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Autore: AstridxAndros    28/12/2012    1 recensioni
Tratto dalla storia:
Mi tirò a se tentando di far incontrare le nostre labbra ma quel bacio non avvenne mai. Qualcuno si era messo tra di noi. Per la sorpresa io indietreggiai tentando di non cadere, mentre il mio assalitore cadde rovinosamente a terra dopo una spinta del mio misterioso salvatore. Quando la vidi riconobbi subito la chioma di capelli corvini volutamente spettinati come al solito.
-NON. OSARE. TOCCARLA! LEI E’ MIA!-
***
eccomi di nuovo quì con un altra storiella ^_^ beh, leggete e recensite in molti!!! bye!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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*Mi svegliai frastornata dal rumore della sveglia. Uscii dalle coperte un solo braccio per tentare di spegnere quell’aggeggio infernale. Perlustrai tutto il comodino ma la sveglia non si trovava. Dopo cinque minuti buoni mi misi seduta, scocciata e arrabbiata di prima mattina. Quando guardai avanti a me lanciai un urlo.
-che ci fai tu qui?!- chiesi a mio fratello tentando di regolarizzare il mio battito cardiaco rapido a causa dello spavento.
- tra cinque minuti fuori, i jeans sono ancora bagnati metti la tuta- mi ordinò lanciandomi la sveglia, lo guardai con sguardo torvo.
*******
-mi spieghi perché devo uscire così presto?! Tu sei il rappresentante d’istituto! Non io!- esclamai arrabbiata corredo verso la fermata e stringendomi nel misero giubbottino. Lui mi guardò torvo,
-due ragazzi nuovi verranno nella tua classe, Eric e Alan Alexis, la segretaria me lo ha detto ieri. Io sono il rappresentante d’istituto e tu della tua classe, quindi dobbiamo esserci entrambi...- borbottò stringendosi a me. lo fissai per qualche minuto arrabbiata, mi usava ogni mattina come stufetta portatile.
********
Due ragazzi ci aspettavano davanti la fermata del bus, io strabuzzai gli occhi.
-buongiorno, io sono il rappresentante d’istituto scientifico, piacere di conoscervi, mi chiamo Marco Fabiani- disse presentandosi cordialmente,
-ciao ragazzi- salutai io ignorando completamente mio fratello. Il biondino mi salutò cordiale mentre il corvino fece un cenno con la mano.
-io e questi due ci conosciamo già...- sospirai poggiandomi al muretto che costeggiava un piccolo terreno sul ciglio della strada.
-ah, mi chiamo Lidia- dissi tentando di riscaldare le mani ghiacciate.
********
-voi siete fidanzati?- chiese il biondino “Alan” mettendosi accanto a me,
-lui, fratello- bofonchiai tentando di riscaldarmi il più possibile, il sorriso del ragazzo si allargò,
-sei fidanzata?- continuò, io sospirai, dove voleva arrivare?
-no- risposi, poi distogliendo l’attenzione da quel ragazzo mi avviai verso la mia migliore amica che probabilmente si era svegliata tardi e aveva fatto tutto di corsa. La salutai,
-i due saranno nostri compagni di classe, non iniziare a fare l’idiota- le sussurrai.
**********
Avevo passato una mattinata d’inferno. I miei compagni continuavano a fare a gara per conoscere i due nuovi, come dei bambini davanti a giocattoli nuovi.
I professori che minacciavano di mandarmi a chiamare il direttore, facendomi ottenere occhiatacce omicida come se fosse stata colpa mia.
****
Avevo appena finito le attività pomeridiane e mi apprestavo ad iniziare quelle di rappresentante quando intravidi davanti la scuola un gruppetto di ragazze urlanti che accerchiavano qualcuno. Era chiaro cosa stava succedendo, anche se avevo passato meno di qualche mese come alunna in quella scuola, a causa di mio fratello che mi obbligava sempre ad accompagnarlo conoscevo tutto e tutti come le mie tasche.
Lanciai un occhiata eloquente ed Alessandra che si avviò con me verso le ragazze.
-ma quelle del terzo anno non hanno già finito le attività pomeridiane?- chiesi ad alta voce, molte si voltarono verso di me, feci un cenno ai due ragazzi assediati di liberarsi in quell’attimo di distrazione. Loro presero al volo il mio “invito”.
-Ale, Vai con loro, ci vediamo dopo ok?- mi sorrise avviandosi con le ragazze che borbottavano stizzite.
*******
-dovete scegliere uno sport, avete già qualche idea?- chiesi voltandomi verso i due gemelli diversi.
-facevamo Judo l’anno scorso, ma io vorrei fare calcio quest’anno- rispose Alan sorridente.
-Eric?- chiesi, continuava a guardare il cancello della scuola, il vento freddo non lo colpiva minimamente. Solo i suoi capelli parevano catturati da quello spostamento, la giacca e la cravatta dell’uniforme scolastica sembravano avere vita propria... Mi stupii di non essere ancora riuscita a vedere i suoi occhi. Potevo immaginari come quelli di suo fratello e di suo padre, azzurri come il cielo, ma non potevo esserne sicura.
-farò Judo- disse, la sua voce era cullata dal vento, fredda come questo.
******
Bussai nella palestra ed entrai, con mia sorpresa i componenti non si stavano allenando, e mio fratello era tra di loro.
-tu non dovresti essere motivo di distrazione- citai le parole del direttore, lui ridacchiò,
-non sono io quello che li distrae, è lui!- indicò un punto alle sue spalle, io alzai lo sguardo e quello che vidi mi lasciò sorpresa. Mi gettai tra le braccia del ragazzo dai capelli castani. Lui rise.
-che ci fai qui piccoletta?- mi appellò il giovane, io ridacchiai,
-ho portato al club un componente!- dissi indicando il ragazzo corvino alle mie spalle,
-e tu? Che ci fai qui? Mister “sonosempreovunque?”- lo appellai, anche lui ridacchiò,
-tuo fratello mi ha chiesto di farvi una visitina, mi ha sfidato poco fa’ e ha perso, stavamo festeggiando- io ridacchiai.
-perché non ci provi tu visto che fai tanto la saputella?!- mi sfidò mio fratello fintamente offeso,
-tu fai Judo?- mi chiese incredulo Alan, io mi voltai verso di lui leggermente rossa in volto,
-l’anno scorso mi allenavo con loro, ma quest’anno sono troppo impegnata- ammisi, lui ridacchiò,
-e lui chi è?- mi chiese, come se ci fossimo solamente noi due,
-un ragazzo che è uscito l’anno scorso, ora fa’ l’università- risposi sempre cordiale.
-quindi? Combatti?- chiese impaziente il mio sfidante, io guardai i due,
-se volete posso rimandare, Eric firma le carte e andiamo nel campetto- i fratelli scossero la testa.
-siamo curiosi di vedere come combatti!- esclamò il biondino con enfasi, io risi.
******
Tre mosse dopo mi ritrovai a bloccare un ragazzo di cinque anni più grande a terra.
-ippon!- esclamò il maestro, ci aveva dato il permesso di dare una “dimostrazione”.
-dieci punti pieni, mi dispiace ragazzi, io sono meglio- dissi facendo spallucce, mio fratello e Matteo fecero il broncio.
-posso provare io?- chiese la voce glaciale che ormai conoscevo benissimo.
Feci il saluto al mio nuovo avversario, il primo round nessuno dei due riuscì a colpire l’altro. Ma al secondo in meno di due mosse mi trovai con le spalle al tappetino. Lui mi bloccava per le spalle, mi fissava negli occhi, due pozzi color smeraldo mi intrappolarono come in una morsa. La distanza era forse troppo ravvicinata, quell’attimo durò un eternità, non riuscivo a staccare il mio sguardo dal suo, ero come ipnotizzata, e lui mi dava una strana sensazione.
-ippon!- esclamò il maestro, io feci un sorrisetto di circostanza, lui senza dire una parola si alzò e andò a firmare i documenti. Forse ero stata l’unica a rimanere impressionata da quel ragazzo, oppure tutti avevano notato quello sguardo e nessuno come me si era pronunciato.
******
ed eccoci al secondo capitolo!! che ne pensate?? siete curiosi?

  
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