Le certezze durano al di
là si spazio e tempo. Sono quella cosa a cui ci si aggrappa quando non si è più
sicuri di niente. Sono come le stelle per i marinai: una guida sicura.
Quando si era allontanata
dal Santuario di Athena aveva perso completamente la fiducia in se stessa, non
sapeva cosa fare della propria vita eppure…Eppure aveva la certezza di avere
sempre nel proprio cuore quello sguardo dolce e premuroso dedicato solo a lei.
Il sentimento che Mu
aveva acceso in lei era sempre vivo e dal profondo del suo cuore l’aveva sempre
guidata.
Si morse un labbro mentre
guardava l’imponenza del Santuario di Athena che si intravedeva da dietro le
spalle di quelle due guardie che la guardavano contrariati.
“Capisco che i civili non
possono entrare senza un particolare permesso di Saori Kido, ma sono sicura che
se poteste chiamarmi il cavaliere della prima casa, forse…”
La guardia più anziana
contrasse la mascella irritato “Signorina, sta perdendo il suo tempo.”
Sophie emise un leggero
sbuffo “La vita è meno breve di quanto si dica in giro. Ho tutti i diritti di
rimanere qui quanto voglio: questo è un luogo pubblico dopotutto. Aspetterò
finché non passerà qualcuno che conosco.”
Voltò la spalle e andò a
sedersi su una roccia poco distante dalla quale poteva vedere chiaramente
l’entrata al Santuario.
“Fifi!!!- si sentì
chiamare- possiamo entrare adesso?”
“Non ancora piccolo,
continua a giocare con Willy!”
Kodi era un bambino di
cinque anni. Aveva ottenuto il suo affidamento e ora concorreva per l’adozione
i cui documenti sarebbero arrivati entro poco tempo. Lui aveva perso entrambi i
genitori durante le tremende catastrofi di tre anni prima: il suo villaggio
nell’India del sud era stato completamente distrutto e lui era uno dei pochi
sopravvissuti.
Sophie aveva iniziato a
viaggiare subito dopo aver finito gli studi: quell’enorme peso sulla coscienza
non se ne sarebbe mai andato se non avesse fatto qualcosa per aiutare la gente
a cui aveva rovinato, seppur inconsapevolmente, la vita. Quando era giunta in
India Kodi era riuscito a farla tornare quella di un tempo, quel bambino aveva
un’influenza altamente positiva su di lei e lui stesso le si era affezionato.
Si scostò dai propri
pensieri quando sentì lo scoccare dei talloni dei due soldati che scattarono
sull’attenti.
“Riposo” mormorò una voce
profonda con un tono quasi ironico. Una voce che, nonostante fossero passati
diversi anni dall’ultima volta che l’aveva sentita, ricordava benissimo. Una
voce che aveva addirittura detestato per quanto il suo possessore avesse capito
il dramma che viveva interiormente.
“Milo di Scorpio” disse
alzandosi e facendo un passo verso l’uomo, che per la prima volta vedeva in
abiti borghesi.
Lui la guardò per diversi
istanti e quando la riconobbe gli cadde dalla bocca la sigaretta ancora spenta
“Sophie?!”
“In persona- confermò lei
mentre raccoglieva la sigaretta caduta, sulle labbra un sorriso sincero- Sono
felice di vederti.”
Le sue dita scorrevano
leggere fra le pagine sottili del libro. Lo aveva già letto talmente tante
volte da saperlo quasi a memoria eppure, tutte le volte che lo vedeva
appoggiato su un tavolo o al suo posto nella libreria, non poteva fare a meno
di riprenderlo in mano. Lo lasciò scivolare di fianco a sé, sul gradino su cui
era seduto e rimase a guardare l’immagine del retro copertina che sembrava
osservalo a sua volta.
Sophie non guardava
l’obiettivo. Era seduta avvolta in un sari e stringeva un bambino di circa tre
anni. L’unico colore che traspariva da quella foto era il verde degli occhi del
fanciullo, eppure il nero di quelli di lei attiravano lo sguardo più di
qualsiasi altra cosa e parevano scavare nel più profondo dell’anima.
Erano passati tre anni da
quando l’aveva vista allontanarsi, subito dopo avergli promesso che sarebbe
tornata, ed ora tutto quello che gli rimaneva di lei, oltre che un ricordo
meraviglioso e un amore che non voleva sopirsi, era quel libro. Un diario dei
suoi viaggi per il mondo.
Mu sorrise pensando a
quando la ragazza le aveva confidato che non sarebbe mai diventata una
scrittrice come avrebbe voluto.
“Ci sono molte letture
più interessanti di quella.” Sentì dire all’improvviso.
Alzò la testa di scatto.
Davanti a lui, ai piedi della lunga scalinata, una ragazza,anzi una donna,
vestita in modo semplice e dai lunghi capelli neri lo guardava seria.
Pochi passi dietro di
lei, Milo sorrideva divertito con una mano appoggiata alla spalla di quello che
sembrava a tutti gli effetti il bambino della foto sul libro.
Aprì la bocca più volte
ma non riuscì a pronunciare nessuna parola. Il cavaliere di Scorpio lo avrebbe
preso in giro a vita per questo.
Con passo sicuro Sophie
salì quei pochi scalini che li separavano “Io e te dobbiamo parlare.- Disse
dura afferrandogli un braccio- E tu fai fare un giro a Kodi, che sarà una cosa
lunga.”
Il tempio dell’Ariete era
fresco e leggermente ombreggiato esattamente come lo ricordava. Frenò appena in
tempo l’impulso di togliersi le scarpe per sentire di nuovo l’effetto di
camminare su quel pavimento di marmo immacolato.
“Sophie, io…sono così
contento di vederti!” riuscì a dire infine quando lei gli si parò davanti.
Tuttavia la risposta
della ragazza non era esattamente quella che si aspettava.
Sophie, dopo aver stretto
irritata le labbra, aveva alzato lentamente il braccio e gli aveva stampato
cinque dita sul viso.
Il cavaliere sbatté gli
occhi stupito diverse volte “Non era proprio così che mi ero immaginato questa
scena…”
La ragazza incrociò le
braccia al petto “Beh, neanche io…- disse con voce tremante e stranamente
acuta- E sai perché? Perché da quando me ne sono andata da questo posto non ho
fatto altro che immaginare il giorno in cui sarei tornata. Perché la tua
maledetta faccia era l’ultima cosa a cui pensavo prima di addormentarmi e la
prima che mi sembrava di vedere stampata sul soffitto appena sveglia!”
Mu fece per dire qualcosa
ma si zittì non appena vide che Sophie non aveva affatto finito.
“Perché quando vedevo
qualcosa di bello pensavo che forse sarebbe piaciuto anche a te.- continuò
gesticolando vistosamente- Quando avevo un problema mi veniva in mente che
magari tu avresti potuto aiutarmi a risolverlo.”
“E poi- mormorò con tono
sempre più basso- quando vedevo una delle innumerevoli ragazze che abitano
questa terra e notavo quanto fossero perfette rispetto a me, mi domandavo per
quale assurdo motivo tu dovessi interessarti di quella ridicola ragazza che a
momenti provocava la distruzione del pianeta.”
Sophie girò la testa di
lato, distogliendo lo sguardo da quello di lui.
Mu sorrise mentre
prendeva una mano della giovane e iniziò ad accarezzarne il dorso “Ma tu sei
perfetta.”
“Ti sbagli!- sbuffò- Sono
infantile, irritabile, permalosa e orgogliosa, sono testarda, lunatica, spesso
incontentabile, perfezionista e pignola e…e…”
“E imperfettamente
perfetta…per me.- disse ridendo il cavaliere- Noto che hai avuto modo per
capire come sei veramente in questi anni.”
“Direi di sì” rispose
Sophie, di nuovo calma, prima di sfoggiare il primo sorriso da quando era
entrata al Santuario.
Mu si chinò piano su di
lei per darle quel bacio che si era trattenuto dal darle il quando l’aveva
vista ai piedi della scalinata.
“Ti amo, Sophie” le
sussurrò poi all’orecchio.
Lei sorrise “Anch’io”
rispose accarezzandogli un braccio.