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Autore: Tinkerbell92    29/12/2012    3 recensioni
Freya, Dea dell'Amore e della Magia, è stata cresciuta alla corte di Asgard dai suoi genitori adottivi, Odino e Frigga, in seguito alla promessa fatta dal re degli dèi al padre di lei, il quale perse la vita, insieme alla moglie, durante la battaglia di Jotunheim.
Tutto procede per il meglio, fino a quando Odino non decide di unire in matrimonio Freya ed il Principe Odhr.
Nonostante il promesso sposo sia una persona buona e gentile, Freya non riesce a sentirsi felice per la futura unione, anche perchè, ormai da molti anni, prova segretamente qualcosa di molto profondo per uno dei suoi fratellastri...
NB: STORIA IN REVISIONE (devo assolutamente ricorreggere i vari capitoli)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non so come riuscimmo a non farci scoprire da nostro padre. Forse la magie delle Norne ci aveva dato un piccolo aiuto.
Passò una settimana e, subito dopo pranzo, mi recai all’Arena ad allenarmi, dato che a quell’ora era ancora vuota.
Probabilmente mi stavo illudendo, ma speravo vivamente di riuscire a combinare qualcosa di buono motivata dal fatto che nessuno mi vedesse.
Presi l’asta d’oro che ormai stavo iniziando a odiare e mi sistemai con un sospiro di fronte al manichino mobile.
Gli occhi finti del mio avversario erano fissi nei miei, e la sua espressione era così reale che dovetti sforzarmi parecchio per restare concentrata sul mio obbiettivo.
Assunsi una posizione di guardia, imitata dal mio nemico, poi, iniziai a dare dei colpetti leggeri alla sua asta di legno, tanto per scaldarmi un po’.
Il mio avversario parava i miei attacchi con movimenti lenti e puliti, mantenendo il mio stesso ritmo.
Dopo qualche minuto di riscaldamento, decisi di passare ai fatti.
Aumentai gradualmente la velocità e la forza dei miei attacchi, venendo respinta sempre dalle parate precise del manichino.
Stavo andando bene, ma questo perché lui non aveva ancora iniziato ad attaccare.
Non tardò ad ingaggiare con me un vero duello.
All’improvviso, i suoi movimenti, limitati a semplici parate, iniziarono a diventare una micidiale combinazione di parata e risposta, mettendomi in difficoltà.
-Concentrati- ripeteva una voce dentro di me – Concentrati…-
Cercai in tutti i modi di mantenere la concentrazione, ma era difficile, dato che il dannato manichino continuava a fare delle finte.
Tentai di colpirlo con la punta dell’asta, ma lui, dopo aver schivato il mio attacco, con un colpo deciso mi fece cadere l’arma dalle mani.
Guardai l’asta d’oro ai miei piedi con rabbia e sferrai un calcio alla base del manichino, con il risultato di farmi male da sola.
- Ah, maledizione!
Mi sedetti per terra sconsolata, serrando i pugni sui ciuffi d’erba che ricoprivano il campo.
Perché non riuscivo a disarmare quel maledetto manichino nemmeno pagandolo?
Va bene, non ero forte come Volstagg o Thor, e non possedevo la velocità di Sif, ma non avevo nemmeno problemi di coordinazione o goffaggine, anzi, ero sempre stata piuttosto agile.
Possibile che il fatto di essere la Dea dell’Amore influisse tanto sulle mie doti combattive?
Alzai gli occhi verso il cielo, valutando seriamente l’idea di chiedere alle Norne qualcosa del genere, magari per ricevere dei consigli su come migliorare.
Ma come avrei reagito se mi avessero dato risposte come: - Sì, le tue tutrici hanno ragione, non sei fatta per combattere, il tuo unico ruolo è quello di farti bella, svolgere le faccende domestiche e trovarti un nobile marito, magari molto più vecchio di te, e generare un sacco di figli maschi .
Al solo pensiero di quell’eventualità, mi vennero i brividi, soprattutto per la questione del generare figli con un vecchio.
E poi, non volevo sprecare subito le mie domande così, come si sicuro aveva già fatto Thor.
Stavo pensando se andarmene o riprovare a disarmare il mio acerrimo rivale di ferro, quando dei passi leggeri sull’erba mi fecero voltare.
- Immaginavo che ti avrei trovata qui.
Loki mi sorrideva amichevolmente, gli occhi verdi illuminati da una luce meravigliosa.
Ricambiai il sorriso, avvertendo una leggera vampata di calore sulle guance, e lo osservai sedersi accanto a me: - Tu sai sempre dove trovarmi… a volte mi domando se tu sappia leggere nel pensiero…
Una lieve risata uscì dalla sue labbra: - Diciamo che ti conosco bene. Come mai sei scappata subito dopo pranzo?
Alzai le spalle: - Volevo allenarmi un po’ senza la visione di nessuno… e senza potenziali vittime attorno…
Loki rise di nuovo ed io mi lasciai contagiare.
Era sempre così, mi sentivo felice quando gli stavo vicino.
Diede una rapida occhiata al manichino malefico, poi si rivolse a me con dolcezza: - Non ti arrendi mai, eh?
Abbassai lo sguardo, un po’ demoralizzata: - Vorrei tanto poterlo disarmare anche una volta sola… ma sto davvero iniziando ad avere seri dubbi…
- Perché?- domandò, aggrottando la fronte.
Sospirai: - Nonostante mi impegni a fondo non riesco mai a combinare qualcosa di buono. Non pretendo di diventare una grande guerriera, ma almeno di essere una combattente decente… io non…- strinsi le ginocchia al petto, trattenendo un singhiozzo doloroso – io non voglio essere una Bambolina Senz’Anima…
- Una cosa?- esclamò Loki, alzando un sopracciglio – Che cos’è una Bambolina Senz’Anima?
Mi strinsi nelle spalle: - Hai presente quelle ragazze obbedienti e sottomesse, che lasciando decidere agli altri del proprio destino? Quelle che non si oppongono mai e svolgono con dedizione solamente i tipici compiti assegnati alle donne? Quelle che diventano l’ombra del marito che hanno scelto gli altri per loro e fanno tutto quello che vuole senza discutere? Ecco, quelle io le chiamo Bamboline Senz’Anima, perché sono come delle belle e graziose scatole vuote. Rinnegano sé stesse ed i propri ideali e si lasciano trasportare dagli eventi, senza provare nemmeno ad opporsi. Io penso che la maggior parte dei nostri conoscenti si aspetti che io diventi così…
- Che cosa te lo fa pensare?
Abbassai lo sguardo nuovamente: - Sono la Dea dell’Amore…
Loki restò un attimo in silenzio, poi mi posò una mano sulla spalla: - Freya, tu non devi farti influenzare da quello che pensano gli altri. E il fatto di essere la Dea dell’Amore è semplicemente una delle tue caratteristiche, non un’etichetta. Io sono il Dio degli Inganni, eppure, sebbene sia piuttosto abile ad usare trucchetti e raccontare bugie, non ho mai agito per scopi malvagi. Insomma, non credo di essere una persona cattiva…
Abbassò lo sguardo, forse riflettendo sulle ultime parole, ma io gli diedi un bacio sulla guancia e mi strinsi a lui, appoggiandogli la testa sulla spalla: - No, al contrario. Tu sei una persona molto buona.
Lo vidi arrossire leggermente, poi, Loki mi strinse una mano nella sua e sorrise: - E tu non sei una frana, ma hai solo bisogno di un bravo insegnante…
- E dove lo troviamo?- mormorai sarcastica – Non posso prendere un istruttore tutto per me…
Loki si strinse nella spalle, leggermente imbarazzato: - Beh, forse io non sarò un istruttore professionista, però me la cavo… penso che potrei darti qualche dritta, se me lo permetterai…
Lo guardai incredula, con gli occhi spalancati: - Dici sul serio?
Lui annuì, arrossendo leggermente: - Sempre che tu sia d’accordo…
- Sicuro!- esclamai entusiasta – Ne sarei davvero felice!
Loki sorrise e mi mise l’asta d’oro in mano: - Forza, allora, vediamo un po’ cosa possiamo fare.
Con un sospiro, provai ad attaccare di nuovo il manichino, ma, puntualmente, venni disarmata dopo cinque secondi.
Loki serrò le labbra, pensando a chissà cosa.
- Sono una schiappa, vero?- commentai sconsolata, mentre recuperavo l’asta caduta a terra.
Lui riflettè alcuni secondi, senza rispondere, infine sorrise: - No, non sei una schiappa. Il tuo problema è che ti ostini troppo a controllare i movimenti dell’avversario solo con la vista. Hai la fortuna di possedere cinque sensi, Freya, non solo uno. Quando combatti, dovresti usarne almeno due: vista e udito. Ricordati che gli avversari possono sempre fare delle finte, quindi, se ti basi solo sull’approccio visivo, farai sicuramente più fatica.
Lo fissai con un mezzo sorriso: - Sembra proprio che tu sia un esperto…
Loki arrossì leggermente: - Ho studiato la Teoria…
- Sei sempre modesto.
Mi rigirai l’asta tra le dita: - Che cosa mi consigli, allora, maestro?
Lui non trattenne un sorriso: - Credo che dovresti esercitarti bendata. Almeno, ti abitueresti ad usare anche l’udito mentre combatti. E ti concentreresti sicuramente meglio.
- D’accordo allora- slegai uno dei nastri che mi legavano la treccia e mi coprii gli occhi con quello – E’ un po’ inquietante…
- Vedrai che ti abituerai- mi assicurò lui, con voce dolce.
Con la punta del bastone, tastai l’arma del manichino e la colpii.
Provai ad ascoltare i movimenti dell’avversario, ma non avvertii altro che un forte spostamento d’aria ed un colpo al fianco subito dopo.
Caddi a terra pesantemente, scossa da diverse fitte.
Sentii le mani di Loki che mi afferravano, aiutandomi a rialzarmi, poi la sua voce dispiaciuta: - Forse è il caso di aspettare che arrivi qualcuno…
- No, mi basti tu- affermai decisa – Voglio riprovare.
Non so per quante volte provai ad attaccare, né per quante finii a terra.
Loki continuava a parlarmi con un tono d’incoraggiamento, dandomi dei consigli utili ma difficili da applicare.
- Ascolta, Freya!- mi diceva – Ascolta i suoi spostamenti! Intuisci le sue intenzioni! Concentrati!
“Maledizione!” pensai, mentre l’arma del mio avversario mi lasciava un bel livido sul braccio “Come faccio a sentire i suoi spostamenti? Non voglio deludere Loki! Non voglio! Non lui! Maledizione, Freya, ci sarà un modo!”
Improvvisamente, mentre cercavo di colpire il mio nemico, ebbi una specie di sussulto.
Non so perché, ma uno strano sibilo alla mia destra mi fece fare un salto laterale.
Qualcosa mi sfiorò il fianco.
- Brava, Freya!- gridò Loki – Continua così!
Possibile che quel sibilo fosse l’attacco del manichino andato a vuoto?
Strinsi forte le palpebre, cercando di concentrarmi solamente sui suoni.
Udii il cinguettio di alcuni uccellini e il rumore del vento che sussurrava tra le fronde degli alberi… e poi, di nuovo quel sibilo.
Proveniva da sinistra.
Feci un salto all’indietro e, mentre il sibilo si sentiva ancora, balzai in avanti, colpendo forte l’asta contro qualcosa di duro.
Sentii il rumore di qualcosa che cadeva, ma cercai di non distrarmi e provai a riattaccare, quando Loki mi posò una mano sulla spalla: - Freya, guarda!
Mi tolsi la benda dagli occhi, restando un po’ accecata dalla luce.
Non appena riuscii a mettere a fuoco, non trattenni un’esclamazione di sorpresa: l’arma del manichino giaceva a terra innocua!
Guardai Loki, poi di nuovo l’asta nemica, poi di nuovo Loki.
Un mormorio uscì dalle mie labbra: - L’ho battuto…
Lui mi sorrise dolcemente: - Lo sapevo che ce l’avresti fatta. Hai solo bisogno di allenamento e fiducia… ce l’hai fatta perché ha creduto in te stessa e nei tuoi sensi, Freya…
Lo abbracciai, prima che potesse finire la frase, e gli sussurrai nell’orecchio: - No, ce l’ho fatta perché tu eri con me…
Loki arrossi visibilmente, ma ricambiò l’abbraccio: - Non ho fatto chissà cosa…
- Invece hai fatto tanto- affondai il viso nel suo petto – Tu fai sempre tanto per tutti. Quando sono con te, io mi sento bene, perché sei l’unico che riesce a capirmi. Ti voglio bene, Loki.
- Ed io ne voglio a te- sussurrò – Tanto.
Forse stava per aggiungere altro, quando udimmo la voce di Thor rimbombare nell’Arena: - Ah, ecco dov’eravate finiti! Vi ho cercati dappertutto!
Mi sciolsi immediatamente dall’abbraccio di Loki, sentendomi, non so perché, leggermente a disagio.
Thor ci raggiunse con aria eccitata: - Cavolo, dovete subito tornare a casa! Le Norne sono arrivate a Palazzo!
- Le Norne?- esclamammo in coro io e Loki – Che cosa sono venute a fare?
Mio fratello alzò le grosse spalle con aria impaziente: - Ma che ne so? L’importante è che siano qui, no? Dài, venite, così potrete anche fare le vostre domande! A me ne manca ancora una, quella di Urd.
Sospirai, cercando di non pensare a che domande idiote avesse rivolto a Sybilla e Verdandi, e ci avviammo rapidamente verso il palazzo.
Mentre attraversavamo i lunghi corridoi che portavano al salone, vidi una figura vestita di rosso avanzare nella nostra direzione.
Ebbi un’esclamazione di sorpresa: - Sybilla!
La ragazzina alzò lo sguardo, abbassandosi il cappuccio della cappa cremisi: - Oh, siete voi.
Thor sorrise apertamente: - Ma dove cavolo stai andando? La sala è dall’altra parte!
Loki gli diede una gomitata, ma Sybilla alzò le spalle: - Facevo un giro qua attorno. Così, mentre aspettavamo che la riunione iniziasse…
- Ma di che cosa si tratta?- domandai curiosa – Come mai siete qui?
I suoi grandi occhi nocciola mi fissarono impassibili: - Si avvicina una grande festa e Odino vuole discutere con noi dei preparativi. Non sapete che data ricorre tra pochi giorni?
Feci un rapido conto mentale, e, mentre realizzavo, Loki mi precedette: - Il Primo Ottobre! Tra dieci giorni è il Primo Ottobre! E’ il quindicesimo anniversario della Battaglia di Jotunheim!
- E’ vero- mormorai, mordendomi le labbra – Come ho fatto a dimenticarlo?
Thor sembrò valutare la situazione, poi aggiunse allegro: - Quindi parteciperete all’evento? Grandioso!
Sybilla lo fissò senza trasparire alcuna emozione: - Anche nostro padre vi partecipò, pertanto, lo accompagneremo alla cerimonia.
Udimmo dei passi alle nostre spalle e, voltandoci, vedemmo arrivare verso di noi Fandral e Hefring.
La mia sorellina trotterellava sorridendo, raccontando chissà cosa al nostro amico, che la ascoltava pazientemente.
Si poteva dire qualunque cosa di Fandral, ma non si poteva certo negare la sua natura di gentiluomo.
- Salve, ragazzi!- ci salutò allegro – State andando alla riunione?
- Naturalmente!- esclamò Thor, dandogli una pacca sulla spalla.
Hefring si illuminò, non appena vide la nostra ospite, e si lanciò ad abbracciarla: - Sybilla! Che cosa fai qui?
- Partecipo alla riunione- rispose calma lei, alzando poi lo sguardo su Fandral.
Si fissarono alcuni secondi, in silenzio, poi, il ragazzo le sorrise: - Ciao, Sybilla.
- Ciao.
Si creò uno strano silenzio, che, per fortuna, Thor si decise ad interrompere: - Beh, andiamo allora? Credo che nostro padre non apprezzerà un ritardo…
- Hai ragione- intervenne Loki, alzando gli occhi al cielo – Mi sa che ci conviene andare.
Non appena raggiungemmo la sala del trono, trovammo tutti i nostri amici già lì ad aspettarci.
Odino sedeva sul trono, parlando tranquillamente con Urd, mentre Frigga, nostra madre, sedeva accanto a lui con aria composta.
Verdandi era in piedi accanto alla sorella maggiore e, appena ci vide, ci strizzò l’occhio.
Le porte della sala si chiusero e nostro padre si alzò in piedi: - Grazie a tutti per essere venuti. Bene, prima di cominciare, vorrei che i miei figli e i loro amici si disponessero attorno a me, per poter ascoltare meglio le mie parole.
I miei fratelli ed io ci scambiammo uno sguardo interrogativo, ma obbedimmo.
Odino ci osservò soddisfatto, poi sorrise leggermente: - Bene. Miei cari ragazzi, come saprete, quindici anni fa ci fu una grande battaglia nella terra di Jotunheim, dove, grazie al mio stupefacente esercito, riuscii a sconfiggere Re Laufey, che tentava da anni di invadere i Nove Regni dell’Universo.
Come in ogni battaglia, però, ci furono dei caduti, che tutt’ora piangiamo nei nostri cuori.
Perciò, la festa del Primo Ottobre, che celebra l’anniversario della battaglia, sarà soprattutto in loro onore. Noi sopravvissuti leggeremo un elogio che faccia capire quanto importanti siano stati per noi coloro che diedero la vita per salvare l’Universo.
Tra gli ospiti speciali, voglio ricordare due miei carissimi amici e compagni di guerra.
Il primo è Hodras, che sicuramente tutti conoscerete: sebbene fosse cieco, combattè al mio fianco senza mai tirarsi indietro, dimostrando un enorme coraggio. Le sue figlie, Custodi dell’Yggdrasil, ci hanno onorati anche oggi della loro presenza.
Un applauso scoppiò nella sala, mentre le Norne fissavano i presenti con aria lusingata.
Odino riprese il suo discorso: - Il secondo ospite speciale, è Freyr, Re della terra di Alfheimr che ottenne come premio per il suo valore.
Udii Fandral mormorare sorpreso: - Re Freyr…- abbozzò un sorriso, abbassando lo sguardo – Era amico di mio padre…
Sybilla lo fissò con tenerezza.
Gettai un rapido sguardo al resto dei partecipanti, perdendomi un pezzo del discorso di mio padre.
Loki mi toccò una mano con un sorriso, mentre mi faceva cenno di ascoltare.
Odino annunciò felice: - Oltre a farci l’onore di partecipare alla cerimonia, Re Freyr porterà con sé il suo valorosissimo figlio Odhr, che ha già avuto modo di dimostrare le doti guerriere ed il coraggio ereditati suo padre. Sono certo che saremo tutti entusiasti di conoscerlo e vorrei molto che voi, figli miei, lo prendiate come esempio quando vi allenate. Credetemi, da quello che ho sentito, il principe Odhr è un guerriero formidabile, oltre che una persona di animo nobile e di buon cuore.
Ci terrei molto che lo conosciate, non ve ne pentireste davvero.
Vidi Thor sbuffare con aria di superiorità, ma Odino lo ignorò, volgendo lo sguardo all’improvviso verso di me: - Soprattutto tu, Freya, figlia mia.
Il suo tono era dolce e la sua espressione incoraggiante.
Tuttavia, avvertii lo stesso un brivido lungo la schiena.
 
***
Angolo dell’Autrice: Ecco qua il nuovo capitolo.
Mi scuso per il ritardo, ultimamente ho parecchie storie in sospeso.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, cercherò di aggiornare più in fretta.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio :)
 
  
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