La neve scendeva pigra dal cielo. Le lanterne coloravano di rosso la sera appena nata.
Affacciata alla finestra, Kushina vegliava sulla strada.
Una promessa è una promessa.

"Quando tornerò dalla missione Kushina, la prima cosa che farò, sarà tornare da te"

Chiuse gli occhi. Poteva vederlo distintamente. Lo vedeva sorridere affabile come al suo solito.
Lo sentiva così caldo, così vicino, così indispensabile.
Lei aspettava perché "una promessa è una promessa".

"Perché la vita non si ferma quando lui non c'è? Come fa il mondo ad andare avanti quando manca il sole?"
Pigramente appoggiò la testa al davanzale.
 - Vorrei poter sentire il sapore della neve...

"Chissà che sapore ha la neve"
Un giorno se lo era chiesto ad alta voce e lui si era voltato a guardarla ridendo.
"Mi piace quando dici queste cose. Mi piace quando ti soffermi ad amare le piccole cose della vita"
Chiuse gli occhi, reprimendo le lacrime.
- Voglio vederti. Ti prego torna.

Lo sussurrò in un sospiro. Le parole scivolarono via dalle labbra e ruppero quel silenzio carico di attesa.
E poi un lampo.
Si alzò di scatto, corse giù dalle scale e aprì la porta.

- Ci ho messo più del previsto. Ti ho fatto preoccupare?

Un sorriso così abbagliante da riscaldare il cuore.
Un solo passo verso di lui, così evanescente tra i fiocchi.
I suoi occhi avevano uno sguardo gentile, le gote erano rosse.
- Mi sei mancata sai?
Un timido sussurro.
Lei chiuse gli occhi.
- Minato che sapore ha la neve?

La mano le sfiorò una guancia, raccolse un fiocco di neve e se lo portò alle labbra.
Voleva risponderle che sapeva di tante cose.
Sapeva della mancanza, sapeva di morte, della sofferenza e sapeva di nostalgia.
Sorrise. Un solo passo verso di lei.
Le spalle così piccole ed i pesanti capelli rossi che amava così tanto.

- Ha il sapore dei tuoi baci Kushina.