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Autore: BEPROUDOFYOURSELF    28/12/2012    3 recensioni
Non c’è più niente nella mia testa, solo un assurdo e doloroso silenzio.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

Anne.


 

 

Silenzio. 
Non c’è più niente nella mia testa, solo un assurdo e doloroso silenzio.
Vedere il suo corpo che viene portato via mi ha paralizzata, non riesco a muovermi, vorrei urlare, vorrei andare con loro, chiedere di poterla baciare un’ultima volta, voglio baciare ancora le sue labbra prima che diventino fredde, le sue perfette labbra rosa così carnose e morbide, voglio sentire ancora una volta il suo corpo contro il mio, il suo profumo di fiori e il suo sapore di ciliegie, affondare la mano tra i suoi morbidi capelli color cannella che scivolano via ad ogni suo movimento. Invece no, non riesco nemmeno ad alzarmi in piedi, me ne resto lì seduta a guardare l’ambulanza andare via con calma, non è un’emergenza, non c’è nessuno da salvare, nessuno aggrappato alla vita, lei voleva morire ed io non so perché.

Mi ricordo la prima volta che l’ho vista, ho subito pensato che fosse stata mandata per farmi impazzire di desiderio, la volevo avere.
Questa è la classica storia di come una ragazza nuova può stravolgere una città intera, e tutto il mio mondo.
 
Era agosto, ad Halifax, avevo passato l’estate con mio padre, voleva che rimanessi lì con lui, avevo pensato di restarci, è una città più grande, dove nessuno è giudicato per quello che è; ma avevo solo un altro anno di scuola e poi l’università che avrei frequentato quasi sicuramente a Bristol, perciò non aveva senso.
Era stata una fortuna non rimanere con lui, altrimenti non avrei mai conosciuto Anne
L’ultimo giorno da mio padre era stato frenetico, non trovavo nulla di quello che dovevo riportarmi a Rye nell’East Sussex, il treno partiva a mezzogiorno e alle dieci e mezzo la mia valigia non era ancora pronta. La stazione distava mezz’ora di macchina da casa di mio padre, ma lui non mi poteva accompagnare perciò ci sarei andata con i mezzi, che ci mettevano circa il doppio, dovevo cambiare tre autobus e non c’erano delle coincidenze precise, il primo autobus era alle undici e cinque, non avevo molto tempo.
Salutai mio padre che mi guardò andare via con occhi malinconici, erano uguali ai miei grandi e scuri.
Io e mio padre ci somigliamo molto, entrambi abbiamo i capelli corti e biondi, gli occhi scuri e le labbra grandi, lo stesso naso dritto e stretto. Le uniche cose che ci distinguono sono il sesso e il colore della pelle, mentre la sua ha il colore del gelato al caffè la mia è completamente pallida, bianca quasi come il latte.
Quando arrivai alla stazione non c’era nessuno, era quasi mezzogiorno e l’unico rumore che si sentiva era quello dei sassolini spostati dal vento. Il treno era in ritardo, era mezzogiorno passato quando arrivò un’altra ragazza accompagnata dai genitori, correndo i suoi capelli volavano come foglie al vento, mi si avvicinò di corsa e quando si fermò mi chiese se il treno per Rye era già partito. Rimasi di pietra mentre guardavo i suoi occhi indugiare sul mio viso, era la creatura più bella e perfetta che avessi mai visto, una fata mandata per farmi innamorare, non riuscivo a rispondere mentre guardavo i suoi occhi verdi e grandi: il mio mondo si era rivoltato come il mio stomaco, il cuore mi stava per scoppiare e io balbettai un no. Si presentò porgendomi la mano, non volevo stringere quella manina con la mia tutta sudata, ma qualcosa dovevo rispondere, quindi estrassi una sigaretta dal pacchetto che tenevo in mano e mormorai di chiamarmi Jane. Il treno arrivò in quel preciso momento, andai a sedermi nel primo scompartimento disponibile, sperando che lei si sedesse con me, ma proseguì per il treno e io rimasi lì da sola.
 
Per tutto il viaggio non feci altro che pensare a lei, ai suoi fianchi larghi che mi sarebbe piaciuto toccare, alle sue labbra che mi sarebbe piaciuto baciare, a quanto avrei voluto sentire le sue mani su di me.
Non avrei mai immaginato che un giorno sarebbe successo.
Un giorno dopo averlo tanto desiderato, il suo corpo si sarebbe appoggiato contro il mio, e lei si sarebbe alzata in punta di piedi per darmi il primo di una lunga serie di baci, un giorno l’avrei stretta tra le braccia sotto le coperte, sussurrandole parole che sapevo avrebbe voluto sentire dopo aver fatto l’amore.
Ma quel giorno era lontano, questo era solo il primo incontro e noi non eravamo ancora pronte per stare insieme.
Almeno lei non lo era.






"E' solo la mia seconda fan fiction, quindi siate clementi."
[Cit. Autrice]

"Si preannuncia la storia migliore del mondo. Quindi continua a scrivere"
[Cit. Vaga correttrice di bozza e colei che cura l'html]

"Io non voglio che questa storia finisca male."
[Cit. Tutto il mondo]
  
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