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Autore: Yuki Delleran    15/07/2007    10 recensioni
Come sarebbe stata la vita del giovane principe Athem se al suo fianco ci fosse stato un piccolo schiavo? Il suo ruolo come Faraone sarebbe cambiato? E come sarà la vita di Yugi alla corte d'Egitto? La storia di un'amicizia nata durante l'infanzia che a poco a poco si approfondisce diventando il legame più importante.
Soggetto: masayachan
Sviluppo e stesura: Yuki Delleran
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atemu, Yuugi Mouto
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DISCLAIMER: tutti i personaggi appartengono a © Kazuki Takahashi.


The Pharaoh & the Slave 12
THE PHARAOH & THE SLAVE

di Yuki Delleran




12
DISPERAZIONE


Quella mattina, dopo una buona notte di sonno durante la quale era finalmente riuscito a riposare a dovere, Athem si sentiva decisamente meglio. Fu quindi con rinnovata energia che cominciò a ricevere gli artigiani e gli scalpellini addetti agli scavi della sua tomba nella Valle dei Re. Il capocarpentiere riferì che i lavori avevano subito una brusca interruzione a causa del crollo di una parete calcarea e che erano ripresi leggermente più a est, in un luogo giudicato propizio dai sacerdoti. Athem ascoltò il resoconto annuendo gravemente mentre il suo sguardo vagava sul gruppo di persone in attesa di fare il loro rapporto. Tra loro, in un angolo lontano della sala, si trovava anche Yugi e aveva l’aria di chi avrebbe preferito annegarsi nel Nilo o farsi sbranare dai coccodrilli piuttosto che essere lì. Athem se ne chiese il motivo. Possibile che fosse per lo screzio che avevano avuto due giorni prima? Yugi non era il tipo da portare rancore in quel modo.
Con l’avanzare della mattinata, la folla si smaltì gradualmente finché rimasero solo il giovane sovrano, lo scriba reale, alcune guardie all’ingresso e due schiavi flabellifari con gli ampi ventagli di piume di struzzo. Athem invitò Yugi ad avvicinarsi e dopo essersi inchinato, il ragazzino prese a riferire meccanicamente la fase di progettazione delle iscrizioni e degli affreschi.
«Molto bene. » commentò Athem con un sorriso al termine del resoconto. «Vista la situazione mi chiedevo se fosse il caso di rinforzare il contingente a guardia del sito. Non sappiamo se e quando Bakura di Kul-Elna e i suoi predoni tenteranno un’incursione. Cosa ne pensi?»
Yugi, con gli occhi ridotti a fessure, gli lanciò uno sguardo astioso.
«Il Faraone non ha bisogno dei suggerimenti di questo umile schiavo quando dispone di consiglieri decisamente più… dotati. »
Athem si stupì di quelle parole pronunciate con malcelata ostilità.
«Cosa stai cercando di dirmi? »
«Niente di cui la tua maestà non sia già al corrente. »
Quel discorso stava diventando decisamente assurdo, si disse il giovane, e quell’atteggiamento indisponente di Yugi iniziava a fare presa sui suoi nervi. Che si stesse riferendo ancora ai suoi sospetti su Seth? Tanto valeva provare a verificare se aveva ragione.
«Credo che incaricherò Seth di guidare un distaccamento di guardie sul luogo degli scavi. » disse con studiata noncuranza, poi sbirciò la reazione di Yugi.
Quello che vide nei suoi occhi lo lasciò sconvolto. Nonostante tentasse in tutti i modi di celarla, vi lesse una sofferenza lacerante dietro i lineamenti contratti del viso.
«Certamente. » disse il ragazzino con voce spezzata. «E’ un’ottima idea riporre la tua fiducia in un così devoto e audace condottiero piuttosto che nello stupido schiavo che per dieci anni non ha fatto altro che tentare di stare vicino e aiutare il suo signore! »
Athem si alzò di scatto e batté le mani, congedando con un gesto brusco le guardie e gli schiavi flabellifari. In un attimo la grande sala restò deserta. Il giovane faraone scese dalla predella, prese Yugi per un braccio e lo trascinò in un angolo presso un tavolino su cui si trovavano un’anfora di birra e alcuni boccali decorati. Si piazzò di fronte a lui con le mani sui fianchi e lo squadrò. Nonostante lo stupore stava perdendo la pazienza. Se Yugi aveva qualcosa da dirgli era meglio che lo facesse subito evitando il sarcasmo di fronte alla corte.
«Allora, si può sapere che storia è mai questa? So che posso fidarmi di Seth, è una persona molto leale. Perché sei tanto ostile verso di lui? »
Le labbra di Yugi tremarono, Athem non capì se per la colera o altro, poi il ragazzino esplose.
«MA CERTO, E’ OVVIO CHE TI FIDI! CHIUNQUE SI FIDEREBBE DEL PROPRIO AMANTE! »
Il rumore secco dello schiaffo venne coperto dal fracasso dell’anfora che, urtata nello scatto, si sfracellò sul pavimento spargendo il liquido ambrato sul prezioso mosaico. Yugi sgranò gli occhi e rimase immobile. Athem, rendendosi improvvisamente conto di quello che aveva fatto, abbassò lo sguardo sulla propria mano ornata di anelli d’oro, poi lo rialzò sul ragazzino che aveva iniziato a tremare.
«Va bene. » mormorò il piccolo schiavo recuperando una parvenza di autocontrollo. «Va bene perché finalmente sono riuscito a dirlo. Ora mi allontanerai, mi punirai, oppure mi venderai o mi condannerai. Non ha importanza, non mi interessa. Solo, ti prego, non prendermi più in giro, Athem! »
Nessun titolo onorifico, solo il suo nome pronunciato in tono sprezzante, i pugni stretti tremanti per la rabbia e gli occhi bassi lucidi di lacrime a stento trattenute.
Athem sentì di nuovo montare la collera.
«Vattene! » esclamò alzando la voce. «Ne ho abbastanza! Vattene, non voglio vederti! »
Yugi non se lo fece ripetere due volte, si voltò senza inchinarsi e abbandonò la sala di corsa.

Il cuore gli faceva talmente male che era convinto che sarebbe morto. Ma dopotutto ora che importanza aveva? Non gli era rimasto davvero nulla per cui valeva la pena restare. Era shockato dal fatto che Athem, la persona che fino a quel momento aveva sempre ribadito la volontà di proteggerlo, l’avesse picchiato, ma quello che più lo sconvolgeva era che non avesse minimamente smentito la sua accusa.
Correndo alla cieca per i corridoi labirintici verso il rifugio della propria stanza, Yugi finì per scontrarsi con Mana che giungeva dalla direzione opposta.
«Oh, Yugi! Stavo giusta venendo a cercarti. » esclamò la ragazza con voce squillante. «Accidenti, sempre di corsa. Athem ti fa lavorare troppo. »
Il ragazzino alzò lo sguardo su di lei e in un attimo le sue difese crollarono facendolo miseramente scoppiare in un pianto dirotto.
«Ah… Yu… ma… Ho detto qualcosa di sbagliato? » balbettò Mana spiazzata.
Quando Yugi scosse la testa tentando inutilmente di asciugarsi gli occhi, la vide aggrottare le sopracciglia.
«E’ Athem, vero? Cos’ha combinato di nuovo? »
Gli circondò maternamente le spalle con un braccio e lo guidò verso le proprie stanze. Parlare dove anche i muri avevano orecchie e lingue per spettegolare non era prudente. Quando si rese conto dello stato di disperazione in cui si trovava l’amico e della sua guancia arrossata, subito richiamò due ancelle.
«Tu, portaci qualcosa da bere e tu recati subito dalla maestra Isis. Chiedile qualcosa per curare gli ematomi. » ordinò, poi tornò a rivolgere la propria attenzione a Yugi. «Te la senti di raccontarmi cos’è successo? »
Il ragazzino continuava a piangere e quando aprì bocca per tentare di parlare, fu costretto a richiuderla subito con una mano e prese tossire.
«Ho la nausea…» ansimò.
«Calmati. Respira. » disse Mana accarezzandogli delicatamente la schiena e quando la prima ancella tornò, gli porse una coppa d’acqua fresca.
Quando finalmente Yugi si calmò un poco, riuscì a raccontarle il diverbio con Athem, le sue accuse e la reazione del Faraone. Man mano che procedeva vedeva l’espressione di Mana oscurarsi sempre di più.
«Io… credo che i miei giorni a palazzo siano finiti, » terminò. «ma me lo sono meritato. Ho insultato il Faraone, rimanere in vita sarebbe già una benedizione degli dei…»
Mana scostò le ciocche bionde che gli sfioravano la guancia su cui si stavano definendo due macchie violacee.
«Ti ha picchiato con la mano su cui porta gli anelli, quell’idiota…» commentò prendendo il vasetto di unguento che aveva mandato Isis.
Mentre lo spalmava continuava a borbottare tra sé.
«Come si fa?! Io mi chiedo come si fa! Il peso della Corona Doppia deve avergli dato alla testa! Ah, ma quando avrò finito con lui non si ricorderà nemmeno da che parte si infila! »
«Mana, no, ti prego! » esclamò Yugi interrompendola. «Non devi fare niente. Non è stata colpa di Athem, io sono stato molto offensivo e meritavo una punizione. » L’irritazione sul viso della ragazza svanì lasciando il posto a un’espressione più dolce.
«Mi chiedo come fai. Ti ha trascurato, ti ha maltrattato e non ha rispettato neanche una delle promesse che ti ha fatto, eppure ancora lo difendi. » disse guardandolo dritto negli occhi. «Altro che cotta, sei proprio innamorato. »
Al suono di quella parola, Yugi sentì il peso che aveva nel petto sciogliersi in uno strano calore e le lacrime salirgli di nuovo agli occhi.
«E’ vero…» singhiozzò. «ma lui… ama… un’altra persona. Tutto il resto… è stato solo un gioco…»
Mana lo abbracciò stretto e per un attimo a Yugi sembrò di trovarsi tra le braccia di sua madre. Era un contatto rassicurante che infondeva calore e affetto.
«Sono sicura che Athem certe cose non le fa per gioco. » gli sussurrò all’orecchio tra i capelli scuri, poi si allontanò e lo fissò intensamente.
«Hai l’aria stravolta, è il caso che per oggi lasci perdere il lavoro. » disse. «Hai fame? Ormai mezzogiorno è passato da un pezzo. »
Yugi scosse la testa lentamente. Si sentiva ancora lo stomaco sottosopra ed era sicuro che non sarebbe riuscito a mandare giù neanche un boccone.
«Va bene, » continuò Mana. «però riposati almeno un po’. »
Gli indicò una porta sul lato destro della stanza.
«Lì nessuno ti disturberà. Sdraiati e magari dormi un po’ se ci riesci. Ci penserò io a svegliarti. »
Sorrise e in quel momento Yugi le fu immensamente grato. Se non l’avesse incontrata non era certo che non avrebbe compiuto nessuna sciocchezza. Annuì tentando inutilmente di ricambiare il sorriso e si avviò verso la camera.
Era un ambiente piccolo e accogliente, arredato solamente con un letto, alcuni tavolini e un paio di bracieri da cui si diffondeva un dolce profumo di incenso. Le pareti erano sobriamente dipinte con motivi naturalistici e lungo il perimetro del soffitto correva una decorazione a fiori di loto. Le tende leggere erano tirate a coprire la finestra, lasciando la stanza immersa in una piacevole penombra. Yugi si azzardò a stendersi sul letto, respirando il profumo fiorito delle lenzuola. Non appena chiuse gli occhi però, l’immagine di Athem abbracciato a Seth tornò prepotentemente alla sua memoria provocandogli nuovo dolore. Si rannicchiò su sé stesso tentando con tutte le sue forze di scacciarlo. Respirò a fondo la fragranza rilassante dell’incenso e distese lentamente i muscoli, lasciandosi andare alla deriva tra pensieri e ricordi. Quando una mano si posò sulla sua spalla e lo scosse leggermente, aprì gli occhi e si rese conto di essersi, chissà quando, addormentato. Si sentiva la mente confusa e tutto quello che era successo gli appariva come un brutto sogno nonostante gli occhi ancora gonfi e arrossati dal pianto. Il sole, fuori dalla finestra ancora coperta, stava tramontando lasciando ombre infuocate nella stanza.
Alzando lo sguardo, Yugi vide che era stata Mana a svegliarlo e stava per ringraziarla quando notò la sua espressione tesa e la grossa ombra alle sue spalle. Questa si fece avanti e si rivelò essere Aton. Aveva a sua volte un’aria molto addolorata che mise Yugi sull’avviso. Prima che riuscisse a chiedere cosa fosse successo, il capo della servitù parlò.
«E’ ora di andare. Mi dispiace, Yugi. Credimi, mi dispiace davvero. »


CONTINUA...



NOTICINA DI YUKI:
Ok, mi sa che ormai l’odio per Seth è ufficiale! L’ho sempre detto io che certa gente le mani dovrebbe tenerle in tasca! Queste poi sono le conseguenze. Invece di chiarire hanno incasinato le cose ancora di più, così ad Athem toccherà anche andare a recuperare Yugi (non vi dico da dove, ah, ah! :-p)! Vedrete!
Selly: Stiamo entrando nella fase finale della storia, quindi mi raccomando, non perderti capitoli! Se Yugi ti ha fatto pena nello scorso, non oso immaginare in questo. Mentre scrivevo, io per prima detestavo Athem per la sua impulsività... Tienimi aggiornata sull'evoluzione del piano anti-Aknadin! ^_^
Francesca Akira89: Credevi che Yugi chiarisse, eh? E invece sempre peggio! Ih, ih! Sono sadica! Per far tornare le cose a posto bisogna aspettare ancora un pochino... ^_^
sesshoyue: Ehm... mi sa che Yugi ti angoscerà ancora un po'... Porta pazienza. Comunque grazie per i complimenti!
Hikary90: Seth, poveretto, non fa niente di male. Sono questi due storditi che combinano casini da soli! Ma prima o poi si chiariranno, abbi fede! ^_^
lunachan62: Lo so che questo capitolo ti ha un po' angosciato, ma pensa al dopo che ti passa, ok? Tipo LA scena etc... ^_______________^
Carlos Olivera: Sono contenta che la storia ti stia piacendo e sapendo cosa pensi di Mana, posso dirti che non hai niente di cui preoccuparti! ^_^ Comunque Mana piace un sacco anche a me, non la tratterei mai male!
A presto, ciao a tutti!
YUKI-CHAN



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(«Tu sei mai stato innamorato, Mahad? » )
   
 
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