« Dedico questa fanfiction ad Angele87,
bravissima autrice del sito EFP e affezionata alle mie storie ^.^ Eh sì, avete
capito bene! Questa autrice di ottimo livello, ha
letto tutte le mie storie *.* Lo so, lo so è da santificare, per questo le
dedico questa song fiction. »
Minuetto
Ginny chiuse
accuratamente la finestra della camera da letto, gettando un'occhiata alla
stradina che costeggiava il suo appartamento ad
Hogsmeade. L'aveva comprato qualche mese prima di
Natale, un piccolo regalo anticipato. Voleva stare sola, si
era ritrovata a decidere all'improvviso. Niente mamma, papà, fratelli e
relative cognate. Sola.
La neve scendeva in
piccoli fiocchi, bianchi come colombe, adagiandosi sul misero balconcino privo
di fiori.
Lanciò uno sguardo
all'orologio appeso in stanza... le undici. Mancava davvero poco.
Sospirò, sedendosi sul pouf scuro, posto di fronte al comò con specchio e
prendendo a spazzolarsi i capelli con cura. Addosso, una semplice
sottoveste rosa, di satin. Aveva le guance arrossate e lo sguardo
brillante, ma di sicuro non aveva la febbre, sebbene tutti lo dessero per
scontato, come giustificazione al suo aspetto.
Scosse i ciuffi rosso
sangue, posando la spazzola e passandosi le mani sulle braccia, per riscaldarle
dall'aria invernale che riusciva a vincere la finestra chiusa. Un piccolo fuocherello, nel camino, illuminava e riscaldava appena
l'ambiente.
Ed eccolo puntuale. Quel tic tic
di sassolini contro la finestra, che preannunciava
il suo arrivo. Si voltò come di consueto verso la porta e aspettò i soliti
pochi istanti, prima di sentir bussare.
Come da copione.
E'
un'incognita ogni sera mia...
Un'attesa, pari a un'agonia. Troppe volte vorrei
dirti: no!
E poi ti vedo e tanta forza non ce l'ho!
Il mio cuore si ribella a te, ma il mio corpo no!
Le mani tue, strumenti su di me,
che dirigi da maestro esperto quale sei...
Aprì la porticina
marrone, individuando immediatamente nella penombra i suoi occhi; vitrei, freddi,
come sempre. I capelli biondi un po' bagnati. Il mantello,
nero come la notte, imbiancato dalla neve.
Un bacio le stordì i
sensi e le mani fredde, come il vento che imperversava all'esterno, sulla sua
schiena le mozzarono il fiato in gola, facendola rabbrividire.
"Oggi sei meno
ritrosa del solito." Le sussurrò quella voce strascicata e sensuale, in un
orecchio, provocandole una sorta di scarica elettrica.
Ginevra
sorrise. "C'ho fatto l'abitudine, forse..."
"Non sei brava a
mentire, piccola Weasley." Fece con tono caldo,
sollevandole le braccia e sfilandole il vestitino notturno con un gesto fluido
ed esperto.
Si lasciò spingere sul
letto, ormai nuda. "Lo so."
Odiava mentire. A se
stessa, prima di tutto, ma non riusciva a farne a meno. La parte emotiva, aveva
vinto su quella razionale tante, troppe volte, impedendole sempre di mandarlo
via. Di sbattergli quella dannata porta in faccia.
E vieni a casa mia, quando vuoi, nelle notti più che mai,
dormi qui, te ne vai, sono sempre fatti tuoi.
Tanto sai che quassù male che ti vada avrai
tutta me, se ti andrà per una notte...
... E cresce sempre più la solitudine,
nei grandi vuoti che mi lasci tu!
Mentre lo guardava spogliarsi con una lentezza
esasperante, accrescendo in lei la voglia di stringerlo, ricordò quando era
incominciato quel gioco di tortura.
Era stato sotto Natale.
Se l'era ritrovato semi congelato nel portone della
sua palazzina, avvolto dal solito mantello scuro, raggomitolato su se stesso e
tremante. Nonostante fosse in quella situazione, aveva
notato lei, i suoi occhi mantenevano un'incredibile dignità e distacco.
I Malfoy non vogliono
la pietà di nessuno, le aveva detto una volta di fronte al fuoco, ma lei gli era scoppiata
a ridere in faccia, facendogli notare che non si era fatto troppi problemi ad
entrare in casa sua, a scaldarsi. Era stata crudele, tagliente. Voleva ferirlo come lui aveva fatto un sacco di volte, ai
tempi di Hogwarts.
Di certo non si aspettava
però, di sentirsi afferrare e gettare sul letto di prepotenza. Non credeva
fosse capace di ripagarla in quel modo, per una semplice frase un po' pungente.
Se n'era dovuta fare una ragione, quando lo aveva
sentito strapparle i vestiti di dosso e toccarla con violenza.
E... se possibile, era stata molto più stupita del suo
comportamento, più che di quello del biondino. Aveva smesso di dimenarsi
dopo un po' e sapeva che non avrebbe dovuto cedere, ma l'aveva fatto. Lo aveva
abbracciato con forza e piantato le unghie nella schiena nuda, quando lo aveva
sentito in lei.
Così come stava facendo in quel momento, così come faceva ormai tutte
le sere.
Perché da quella notte, per Draco era diventata
un'abitudine o un'ossessione, forse. L'andava a trovare, faceva... no, non
l'amore... faceva sesso con lei e il mattino dopo spariva, lasciandole addosso un senso di vuoto che la soffocava.
Rinnegare una passione no,
ma non posso dirti sempre sì e sentirmi piccola così
tutte le volte che mi trovo qui di fronte a te.
Troppo cara la felicità per la mia ingenuità.
Continuo ad aspettarti nelle sere per elemosinare amore...
So - no
sempre tua, quando vuoi, nelle notti più che mai,
dormi qui, te ne vai, sono sempre fatti tuoi.
Tanto sai che quassù male che ti vada avrai
tutta me, se ti andrà, per una notte... sono tua...
... la notte a casa mia, sono tua, sono mille volte tua...
Peccato che allo stesso
modo, sentisse in maniera bruciante la sua mancanza. Se n'era accorta, spaventandosi dei suoi stessi pensieri, quell'unica volta, in cui lui non si era presentato
all'appuntamento.
La sera dopo, l'avevano
fatto con maggior trasporto, come se durante tutto il giorno, ad entrambi fosse
mancata l'aria senza la presenza dell'altro.
Non poteva
negarlo, aveva bisogno di quel contatto, come dell'ossigeno.
Aveva iniziato a
detestarsi per questo.
I Malfoy non vogliono la
pietà di nessuno? Ebbene... i Weasley non amano essere
usati.
Però, quando i suoi occhi azzurri incrociavano quelli
grigi e fieri di Draco, sulla soglia di casa, si sentiva indifesa. Le sue
barriere crollavano e l'amor proprio se ne andava in
vacanza.
Ragion
per cui continuava, sera dopo sera, notte dopo notte, ad aspettare quei
sassolini sul vetro e quella presenza nel suo letto, come una bambina che fa la
brava e vuole il suo premio.
Sì, era ingenua ed infantile come una bambina.
Continuava ad aspettarsi
qualcosa che non sarebbe arrivato mai. Lui non era Harry, lui
non era Dean. Lui era Draco, un Malfoy. Quel ragazzo
odiato, deplorato, persino da lei. Prima, non più adesso.
E la vita
sta passando su noi, di orizzonti non ne vedo mai!
Ne approfitta il tempo e ruba come hai fatto tu,
il resto di una gioventù che ormai non ho più...
E continuo sulla stessa via, sempre ubriaca di malinconia,
ora ammetto che la colpa forse è solo mia,
avrei dovuto perderti, invece ti ho cercato.
Lo sentì stringerle forte
alcune ciocche di capelli e inarcare la schiena, poi subito dopo sopra di lei
esausto, ma felice. Di nuovo appagato.
Le fece male al cuore,
ancora. Non ne riusciva a venire fuori, ad allontanarlo, dimenticarlo. Stava
vendendo se stessa per un orgasmo con un uomo che non le avrebbe lasciato niente. O beh, a parte un immensa
solitudine nel cuore.
Regolarizzò il respiro e si girò, dandogli le spalle.
"Perché
continuo ad aprirti, ogni sera?!" Domandò sul punto di piangere.
"Perché non ti lascio fuori dalla mia vita?! O se
preferisci, perché non ne esci tu?!"
L'altro stette zitto
qualche secondo. "Non ne ho alcun interesse, né motivo, né vantaggio."
L'ennesima coltellata nel
petto, eppure con quella frase l'aveva resa maledettamente tranquilla. La usava
sì, ma non aveva alcuna voglia di smettere e questo la rassicurava. Non
l'avrebbe perso.
Provò disgusto per quell'idea, ma sorrise un attimo dopo.
Minuetto suona per noi, la mia mente non si ferma mai.
Io non so l'amore vero che sorriso ha...
Pensieri vanno e vengono, la vita è così...
Il suono di un
pianoforte, si diffuse nella palazzina; il suo vicino stava di nuovo suonando.
Si accovacciò tra le coperte, cercando di prendere sonno, godendosi calore
emanato dal corpo di Draco.
No, non voleva pensare.
Voleva dormire. Avrebbe voluto dormire fino alla sera
dopo, quando lui sarebbe comparso di nuovo e l'avrebbe stretta a sé.
Morfeo la catturò, col
pensiero che la speranza è l'ultima a morire e se anche tutto ciò fosse stata un'illusione, se ne sarebbe preoccupata col
tempo.
Ancora un'altra
notte... poi basta...
...forse.
FINE
Eccomi qui,
con un’altra oneshot.
Stavolta è una song fic, sulle note di
"Minuetto" di Mia Martini. Una canzone che adoro
*-*
Spero che sia chiaro il concetto sul fatto che questa è sì una D/G, ma
che qui il carissimo Serpeverde, se ne approfitta spudoratamente =) Nonostante
tutto però, questi due conservano una magia... che li rende belli in qualsiasi
situazione ^^
Alla prossima
=)
Luna Malfoy
Fatemi sapere
che ne pensate ç___ç vi prego! E già che ci siete...
leggetevi la commedia: The Perfect Drug
(sempre D/G ^^)
|
|
|
|
|
|
|
V