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Autore: Lady Five    29/12/2012    3 recensioni
Dopo tanti anni passati a vagare nello spazio, ormai solo e senza sogni, forse per Harlock è arrivato il momento di trovare un po' di pace, grazie a un incontro inaspettato... Forse....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando Harlock si svegliò, lei non c'era più. Cara ragazza, mi ha preso alla lettera. Ma è davvero meglio così. Come avrebbero gestito la cosa d'ora in poi? Per il momento non voleva pensarci. Indugiò ancora a letto, perso nei ricordi della notte appena trascorsa, cercando di analizzare quello che provava. Non osava neppure pensare alla parola “felicità”. Lui e la felicità non si erano mai incontrati, anzi, avevano sempre fatto a pugni. Si chiese soprattutto perché lei avesse fatto tutto ciò. Per gratitudine? No, non le sembrava il tipo. E poi, se fosse stato per questo, si sarebbe offerta molto prima. Ha preso un'infatuazione per un uomo maturo? Per l'uomo “di potere”? In fondo lui era il suo capo. Capita spesso alle ragazze giovani. Ma di solito poi non dura a lungo.
Non aveva mai avuto tempo per l'Amore, lui. A parte la sua personale convinzione che le femmine di qualunque pianeta fossero fondamentalmente delle gran rompipalle, aveva la sua vita nomade, l'ebbrezza della libertà assoluta, le scorribande con gli amici: la sua vita era già piena così. Poi c'era stata la guerra, le fughe e le battaglie, la violenza e la paura. Infine, le delusioni, l'allontanamento delle persone care, in fondo tutta la sua famiglia, la perdita di Mayu... avevano trasformato per sempre la sua anima e il suo cuore in un deserto di ghiaccio. Non se lo meritava, lui, l'Amore. Quindi, finora, senza cedere troppo spesso agli amori mercenari, che non facevano per lui, si era limitato a storie di brevissima durata, quando ancora viveva sulla Terra, tanto tempo prima, o quando sbarcavano da qualche parte per rifornimento o altro. Non era difficile rimorchiare, lui piaceva alle donne. Ma era implicito che la relazione sarebbe durata al massimo qualche giorno, poi sarebbe ripartito. Alcune di queste gli avevano anche lasciato dei ricordi piacevoli, ma nulla di più. Per nessuna aveva mai desiderato cambiare vita, a nessuna aveva offerto di andare con lui. Non ci aveva mai neanche pensato.
Ma con Aurora era stato diverso. Perché? Perché era una brava ragazza, non un'avventuriera o una poco di buono come la maggior parte delle altre? Perché, oltre che bella, era anche intelligente, simpatica e per nulla rompipalle? O semplicemente perché era passato tanto tempo dall'ultima volta che era stato con una donna?
Frena, Harlock, frena, o qui rischi di farti male, molto male! O di farne a lei! Siete stati bene insieme, per ora limitati a pensare a questo. Aspetta a vedere che succede, prima di parlare di Amore. Che ne sai tu, dell'Amore? Ormai, alla tua età, probabilmente neanche lo sai più riconoscere!
Si chiese chi sarebbe venuto a portare via i resti del banchetto. Sistemò il letto in modo che non si capisse che non ci aveva dormito da solo e controllò che non fossero rimaste tracce di Aurora nella stanza. Dovevano tutti credere che avessero cenato insieme, e basta. Non voleva che nessuno pensasse male di lei.
Quando arrivò in sala comando, lei era già alla sua postazione, con la solita tuta e senza trucco. Quasi non lo guardò e lo salutò con un distaccato “Buongiorno capitano”.
Mi ha preso alla lettera davvero. O forse si è offesa?
Rimase sulle spine per un pezzo. Non si riconosceva più. In condizioni normali, neanche ci avrebbe fatto caso. Finalmente restarono soli e allora lei lo guardò e gli rivolse un luminoso sorriso, a cui lui rispose allo stesso modo. Si sentì sollevato.
Tutto bene, allora, non se l'è presa. E' davvero una ragazza speciale!
Aurora temeva che le amiche le avrebbero fatto il terzo grado e non sapeva come rispondere. Aveva deciso di negare tutto, raccontando che la serata era stata piacevole, ma senza risvolti. Le dispiaceva far fare... brutta figura al capitano, ma non voleva nemmeno venir meno all'accordo che aveva stretto con lui. Ma non fu necessario nessun interrogatorio.

Tesoro – le dissero le donne ridendo – non c'è bisogno che tu dica niente! Ti si legge in faccia, com'è andata!”
La ragazza questa volta arrossì violentemente.

Vi chiedo, per favore, che la cosa rimanga tra noi, per ora...”
Ma certo, cara! Hai tutta la nostra approvazione. E adesso almeno sappiamo che il nostro capitano non è diventato un monaco, per fortuna!”

La situazione era un po' surreale, in realtà. Durante il giorno, lei e Harlock si ignoravano. La sera, dopo aver cenato con l'equipaggio, lei andava nella sua stanza e passava la notte con lui, andandosene prima che tutti gli altri si svegliassero.
Ma ad Harlock non piaceva trattarla così, come una concubina. Allora qualche volta andava lui da Aurora, anche se la cabina della ragazza era molto meno confortevole della sua. Ma voleva anche conoscere qualcosa di più di lei, vederla nel suo ambiente, tra i suoi oggetti quotidiani. La stanza era ordinatissima e aveva il suo profumo. Una sera notò sulla scrivania alcuni disegni di ottima fattura. Molti lo ritraevano, in primo piano, a figura intera, di fronte, di profilo... Si commosse.

Sei brava con i computer, sai cucinare, sai disegnare... cos'altro?” le chiese baciandola con tenerezza.
Beh, lo hai sperimentato, cos'altro so fare, no?” sorrise maliziosa, slacciandogli la cintura.

INTERMEZZO

Dal diario di Aurora

E' successo. Ieri notte.
Sai già tutto quello che avevo architettato, ma non ero affatto sicura che avrebbe funzionato così bene. Non sapevo neanche se lui avrebbe apprezzato. In effetti, all'inizio mi è sembrato anche un po' risentito... avevo invaso il suo spazio privato senza autorizzazione, cosa che credo nessuno si sia mai permesso di fare, e lui è così solitario e geloso della sua privacy! Ma poi ha reagito bene ed è stato al gioco. Ho scoperto degli aspetti di lui che non avrei mai sospettato. Che sia un tipo intrigante, che trasuda fascino da tutti i pori, beh, lo sanno tutti, anzi, tutte. Ma si è rivelato anche un vero uomo di mondo, ottimo conversatore (strano, visto che di solito parla pochissimo!), colto, brillante e spiritoso, ma mai sopra le righe, mai inopportuno o invadente. Mi ha fatto sentire a mio agio per tutta la serata. Ha apprezzato tutto quello che avevo preparato. E naturalmente ha voluto sapere la mia storia. Poi... E' stato lui a cominciare. Mi ha attirato dolcemente a sé e ha cominciato a baciarmi, ad accarezzarmi, suscitando un'ondata di sensazioni che mi hanno quasi stordito. Ma nello stesso tempo percepivo una strana esitazione, una resistenza nella sua mente, perché il suo corpo... beh, quello diceva tutt'altro! Penso che la ragione fosse la mia giovane età, o la differenza di età tra di noi. Alla fine ho dovuto attirarlo io verso il letto. Non credo sia molto aggiornato sui costumi terrestri attuali, perché ha obiettato che forse stavamo correndo un po' troppo! Mi sono sciolta i capelli e lasciato cadere il vestito a terra, giusto per togliergli ogni dubbio sulle mie intenzioni. Il contatto con la sua pelle, con le sue labbra e le sue mani mi hanno tolto il fiato. Era evidente quanto mi desiderasse, ma si è lasciato andare veramente quando gli ho detto che non era la mia “prima volta”. Allora ho avuto la conferma che sotto quella sua corazza di ghiaccio si nasconde un oceano di fuoco. L'ardore di un ventenne ma con moolta più esperienza: in pratica, un connubio perfetto, un amante perfetto, dolce e deciso, generoso e attento.
In realtà, anch'io avevo paura. Ma solo di non piacergli, che lui mi trovasse una ragazzina insulsa, non all'altezza delle altre. E ci sono rimasta un po' male, quando mi ha detto che era meglio non fare sapere ancora di noi al resto dell'equipaggio. Per proteggermi, ha detto. Io ho fatto buon viso a cattivo gioco, forse ha ragione lui, forse è davvero preoccupato per me. Forse è un po' presto per definire quello che c'è tra noi.
E già, e se fosse venuto a letto con me solo perché sono giovane, non proprio da buttare e disponibile? In fondo quassù non deve avere molte occasioni e semplicemente, quando gli è capitata, non se l'è lasciata scappare... Soltanto il tempo lo potrà dire.

***

La sera dopo, quando tutti erano già andati a cena, lui mi ha appoggiato una mano sulla spalla e mi ha chiesto con una voce strana, quasi timida: “Verrai da me stasera?”. “Sì - ho risposto - se anche tu lo vuoi”. “Sì, per favore”. Così da allora, dopo aver mangiato con gli altri, lo raggiungo in camera sua e passiamo la notte insieme. Poi me ne torno nella mia cabina prima che il resto dell'equipaggio si svegli. Non so come lui pensi di mantenere clandestina una relazione in una comunità così ristretta. A mio modesto avviso, tutti hanno capito benissimo (secondo te, poi, le donne hanno tenuto il becco chiuso? Io ne dubito fortemente!), ma fanno finta di niente per rispetto a lui.
Ieri sera invece si è presentato lui alla mia porta e ha dormito da me. Mi ha fatto piacere, perché la mia stanza è più piccola, meno elegante, e io non ho né vini pregiati né altro da offrirgli, a parte me stessa. Penso che l'abbia fatto per dirmi che tiene a me, e forse anche per curiosare un po' nella mia vita, per vedere cose che nessun altro vede.

***

Mi è sempre più difficile nascondere le mie emozioni. Mi rendo conto che in pubblico sono esageratamente fredda con lui, e che questo sì potrebbe apparire strano agli occhi degli altri. Ma lo faccio per proteggerci. Ogni volta che i nostri sguardi si incrociano, mi sento avvampare, vengo travolta dalle sensazioni, dal ricordo delle sue mani dolci e sicure, del suo respiro su di me, dei miei seni tra le sue labbra... devo fare un enorme sforzo per cacciare queste immagini e concentrarmi sul lavoro.

***

Mi sembra che vada sempre meglio tra noi, anche se non saprei come definire la natura del nostro rapporto. Non è solo sesso, per quanto strepitoso, perché in realtà parliamo anche molto (non c'è un gran che da fare nello spazio: non si può, che so, andare al cinema o a passeggiare in un parco, come farebbe una coppia normale sulla Terra, per conoscersi meglio) e lui è sempre molto gentile e premuroso. Ma non capisco che cosa provi realmente per me. Io invece lo so da tempo, che cosa provo per lui, e ne ho la conferma ogni giorno. Per questo non posso accontentarmi. Io voglio tutto di lui: corpo e anima, mente e cuore.

Harlock rimase spiazzato quando Aurora gli propose una vacanza, soltanto loro due. Una vacanza?!? Lui solo con una donna, senza la sua ciurma, lontano dalla sua astronave?
La ragazza dovette intuire qualcosa, perché specificò “soltanto qualche giorno”. Harlock si pentì immediatamente dei suoi pensieri. Perché no? Poteva anche rivelarsi una esperienza piacevole, anche se lui non era il tipo da non fare nulla dalla mattina alla sera. Bisognava però organizzare la cosa senza destare sospetti. Aurora avrebbe voluto dirgli che tanto tutti avevano mangiato la foglia da un pezzo, ma non osava. Scelsero un piccolo sistema di pianeti, ognuno dei quali riproduceva artificialmente un ambiente terrestre dove, secoli prima, gli umani andavano in vacanza: isole tropicali, alte montagne con piste da sci, laghi, città d'arte, ecc. ecc.. Molti di quei luoghi ormai non esistevano più, distrutti dalle guerre, da eventi naturali o dall'incuria degli uomini, che non avevano saputo proteggerli dal degrado. Soprattutto, era un posto turistico dove nessuno faceva domande.
Harlock comunicò all'equipaggio che si sarebbero presi tutti una settimana di vacanza e che ognuno poteva scegliere il pianeta che più gli piaceva. L'importante era che ci fosse sempre qualcuno, a turno, a far la guardia all'Alkadia. Ci furono manifestazioni di giubilo sfrenato. La maggior parte scelse il pianeta chiamato “Il Paese dei Balocchi”, dove si trovava ogni tipo di divertimento, dalle sale da gioco alle discoteche, dai centri commerciali ai ristoranti, ai locali più … equivoci. Il capitano non disse dove sarebbe andato lui, ma specificò che sarebbe stato sempre raggiungibile per qualsiasi problema. Nell'eccitazione della novità, nessuno fece caso a dove si diressero lui e Aurora (o forse fingevano soltanto). La ragazza aveva espresso il desiderio di andare al mare. Anche a lui non dispiaceva l'idea, quindi si recarono a “Eden”, le isole esotiche simili alle Maldive, sulla Terra ormai da tempo sommerse dall'oceano.
Harlock le sorrideva, mentre guidava la navetta verso la loro destinazione, ma in realtà era inquieto. Aveva letto da qualche parte che le vacanze mettono alla prova molte coppie, che spesso dopo si lasciano. Non aveva paura di Aurora, sapeva che con lei non ci sarebbero stati problemi. Ma temeva che LEI scoprisse quanto LUI in realtà fosse strano, che lì, da soli, emergesse con troppa evidenza la sua natura solitaria e oscura, mentre Aurora faceva onore al suo nome, essendo così solare.
Il loro alloggio consisteva in una specie di capanna, ma dotata di ogni comodità, sulla spiaggia, a pochi metri dal mare cristallino, abbastanza distanziata dalle altre, il che soddisfaceva la sua propensione all'isolamento, perché non era costretto a socializzare con gli altri ospiti del villaggio. Aurora era felice come una bambina. Non lo forzava a fare nulla ed era molto indipendente. Lo faceva ridere. Non si turbava minimamente per i momenti in cui lui si abbandonava alle sue cupe malinconie, pochi, per la verità, meno del solito. Non protestò nemmeno quando, a metà vacanza, la lasciò sola qualche ora per fare un blitz a sorpresa sull'Alkadia, a controllare che le sue disposizioni fossero state seguite, e anche perché non riusciva a stare troppo a lungo lontano dalla sua adorata nave. Per il resto, Harlock si rilassò e si accorse che tutto sommato non era così male oziare al sole, andare in barca, nuotare in mare al chiaro di luna per poi finire a fare l'amore sul bagnasciuga. Era bello non doversi nascondere, poter vivere insieme in modo normale. Si sorprese a confidarle cose che non aveva mai raccontato a nessuno. Aurora lo ascoltava attentamente e qualche volta si permetteva, con molto tatto, di dire la sua, e lui restava ogni volta stupito di quanto quella ragazza fosse matura per la sua età.

Quando tornarono sull'Alkadia, erano più uniti che mai. Harlock non poteva più sfuggire alla realtà: giusto o sbagliato che fosse, si era innamorato di lei. Si sentiva un pazzo, un incosciente, a tratti anche un vecchio marpione che si approfittava di una ragazzina. Ma l'amava. Era come se la sua anima avesse finalmente trovato casa, un luogo dove fermarsi. Non gli importava più né che cosa pensassero gli altri né come sarebbe andata a finire. In fondo, non lo sa mai nessuno, no?
Occorreva prendere una decisione. Occorreva dirglielo. E qui sudava freddo solo all'idea. Lui era sempre stato una frana a esternare i propri pensieri, figuriamoci i propri sentimenti! Preparò una serie di discorsi e fece le prove davanti allo specchio. Un vero disastro. Decise allora di improvvisare al momento.
Le parole gli uscirono di bocca così, naturalmente, una sera che l'aveva raggiunta nella sua cabina, tenendola stretta tra le braccia, molto stretta, perché il letto era piccolo.

Aurora, io ti amo” disse semplicemente.
Anch'io ti amo, Harlock” disse lei altrettanto semplicemente.
Lui le prese il viso tra le mani e la baciò a lungo.

E voglio che lo sappiano tutti. Voglio che tutti sappiano che sei la mia donna, pensino pure quello che vogliono”.
Guarda che l'hanno capito tutti da un pezzo!”
Harlock rimase a bocca aperta.

Ah! Dici? E non hanno fatto commenti, protestato... E poi tu come fai a saperlo?”
Perché avrebbero dovuto protestare? Sono molto migliori di quello che pensi, e ti sono molto affezionati, ti seguirebbero anche all'inferno.”
Poi divenne improvvisamente seria.

Prima devi sapere una cosa di me. Una cosa molto importante.”
Ahi, lo sapevo che era tutto troppo bello per essere vero.

Non mi chiamo Aurora.”
Ah, no? Peccato, mi ero affezionato a quel nome. Ma che significa questa storia?

Proprio non mi riconosci, Harlock?
Le sue dita gli sfiorarono delicatamente una guancia, mentre il suo sguardo si velò per un attimo di tristezza.
E già, e come potresti riconoscermi, povero capitano?

Sono io. Sono Mayu”.

**********

Ecco, la bomba è lanciata.

Capito adesso il perché del “politicamente scorretto”?

E adesso sono pronta per essere scotennata!

  
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