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Autore: Aurora Heikkinen    28/12/2012    2 recensioni
La storia narra di un Natale a casa Weasley, dove Granger e Weasley cenano tutti insieme per festeggiare la festa, qualche anno dopo la disfatta di Lord Voldemort. È focalizzato soprattutto l'aspetto della Romione.
[Partecipante all'iniziativa 'All I Want For Christmas Is...']
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« Hermione, non ti ho mai amata così tanto » dice lui, prendendo le mani della ragazza e stringendole, accarezzandone i palmi. « Sei la cosa migliore che mi potesse capitare, soprattutto dopo la fine di una guerra così terribile »
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Christmas at The Burrow.


 

         « George! » gridò la signora Weasley dal piano terra, appoggiata al corrimano della scala che univa tutti i piani della Tana. « Fr— » cominciò a urlare ancora, prima di interrompersi bruscamente.
Erano passati due anni dalla sconfitta di Voldemort, e due anni da quando Fred aveva perso la vita nella terribile battaglia di Hogwarts. Nonostante questo, Molly ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che non fossero più 'i gemelli', ma solamente George. Nemmeno nei suoi peggiori incubi avrebbe mai immaginato Fred e George divisi. La sua mente era impostata sul 'Fred e George', insieme in ogni cosa. Ma doveva levarsi quest'abitudine, o avrebbe finito con il soffrire di più.
« George! » richiamò il ragazzo, con la voce un po' più incrinata. « Scendi, è ora di cena! » esclamò, tornando la solita donna autoritaria quale era effettivamente. « Su » incalzò, girando i tacchi e avviandosi frettolosamente verso la cucina, sfoderando la bacchetta magica. Con due ampi cerchi nell'aria, un tacchino appena sfornato le passò sopra la testa, andando a posarsi sul tavolo, mentre una dozzina di bastoncini di zucchero a strisce rosse e bianche sfrecciarono nella cucina, appendendosi per magia all'albero natalizio che si trovava all'esterno della casa.
« Oh, per l'amor del cielo, perché quando ho bisogno di aiuto non c'è mai nessuno? » borbottò la signora Weasley tra sé e sé, compiendo una rapida stoccata in direzione di un enorme calice di vino, che si smaterializzò sulla tovaglia rossa nel giardino della Tana. La donna ripose finalmente la bacchetta magica, e portò fuori il vassoio con il tacchino e le patate. Lo posizionò al centro della tavola, proprio tra i due candelabri che fluttuavano nell'aria.
« Arthur, hai appeso tutte le ghirlande? » domandò preoccupata al marito, ansimando come se avesse corso finora.
« Dalla prima all'ultima! » rispose lui gioviale, sorridendo soddisfatto, e raddrizzandosi l'enorme cappello rosso che troneggiava sul suo capo.
« Le luci? »
« Anche! »
« Gli abeti? Ho dovuto appendere io i bastoncini di zucchero » incalzò, scuotendo il capo e portandosi le mani ai fianchi.
« Anche gli abeti sono pronti! » replicò lui, mentre due figure avanzavano esitanti verso l'abitazione della famiglia Weasley.
« Ci sono i Granger! » esclamò Molly, socchiudendo gli occhi e riconoscendo da lontano i due genitori di Hermione, entrambi babbani. Agitata al massimo, corse trafelata verso la cucina, il suo regno. « Arthur, accoglili tu » grida al marito. « E niente stranezze, mi raccomando » aggiunge, agitando l'indice in direzione dell'uomo, che sta già facendo strambi apprezzamenti sul cellulare che la signora Granger sta riponendo nella borsetta.
« Niente stranezze, sì, sì » ripetè il signor Weasley, scarsamente interessato.
Molly sbuffò d'impazienza e, dopo aver fatto roteare nell'aria una torta con moltissima glassa sopra per farla raffreddare, corse di nuovo alla base delle scale. « George, puoi scendere ora? » lo chiamò minacciosa la signora Weasley.
« Arrivo, ma'! » ricevette come risposta. Sbuffando d'impazienza tornò in cucina, e dalla finestra intravide la coppia babbana insieme al marito, così uscì anche lei ad accogliere gli ospiti, anche per evitare che Arthur li tartagliasse con le sue solite domande sul mondo babbano. Infatti, quando arrivò fuori, sentì già il signor Weasley fare strani apprezzamenti riguardo agli orecchini della signora Granger.
« Perdonatelo, mio marito tende ad essere un po' curioso » si scusò la signora Weasley, sorridendo in direzione dei due.
« Ma Molly, quelli orreccini sono sensazionali! Appendersi pendagli alle orecchie non è una cosa da tutti i g— » cominciò a fantasticare, ma venne interrotto da una sgmoitata nelle costole dalla moglie, e fu costretto a zittirsi.
« È un piacere rivedervi! » esclamò gioviale il signor Granger, seguito dall'annuire della signora Granger. « Avevamo pensato di passare il Natale a New York, ma Hermione ha insistito a venire qui, e si è rivelata una splendida idea, alla fine »
« Come sempre, ovviamente » rispose Molly, sorridendo. « Allora, entriamo? I ragazzi dovrebbero essere qui a momenti » proseguì, invitando la coppia a seguirla all'interno della casa, mentre aspettavano che Harry, Ron e Hermione tornassero. A quanto ne sapevano, dovevano essere a Godric's Hollow. Harry volle portare dei fiori per i genitori, e i suoi migliori amici insistettero ad accompagnarlo.
« Ecco, qui abbiamo il camino! » esclamò orgoglioso il signor Weasley, mostrando ai genitori di Hermione un ampio buco che occupava gran parte della parete del salotto. Fino ad una decina di anni prima non aveva mai sentito parlare di camini, ma se n'era innamorato da quando era andato a prelevare Harry a casa dei suoi zii babbani. « Serve a riscaldare la casa, è molto ut— »
« Arthur, sanno meglio di te cosa sia un camino » replicò la signora Weasley, interrompendolo per l'ennesima volta. Finalmente, si sentì un rumore provenire dalle scale, e dopo poco irruppe nella stanza George. Aveva i capelli lunghi fino alle spalle, ovviamente rosso fuoco, e assomigliava molto a Bill, suo fratello.
« Salve » salutò lui, stringendo la mano ai genitori di Hermione.
« Era ora, Fred » disse la signora Weasley. Dopo essersi resa conto di quello che aveva appena detto, si tappò la bocca con entrambe le mani, scuotendo il capo. Per qualche istante ci fu silenzio decisamente triste, che fortunatamente venne rotto da tre sonori pop! provenienti dall'esterno della casa.
« Sono arrivati! » esclamò Arthur, schiarendosi la gola. La signora Weasley rimase in quella posizione per un po', ma poi, insieme al marito, si decise ad uscire.
« Mamma, papà! » gridò una voce. Il signore e la signora Granger non fecero nemmeno in tempo ad uscire che una massa di capelli ricci e gonfi li investì, letteralmente, buttandoli quasi a terra. « Come sono felice di rivedervi » esclamò Hermione, con la testa tra i volti dei genitori. Si scambiarono numerosi baci e abbracci, salutando anche Harry e Ron, fino a quando la signora Weasley non li condusse tutti verso il tavolo allestito all'esterno.
« Com'è possibile che ci sia così caldo, qui? » domandò incredulo il signor Granger, guardandosi attorno stupito.
« Fattura Meteorecanto » rispose con noncuranza George, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. « Mamma, possiamo iniziare a mangiare, vero? »
« Assolutamente no » ribattè la signora Weasley, con un tono che non ammetteva repliche. « Aspetteremo che anche Percy, Audery, Charlie, Bill e Fleb—... Fluer »
George sbuffò, ma non potè fare altro che rispondere con un « Sì, mamma. » parecchio deluso. Dopo qualche attimo di imbarazzo, tutti insieme riuscirono a mettere su una discussione più o meno nornale, anche se trovare elementi che accomunassero babbani e maghi era davvero un'impresa ardua. Ma, grazie ad Harry e Hermione, che erano un po' i 'mediatori' tra due mentalità così diverse, cominciarono a parlare di cibo, che perlomeno era un qualcosa di uguale per tutti.
« Molly » disse la signora Granger, che dava già del 'tu' alla signora Weasley. « Quell'arrosto ha un aspetto delizioso! »
« Lo penso anche io... » borbottò George, fissando triste il cibo fumante, adagiato su un vassoio d'argento su un letto di patate al forno. Allungò con disinvoltura una mano verso la forchetta, fissando da tutt'altra parte, per non dare nell'occhio, ma la ritrasse subito quando la madre gli lanciò un'occhiata minacciosa.
« È sempre il solito » ridacchiò Ron, insieme a Harry e Hermione.
« Vizio di famiglia » soffiò la ragazza, dando un buffetto al fidanzato dai capelli rossi. Lui si finse offeso, ed infatti incrociò le braccia, ma il sorriso lo tradiva.
« Ragazzi, potete aiutarmi? » domandò poco dopo la signora Weasley, fissando con le labbra strette il trio, intenta a riordinare indaffarata gli ultimi particolari.
« Arrivo, ma' » sbuffò Ron, lanciando gli occhi al cielo.
« No, lascia, vado io » dice poco dopo Harry, sorridendo e dando una pacca sulla spalla all'amico. « Eccomi, signora Weasley! » esclama, avvicinandosi.
« Oh, Harry caro, grazie infinite » ringrazia Molly, dirigendosi a passo svelto in direzione della cucina, insieme al ragazzo occhialuto, la cui fronte ormai era sgombra da ogni cicatrice a forma di saetta.
Poco lontano dalla tavola rimasero Ron e Hermione. In assenza della signora Weasley, George riuscì a sgraffignare qualche patata al forno, mentre Arthur Weasley pose ai signori Granger ogni sorta di domanda sul mondo babbano che gli passasse per la testa.
« Oh, e la lavatoricia come funziona? » lo sentirono domandare, e non poterono far altro che scoppiare a ridere. Hermione aveva i soliti capelli ricci e crespi, color nocciola, proprio come gli occhi. Indossava dei jeans blu, un lungo cappotto color ecrù e delle ballerine nere. Ron, invece, aveva i capelli rossi scompigliati, come sempre. Portava dei pantaloni di velluto beige, una felpa bordeaux e delle scarpe che un tempo dovevano essere lucide, ma che erano state decisamente consumate.
« È bello » mormorò lui, con le mani in tasca, fissando il tavolo imbandito per la cena. Nel frattempo, con tre sonori pop! arrivarono gli ultimi ritardatari, smaterializzandosi in casa. Si sentirono le urla gioiose della signora Weasley, e la voce inconfondibilmente acuta di Fleur.
« È un piascere rivedorla, madame Weasley »
« Bentornata Fleb—... Fleur! » esclamò gioviale Molly, e di nuovo la coppia, che stava ancora all'esterno, scoppiò a ridere.
Hermione fissò interrogativa Ron, inarcando un sopracciglio. « Bello cosa? »
« Che siamo tutti insieme. In pace, finalmente » risponde lui, inspirando a pieni polmoni. Aveva un sorriso stampato in faccia, ed un'espressione soddisfatta. « È bello sapere di essere al sicuro »
« Oh... sì » annuì Hermione, sorridendo di rimando. Era piuttosto raro che Ron producesse pensieri così profondi, e ogni volta che lo faceva lei rimaneva puntualmente spiazzata e senza parole. Nonostante non fosse troppo espansivo, si leggeva la felicità e la soddisfazione nei suoi occhi, e la sua sincerità risultava estremamente autentica. « Sì, è fantastico » aggiunse.
« Hermione, non ti ho mai amata così tanto » dice lui, prendendo le mani della ragazza e stringendole, accarezzandone i palmi. « Sei la cosa migliore che mi potesse capitare, soprattutto dopo la fine di una guerra così terribile »
« Anche t-tu » balbettò lei, fissandolo senza parole.
« Ti amo » le sussurrò all'orecchio Ron, per poi poggiare le sue labbra su quelle di Hermione.

 

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Note di Aurora.

Anche questa è la mia prima Fan Fiction nel fandom di Harry Potter.
La Romione è la mia coppia preferita, ma mi rendo conto io stessa di non essere molto brava con le scene romantiche. Sappiate che ho fatto del mio meglio.
Spero comunque di aver fatto un buon lavoro per Eloise, della quale non conosco il nickname su EFP, siccome il prompt di partenza era suo. *sorride*
So di essere in ritardo, ma vi faccio comunque i miei migliori auguri e vi auguro il meglio per l'anno a venire.

Baci,
Aurora.

  
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