29/12/2012
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Kiki guardò Nicholas negli occhi e sorrise timidamente, quello che sentiva dentro la imbarazzava, e non poco.
- Ehi, tutto bene?
- Si. Si è tutto ok!
- Andiamo a casa? Sai non è proprio adatto un parco.
Risero e Kirsten annuì, era emozionata, a parole non poteva dire quanto, si limitava a sorridere e annuire.
Pochi minuti dopo arrivarono a casa e mentre Nicholas apriva la porta, Kirsten insisteva affinché si desse una mossa.
- Nick non ce la faccio più, per favore!
- Sisi, ecco entra!
Risero e corsero veloci su per le scale, entrando in camera, per la fretta, sbatterono quasi la porta.
Nicholas la guardò intensamente, sorrise, lei non aveva la minima idea per quanto tempo avesse desiderato che arrivasse quel momento.
- Kiki!?
- Si? … Aspetta, non mi avevi mai chiamata così prima!
- Non ci avevo mai pensato, c’è una prima volta a tutto no? Comunque… Sei sicura vero?
- Sicurissima. Mi sento pronta, lo sento dentro!
Si guardarono negli occhi, poi Kirsten li chiuse e dopo un lungo respiro emise un piccolo gemito.
Quando li riaprì pianse.
- Come ti senti?
- Non riesco a descriverlo! È un turbinio di emozioni che non si possono descrivere!
Nicholas si spostò di lato per lasciarle vedere quella figura magnifica che era diventata!
- O mio dio!
- Sei bellissima!
- No, loro sono bellissime!
- Aspetta qui!
Kirsten annuì e allungò il braccio per toccare il fascio di luce alle sue spalle.
Con un leggero sforzo in più le mosse.
- Kirsten!
Sussultò leggermente spaventata.
- Andrew!
- Mio dio! Ce l’hai fatta! Non ti senti male vero?
- No! Mi sento una favola!
- Dio! Ma guardati ora… Sei un angelo a tutti gli effetti!
Abbracciò Andrew e provò a muovere di nuovo le ali, in modo da avvolgere suo fratello, erano così grandi e luminose.
Ricordò un particolare, molte volte aveva rischiato brusche cadute, ma tutte le volte, che non era in pubblico, un fascio di luce viola l’aveva salvata. Ora quel fascio proveniva dalle sue ali!
- Andrew perché le tue ali sono blu?
- Perché il mio destino è quello di portare tranquillità!
- E le mie perché sono viola?
- Il tuo destino era stare Nicholas, il viola è il colore delle creature come lui!
Lo guardava meravigliata, quasi come un bambina, come era strano il loro mondo, quante cose aveva ancora da scoprire!
- Di chi è questa luce verde?
- Anna!
- Anna?
Quasi urlò per lo stupore.
- Anche tu? E perché verde?
- Perché lei porta speranza e protezione!
Si guardava intorno, la camera era piena di ali e luci, sembrava veramente di stare in paradiso. Con tutte queste scoperte era certa di una cosa, anzi due, amava tutto ciò, ma più di tutto amava Nicholas. Si voltò e lo vide che la guardava sorridendo, si fiondò fra le sue braccia e le strinse forte.
- Nicholas promettimi una cosa!
- Tutto quello che vuoi!
- Non abbandonarmi mai!
- Mai amore mio, non lo farò mai!
Se tutto ciò era il suo destino ed era scritto su di un libro non lo sapeva, ma se anche fosse lui le sarebbe piaciuto comunque, le piaceva prima di sapere tutto, in parte era certa che a volte non è tutta opera del destino.
* * *
- Buongiorno famiglia!
- Siamo allegre questa mattina!
- Beh, sai… Forse è il compleanno di qualcuno oggi?
- Oggi? 29 dicembre? Mmmm… No, non credo!
Kirsten si rabbuiò all’istante! Possibile che si fossero dimenticati del suo compleanno?
- Dai non fate gli scemi!
- Nessuno sta facendo lo scemo!
- Ok. Ehm… Io mi faccio una doccia ed esco! Qualcuno vuole venire?
- No, vorrei riposare un po’!
Tutti annuirono, quindi dopo essersi sistemata uscì in fretta.
Aveva le lacrime agli occhi, nessuno si era mai dimenticato del suo compleanno, neanche Andrew.
Non sapendo dove andare si diresse al centro commerciale per una shopping terapy.
“Se nessuno si ricorda di uno stupido pensierino, me lo faccio sola!”
Pensò ed entrando si perse nei vari negozi.
- Kirsten giusto?
- Ci conosciamo?
- Non credo! Ma io conosco te!
Un uomo alto, sulla trentina, molto affascinante le si presentò davanti. Aveva capelli neri e degli occhi azzurri, da far morire qualsiasi ragazza.
- Non parlo con gli sconosciuti, mi dispiace.
Fece per andarsene, ma le mise una mano sulla spalla bloccandola.
- Forse non ha capito. Mi deve lasciar stare!
- E se io non volessi!
- Potrei anche urlare!
Rise, aveva una risata che non le piaceva. Era spaventata e maledisse il momento che aveva deciso di andare in quel centro commerciale.
L’uomo aveva ancora la mano sulla sua spalla e aveva quel sorrisetto quasi soddisfatto, lei riusciva solo a tremare e a fulminarlo con gli occhi.