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Autore: Gillian_Lightman    28/12/2012    1 recensioni
Certo in molti (me compresa) hanno affrontato il tema dei primi momenti tra Cal e Gillian, quelli del primo bacio...Ma la loro relazione può essere duratura? Riusciranno a tenerla nascosta? Eccomi quindi qui con il seguito di "Sometimes*" per darvi la mia versione! Sconsigliata la lettura a chi non la letto la mia Fiction precedente perchè molte cose vengono date per scontato, come l' identita di Sarah. In questa FF presenterò gli avvenimenti in due parti: 4 mesi dopo l' inizio della relazione e 6 mesi dopo. Chiaramente i guai non mancano mai e i due piccioncini dovranno affrontare non pochi problemi!
Genere: Commedia, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always'
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Capitolo 9. Missouri…?
 
Sono passate esattamente due ore dalla scomparsa di James e Sophie, ma al Lightman Group le indagini sono ancora punto e a capo.
“I cellulari sono stati ritrovati in un paio di bidoni qui in città, non hanno usato carte di credito o fatto prelevi in banca, ne preso aerei, treni o qualsiasi altro mezzo che necessiti un documento di identità. Sono spariti dalla faccia della terra” spiega Zoe.
“Ah, così non concludiamo nulla!” si lamenta Cal chiudendo l’ ultimo fascicolo del processo, che avevano letto alla ricerca di un’ eventuale dettaglio che gli fosse sfuggito.
S: “Secondo me sbagliamo il posto dove cercare”.
G: “Che vuoi dire?”
La ragazza spiega “In fondo non è vero che non sappiamo nulla, sappiamo che James e Sophie sono complici di quattro omicidi ed un tentato omicidio. Uno dei due era da sempre disturbato, come confermano i farmaci che assumeva sia da piccolo che adesso, quando ha incominciato ad uccidere. Questi farmaci venivano comprati da James, ma data la natura pericolosa di Sophie non possiamo escludere che ne facesse uso anche lei. Quindi si può supporre che James assecondasse ogni volere della sorella disturbata…d’ altronde non può averle uccise solo per lei, chiaramente era anche lui schizzato…”
“Ma questo come ci aiuterà a trovarli?” domanda Zoe.
“Non ha senso leggere le trascrizioni del processo! Dimenticate che loro sono due Serial Killer, quindi hanno un modus operandi, seguono una vittimologia precisa, i luoghi dove le rapiscono sono definiti…Per capire dove sono andati dobbiamo capire cosa cercano!”.
“Vado a prendere i dossie sulle vittime” dice Gillian alzandosi.
Z: “Sarah…la polizia ha indagato per settimane su questi omicidi, mentre la pila di cadaveri aumentava…come possiamo noi fare di meglio?”
“La polizia non ha alcun tipo di esperienza in questi casi! Avrebbero dovuto contattare l’ FBI, e francamente non so perché non lo abbiano fatto…in ogni caso quando ho prestato servizio al Pentagono ho collaborato per qualche mese con un’ unità di analisi comportamentale, quindi so come dobbiamo muoverci.”
Gillian rientra nella stanza con una decina di fascicoli “Eccoli qui. Ho richiesto anche i dossie di James e Sophie, ho pensato che sarebbe stato utile entrare nella loro testa”.
S: “Ottima idea”
G: “Allora da dove partiamo? Serial Killer, vittime o luoghi?”
C: “Serial Killer. Se riusciamo a capire cosa li ha spinti ad uccidere, capiremo anche perché hanno scelto questo tipo di vittime.”
Z: “Direi di partire dall’ aggressione…James ha aggredito una sedicenne quando lui aveva vent’ anni; prima non aveva mai manifestato alcun segno di violenza, che cosa è successo in quel periodo?”
“E’ nata la sorellina” afferma Sarah, reggendo fra le mani uno dei fascicoli “stando al certificato di nascita, la sorella è nata neanche un mese prima dell’ aggressione…potrebbe essere il fattore scatenante.”
“Si” concorda Gillian “spesso i primogeniti, anche se sono già praticamente adulti, manifestano molta gelosia nei confronti di un nuovo arrivato. James ha vissuto per vent’ anni con i suoi, era molto legato alla madre…l’ arrivo della sorellina deve avergli fatto scattare qualcosa.”
“Si ma non ha molto senso” dice Cal con quella sua voce ridicolamente straziata, poggiandosi una mano sulla fronte “voglio dire allora perché non fare del male ad un neonato? O ad una madre che ne aveva uno…che senso ha avuto colpire quella ragazza?”
“ASPETTATE!” grida Sarah “Ci è sfuggito un dettaglio importantissimo! La ragazza che ha aggredito era la sorella minore di un suo compagno di corso all’ università! Quanto ci scommettete che si era lamentato di lei in classe qualche giorno prima?”
“Quindi ha rivisto in lei sua sorella e ha cercato di punirla” conclude Zoe.
“Ora dobbiamo capire come mai un ragazzo che odiava così tanto la sorella ha iniziato a commettere degli omicidi con lei…ci vuole la massima fiducia” spiega Sarah.
G: “Beh col tempo non è detto che non siano diventati amici…James è cresciuto, si è trasferito lasciando la casa…i rapporti erano tesi solo finché vivevano sotto lo stesso tetto, una volta che lui si è fatto una vita ed ha abbandonato il nido non si sente più minacciato dalla sorellina! Adesso dovremmo capire chi dei due ha commesso gli omicidi! Per il medico legale sono stati commessi da una sola persona”.
Z: “Se Sophie è la personalità dominante, si presuppone che il fratello seduca le ragazze nei bar e le rapisca, ma che sia lei ha torturarle e ucciderle”.
S: “Quindi se era James a rapirle e la sorella le torturava quando erano già legate, si può presupporre che la quarta vittima fosse più forte delle altre e sia riuscita, sebbene per poco, a reagire…questo spiega il DNA di James sotto le sue unghie”.
“Eondo me ‘e vittime he fscelieva” inizia Cal mentre ingurgita un grosso boccone da un panino.
“Potresti parlare quando non hai un’ elefante in bocca?” domanda Sarah ridendo.
Dopo qualche secondo l’ uomo ci riprova “Secondo me è James ha scegliere le vittime. Lui è disturbato e si divertirebbe uccidere, ma per la sorella è una vera e propria necessità, secondo me è lei che prende i farmaci. Quindi se vuole convincere il fratello a rapire persone senza poterle uccidere, l’ onore spetta a lei, deve pur concedergli qualcosa: la scelta delle vittime”.
Si intromette Sarah “e questo spiega la vittimologia! Tutte belle donne fra i 25 e i 35 anni, sua sorella si trova esattamente nel mezzo. Prova ancora risentimenti per lei, ma la voglia di uccidere è più grande, quindi lascia che la sorelle le strangoli, ma sceglie ragazze che le somiglino in modo da immaginarsi lei morta. L’ unica cosa che non hanno in comune le vittime con Sophie sono i capelli: lei li ha rossi, mentre le altre donne bionde, ma non credo sia importante, è probabile che fosse questione di praticità…non ci sono molte donne rosse, o almeno è molto più facile trovarne di bionde!”
Z: “Quindi rimane solo da capire dove intende colpire”.
“Datemi i nomi dei bar, subito!” esclama Gillian “forse cè un collegamento”.
Sarah sfoglia velocemente i fascicoli “Allora sono…si, eccoli, sono: Il faro, L’ albero maestro, La luce, Main Line e Cometa”.
“Avete notato?” esclama Gillian con sguardo trionfante “questi nomi hanno tutti un riferimento preciso! La luce, il faro, la Cometa… come se fosse un posto sacro! Non so spiegarlo…è come se per lei fosse l’ unico posto al mondo, qualcosa di quasi magico, divino…”
“Aspetta un attimo” si intromette Zoe “vi ricordate i segni che sono stati inferti alle vittime pre-mortem? Quelli sulla cosce...il medico legale li ha definiti come dei “più”…ma se fosse una croce?”
“Ma certo!” esclama Cal “James e Sophie dopo tutto vengono da una famiglia estremamente religiosa, andavano in chiesa tutta la domenica…per quanto spietati Serial Killer sapevano che “Dio li guardava”…e se avessero scelto posti con quei nomi solo per sentirsi ancora vicini a Dio? La croce sulla coscia poi non ha bisogno di spiegazioni! Magari credevano di compire direttamente l’ opera del Signore punendo delle peccatrici…Dio che razza di psicopatici”.
G: “Ma come facciamo a trovarli? Okay, sicuramente vorranno agire in un bar che abbia un nome come quelli precedenti, ma quanti miliardi ce ne saranno in giro per gli Stati Uniti? Non ce la faremmo mai, e loro sono liberi di scegliersi la ‘casa del signore’ che preferiscono! Inoltre in base al loro modus operandi abbiamo ancora solo quattro ore per trovarli e raggiungerli prima che rapiscano una ragazza”.
“Aspetta!” scatta Sarah con gli occhi quasi fuori dalle orbite “una volta stavo collaborando con l’ FBI in un caso dove il serial killer per uccidere seguiva i movimenti degli astri o roba simile… e se anche loro stessero seguendo il loro tracciato?”
“Stai dicendo” chiede Gillian, non riuscendo a trattenere un mezzo sorrisetto “che i due geni stanno seguendo un percorso a forma di croce? Come in ‘Angeli e Demoni’?”.
“Perché no” ipotizza Cal.
Sarah fa presente “E poi…è la sola chance che abbiamo”.
“Okay forza, dobbiamo procurarci una mappa dettagliata di tutti gli Stati Uniti!” esclama Zoe.
Dopo pochi minuti la cartina è in arrivo, ma sorge un nuovo problema.
G: “Un momento! Ma DC e Chicago sono solo due delle estremità, ne restano due! Columbia nel Missouri e Clarksville nel Tennessee… quale sarà quella giusta?”
“Columbia” afferma Zoe, chiudendo il cellulare “Un’ uomo corrispondente alla descrizione di James è stato visto in un benzinaio nei pressi di Indianapolis, è troppo a nord perché vogliano andare nel Tennessee”.
C: “Okay, ora dobbiamo individuare tutti i bar con nomi come quelli precedenti, però a Columbia”.
Sarah ritorna nella stanza con un portatile “Me ne occupo io”.
“Dove hai scaricato questo programma?” domanda Zoe strabiliata.
S: “Informazione riservata”. Dopo qualche secondo il PC emette un bip “eccoli! Sono 23.”
“Non ce la faremo mai” si scoraggia Gillian.
C: “SI INVECE! Sarah, chiama la polizia locale di Columbia e allertali del pericolo; fa in modo che contattino l’FBI, con un get-privato gli agenti saranno li in meno di un’ ora. Zoe, trova un’ aereo, un elicottero, quello che ti pare, non mi importa, basta che trovi un mezzo per volare in fretta fino in Columbia, voglio esserci quando li prenderanno. Sono le 19.00 e gli agenti arriveranno verso le 20.15 se tutto va bene…in base al loro modus-operandi avranno circa un’ ora per controllare tutti e 23 i bar…ce la dobbiamo fare. A lavoro”.
 
19:30
 
“La polizia locale e l’ FBI sono stati allertati, gli agenti sono già in partenza” esclama Sarah prendendo la borsa.
“Perfetto, ora” indicando lei e Gill “venite subito con me, non abbiamo tempo da perdere. Zoe ci aspetta sul tetto, ha detto di aver trovato un’ elicottero”.
I tre si vestono, prendono le borse e salgono le scalinate del Lightman Group fino al tetto, poi escono.
Zoe si dirige verso di loro, con aria seria “Abbiamo un problema. Dice che questo elicottero è solo per tre persone, lui incluso. Oltre a me può venire solo uno di voi…vi aspetto su” aggiunge prima di voltarsi e dirigersi verso l’ elicottero.
“NO” grida immediatamente Gill, per sovrastare il rumore delle eliche “Non se ne parla Cal”.
“Gill devo farlo! Tanto saranno quelli dell’ FBI ad arrestarlo”.
“No io ti conosco! Ti farai prestare un giubbotto antiproiettile, una pistola e poi ti lancerai in mezzo al casino” lo guardava implorante, gli occhi lucidi.
Cal le prende le mani e la fissa dritta negli occhi “Baderò a me stesso Gill, te lo prometto”.
Vorrebbe tanto baciarla, ma sa benissimo che non può, così si limita a stringerla forte; poi da un bacio sulla guancia a Sarah.
Sta già correndo verso l’ elicottero quando si sente chiamare da Gillian, così si volta.
Lei lo guarda: “Non fare l’ idiota!”.
 
 
 
20.30
 
Per tutto il viaggio aveva regnato il silenzio, interrotto solo dalla voce del pilota che comunicava con la base.
Ora finalmente Cal scende da quella stupida palla gigante: ha sempre odiato gli elicotteri.
Non appena tocca terra con i piedi estrae il cellulare e compone il numero dell’ agente dell’ FBI incaricato per l’ indagine. Quando ha terminato la chiamata informa Zoe.
“Sono arrivati venti minuti fa, e hanno infiltrato agenti nei primi 9 locali, ora si stanno occupando degli altri…ci conviene aspettare in aeroporto.”
“Aspetta, vuoi dire che non chiudono i locali?”
“Se li chiudono James e Sophie la faranno franca! No, hanno deciso di infiltrare un paio di agenti all’ interno dei pub e di aspettare che arrivino, la polizia locale è sparsa nei dintorni, cosi se l’ FBI li individua può chiamarli per circondare il posto. Noi non possiamo fare altro che aspettare”.
 
21.10
Cal estrae finalmente il cellulare con mani tremanti “Lightman” resta un attimo in ascolto, poi balza in piedi “Perfetto! Arriviamo”.
Zoe lo imita prendendo il cappotto “Che succede?”.
“Hanno trovato James. E’ in un bar a cinque minuti da qui”
“Aspetta, e Sophie?”
“E’ questo il problema: avevamo dimenticato che quando vanno a caccia lei resta sempre in macchina, all’ interno del locale lei non cè.”
Con la guida spericolata di Cal sono li in tre minuti…tre minuti che hanno però decisamente cambiato la situazione.
Non appena scendono dall’ auto notano subito le sirene della polizia che lampeggiano: le autorità,(FBI e polizia locale) hanno circondato tutto il locale.
Si avvicinano ad un poliziotto che sta gridando in una ricetrasmittente, e non appena smette di parlare Cal gli domanda “Agente, che sta succedendo?”.
“Quegli idioti dell’ FBI hanno deciso di eseguire l’ arresto anche se non c’ era traccia di Sophie, cosi non appena si sono avvicinati quello, James, ha estratto una pistola e la ha puntata su una cliente. Pochi secondi dopo è arrivata pure la sorella e ora si so nascosti dietro al bancone con due ostaggi, e oramai è buio, i cecchini non sono equipaggiati!”.
Cal ci riflette su un’ attimo “Mi faccia entrare”.
“Sei impazzito!?” salta su Zoe senza nemmeno dar tempo all’ agente di parlare “non se ne parla è troppo pericoloso! Caal!”
Ma prima che lei o il poliziotto possano fermarlo, Lightman è già schizzato verso la porta.
 
 
21.15
 
Cal entra precipitosamente nella stanza e cerca di inquadrare la situazione: Sophie e James sono dietro al bancone con un ostaggio a testa a mo’ di scudo, proprio come gli aveva riferito poco prima l’ agente, ma aveva trascurato un piccolo particolare…
Le pistole non erano puntate contro gli ostaggi o contro gli agenti nei bar…erano puntate contro loro stessi, si volevano sparare a vicenda!
“E’ COLPA SUA! E’ COLPA DI QUESTA STRONZA PSICOPATICA SE ORA SIAMO QUA” sta gridando James.
“OH MA STAI ZITTO BRUTTO IMBECILLE, TU CI SEI DENTRO ALMENO QUANTO ME!” strilla la sorella ancora più forte.
Cal, tranquillamente, si siede su uno sgabello in bella vista e appoggia i piedi sul tavolo: “Hei Tarzan! Se la smetteste un attimo di urlare vi accorgereste che siete comunque fottuti…tutti e due” aggiunge indicandoli con un dito “Se vi ammazzate voi fate un favore a questi signori, e se non lo fate vi arrestano, così vi farete un paio di tranquilli annetti nel braccio della morte prima della divertente iniezione letale”.
“IO ME LA POSSO CAVARE” grida James “NON LE HO UCCISE IO! LA MIA E’ SOLO COMPLICITA’, MI DARANNO SOLO DIECI ANNI CON UN BUON AVVOCATO, E CON BUONA CONDOTTA SARO’ FUORI TRA SEI. LA PUTTANA E’ SPACCIATA INVECE”.
Cal avverte quello che sta per succedere solo uni istante prima che diventi realtà, e tutto avviene in una frazione di secondo.
Con un grido assordante Sophie getta a terra gli ostaggi, e punta la pistola contro James, premendo il grilletto senza pensarci due volte. Quasi contemporaneamente gli agenti iniziano a fare fuoco, e una pioggia di proiettili si abbatte su di lei.
Cal si getta a terra per evitare eventuali colpi, e quando il rumore di sparo cessa, corre verso i fratelli Smith.
Sophie è in un bagno di sangue: un proiettile le ha colpito il collo, che ora zampilla sangue, e altri cinque si sono conficcati negli intestini. Sputa sangue per qualche secondo, poi il suo sguardo resta immobile e perso nel vuoto.
Cal la scavalca e corre verso James: il solo proiettile che lo ha colpito, quello della sorella, gli si è conficcato nell’ addome.
Non appena vede il volto dell’ amico, James allunga una mano, incapace di alzarsi.
Lightman si inginocchia accanto a lui, non sapendo cosa pensare o cosa provare.
All’ improvviso emette un bisbiglio “H-Ho dovuto…E’ c-colpa mia se l-lei è pazza. Quando era piccola la avevo riusa in soffitta per due giorni mentre mamma e papà erano via…è imp-pazzita… glielo dovevo” poi il suo sguardo si indurisce “ma non ho mai smesso di odiare quella perfida stronza”. Si accascia sul pavimento continuando a tossire, mentre un’ infermiere arriva e gli mette una mascherina.
“Se la caverà?” domanda Cal.
“Si stia tranquillo, è fuori pericolo”.
Prima di andarsene Cal gli sussurra in un’ orecchio “complicità o no, farò in modo che tu marcisca in galera, è una promessa”.
Non appena si rialza sente un urlo  “CAAL”. Quando si volta vede Zoe, preoccupata, che si dirige verso di lui. Probabilmente era corsa dentro quando aveva sentito gli spari.
“Sto bene, tranquilla” dice subito abbracciandola.
“Non ci posso credere…James! Il nostro James!”
“Già, è incredibile quanto le persone possano cambiare. Ma non la farà franca, farò in modo che sia perseguito come si deve.”
“Ho molti agganci in procura, me ne occuperò personalmente” promette Zoe con sguardo duro “e ora torniamo a casa”.
 
 
 
All’ alba delle due di notte, Cal e Zoe si ritrovano finalmente nell’ ufficio dell’ uomo.
Hanno fatto piano, pensando che Gillian e Sarah si fossero addormentate, e hanno chiuso la porta dell’ ufficio.
“Allora ti fermi ancora un paio di giorni?” le domanda Cal.
“A dire il vero” replica lei alzandosi “ho prenotato un volo poco fa, parto questa notte…ho bisogno di ritornare alla normalità”
“Certo, lo capisco. Ti saluterò io Emily”.
“Grazie” fa due passi verso la porta, ma poi si rivolta in direzione dell’ uomo, e con un sorriso gli dice “comunque sono veramente contenta per te Cal, finalmente hai deciso di rimpegnarti”.
Lui è colto totalmente alla sprovvista “Cos…?”
“Parlo di te e Gillian” spiga ridacchiando, ma per la prima volta dopo anni, senza malizia.
“Come…?”
“…Lo sapevo? Che eri innamorato di lei da prima che lo sapessi tu” continua senza smettere di sorridere “che stavate insieme da quando ho messo piede qui”
“Allora qualcosa lo hai imparato da tutti gli anni di matrimonio”
Ridono entrambi.
“E…da quanto va avanti?”
“Quattro mesi e qualcosina…”
“Sono contenta per te” conferma battendogli una pacca sulla spalla.
“Grazie Zoe”
“Ma non lo avete ancora detto a nessuno?”
“Per ora solo a Sarah ed Emily…poi si vedrà”
Lei annuisce “ora devo andare, altrimenti rischio di perdere l’ aereo”.
“D’ accordo, stammi bene” la saluta lui con un abbraccio.
In quel momento la porta si spalanca ed entrano Gillian e Sarah.
Vedendoli abbracciati, la prima si scusa velocemente “Oh, mi dispiace…”
“Tranquilla” la interrompe subito Zoe “me ne stavo andando” si dirige verso la porta, e quando è di fianco a Gillian le poggia una mano sulla spalla “non farti mai sottomettere”. L’ altra è alquanto confusa “E buona fortuna!” aggiunge ridacchiando, prima di sparire oltre la porta.
Gillian si volta strabiliata in direzione dell’ uomo “glielo hai detto?”
“Ha capito tutto non appena ha messo piede a Washington”
Gillian lo bacia, gettandogli le braccia intorno al collo “L’ importante è che sei vivo!”

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Gill Lightman: EVVIVAA ! finalmente ho finito con questo lunghissimo caso *applauso* così posso dedicare l’ ultimo capitolo interamente ai Callian…come premio per chi di voi ha sopportato questi ultimi due pesantissimi capitoli!
A presto (:
Jenny
  
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