Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Segui la storia  |       
Autore: SHUN DI ANDROMEDA    29/12/2012    3 recensioni
[Human!BoxHeiki!AU]
“Gokudera e Uri sono uguali.” notò Takeshi, tenendo in braccio Kojiro: “Hanno lo stesso carattere!”.
“Taci, yakyuu-baka! E tu, bastardo, aspetta!” sbottò l'argenteo, schizzandogli alle calcagna.
Si sentirono le loro grida anche a parecchi metri di distanza.
“Scusaci, Tsuna-dono, scusaci tanto... Non siamo abituati a questa situazione e forse ci siamo fatti prendere dall'entusiasmo. Non è un comportamento da adulti, lo ammetto...” bofonchiò imbarazzato il rosso, ma subito il Cielo scosse la testa: “Davvero, va tutto bene.” lo rassicurò il bruno, afferrandolo per il polso e trascinandolo verso la scuola.
“Siete sempre voi, non è cambiato nulla.”.
Cosa succederebbe se le Vongola Gear diventassero improvvisamente umane? E perchè? Le avventure di Natsu, Uri e degli altri nel mondo degli umani al fianco della Decima Generazione.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Box Human Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

BOX HUMAN

CAPITOLO 7

TRA KOKUYO E NAMIMORI

Roll sorrise appena, un poco intimorito, non appena Ken comparve nel suo campo visivo, sentì il Guardiano della Nuvola al suo fianco irrigidirsi e sperò con tutto il cuore che Chikusa si sbrigasse ad arrivare.

Il ragazzo con la divisa sporca di cioccolato davanti a lui si avvicinò al pacco che teneva stretto tra le mani e cominciò ad annusarlo freneticamente: “Cioccolato!” esclamò con entusiasmo quasi animale.

Ken, datti una calmata. Non si accolgono così degli ospiti.”

Chikusa, arrivato in quel momento, afferrò il compagno per il colletto, tirandolo via e facendo spazio sia a Roll che ad Hibari, che venne guardato in cagnesco da un Ken visibilmente a disagio e nervoso per la sua presenza.

Venite. Chrome e Mukuro-sama vi stanno aspettando.” tra i due, Kakimoto era senza dubbio il più educato ed ospitale, malgrado il tono monocorde, e su questo Roll non aveva il minimo dubbio.

Si era sempre chiesto come Chrome-neesan potesse sopportare Joshima, evidentemente c'erano cose che lui, non essendo umano, non poteva capire...

Seguendo il sentiero tra gli alberi, all'ombra della piccola foresta, il variegato quartetto si muoveva in silenzio, con il prefetto che non aveva mollato un secondo il fianco della propria Box, che d'altra parte era troppo tesa per accorgersi di qualunque cosa.

Non vedeva l'ora di incontrare Mukurou e si riscosse dai propri pensieri solo quando l'aria calda dell'esterno non venne sostituita dal fresco dell'interno e la luce del sole scomparve nella penombra dell'ingresso dell'edificio principale che componeva il complesso in disuso.

Alzato lo sguardo, rassicurò con un gesto Kyoya, poi si guardò attorno con attenzione e aspettativa.

Fu quando una pioggia delicata ed improvvisa di petali di rosa di svariati colori prese a cadergli sulla testa, e due braccia gli strinsero la vita che finalmente si tranquillizzò.

Benvenuto a Kokuyo, mon amour...” sussurrò Mukurou al suo orecchio.

Ora finalmente Roll poteva distinguerne il volto tra i petali ma fu quando realizzò la foggia dell'abito che indossava, soprattutto quando realizzò che la giacca blu elettrico, era decorata da spalline fatte di fronzoli dorati e da altri particolari inconfondibili, come gli orli delle maniche di pizzo, che per poco non scoppiò a ridere.

Qualcosa da ridire sul mio abbigliamento, cherì?”

Roll s'affrettò a scuotere la testa, ridacchiando tra sé e sé mentre la presa dell'altro sui suoi fianchi si faceva più possessiva: “Solo sul pessimo accento francese che hai... Devo dire che lo stile Daemon Spade ti si addice...” sussurrò il piccoletto, mettendosi sulle punte per sfiorargli le labbra.

Il bacio che Mukurou ricambiò fu senza dubbio più profondo ed intenso, ma finì troppo presto: “Lasciami accogliere Hibari-sama, prima, poi sarò tutto tuo...” mormorò all'orecchio di Roll, sciogliendo l'abbraccio e al contempo l'illusione.

L'espressione livida di Hibari faceva il paio con quella, a metà tra il curioso e il disgustato, di Joshima.

Ken, devi ringraziarmi. Se Chrome-sama restasse turbata dai versi mugolanti che fai ogni notte con Chikusa, Mukuro-sama se la prenderebbe senza alcun dubbio con te. Ogni notte uso le Fiamme della Nebbia per isolarla e proteggerla ma se, disgraziatamente, stanotte me ne dimenticassi?”

Un istante dopo, Ken era sparito, portandosi via Chikusa.

Compiaciuto, Mukurou prese Roll per mano e si avvicinò a Hibari, che teneva i tonfa in posizione di guardia, inchinandosi rispettosamente davanti a lui: “Benvenuto a Kokuyo, Hibari-sama. I miei padroni vi stavano aspettando.” disse ospitale, anche se c'era qualcosa, in quel sorriso, che non convinceva fino in fondo il prefetto, malgrado le ottime maniere.

Solo l'idea di essere in un posto del genere gli faceva ribollire il sangue, ma non voleva al contempo deludere Roll.

Così, abbassando appena la testa in segno di riconoscenza e saluto, mosse un passo in avanti, spingendo la Box della Nebbia, che non aveva ancora mollato la presa su quella della Nuvola, a incamminarsi lungo il corridoio poco illuminato.

Hibari ricordava a malapena la propria prima visita in quel posto, ricordava unicamente la rabbia per la sconfitta e il dolore delle ferite, e l'immenso desiderio di ridurre Mukuro Rokudo in pezzettini talmente minuscoli che neppure un microscopio elettronico sarebbe stato in grado di identificarli, e quel desiderio si faceva sempre più prepotente a mano a mano che, lo sentiva, si stavano avvicinando al sancta sanctorum del Guardiano della Nebbia.

Scostata una tenda nell'oscurità, Mukurou fece cenno ad Hibari di precederli.

Non appena messo piede all'interno della stanza che la tenda in questione celava, la sensazione che qualcosa di umido e viscido gli sfiorasse il collo lo fece sobbalzare e balzare all'indietro con un'acrobazia degna di un atleta, mentre una risata irritante eppur familiare riecheggiò in tutto l'ambiente, giungendo fino al soffitto.

Nervoso, Hibari Kyoya?” chiese Mukuro, comparso, con un sorriso appena accennato, tra le pieghe del buio assieme a Chrome: “E' solo un pranzo in famiglia, metti via quei tonfa.” disse lui, avvicinandosi pericolosamente al prefetto.

Mukuro-sama, sono ospiti...” pigolò timidamente Chrome, sistemandosi la gonna pulita e sorridendo affettuosamente all'indirizzo di Roll, che le aveva consegnato il pacco di dolci.

Mia dolce Chrome, Mukurou-kun e Roll-kun sono fidanzati, il che rende Kyoya-kun quasi un parente per noi.” decretò la Nebbia, andandosi ad accomodare davanti alla tavola apparecchiata proprio davanti alle finestre.

Di rimando, le due Box andarono a sedersi sul divano mezzo sfondato, lasciando Hibari in piedi in mezzo alla stanza, indeciso sulla mossa da fare.

K-kumo-san, il suo posto è quello vicino a Mukuro-sama...” istruì lei prima di uscire dalla stanza.

§§§

Sawada-kun, possiamo parlarti un momento?”

Sentirsi placcare all'uscita dell'aula professori non era proprio quello che Tsuna desiderava accadesse in quel giorno, in quel momento, mentre cercava di raggiungere il tetto con la borsa del bento a tracolla per riunirsi ad Hayato e agli altri.

Cercando di dissimulare la propria impazienza, si voltò, mantenendo un'espressione affabile sul volto e rivolgendosi alle cinque ragazze che aveva davanti.

Non ricordava neppure i loro nomi, difficile ricordarseli dopo tre anni in cui si erano salutati sì e no due volte.

Kizu-san, sono un po' di fretta...” cercò di dire lui, accorgendosi solo in un secondo momento dei loro visi rabbuiati: “E' successo qualcosa?” chiese subito, mettendosi sul chi vive.

Loro si scambiarono un'occhiata d'intesa, per poi avvicinarsi pericolosamente a lui: “Tu lo sai chi è la ragazza che si vede con Gokudera-kun, vero?” incalzò quella più bassa del gruppo.

Diccelo, ti prego...” un'altra sembrava stesse singhiozzando.

Vogliamo saperlo.”

Un po' a disagio, Tsuna abbassò lo sguardo, cercando nello stesso momento di non farsi prendere dal panico: “E perchè pensate che lo sappia io?” domandò.

Perchè tu e Gokudera-kun siete amici, sicuramente ti avrà detto qualcosa... Vogliamo vederla in faccia.” Kizu-san, quella che lo aveva fermato, gli afferrò la manica della divisa: “Non siamo convinte che sia una persona adatta a Gokudera-kun.”

La fatica che Tsuna stava facendo nel tentativo di mantenere il controllo sui propri nervi era immensa e ammirevole, pur nella sua inutilità.

Era sempre stato un ragazzo tranquillo, zimbello della scuola, sì, imbranato e incapace, ma tranquillo, alla mercè dei peggio bulli, ma non si era mai lamentato.

Ma in quel momento, ora che finalmente sembrava che la sua vita avesse preso una piega corretta, sentiva di non essere più in grado di sopportare oltre.

Se anche gli avrebbe causato problemi, l'idea di dire loro che era lui la persona di cui Hayato era innamorato, ricambiato, non lo spaventava affatto.

Io e Gokudera-kun...!”

Juudaime! Che succede?!”

Sawada non ebbe neppure il tempo di voltarsi, né di finire la frase, che già le cinque ragazze si erano gettate sull'argenteo in arrivo, facendo crocchio attorno a lui come mosche sul miele.

Gokudera-kun! Chi è la tua ragazza?!”

Sei sicuro della tua scelta?!”

Noi vogliamo che tu sia felice! Non innamorarti!”

Ma la Tempesta non si scompose, si fece strada tra loro e raggiunse Tsuna, che era scivolato a terra: “Tutto bene, Juudaime?” chiese, tirandolo su con delicatezza e controllando che il bento fosse intatto: “Quando Sasagawa è salita da sola, ci siamo preoccupati.” disse lui, sfiorandogli la mano come a volerlo rassicurare.

Tsuna gli sorrise felice: “Tutto a posto, davvero.”

Cosa volete dal Juudaime?!” chiese Gokudera, incrociando le braccia al petto e fulminando le compagne di classe con lo sguardo: “Sbrigatevi, non ho tutta la giornata!”

Visto che voi due siete amici, ci chiedevamo se poteva dirci qualcosa riguardo alla ragazza con cui ti vedevi.” azzardò Kizu.

E chi vi dice che sia una ragazza?”

Stupefatte dalle sue parole, le cinque restarono a bocca aperta mentre le labbra di Hayato andarono a ghermire quelle del Decimo.

Avvicinatevi al Juudaime e ve la farò vedere io.” concluse, afferrando la mano del bruno e tirandolo via lungo il corridoio.

Sicuro che vada tutto bene?” si preoccupò l'italiano, aprendo bocca per la prima volta mentre salivano le scale che portavano al tetto.

Sawada annuì, aumentando la presa sulla sua mano: “Sì, mi hanno solo preso alla sprovvista, tutto qui.”

Quelle pettegole impiccione...” bofonchiò l'altro, aprendo la porta e facendolo passare per primo: “Se solo fossi rimasto ad aspettarti...”

Ma Tsuna scosse la testa: “Ho acconsentito io ad aiutare la professoressa a riportare in aula-professori i compiti, e poi tu dovevi nutrire Uri.”

Hayato sospirò, cingendogli la vita con un braccio e posando le labbra sulla tempia del bruno.

Haya-chan, non molestare Juudaime-sama sul tetto!”

La voce in falsetto di Uri fece arrossire violentemente Tsuna, che si divincolò bruscamente dalla presa dell'argenteo sul suo corpo, scatenando le risate generali nel momento in cui cadde in ginocchio perchè privo di supporto.

Ci furono altre risate violente poi una mano tesa davanti a lui gli strappò un sorriso mentre Takeshi lo aiutava a rialzarsi: “Non appena Hayato smetterà di rincorrere Uri, potremo mangiare.” disse, guidandolo fino al gruppo riunito nel solito angolo.

Sveltamente, Natsu si rannicchiò con la testa in grembo al proprio padrone.

Era non poco debole, si vedeva chiaramente.

Scusa il ritardo...” mormorò Sawada, sfiorandogli la fronte con le dita mentre indossava l'Anello e lo infiammava.

Con sguardo riconoscente e coi capelli a coprirgli in parte gli occhi, Natsu finalmente potè riprendere le forze.

Una volta conclusosi il processo, Tsuna riaprì gli occhi che non si era neppure accorto di aver chiuso e aiutò Natsu a mettersi seduto: “Se stavi così male, potevi venirmi a cercare prima...” il tono preoccupato del Decimo fece abbassare lo sguardo all'altro, visibilmente in imbarazzo.

Ora sto bene, davvero...” cercò di mostrarsi il più possibile tranquillo e allegro, ma con scarsi risultati: era ancora molto pallido.

Sicuro? Non vuoi andare a stenderti un po' in infermeria?” chiese Kyoko preoccupata. Dalla sua postazione accanto a Jirou aveva una visione molto chiara d'insieme.

Ci penso io a lui...” esclamò all'improvviso Uri, li aveva raggiunti con un balzo, distanziando di non poco il proprio padrone per accogliere Natsu tra le braccia.

Sul volto, dai tratti quasi felini, non aveva più quell'aria giocosa e strafottente, ma piuttosto sembrava incredibilmente preoccupato mentre il Leone dei Cieli gli si sdraiava addosso.

No, Kyoko-nee, ma grazie...” disse l'interessato, stringendo tra le dita un lembo della divisa del Gatto Tempesta mentre una manina piccina andava ad accarezzare la guancia della ragazza che, voltatasi, si trovò a ricambiare il disarmante sorriso di Kojiro: “Uri-niichan sembra cattivo ma in realtà vuole molto bene a Natsu-niichan.” disse lui, “Lascia fare a lui, Kyoko-nee.”

Alla ragazza faceva piacere che le Box la chiamassero così, la rendeva orgogliosa, parte integrante di quell'assurda Famiglia in cui si era ritrovata all'improvviso coinvolta. E, cosa più importante, la faceva sentire amata, desiderata, non solo perchè era la idol della scuola, la ragazza più carina...

Ma perchè veniva rispettata per quello che era, protetta – Ricordava fin troppo bene i giorni trascorsi nel Futuro, quando aveva scoperto cosa davvero si celava dietro le scuse, le bugie, che il fratello e i suoi amici le propinavano – ma anche coinvolta, se necessario.

E lei amava tutti quelli che componevano quella Famiglia con tutta sé stessa.

Fu il cigolio improvviso della porta che conduceva al tetto a far sobbalzare tutti, che interruppero le loro chiacchiere e i loro discorsi – Hayato andò a sedersi accanto a Tsuna come a volerlo proteggere mentre Garyuu, con espressione stranamente combattiva, raccoglieva i guanti abbandonati in un angolo e Jirou raccattava il fratellino.

Un cespuglio disordinato di ciuffi rossi come le fiamme, che circondavano un volto tutto graffiato e incerottato, fece timidamente capolino: “Tsuna-kun, ragazzi... Siete qui?”

Enma!” esclamò il Decimo dei Vongola con entusiasmo, correndo ad abbracciare l'amico: “Sei uscito dall'ospedale, finalmente!”

Imbarazzato, il Boss degli Shimon sorrise, ricambiando l'abbraccio dell'amico: “Sì, sono ancora un po' dolorante, ma mi hanno dimesso stamane. E volevo salutarvi.”

Senza aggiungere altro, Tsuna lo scortò fino al gruppo vociante: “Ragazzi, Enma-kun è uscito dall'ospedale!” annunciò con orgoglio: “Sta bene! Può tornare a scuola!”

La notizia venne accolta con un certo grado di allegria ed entusiasmo da tutti, che fecero un po' di posto per far sedere Kozato tra loro: “Tieni, ce n'è per tutti!” disse Takeshi, facendo passare fino a lui il contenitore con il sushi.

Enma ringraziò sommessamente, afferrandone con delicatezza un pezzo.

Siamo contenti all'estremo che tu sia tornato!” gridò Ryohei, intromettendosi tra il nuovo arrivato e la sorella: “Aoba dov'è?!” domandò con un certo grado di urgenza nella voce.

Koyo e gli altri sono stati trattenuti un po' di più per accertamenti... Dovrebbero uscire oggi pomeriggio...”

Possiamo accompagnarti a prenderli, che ne dici?” si offrì Jirou con espressione affabile, incontrando subito il favore del Guardiano della Pioggia: “Hai ragione, e magari possiamo anche aiutarti, che so, a sistemare casa. Dopo tanti giorni, avrà bisogno di una sistemata.”

Gyuudon, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, annuì: “Lambo è amico di Raouji, Raouji è amico di Lambo... Voglio aiutarlo...” ammise la Box con una luce affettuosa negli occhi verdi.

Allora è deciso, mi pare. E visto che Hibari-sama non c'è, nessuno ci vieta di svignarcela alla chetichella subito dopo pranzo.” sogghignò Uri.

Speriamo che stia andando tutto bene per Roll...” gemette Natsu.

Enma non sapeva cosa dire, era imbarazzato, ma anche felice di quella situazione: “G-Grazie...” balbettò lui, tormentandosi le mani.

Siamo amici, no?” sorrise Tsuna.

Lo siamo all'estremo!” gridò Garyuu.

Allora, facciamo un piano d'azione.” disse Kyoko, tirando fuori di tasca un blocchetto e una penna: “Prima, dovremmo passare al quartiere commerciale a fare un po' di acquisti, poi andremo a casa vostra... A che ora dovrebbero dimetterli, più o meno?” s'informò lei.

Mi hanno detto di passare per le cinque...”

Abbiamo tutto il tempo che ci serve allora. Jirou, Garyuu-nii, ci pensate voi a raccogliere le vostre cose? Noi intanto scendiamo a prendere le nostre.”

Lascia fare a noi, Kyoko-chan!” strillò la Box del Sole, saltando in piedi.

Vengo anche io!” gridò Kojiro, saltando in spalla al fratello.

Quando sparirono, l'espressione di Enma era di puro stupore.

Perchè hanno i nomi delle vostre Box...?” chiese lui con gli occhi sgranati: “Non li ho mai visti a scuola...” fece notare debolmente.

Tra i Vongola, serpeggiarono delle occhiate preoccupate e incerte sul da farsi.

Perchè noi siamo le Box... Enma-kun.”

Natsu, tiratosi su dal grembo di Uri, gli si avvicinò impacciato: “Noi siamo le Box della Decima Generazione Vongola, ci siamo ritrovati all'improvviso trasformati in esseri umani e adesso frequentiamo qui.” concluse per lui Uri.

Per parecchi minuti, Shimon Decimo restò senza parole.

Poi si allungò ad accarezzare i capelli del Leone dei Cieli, riconoscendone il tepore: “Spero che non sia stato nulla di doloroso.” disse solo con un sorriso.

§§§

Erano quasi le sei di sera quando, lasciati gli Shimon sulla porta di casa loro, e assicuratisi che non gli mancasse nulla, l'esausto gruppo dei Vongola riprese la via del ritorno.

Separatisi al solito incrocio con pochi e calorosi saluti, la strada deserta che conduceva a casa Sawada vedeva unicamente Hayato e Tsuna, assieme a un Gyuudon muto come un pesce che stava alle loro spalle, che si tenevano per mano camminando a passo lento.

Era stato un pomeriggio movimentato, lungo, e soprattutto sfiancante.

Sfuggiti da scuola per un pelo, si erano sparsi per il quartiere commerciale per acquistare generi di prima necessità il più in fretta possibile e ottimizzare i tempi, di modo che, una volta cucinato e sistemato casa, ci fosse ancora tempo per correre all'ospedale e prendere in custodia i compagni di Enma.

Tra loro, l'unica che sembrava ancora conciata peggio, al punto da trovarsi sulla sedia a rotelle, era Shitopi-chan.



E voi cosa ci fate qui?” chiese Adel, sulla difensiva una volta trovatasi davanti Tsuna e gli altri.

Siamo venuti a prendervi.” replicò questi con semplicità, chinandosi a sistemare meglio la coperta sulle gambe della ragazza convalescente: “Enma-kun ci ha detto che sareste stati dimessi oggi, quindi... Eccoci qui.” disse Kyoko, facendosi avanti: “Il mio nome è Sasagawa Kyoko, sono la sorella di Ryohei. Piacere di conoscervi. Enma-kun è in classe con me e Tsuna-kun.”

Adel ricordava vagamente quella ragazza tranquilla e gentile ma non sapeva cosa risponderle.

Non c'è bisogno di dire nulla ALL'ESTREMO!” gridò Ryohei, prendendo con cautela Koyo sottobraccio: “Ci pensiamo noi a voi.” lo spalleggiò Garyuu.

Gli Shimon non capivano, erano confusi.

Non c'è nulla di cui preoccuparsi, siamo qui perchè vogliamo esserlo, perchè siamo amici.” Yamamoto sapeva che Tsuna aveva ragione, e lui la pensava esattamente così mentre aiutava Kaoru a muovere qualche passo: “Forza, andiamo a casa.”

E così, con tutte le barriere abbattute dalla gentilezza e dal perdono, le due Famiglie si erano incamminate, unite e mischiate, lungo la strada al tramonto.



Sono convinto che il futuro ci vedrà ancora più uniti.” disse all'improvviso Sawada, aumentando la stretta sulla mano dell'argenteo: “Non ci sono più segreti. Tutto andrà bene.”

Hayato annuì, sulla spalla aveva la propria cartella e quella di Tsuna , che dondolava sbattendo sulla sua spalla: “Devo ammettere che è stata proprio una bella idea.” aggiunse lui.

Qualcuno doveva interrompere quel ciclo di violenza.” fece notare con semplicità il bruno, poggiandosi contro di lui: “E toccava a noi tendere la mano. Dopotutto, quel che è successo... E' stata colpa dei Vongola.”

Di Daemon Spade.” precisò Hayato con tono severo, fermandosi in mezzo alla via: “Juudaime... Tutta la faccenda della Successione è stata un disastro, Yamamoto ha rischiato di rimetterci le penne, tutti noi abbiamo rischiato grosso, ma non è stata colpa di nessuno, tranne di Daemon Spade. Se di colpa si può parlare...”

Tsuna deglutì ma non disse nulla mentre il volto di Gokudera si avvicinava pericolosamente al suo.

E' giusto voler mettere una pezza a questa storia, ma non si può parlare di colpa... da nessuna delle due parti.”

D'accordo...” concluse Sawada con un sospiro e un sorriso tremulo: “Forse hai ragione tu... E' che, a volte, continuo a pensare al perchè... Enma e gli altri sono rimasti soli, non hanno più nessuno al mondo...”

Non c'è mai un perchè alla violenza, DameTsuna.” Gyuudon si era fermato a propria volta e li osservava con aria cupa: “A farne le spese sono sempre i bambini, quelli che non possono difendersi...”

Ha ragione, Juudaime. E poi, Kozato e gli altri sono assieme, qualcosa succederà.”

E hanno anche noi...” aggiunse in un sussurro speranzoso il Decimo, guardando alternativamente entrambi: “Vero?”

Credo che sia un po' tardi per tirarsi indietro.” replicò la Box del Fulmine, tenendo stretto tra le dita il pupazzetto che Raouji gli aveva dato da recapitare a Lambo.

Istintivamente, Tsuna si gettò tra le braccia di Hayato, che riuscì ad afferrarlo appena in tempo prima che cadesse a terra, e ricambiò l'abbraccio, cadendo in ginocchio sull'asfalto, incurante del fatto che potessero vederli.

In silenzio, il loro compagno di viaggio si allontanò, lasciandoli soli mentre un singhiozzo sommesso andava a morire sulla spalla dell'italiano.

Era stato tutto fin troppo pesante, fin troppo doloroso, ed era ovvio che, prima o poi, Tsuna sarebbe crollato.

Se lo aspettavano, tutti, in verità.

Ne avevano parlato a lungo, in quei seppur rari momenti di riservatezza: intuivano, pur non sapendolo con certezza, che l'aggressione a Takeshi, il tradimento di Enma, la notizia – infondata – che Iemitsu Sawada era l'assassino degli Shimon, dovevano avere avuto un effetto non poco devastante sul Cielo, e quello era il risultato.

Ma Gokudera era pronto ad una eventualità del genere, e la nuova natura del legame che li univa gli dava ulteriore forza nell'asciugarne le lacrime con un lembo della manica così come nel rassicurarlo con poche parole sussurrate all'orecchio.

Quando finalmente il bruno si riprese, alzato lo sguardo, si trovò davanti un fazzoletto immacolato: “Asciugati gli occhi, poi andiamo. Ti accompagno a casa.”

Tsuna eseguì e, quando ebbe concluso, si aiutò con il braccio di Hayato per rimettersi in piedi: “P-posso chiederti una cosa?” domandò.

Certo, Juudaime.”

Potresti chiamarmi per nome...?” teneva lo sguardo basso, con le guance color rosso acceso: “S-Se davvero... non c'è ragione p-per continuare a chiamarmi... P-Preferisco T-Tsuna... Hayato.”

Juudaime, ti ho sempre chiamato così per rispetto che meriti come Boss della Famiglia Vongola...”

Però...!”

Però ora è diverso, Tsuna... Sono cambiate tante cose. Siamo cambiati noi e...”

Oh, Tsu-kun, Gokudera-kun! Che ci fate qui fuori?”

La voce di Nana Sawada li fece sobbalzare e staccare all'istante mentre la donna li raggiungeva a passo svelto: “Tsu-kun, dovresti far entrare a casa i tuoi amici, non lasciarli fuori!” esclamò lei, “Forza, venite!”

Imbarazzati, i due ragazzi non fiatarono e seguirono la donna fino al cancello di casa, che varcarono senza quasi guardarsi negli occhi.

Gokudera-kun, resti a cena, vero?” chiese lei con entusiasmo e un poco di preoccupazione nell'esaminare con occhio materno l'argenteo: “Sembri dimagrito...”

Okaa-sama, io...”

Tutti mi chiamano “Mama”, chiamami così anche te. Andate di sopra, vi porterò qualcosa più tardi.” disse lei con affetto palpabile nella voce.

Qualche secondo dopo, si ritrovarono nella stanza di Tsuna, da soli, con solo le voci dei bambini provenire dal giardino sul retro a rompere quello strano silenzio che era caduto tra loro.

Era innegabile il fatto che il bruno fosse innamorato perso di Hayato, ma...

Era pure innegabile il fatto che avesse dato il proprio primo bacio solo quella mattina stessa e che la propria dimestichezza in faccende del genere fosse pari a zero.

Tsuna... Vieni qui...”

Imbarazzato, egli obbedì, andandosi ad accomodare tra le braccia spalancate dell'argenteo, che stava seduto con la schiena contro il bordo del letto sul pavimento: era piacevole il contatto fisico che stavano sperimentando, piacevole e rilassante.

Vorrei che tu sappia una cosa...” la voce di Hayato gli accarezzava le orecchie: “Ascoltami con attenzione.”

Il bruno annuì, affossando il viso nell'incavo del collo del compagno.

Qualunque cosa accadrà, qualunque scelta faremo, ricorda che è anche tua la decisione... Se hai paura... Dimmelo... Se non ti senti pronto...”

Era incredibile come quegli occhi verdi riuscissero a leggergli dentro e a farlo sentire così...

Amato.

Io non ho paura... Sarebbe stupido avere paura di questo, Hayato... Non dopo quello che abbiamo vissuto. Non posso avere paura dell'amore. E' solo che non so cosa fare... Non so come muovermi, non so...”

Ti fidi di me, Tsuna?”

Sì.”

Allora lascia fare a me...”

Era una situazione irreale quella in cui Tsuna si era ritrovato coinvolto: dopo essere stato rapidamente spogliato, si era ritrovato poggiato contro il petto caldo di Hayato e si sentiva come un neonato stretto tra le braccia della madre, anche se il suo cuore era consapevole che il rapporto che c’era tra loro era quanto di più diverso potesse esistere, anime gemelle uniche e affiatate, e anche se il senso di protezione che provava poteva essere simile, il fuoco che gli infiammava il sangue e le vene era qualcosa di totalmente sconvolgente, mai provato.

Le mani della Tempesta scivolarono sul suo viso, accarezzandogli le guance arrossate e facendogli alzare lo sguardo: i loro occhi s’incrociarono, lucidi e pieni di quell’amore che neppure la Morte cui avevano assistito era riuscita a cancellare.

Nascosti in quella piccola stanza potevano amarsi senza alcun timore né della morte né di qualunque altra cosa che potesse minare la loro serenità.

Le labbra fresche dell'italiano si poggiarono sulla pelle del coetaneo, esattamente all’angolo della bocca mentre le dita andavano a sfiorare gli ultimi e radi ciuffi castani sulla nuca fino a scivolare nel cespuglio di rovi che popolava la testa di Sawada, disordinati e spettinati come al solito.

Tsuna tremò, si sentiva la bocca impastata e la gola secca, eppure non avrebbe potuto rinunciare a quelle emozioni; il suo corpo si mosse senza un suo comando, strusciandosi senza controllo contro il busto sudato di Gokudera, che rise piano, cingendogli i fianchi con le gambe: “Lascia fare a me…” gli mormorò.
Lo baciò sulla spalla e di nuovo il Cielo ebbe un fremito, sentiva un gran calore all’altezza del basso ventre e desiderava irrefrenabilmente  di stringersi a quel corpo che bramava quanto l’aria che respirava, senza più staccarsi.

Aveva rinnegato troppo a lungo ciò che veramente voleva e non se lo sarebbe più fatto sfuggire; un gemito gli sfuggì dalle labbra semichiuse con un sospiro, mentre la sua mano andava a stringere quella di Hayato con forza. Il ragazzo si fermò un istante e ricambiò la stretta: “Non me ne andrò, se è questo che temi.” Lo rassicurò, baciandolo sulle labbra sottili.

La lingua di Gokudera gli lambì i contorni della bocca, scivolando dolcemente all’interno, senza fretta; dopo il primo momento di impasse, Tsuna rispose al bacio, lasciandosi avviluppare da quell’insolita, ma inebriante, sensazione di intrusione. Si staccarono un attimo, coi respiri affannosi e i cuori che battevano all’impazzata, con tale forza che sembravano voler uscire dal petto dei due ragazzi che godevano del reciproco contatto e del reciproco amore che li legava stretti stretti.

E il tempo sembrava essersi fermato per loro.

Tsuna giocherellò coi capelli del ragazzo davanti a sè: si sentiva bene, senza dubbio, ma c’era ancora qualcosa che sentiva mancargli terribilmente.

Strani flash gli annebbiarono la mente, il sangue rifluì più velocemente da ogni parte e si sentiva più accaldato che mai, come una febbre che non gli dava tregua; e gli sfuggì un grido: non se n’era accorto ma una mano del'altro era scesa sul suo petto, e aveva preso a giocherellare con le piccole e sensibili escrescenze carnose.

I sospiri di poco prima divennero veri e propri ansimi, i gemiti si fecero più forti mentre il bruno, in totale balia di quelle mani, non riusciva a tenere gli occhi aperti, il suo corpo era totalmente fuori controllo, i movimenti si fecero inconsulti e incontrollati. Il giovane si sentì distendere supino sul pavimento, le gambe gli tremavano e così anche le mani; si sentiva avvampare, tanto che dovette nascondere il viso tra le dita, che imbarazzo…

Hayato lo baciò sul petto, delineando con la lingua cerchi e forme bizzarre su tutta la pelle abbronzata dell’adolescente: passò sui fianchi, sulle anche e in vita, e poi giù, sempre più giù sino all’interno coscia; Tsuna si lasciò scappare un gemito appena soffocato mentre l’amante dolcemente gli lambiva ogni sensibilissimo centimetro di pelle con delicati morsetti, che ebbero come unico, e certo desiderato, effetto quello di far reagire positivamente il corpo del giovanissimo.

Che non tardò a mostrare i segni di quella insolita battaglia.

Il bruno era ancora disteso a terra, le gambe tenute lunghe, dalla sua bocca ancora si udiva il respiro affannoso mentre la sua mente era totalmente ottenebrata: diavolo!

Il Guardiano della Tempesta gli scostò dolcemente le mani, il viso dell’altro era rosso per l’imbarazzo e gli occhi sembravano quasi lucidi, tanto splendevano: piano, poggiò le labbra su quelle dell’altro, avviluppandole in un bacio lungo, senza fretta, e pieno di tutto l’amore che provava per lui.

Gli sfiorò con la punta della lingua i denti, e riuscì infine a intrufolarsi, accarezzandogli la morbida guancia interna, ma senza staccare un momento la presa dai fianchi del bruno, e anzi, aumentando la stretta; fece scivolare le proprie braccia sotto la sua schiena e, senza interrompere il contatto delle loro bocche, lo avvicinò a sé, lasciando che ogni singolo centimetro dei loro corpi potesse sfiorarsi e appiccicarsi a quello dell’altro.

Ma la sorpresa dell'italiano crebbe quando sentì chiaramente le mani di Tsuna percorrergli la schiena, pur se timidamente.

Hayato si mosse appena, riuscendo a vederlo finalmente in viso e il sorriso che gli rivolse per poco non lo fece sciogliere.

Prendendolo in braccio, lo depositò sul letto, sdraiandosi accanto a lui.

§§§

Giuro che se scopro che c'entrate pure voi con questo scherzo di merda, vi accoppo tutti, dal primo all'ultimo!”

Alzatosi dalle rovine di una villa immersa nella profondità dei boschi italiani illuminati dalla luce dell'alba, quello che pareva un ragazzo appena ventenne, dai lunghi capelli grigi come il metallo, gridò tutto il suo disappunto lanciando pezzi di calcinacci sporchi di sangue all'indirizzo di quelli che sembravano all'apparenza altri superstiti.

Superstiti che, in origine, di umano non avevano assolutamente nulla.

Neppure l'aspetto.

Alo, taci o ti accoppo io.” brontolò un'altra figura, dai corti capelli neri, striati di bianco.

Bester, cazzo! Siamo umani, se non te ne fossi reso conto! E siamo nudi come vermi! E possiamo parlare... E... Hai una vaga idea del casino che scoppierà adesso?!”

So solo che, nudo così, non sei poi così male.”

Smettetela voi due, e ringraziate che non ho più gli zoccoli, sennò vi avrei già calpestato a dovere!”

Scuderia, tappati la bocca o te la tappo io in altre maniere.”

Kuuuuu, ci sono due signorine qui presenti, siate educati.”

Livya è l'unica signorina qui, tu sei pene-munito come noi, Pavone dei miei stivali!”

Che rude linguaggio il tuo.”

Delfino, taci o veramente accoppo pure te.”

Il mio nome è Alfin!”

NOTE DEL LEMURE:

Alfin ce l'ho fatta pure a concludere il capitolo qui presente!

Con tanta fatica, davvero... E spero di aver mantenuto le vostre aspettative...

Buon anno, buon Natale in ritardo e tanti auguri per tutto! E un grazie infinito alla mia beta _Kurai_, santa subito!

Shun/Charlie

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: SHUN DI ANDROMEDA