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Autore: Tods    28/12/2012    6 recensioni
Mi fece l'occhiolino:"Sei il mio angelo"
"A furia di sentirmelo dire, comincio a crederci davvero."
"E se cominciassi a dire che mi piaci? Crederesti anche a quello?"
Io. La mia migliore amica. Dublino.
Due matte a piede libero, ecco cosa siamo.
Non avrei mai pensato d'incontrarli così i miei idoli, ma è successo. Grazie al cielo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap.48
Sedeva per terra, con la testa fra le mani, torturandosi i ricci e le labbra. Guardò il telefono, poi alzò lo sguardo. Incrociai i suoi occhi velati di lacrime e gli corsi incontro.
Mi strinse forte, trattenendo i singhiozzi: non c’era niente da dire, in quel momento. Era una cosa troppo grande per degli adolescenti. Inspiegabile ed indescrivibile. Gli asciugai piano le lacrime, con la punta delle dita. Era un pianto di gioia, quello, ma anche di dolore, di frustrazione, di sollievo. Era un pianto liberatorio.
-Harry…-mormorai, ma lui mi zittì, e non aggiunsi altro. Lasciai che si sfogasse, aspettando in silenzio.
Har ed Alessia entrarono nella degenza di Ludovica, dove Liam camminava avanti ed indietro, con le mani dietro la testa. Io mi sedetti accanto ad Harry, sul pavimento, con la testa sulla sua spalla. Mi sfiorò i capelli con una mano:-Grazie…-gliela strinsi.
L’ospedale era un brulichio di gente. Infermieri, dottori, donne dall’aria provata, e familiari di ogni sorta. Tutto attorno a noi si muoveva freneticamente, mentre io ed Harry restavamo immobili. Sospesi.
Un’infermiera si affacciò nel corridoio, e chiese del marito di Ludovica. Harry saltò su, e lui e Liam si guardarono un istante. Le furono addosso in un battito di ciglia.
-Entrambi.-disse Harry, con la voce che tremava leggermente. La donna li guardò confusa.-Entrambi ho detto!-ripeté lui.
La seguirono, e non feci nemmeno in tempo a muovere un passo che sentii Alessia trascinarmi assieme al suo sconvolgente vortice di pazzia verso il bagno dell’ospedale. A quanto pareva la vescica killer aveva colpito ancora.
 
Zayn, Niall e Louis ci raggiunsero poco dopo. Il biondo mi guardò esasperato: aveva un colorito verdognolo. A quanto pare Zayn aveva di nuovo rifiutato di lavarsi, e Louis aveva infranto tutte le regole del codice stradale, ignorando le precedenze, i sensi unici e i semafori rossi. Un incubo.
Quando arrivammo tutti e sei, dunque, i bambini c’erano già.
Li vidi entrambi, mentre ero ancora fuori dalla camera. Ludo dormiva, serena. Liam invece stava fermo accanto alla porta, con un fagottino tra le braccia. Sorrideva come un demente: sembrava fosse tutto ciò che aveva sempre desiderato. Harry se ne stava dall’altro lato della stanza, con un piccolo esserino premuto contro il petto, vicinissimo alla faccia. Lo fissava come in trance, cullandolo con dolcezza. Mi voltai verso la combriccola e feci cenno di aspettare. Bussai piano.
-E’ permesso?-i due padri si voltarono verso di me, sorridendo radiosi.
-Loro sono Harry-disse Liam, voltando verso di me il piccolo fagottino ronfante-Ed Elena.-mormorò Harry indicandomi la piccola creaturina che reggeva tra le braccia.
Harry ed Elena? Harry ed Elena? Mi trattenni dal ridere. Un’idea di Ludovica, di sicuro. Erano la cosa più meravigliosa e sconvolgente che avessi mai visto. Gli occhi di padre e figlia scintillavano all’unisono. Erano appena nati, ma tutto nei due gemelli ricordava Harry. Era spaventoso quanto gli somigliassero.
Il papà biologico prese a fare su e giù per la stanza con la piccola Elena tra le braccia, canticchiando ‘Little Things’. Lei aveva spalancato i suoi occhi cangianti, ancora ciechi, ma sembrava scrutarlo davvero, tutta seria e compunta. Liam rimase fermo accanto a Ludovica, con il piccolo Harry che sonnecchiava beato.
Per quanto assurda fosse la cosa, alla fine a me sembravano entrambi ottimi padri, ognuno a suo modo. Lima sembrava il classico padre che tutti vorrebbero avere, l’eroe dei suoi figli. Harry invece era attento e premuroso, quel genere di padre a cui ti attacchi molto nell’infanzia, detesti nell’adolescenza, e ringrazi il cielo in tutte le lingue del mondo (swahili compreso) di aver avuto per tutto il resto del tempo.
Come potevo dirlo, se ero lì da sì e no cinque minuti? Semplicemente sapevo che era così. Ed era per questo che credevo che Harry avesse fatto la più grande cazzata della sua vita, rinunciando ai bambini. Sapevo bene che prima o poi se ne sarebbe pentito.
Mi bastava guardarlo. Guardare quello sguardo così tenero incontrare gli occhi di Elena. Non guardava nemmeno me in quella maniera.
-Vuoi tenerla?-me la mise in braccio con dolcezza, aggiustando la coperta che l’avvolgeva-E’ perfetta…
Sorrisi. Quel piccolo corpicino caldo era davvero perfetto. Per un attimo mi crogiolai all’interno di quel clima da famiglia perfetta, poi sentii bussare piano alla porta e mi voltai. Har ed Alessia sembravano due psicopatiche fuggite da un manicomio.
-Oddio, come sono piccoli!-strillò la prima.-…posso?
Si era avvicinata a Liam ed aveva proteso le mani verso il piccolo Harry. Lui gliel’aveva ceduto con un’espressione contrariata. Avevo paura che scoppiasse in lacrime gridando “E’ mio! È mio!” come all’asilo. Non lo fece. Meno male.
-Oh..-Ale si avvicinò con occhi scintillanti. Ludo continuava a dormire.
Con la coda dell’occhio vidi Niall e Lou che facevano segnali strani fuori dalla porta. Mi sembrò egoista monopolizzare i gemelli, con tutto l’amore che c’era attorno a loro, così presi Harry per mano e uscii dalla stanza.
-Vuoi qualcosa?-mi chiese.-Muoio di fame.
Niall sembrò tentato dalla richiesta di Harold (nonostante fosse rivolta a me) ma alla fine desistette, sotto lo sguardo inceneritore di Har.
Mi sedetti sulle sedie scricchiolanti della sala d’attesa, mentre il riccio litigava furiosamente con il distributore automatico. Mi veniva da ridere.
Era divertente vedere con quanta facilità passasse dalla figura del padre a quella dell’adolescente imbranato. Era divertente vedere come quei due aspetti così diversi coesistessero nella stessa persona. Certo, divertente.
Poche file di sedie più in là, seduto per terra con la testa tra le ginocchia, c’era Zayn.
Era l’unico a non aver ancora visto i gemelli e tutto sommato mi dispiaceva per lui. Ammetto di essere stata scettica nei suoi confronti, all’inizio, ma si era rivelato un ragazzo molto diverso da come sembrava. Un ragazzo che si era innamorato, ben due volte, sempre della ragazza sbagliata. Mentre lo guardavo, inconsciamente pensai ad Hernest. Dov’era adesso? Costa stava facendo? Con chi era adesso?
Anche lui si era innamorato della ragazza sbagliata. Accidenti, non credevo sarei mai diventata la ‘ragazza sbagliata’! Non mi ci vedevo affatto a fare a fettine il cuore di un caro ragazzo. Eppure era ciò che avevo fatto. Mi si strinse il cuore a guardare Zayn, perché provava proprio quello che avevo fatto patire ad Hernie, e la cosa mi faceva stare da schifo davvero.
La porta della camera di Ludo si aprì, e ne uscirono Niall ed Har, tutti sorridenti. Sembravano davvero sollevati. Lasciarono la porta socchiusa.
-Sono identici ad Hazza.-mormorò la mia migliore amica, sorridendo. Il biondo annuì, trascinandola verso i distributori. Harry era ancora là, aspettando non so quale aiuto divino per far ripartire quell’aggeggio ingrippato. Niall gli si avvicinò e parlottarono tra loro per un po’, poi l’irlandese diede un colpo secco sul lato sinistro della macchinetta che resuscitò improvvisamente, sputando fuori il pasto di Harry. Niall mani-magiche Horan. Non male.
                                                           
-Dai! Daaaai, dai fammela tenere! Daaai non essere egoista!-sembravano due bambini che litigavano per un giocattolo.
-E’ il mio turno, ho detto!-mi sporsi in avanti e vidi Alessia e Louis che bisticciavano. Lei teneva la piccola Elena tra le braccia, e lui protendeva le mani verso la bambina con occhi spiritati.
-Alessia, solo un momento, Alessia, dai lei è…
-Mia nipote!-precisò, con una punta di orgoglio.-esattamente! Perciò…
Entrambi i gemelli, praticamente all’unisono, scoppiarono in lacrime. Era un suono agghiacciante: faceva venire la pelle d’oca.
Liam fece per prendere anche Elena, ma vidi la figura distesa muoversi leggermente. Ludo aprì gli occhi, e protese le mani verso l’alto.
-M...ma…l’infermiera ha detto…-protestò debolmente sua cugina.
-A…Alessia…dammi...la bambina…-lei ripose tra le braccia della madre il fagottino urlante, che dopo poco si acquietò. Due secondi dopo, smise anche Harry. Tirammo subito un sospiro di sollievo.
Alessia fece per dire qualcosa, ma fu interrotta dall’arrivo dell’infermiera che portava via i gemelli per un controllo. Liam baciò Ludo sui capelli, mentre i bambini riprendevano a piangere. Lei gli strinse la mano, e mormorò qualcosa all’orecchio.
Ale era sul punto di ripartire all’attacco quando Lou le lanciò in testa una scatola rosa confetto. Una pioggia di cioccolatini le cadde in testa, impigliandosi tra i suoi ricci. Si guardarono a lungo. Cercarono di fare i sostenuti, ma non ci riuscirono. Risero, entrambi. Di gusto. Con delicatezza insospettabile Tommo prese un cioccolatino, e lo scartò, infilandoselo in bocca. Sorrise. Tre secondi prima si stavano urlando contro e sembravano volersi scannare a vicenda. Adesso si stavano baciando.
-E’ per questo…-sentii che Alessia sussurrava.-…è per questo che ti amo.
Mi ritrovai a sorridere come una stupida. Sarebbe stato un finale non male, per un film. Anzi, sarebbe stato davvero un bel finale. Bacio, luci che sfumano, buio. Fine. Ma non era un film, giusto? Mica poteva finire così! Quello era solo l’inizio.
Cavoli Elena, mi stai diventando troppo filosofa, sai? Tutte le cose che ti sono successe in questi mesi ti hanno stravolta a dir poco! Quest’anno… per la miseria! Nemmeno ci avevo pensato…! Quest’anno è stato strano, no? Ed ora che sta per concludersi, cosa succederà? Non è il momento di farsi domande, Elena. È il momento di…
-Elena?-Har mi riscosse piano, ridendo.-Ci sei?
Feci un sorriso ebete.
-Ti stavo chiedendo “vieni con noi”?-scandì bene, come se fossi ritardata.
Battei piano le palpebre. Sbadigliai:-E dove di preciso?
-A man…-Har sbattè una rivista in testa a Niall, che si corresse:-A fare un giro, a fare un giro.
Ridemmo tutti.
Sbadigliai ancora. Ero stanchissima, accidenti:-Stavolta passo.
Cercarono di convincermi in ogni modo, ma alla fine dovettero rinunciare. In mezzo a tutti quei bambini urlanti li osservai allontanarsi piano, verso l’esterno. Osservai le loro mani intrecciate, e la camicetta svolazzante di Har. Osservai Niall infilarle il cappotto con delicatezza, e stringerle la sciarpa attorno al collo (quello non sembrava molto tenero in realtà). La vidi calcargli il cappello fin sotto gli occhi, facendolo sbattere contro il muro. Che fosse quello, l’amore? Piccoli gesti, accorgimenti? Prima che potessi darmi una risposta, sparirono dalla mia visuale. Inghiottiti dal mondo.
Per tutto quel tempo ero rimasta seduta lì, proprio a pochi passi da due ragazze che chiacchieravano a voce piuttosto alta.
-Sì, andiamo Gwen…ehi! Dio, non posso crederci!-strillò una voltandosi verso Malik.-Zayn, sei tu?
Aveva i capelli scuri, ed un enorme neo sulla faccia. Oh. Oh, santissima merda.
Sgranai gli occhi e spalancai la bocca. Era, era, era…era lei! La meretrice! Per la serie “a volte ritornano”, santissimo cielo. Più credevi di aver infossato qualcosa (o qualcuno, magari) più questo ti si ripresentava davanti nel momento più assurdo ed impensabile.
Zayn, che nel suo silenzio e nella sua depressione da Ragazzina Dal Cuore Infranto non si era minimamente accorto di lei, alzò lo sguardo e le sorrise. Si alzò dal pavimento e le andò incontro:-Beth… da quanto tempo…
Qualcuno mi fece toc-toc sulla spalla, e poi mi coprì gli occhi con le mani.
-Indovina chi…
-Harry, lo so che sei tu, smettila con questi giochetti idioti!-con un solo gesto mi liberai dalle sue mani e mi voltai verso di lui.
-Uffa…-disse, attirandomi a sé.-Potevi reggermi il gioco un altro po’…-e, come amavo, dopo avermi cinto la vita con un braccio mi baciò a lungo. Molto a lungo.
Sorrisi sulle sue labbra, ed infilai le dita tra i suoi ricci. Lui mi guardò con quegli occhi verdi scintillanti.
Musichetta ad effetto in stile film romantico per adolescenti racchie e senza la minima speranza con alcun ragazzo del pianeta Terra. Pausa effetto.
E tutti vissero felici e contenti.
Forse. Diciamo. Non proprio.
Ma va bene così.

*
Spazio autrice (ahahahah)
Oh.My.Godness.
Rischio di piangere, sul serio.
Non so quanto questa storia valesse per voi, ma per me è stata
davvero importante. Essenziale.
E sapere che è finita mi manda il cuore in pezzi (?) 
Vi ricordate l'inizio? Quando Harry faceva il cretino e si ubriacava sempre?
Quando lui ed Elena litigavano per ogni minima cazzata?
Quando ancora non c'erano Ludo e Alessia?
Ricordate le risate la sera in cui fecero la serenata, 
la disperazione quando Louis voleva lasciare la band?
Ricordate Zayn depresso per Alessia, Harry innamorato di Anne?
Quarantanove meravigliosi capitoli.
Lo dico anche io, nonostante sia autocritica. 
Questa storia mi ha fatta crescere molto, almeno per quanto riguarda la scrittura.
E sono fiera di averla portata a termine.

Ed ora...due sorprese.

Sorpresa numero UNO
Vorrei che recensiste in molti almeno questo capitolo, dato che è l'ultimo.
E se il capitolo avrà un numero abbastanza alto di recensioni
pubblicherò anche l'Epilogo che ho già pronto...
Che ne dite?

Sorpresa numero DUE
Di nuovo vi lascio con alcune foto che abbiamo fatto, per 
rivivere insieme 'Under Dublin's sky'
...

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Har, me e Ludo in salotto 

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Har, me e Ludo sulla scalinata

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Har, Alessia e me

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Imbarazzante fotografia in cui facciamo le sexy AHAHAHAHHAHAHA

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Quando io ed Har ci ritroviamo davanti i ragazzi, a casa di Niall.

Vi prego, vi scongiuro. RECENSITE!
Anche con due righe, davvero, per me sarebbe molto importante.

Tod ama tutti voi, incondizionatamente.
GRAZIE 

  
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