Volevo premettere che questo capitolo
è un po’ introduttivo
e quindi non contiene molte scene relative a Ron e Hermione: dal
prossimo le
cose cambieranno. Buona lettura.
Molto probabilmente è una
cosa assai strana ma io imprimo la
maggior parte delle cose nella mia mente grazie all’olfatto.
Ricordo
perfettamente l’odore
della mia casa,
della mia camera e delle torte che faceva mia madre, ho memorizzato
quello
della Tana e quello di ogni sua stanza dalla prima volta in cui ci sono
entrata
e quello di Hogwarts.
Questi sono i posti più
importanti della mia vita e di
ognuno posseggo un profumato ricordo.
Non parlerò del magnifico
odore che sprigiona ogni singola
pagina di un buon libro e di tutte le emozioni che mi scatena, o per
esempio di
quello della torta a cioccolato della signora Weasley o delle fragole:
questi
sono piccoli piaceri quotidiani, vani se non sono spesi in uno di
questi tre
luoghi, in ognuno dei quali mi sento al sicuro per motivi differenti.
Casa mia,
beh, è casa mia, e, nonostante questo sia un pensiero alla
Ron, non posso
esprimere in altre parole
un’ovvietà così universalmente
riconosciuta: sono cresciuta lì, ma soprattutto
lì
ho ricevuto la mia lettera di Hogwarts. Sì, mi ricordo di
quel profumo: non
l’avevo mai sentito prima perché è un
tipo di carta differente da quello che di
solito si usa nel mondo babbano ma era favoloso, soprattutto insieme a
quello
di ceralacca; va bene, mi ricordo anche quello dei biscotti che la
mamma fece
per festeggiare la notizia, ma questo non conta, anche se erano
squisiti.
Ho ben presente l’odore di
Diagon Alley, ma soprattutto
quello del Ghirigoro, Ollivander e di Florian Fortebraccio, anche se
vorrei tanto
dimenticare quello del Serraglio Stregato e di tutti gli animali
stipati
dentro. Credo invece che mia madre non dimenticherà mai
quello della farmacia:
dopo che i miei genitori entrarono un po’ titubanti, come
avevano fatto per
tutti i precedenti negozi, lei iniziò a starnutire come una
matta per colpa di
tutte le erbe che c’erano e, nonostante cercò
stoicamente che finissi di fare
acquisti per non lasciarmi sola, quando si girò per
soffiarsi il naso e vide le
centinaia di barattoli pieni di code di topo, uova di rospo e di cose
non
meglio identificate, si girò con uno sguardo tesissimo verso
di me e mi disse
che forse non era una cattiva idea aspettare fuori e che dovevo
incominciare a
cavarmela da sola, soprattutto per quanto riguardava fare spese in
farmacia.
L’odore che invece non so
capire se mi piaccia o meno è
quello della piattaforma 9 e ¾ e dell’Hogwarts
express: è un miscuglio di persone,
animali nelle gabbie, fumo, metallo e cose nuove che mi è
impossibile da
accettare pienamente. E poi Hogwarts. Siamo in Scozia, come potrei non
amarne
l’odore?! All’interno poi, è tutto
cosparso di quest’aroma di antico ma
vissuto, che proviene dai quadri, dalle cucine, dalla pietra stessa, e
la Sala
Comune e i dormitori non sono da meno: senti di essere a casa ma allo
stesso
tempo hai la certezza che tutto è così nuovo e
ogni cosa è una scoperta. Ad
ogni festa poi, viene addobbata dei gingilli più
impensabili, ovviamente magici
e che quindi non possono non avere vita propria e uno specifico
profumo. Io ho
parlato di profumi, è vero, ma anche le puzze mi sono
servite da memoria:
credetemi, quella di un troll una volta che ti violenta le narici non
la scordi
più.
E poi quello dei bagni, pregni di
umidità ma che celavano in
sé il gusto del proibito; ovviamente parlo di quello di
Mirtilla Malcontenta e
di quando l’abbiamo utilizzato per
scopi…alternativi a quelli di un bagno
perché, per quanto riguarda tutti quanti gli altri, mi sono
sempre chiesta se
ad Hogwarts girasse perennemente un virus gastrico. Per chi se lo
stesse
chiedendo, sì, la vicinanza a Ron, dopo anni e anni di
continui influssi
pessimi, ha finalmente attecchito in me.
Comunque sia, un altro odore di cui
farei volentieri a meno
per il resto della mia vita è quello dell’aula di
divinazione: thè, incenso,
fumo del camino insieme sono…indescrivibilmente nauseanti e
annebbianti.
Ricordo però anche la fragranza di ogni persona che conosco
abbastanza bene e
di cui mi sia importato almeno un po’ da memorizzarne la
particolarità, e
ognuno è così in sintonia con la
personalità del suo proprietario che quando
penso a questi ultimi subito mi sovviene il loro profumo: se penso a
quello di
Harry mi viene da sorridere e mi ricorda quelle belle baite quando vai
a
passare una piacevole vacanza in montagna, quello di Ginny invece
è l’opposto e
mi fa venire in mente una fantastica giornata al mare, quello della
signora
Weasley è solo buono perché è
l’insieme di tutti quelli dei manicaretti che
prepara, Fred e George hanno sempre avuto addosso quel vago sentore di
bruciato
di cui ho scoperto il perché solo l’estate del
quarto anno, quando sentii un’
esplosione provenire dalla loro stanza e, preoccupata, mi precipitai
lì,
scoprendoli intenti in uno dei loro esperimenti; in realtà
stavano lavorando
alle pasticche vomitose quindi non era la puzza di bruciato quella che
sentii
per prima. Il signor Weasley indossa sempre quell’acqua di
colonia che la
moglie gli regala puntualmente ad ogni occasione, non appena scopre che
è
finita, Bill invece, soprattutto da quando c’è
stata Fleur, ne ha sempre usato
uno molto sofisticato che sapeva piacerle e Charlie, beh,
più o meno è lo
stesso dei gemelli, anche se è più intenso.
Inutile dire che di quello di Percy
potrei non averne la
benché minima idea, se non fosse che si senta da un miglio
di distanza;
pomposo.
Mi
sono tenuta
volontariamente quello di Ron per ultimo, perché so bene che
merita un discorso
a parte: è unico, nonostante il mio giudizio non conti
molto. La prima volta
che ho avuto il piacere di sentirlo pienamente è stata
quando sono andata a
riprenderlo dalla scacchiera, quando al primo anno cercavamo di salvare
la
pietra filosofale e lui si è fatto colpire in testa da un
pezzo gigante: vi è
mai capitato di esservi fatti un’idea, un preconcetto su una
persona per poi
darvi degli stupidi? A me sì. Quello che mi aspettavo era
che puzzasse
leggermente, in quanto avevo avuto seri dubbi sulla sua igiene, o che
non
avesse un profumo specifico ma devo dire che il suo maglione quella
volta, e
non solo, sapeva di pulito.