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Autore: Birdie    29/12/2012    1 recensioni
Titolo originale: "Five Bets that Blaine Anderson Lost to Burt Hummel, and One He Didn't (Technically)" - "Cinque scommesse che Blaine Anderson perse con Burt Hummel, più una che vinse (in teoria)" . È una lunga OS divisa in parti che posterò separatamente; il tema: il futuro della Klaine subito dopo la 4x10 raccontato tramite scommesse che Burt fa con Blaine.
#1 - Due mesi
#2 - Double or nothing
#3 - Regionali
#4 - Extra-long dorm sheets
#5 (+bonus) - Sorprese
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Carmen Tibideaux, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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#5
 
Blaine riusciva a sentire gli occhi di Kurt su di lui mentre osservava ciecamente fuori dalla piccola finestra dell’aereo arrotolando ripetutamente la coda della cintura del sedile in una stretta bobina. “Stai bene?” domandò alla fine Kurt. “Non sei mai stato un viaggiatore nervoso.”
“Sto bene” disse Blaine, distendendo la striscia di tessuto e forzando le sue mani a stare ferme.
“Sei pallido. Soffri il mal d’aria?”
Blaine rise. Il volo stava andando liscio come l’olio. Era come se fossero seduti sull’asfalto. “No, tutto bene. Davvero. E’ solo che non vedo l’ora di essere a casa, penso. Magari leggo un po’.” Se non avesse messo qualcosa fra le mani avrebbe ricominciato ad agitarsi, quindi prese e aprì la rivista dell’agenzia dal taschino del sedile.
“Posso prendere il bagaglio se vuoi il tuo libro” propose Kurt, facendo per alzarsi.
 “No, grazie. E’ apposto anche così.” voltò la pagina guardando in modo assente la mappa delle linee di volo che si spiralizzavano per il globo.
“Okay” disse Kurt dubbioso. Allungò il braccio per stringere velocemente la gamba di Blaine, tornando poi alla sua rivista. Blaine non si perse la più minima occhiata apprensiva che Kurt gli rivolse il resto del volo.
 
* * *
 
Pianificare ti tornare a casa per Natale quell’anno fece sentire Blaine più adulto che lasciarla per l’estate. Sospettava che fosse perché avrebbe passato i primi giorni – fino a quando non se ne sarebbero andati il pomeriggio di Natale per andare a casa degli Anderson e assistere al loro annuale show della bizzarria – a casa di Kurt. Gli apparve strano che stare in un posto nel quale era sempre stato a suo agio per anni sembrasse più adulto e serio che vivere insieme per mesi a New York City. Forse era il fatto che gli era permesso stare nella stessa stanza con Kurt senza troppe domande o sopracciglia corrugate.
Forse era il discorso che aveva pensato di fare con il padre di Kurt.
Blaine riuscì a progettarlo durante la cena dopo il loro arrivo senza destare sospetti. Persino Kurt sembrava pensare che stesse tornando normale, anche se mangiava un po’ meno di quanto avrebbe fatto altri giorni. Scoprì che era difficile mandar giù molto cibo accanto alla dolorosa preoccupazione nel suo stomaco che risuonava come Burt che diceva cose come non sei un po’ giovane? O, peggio, non sono certo che sia una buona idea, ragazzo – credo che Kurt voglia che tu aspetti ancora un po’.
Blaine sapeva che la cosa l’avrebbe infastidito a lungo finchè non se ne fosse liberato, quindi arrivò alla conclusione che dovevano fare quel discorso il prima possibile.
L’opportunità si presentò da sola poco dopo finito di mangiare. Finn si scusò velocemente, e Blaine era così sollevato che non si ricordava neanche se stesse per andare a casa di Puck a giocare ai videogames o ad un appuntamento. Kurt e Carole trascinarono Blaine fuori dalla cucina nonostante le sue multiple offerte per aiutare a pulire, e si ritrovò da solo in salotto con Burt, che si stava sistemando sulla poltrona. “Guarda qua,” disse allegramente. “Rudolph è tornato!”
Blaine prese posto sul divano, sorridendo a sé stesso mentre il volume della musica di Natale che stava suonando nell’altra stanza si alzava e Kurt e Carole iniziavano a cantare.
Il salotto era caldo e illuminato dal bagliore delle lucine che decoravano l’albero in un angolo, e tutti erano soddisfatti, contenti e felici. Non poteva esserci atmosfera più ideale. Blaine inspirò profondamente. Poi lasciò andare il respiro, prendendone uno nuovo. Davvero non si aspettava che tutto ciò potesse essere così snervante.
“Posso…parlarti di una cosa?” guaì alla fine.
“Certo,” disse Burt, dandogli un’occhiata. “Che succede?”
Eccolo. Il momento esatto in cui poteva aprire bocca e dire le parole che aveva faticosamente preparato durante le ultime settimane, quando scoprire di essere a suo agio a vivere con Kurt lo aveva reso più sicuro di quando già non fosse.
Invece, balbettò “voglio sposare Kurt.” Il suo cuore che batteva così pesantemente che aveva paura gli volasse via dal petto.
Burt chiuse e riaprì gli occhi. La sua faccia assunse un’espressione consapevole, ma disse solamente: “E’ stato ovvio sin da quando eravate al liceo. Dimmi qualcosa che non so.”
Okay. Aveva una seconda possibilità per il dialogo. Blaine inalò un'altra boccata d’aria fortificatrice. “A Capodanno voglio chiedergli di sposarmi”.
Beh, non era questo quello che intendeva, ma almeno si stava avvicinando al punto.
Burt non aveva ancora risposto, quando Blaine ricominciò a parlare, un delirio confuso di parole, niente che avesse previsto. “Potrebbe essere troppo presto. E non dobbiamo subito sposarci. Potremmo aspettare un paio d’anni. Solo che – ne sono davvero sicuro. Non sono mai stato più sicuro di nessun’altra cosa, e …”
“E pensi che ti serva il mio permesso per chiederlo?” interruppe Burt. Sembrò una sfida, e in qualche modo diede coraggio a Blaine.
“No” rispose, fissando Burt. “Ma mi piacerebbe avere la tua benedizione.”
Burt annuì, guardandolo in modo critico per un momento prima che i suoi lineamenti si ammorbidissero in un sorriso. Blaine fu sorpreso di notare che gli occhi di Burt iniziavano a lacrimare, e per tutta risposta anche i suoi li imitarono.
“Cel’hai dalle superiori.” disse Burt. “Benvenuto nella mia famiglia, ragazzo. E’ ufficiale.”
Blaine tornò a respirare in un momento. “Grazie” tirò fuori. “Grazie mille…ma non è ufficiale finchè non dice sì.”
Burt lo guardò sospettoso. “E’ uno scherzo?”
“No?”
“Non essere ridicolo. E’ ovvio che dirà sì.”
“Vuoi scommettere?” domandò Blaine, sogghignando sebbene non stesse affatto scherzando. Sembrava che Burt avesse sempre ragione, e l’aveva rassicurato in tutti i sensi, perché era sicuro che la voce della preoccupazione nella sua testa stesse cominciando a risuonare come la voce di Kurt che diceva E’ troppo presto.
Burt roteò gli occhi. “No. Non li prendo questi soldi.”
“Sei sicuro?”
“Senti, dimmi un po’: scommetto che Kurt ovviamente dirà sì, ma troverà il modo di sorprenderti quando lo farà.”
Blaine dovette ridere. “Kurt riesce sempre a sorprendermi, ma ci sto.”
 
* * *
 
La sorpresa era stata sottovalutata in modo madornale. Era la vigilia di Natale, non Capodanno, quando Kurt si abbassò trovando un regalo che Blaine avrebbe aperto prima, e poi si voltò. Ancora su un ginocchio.
Blaine sospettò più tardi che Burt avesse anticipato il risultato della scommessa, ma tra abbracci e urli e lacrime che seguirono il suo tremante , vide che il padre di Kurt era scioccato quanto lui. (Avevo paura che parlandone mi avrebbe allontanato dall’idea, quindi non ho detto niente, ammise dopo Kurt.) Alla fine, non gli sarebbe dispiaciuto se Burt l’avesse fatto.
E quando Blaine fece la sua di proposta, a New York City, mentre l’orologio ticchettava lungo il countdown, era certo di poter giurare che a Kurt non dispiacesse fidanzarsi per la seconda volta.
 
#6
 
“Paga, Hummel-Anderson.”
Blaine fece una smorfia – la smorfia tagliatilafacciaametà che avrebbe dovuto imparare a controllare, perché le persone avrebbero pensato che aveva qualche problema se era quella la reazione prodotta al suono del suo stesso nome – e vide Burt, che si era buttato nella sedia accanto al tavolo dove Blaine aveva deciso di fare una pausa dopo aver ballato. “Perché dovrei? Ho palesemente vinto.”
Burt gli lanciò un’occhiata impassibile. “Non dirmi che comincerai a mentirmi ora che siamo una famiglia. Stava frignando durante i voti.”
“Beh,” disse Blaine “le condizione della scommessa – che tu stesso hai creato – stabilivano chiaramente che Kurt non cel’avrebbe fatta a non piangere durante i suoi voti. Ha solo pianto durante i miei, e poi si è ricomposto in modo ammirevole per i suoi.”
“E ha ricominciato proprio al momento di finire di dirli. Ti stai solo arrampicando sugli specchi.”
“Mai!” protestò Blaine, ridendo. “Tu hai detto – e cito – scommetto che non ce la farà a dirà i suoi voti senza piangere. Sto soltanto sottolineando che non è stata versata neanche una lacrima nel momento di dirli.”
“Penso che la stai rigirando come vuoi, visto che stava piangendo prima e dopo. Mi stai dicendo che sei assolutamente sicuro che non sia accaduto niente nel mentre? Non pensi di essere stato un tantino preoccupato?”
Sempre sorridendo, Blaine si voltò verso la pista da ballo, incrociando Kurt presso il centro che ballava con Rachel, le loro facce melodrammatiche mentre canticchiavano sottovoce fra loro. “Forse” ammise.
“Quindi paga!” pretese Burt giovialmente.
Blaine tornò a guardarlo. “Neanche per sogno!” disse. “E’ una zona d’ombra. Forse dovremmo solamente accordarci sull’annullare.”
Burt portò lo sguardo al cielo. “Credo proprio di sì se non hai intenzione di ammettere che hai perso.”
“No.” Disse Blaine, il suo sguardo di nuovo rivolto alla folla degli invitati. Nonostante fosse stato testimone dell’intero processo, non aveva idea di come Kurt avesse potuto mettere assieme qualcosa di così vicino al matrimonio dei loro sogni, così in fretta. Poteva quasi sentire la sua voce: Per favore, Blaine, dimentichi che ho progettato il matrimonio di mio padre e Carole in una questione di giorni. Inoltre, ho sognato questo momento la mia intera vita. Si trattava solo di farlo diventare realtà.
Era stato prima del previsto, certo, ma dopo la nuova di Burt, Kurt aveva insistito che il matrimonio si svolgesse prima della fine dell’anno. Un elevato test del PSA non vuol dire che morirò, aveva detto Burt. Mi testeranno di nuovo tra tre mesi, e se i risultati sono gli stessi, inizierò il trattamento. Kurt non aveva ceduto.
Blaine guardò Kurt abbassare Rachel in un casquè dal quale riemerse con una risatina. Kurt le sorrise prima di fondere il suo sguardo con quello di Blaine, cercandolo con gli occhi dietro la schiena dell’amica, lasciando che il legame divenisse tenero e riscaldante. “Non lo so” continuò Blaine. “Penso di averla vinta questa.”
“Anche io, figliolo.” disse Burt, dandogli una leggera pacca sulla spalla. “Anche io.”
  
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