Harry si sforzasse di chiamarla, la ragaza non accennava a muoversi dalla posizione in qui si trovava, ormai fradicia, a causa della pioggia incombente che cadeva sulla collina, bagnando tutto.
Il riccio si alzò, stufo, diretto verso la ragazza, ormai bagnto anche lui.
«Mi Fay, sai?» Sorrise lei alzandosi dal prato e scostandosi i capelli attaccati al viso a causa dell’acqua.
«Fay? - Chiese Harry - Quindi mi sentivi! - La ragazza sorrise come scusa - Comincia a correre.» E fu sussurrando un ‘oh cazzo’ che Faith prese a correre ininterrottamente per tutta l’ampiezza della collinetta seguita dal riccio.
Era sempre stata veloce a correre, amava farlo.
L’acqua le cadeva imperterrita sul viso dandogli una sensazione di leggerezza.
Ad Harry invece, che si portava appena dietro di lei, quell’acqua dava fastidio.
Continuavano a ridere entrambi, la ragazza sempre davanti, lui sempre dietro, almeno fino a quando, con uno scatto improvviso  la raggiunse.
«Presa!» Rise afferrandola per la vita e facendola girare.
«Riccio! Mettimi giù! Ora!» Scandì le parole la mora continuando a ridere, facendo si che quella frase non risultasse poi così tanto minacciosa.
«Mi dispiace, non credo sia…  -il ragazzo si affievolì all’improvviso - Possibile.» Poggiò a terra la ragazza, assottigliando lo sguardo. guardando diritto di fronte a se.
La ragazza corrucciò l’espressione.
«Faith!» asciò perdere tutto quando si senti chiamare, si girò di scatto guardando Liam.
«Liam? Che ci fai qui?» Sbottò incredula la ragazza avvicinandosi a lui.
«Harry mi ha inviato un messaggio.» Sentendosi nominare girò di nuovo lo sguardo portandolo sui ragazzi che stavano dialogando apertamente accanto a lui.
Nel suo stomaco si formò un grande buco nero, che man mano andava allargandosi e corrodeva tutto.
«Credo che, ormai, i due ombrelli non servino più.» Scherzò Liam guardando i due ragazzi fradici.
Strinse Faith con una mano, senza che lei si spostasse, felice e sollvato di vederla di nuovo senza che le fosse accaduto qualcosa.
 




 
«Signorina Scrunch?» Si portò il telefono all’orecchio l’omaccione portando  con l’altra mano il binocolo sugli occhi.
«Si?» Rispose lei.
«Credo che mi abbia visto.» Parlò nascondendosi di più nell’erba del fitto bosco.
«Chi?»
«Stylk.» Strinse le meningi per cercare di ricordare bene il nome del ricercato.

« Styles! - Esclamò la ragazza dall’altro lato del telefono - Quindi l’ha trovato.»




capitolo revisionato il 12,01,2014
alle ore 15.30

 

 



  
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