Oscurità. Nessuna stella, nemmeno uno squarcio di mezzaluna. Niente. Solo oscurità.
Ginny Weasley si guardò intorno, e nel buio le parve di vedere il brillio di una lama squarciare il silenzio con un sibilo inquietante.
Un grido. Una risata, agghiacciante.
“Nooooo!”
Ginny.
Aprii gli occhi, madida di sudore, con la camicia da notte di cotone appiccicata alla pelle.
Mi misi a sedere sul letto, il volto rischiarato dalla luna e dalle poche stelle.
“E’ stato solo un sogno…” pensai, stringendomi nelle spalle, e stendendomi di nuovo sul morbido cuscino di piume.
Guardai la sveglia, e mi accorsi che erano le due di notte.
“Oggi è il primo settembre” pensai con una punta di sorpresa. “Queste vacanze sono volate come un soffio di vento”.
Da quando sono così
poetica?
“Domani è il primo giorno di scuola” dissi, e spaventati dal suono della mia voce due uccellini notturni che si erano posati sul davanzale volarono via in un turbine di colori.
“Stesse lezioni, stesse persone…” pensai, mettendomi le mani dietro la testa e fissando il soffitto. “Chissà se ci saranno novità… non so… è meglio dormire, ma… mi chiedo cosa significhi quel sogno…”.
Le immagini della lama che fendeva l’oscurità e che colpiva qualcuno erano ancora così vive…
“E sembravano così reali…”.
Chiusi gli occhi, pensando all’indomani, e in poco tempo sprofondai in un sonno profondo e senza sogni.
Primo Settembre,
stazione King’s Cross, ore 10.40.
Mi guardai intorno, e il mio sguardo vagava da una persona all’altra. Teste bionde, nere, rosse, more… un turbinio di colori.
Mi sentì toccare la spalla e si girò di scatto, trovandomi faccia a faccia con i tre miei migliori amici.
“Ciao Ginny. Ron ci ha detto che eri qui” disse Hermione, reggendo a stento la sua borsa di libri.
“Ho solo fatto un giro” alzai le spalle e mi ravviai i capelli dietro le orecchie. “Voi come avete passato l’estate?”
“Io sono stata in Islanda. Una vacanza diversa dal solito! La mia prima estate fredda, ma è stato bellissimo! Ho scoperto tante di quelle cose… avete presente il tema che ci aveva assegnato il professor Ruf? Quello sulle rivoluzioni del 1998? Beh, ho dovuto aggiungere altre cinque pergamene, ho visitato un museo molto interessante…”
“Hermione?” disse Ron, e la ragazza gli lanciò un’occhiataccia. Io e Harry cercammo di soffocare una risatina.
“E inoltre” continuò Hermione imperterrita. “Non mi sono potuta esercitare negli incantesimi di Scambio e sull’Expelliarmus, spero di ricordarli ancora… e poi, ho fatto il tema di pozioni più lungo di due pergamene, credete che mi sgriderà?”
“Ehm… Hermione…” dissi. “Sono le undici meno tre minuti, credo che faremmo meglio a salire nel treno”.
Harry e Ron mi guardarono riconoscenti. “Mitica Ginny” disse Ron in un sussurro ben udibile, tanto che Hermione si voltò di scatto. Ci aspettarono la solita solfa, le solite paroline acide, ma con nostra grande sorpresa Hermione si limitò a alzare le spalle, poi attraversò la barriera e salì sul treno.
Ci sedemmo nel nostro solito scompartimento, ma Hermione e Ron dovettero andare nel vagone Prefetti per i loro soliti incarichi, così restammo io e Harry da soli.
“Ginny” disse Harry.
Lo guardai. Un tempo sarei impazzita pur di stare anche un solo minuto nel vagone sola con lui, ma ora lo vedevo solo come un caro amico, allo stesso grado di Ron e Hermione.
“Che c’è?” chiesi, accarezzando il mio gufetto Leo, che in un anno si era calmato parecchio, direi (^_^).
“Ginny, ti devo parlare”.
Mi voltai verso il finestrino, osservando il paesaggio che scorreva veloce al di là del treno.
“Dimmi, Harry” dissi soltanto, evitando di guardarlo negli occhi.
Lo sentii esitare dietro di me, perciò mi girai e mi legai i capelli in una coda di cavallo molto alta.
Lo sorpresi a guardarmi. “Ginny…”
In quel momento si aprì la porta dello scompartimento. Mi aspettai che era il solito Malfoy attaccabrighe, invece per fortuna erano solo Ron e Hermione.
Non so spiegarmelo, ma in un certo senso fui loro grata per essere entrati solo in quel momento.
“Tutto fatto” disse Hermione, sedendosi accanto a me. “Cosa avete fatto?”
Harry arrossì, ma io presi subito la parola.
“Niente, abbiamo chiacchierato un po’ e abbiamo guardato il paesaggio fuori dal finestrino”. Poi, per cambiare argomento, dissi: “E’ già passato il carrello con i dolci?”
“No, dovrebbe passare tra poco” disse Ron. “Quest’anno dovrebbero aver messo in commercio un nuovo prodotto, i calderoni di cioccolato. Sono piccoli calderoni, e quando hai finito il cioccolato all’interno trovi un liquido, ma potrebbe essere qualsiasi cosa. Non vedo l’ora di assaggiarli!”
Harry annuì, ed Hermione replicò “Una specie di gelatine Tuttigusti + una!”
“Sì, una specie” borbottò Ron.
“Avete finito tutti i compiti?” chiese ansiosa Hermione, ma non capii se lo stava dicendo per vero interessamento o solo per portare avanti quella conversazione che sembrava appesa a un filo.
“Sì” dicemmo in coro, poi scoppiammo a ridere.
In quel momento arrivò il carrello dei dolci. In effetti, c’erano i calderoni di cioccolato, i Calcolati. Ne mangiammo alcuni, e a me per fortuna capitò succo di zucca, e anche a Hermione, a Ron acqua bollente e a Harry… vino!
“Questi calderoni sono incredibili” ridacchiò Hermione, guardano Ron che cercava disperatamente qualcosa di ghiacciato da ingoiare e Harry mezzo tramortito per quello che aveva appena bevuto.
“Ragazzi…” disse all’improvviso Hermione con voce flebile, diventando tutta rossa. La guardammo stupiti, e lei tirò dalla sua borsa traboccante di volumi e tomi vari un foglio di pergamena.
“Cos’è?” chiese Ron con la bocca piena di zuccotti di zucca.
“E’ una lettera…”
“Di chi?” chiese Harry, improvvisamente interessato, mentre Ron la guardava con gli occhi fuori dalle orbite.
“Di Viktor” Hermione divenne più o meno dello stesso colore dei miei capelli.
“KRUM?” gridò Ron strozzandosi con i dolci.
“Sì” Hermione, senza dargli tempo di replicare, iniziò a leggere:
Cara Hermione,
Non sai quanto tempo ho pensato prima di scriverti questa lettera. Per molti sono
fastidioso, scorbutico, e solo tu sei riuscita a far emergere la mia vera
personalità.
Quando
non trovi appigli intorno a te, quando anche l’obiettivo più piccolo ti sembra
un traguardo irraggiungibile, allora fermati…e ricorda che nessuno vale quanto
te.
Perché quando guardo la luna ti penso? Forse perché
entrambe siete capaci di donare momenti magici…
Ti Voglio Bene, Hermione.
Viktor.
Quando Hermione smise di leggere, si guardò intorno per vedere le nostre facce. Harry sembrava che stava per scoppiare a ridere; io la fissavo, un po’ contenta per lei, un po’ delusa, perché avevo sempre considerato Krum un tipaccio, seppur giocasse a Quidditch.
E Ron.. oh dio, la sua faccia era uno spettacolo: sorpreso, scandalizzato, divertito, geloso, triste: tutto questo in un’unica espressione.
“Ron?” chiamò Hermione con un risolino, ma lui non diede segni di vita.
Ci guardammo. “Ron?” esclamammo insieme.
“Non ci posso credere…” disse semplicemente lui.
Hermione lo guardò, e all’improvviso entrò la signora che vendeva i dolci nel nostro scompartimento.
“Salve, sto distribuendo la Gazzetta del Profeta. C’è una notizia speciale. Leggete” e mi porse il giornale.
Sussultai quando vidi in prima pagine la foto di Draco.
Quando l’anima vola via…
E’ stato trovato nel
salotto del suo Maniero il giovane Draco Malfoy, famoso studente di Hogwarts
di famiglia Purosangue. Steso a terra, con una grande
ferita impressa nel ventre.
Il Ministero della
Magia non sa cosa fare. Da tempo non capitava un
omicidio. Le Guardie Magiche indagano, pronte a rinchiudere ad Azkaban, la più famosa prigione dei maghi, famosa,
purtroppo, per i Dissennatori, il colpevole.
Ma tutti brancolano nel buio. Non sono
riusciti a trovare nessun indizio. La morte del giovane Draco
ha sconvolto non poche persone.
“Troverò il colpevole”
dichiara Lucius Malfoy. “A
tutti i costi”.
La madre, la signora Narcissa Malfoy, è troppo
sconvolta per fare qualunque dichiarazione alla stampa…
Rimasi immobile, e il giornale macchiato da una cascata di
lacrime cadde a terra, mentre il treno si allontanava nel bagliore del tramonto…