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Autore: bethfuckoff    30/12/2012    0 recensioni
Here we are again.
Fan fiction basata su Harry Potter, George degli union J e Francisco.
Titolo della storia è inspirato al libro the perks of being a wallflower.
Le attrici che prendono il volto di charlie&beth sono kaya scodelario & kristen stewart.
I ragazzi sono George Shelley e Francisco Lachowski.
enjoy :)
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Albus Severus Potter, Albus Silente
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
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-Non preoccuparti papà- tentai un sorriso, cercando di non far trasparire l’ansia e l’angoscia che mi stringevano in una morsa.

-Mi raccomando, Charlie, se hai problemi..-

-Tranquilla mamma, io..- fui interrotta dal fischio con il quale l’Hogwarts Express invitava tutti i suoi studenti a salire e prendere posto. Non completai la frase che rimase così sospesa a mezz’aria lasciando sottintendere il suo finale. I miei genitori sorrisero anche loro in maniera troppo rassicurante e mi scoccarono entrambi due sonori baci sulla guancia. Mio padre mi aiutò a salire il mio pesante baule da viaggio e mi consegnò la gabbietta dove dormiva tranquillo il mio nuovo ed adorabile gatto.

-Mi… Mi raccomando- finì preoccupato. Mi limitai ad accennare un sorriso e a vedere il treno iniziare la sua corsa: i miei genitori cominciarono ad allontanarsi piano. Sorrisi rassicurante e felice dal finestrino per poi vederli sparire dietro una curva.

Le carrozze erano stracolme di centinaia di studenti, i più grandi correvano già preparati a prendere degli scompartimenti interamente per loro ed i compagni, tra i quali alcuni stringevano già in mano le carte per una partita a Spara Schiocco. Non conoscevo una sola persona e, come se non bastasse, non ero cresciuta in una famiglia magica come almeno il cinquanta percento di tutta quella gente e l’esperienza in materia me l’ero procurata da quando, arrivata la lettera dalla scuola di Magia di Hogwarts, avevo deciso di farmela direttamente sui libri. Avevo letto più volte come il numero di maghi mezzosangue era notevolmente aumentato dopo i tempi bui dei primi anni novanta che causarono definitivamente la caduta di Voldemort.

Non mancavano episodi di purosangue conservatori, ma erano piuttosto isolati e sporadici.

Vidi il corridoio svuotarsi poco a poco, mentre io ero indecisa ancora sul da farsi: il mio lato timido avrebbe trascorso le ore di viaggio anche li in piedi in un angolo, ma qualcosa mi disse che non era del tutto un’ottima idea. Il treno prese sempre più velocità e il corridoio tappezzato di rosso diventava sempre più silenzioso. Iniziai a camminare a piccoli passi, spiando in tutti gli scompartimenti, alla ricerca di uno o del tutto libero o in cui viaggiavano studenti della mia età. Al quinto – o giù di lì – osservai dal vetro appannato il volto di due ragazzi che avevano dipinta sul viso un’espressione simile alla mia: senza indugiare troppo (perché avrei finito per andarmene) feci scorrere la porta ed, avvampando improvvisamente e sentendomi le gambe molli, abbozzai un saluto e posizionai il mio bagaglio sopra la mia testa. Mi risposero due ‘Ciao’ timidi quanto il mio e decisi di sedermi a debita distanza dal primo ragazzo che osservava interessato la carta da collezione trovata nelle Gelatine Tutti Gusti +1. Decisi di far finta di avere qualcosa da fare tanto per non dare una cattiva impressione ed aprii un libro: da sopra le pagine osservai la ragazza seduta di fronte a me guardare fuori dal finestrino assorta. Mi colpirono immediatamente i suoi occhi grandi e verdi ed il naso all’insù. Sempre con la coda nell’occhio girai leggermente lo sguardo per incontrare una massa di capelli mossi color paglia che coprivano leggermente il viso del ragazzo delle Gelatine, senza nascondere il suo naso e le labbra piccole e sfilate. Nessuno sembrava voler davvero fare conversazione, anche se avevo, effettivamente, uno spasmodico bisogno di conoscere qualcuno. Così, raccogliendo tutto il coraggio a mia disposizione, chiusi il libro di scatto.

-Ehm.. Che - che anno siete?- fu divertente il modo in cui cercai di sembrare sicura e schietta. Il primo a voltarsi fu il ragazzo, il quale mostrò due occhi scuri e profondi che posò nei miei.

-Primo, tu?- chiese masticando rumorosamente.

-An- anche io!-

-Lo stesso- sospirò con voce dolce la ragazza. Un passo avanti, pensai.

-Vi conoscete?- azzardai.

-Noi?- rispose la ragazza indicando il tipo che continuava ad ingozzarsi di caramelle –Oh, no. Avevo trovato uno scompartimento libero e lui –arricciò il naso osservandolo mangiare- lui è entrato dopo-

-Si, piacere George!- concluse il primo, una volta ingoiato ciò che masticava. Gli strinsi la mano titubante ma divertita.

-Piacere, Beth- disse l’altra tendendoci ad entrambi la mano.

-Oh, io..- mi venne una fitta allo stomaco sentendo i loro nomi e successivamente pensando al mio. –Piacere Charlie- conclusi, non riuscendo ad evitare di abbassare lo sguardo.

-Charlie? Ma non..-

-Si è un nome maschile ma mia madre.. Beh, insomma le è sempre piaciuto.- dissi, concludendo la frase di Beth ed arrossendo clamorosamente. –Ho lontane origini Italiane. Così, giusto per dire..-aggiunsi quasi a me stessa.

-Oh. Beh fantastico- accennò un sorriso.

George parve illuminarsi, spostò i capelli dinanzi agli occhi e mi guardò assorto –Davvero? Quindi tu mangi bolognesa! Mia mamma lo fa spesso ma non riesce granché.-

Lo guardai sorridendo per la prima volta davvero divertita.

-Comunque è bolognes..- fui interrotta dal rumore dello sportello dello scompartimento che si apriva. Istintivamente girammo tutti e tre lo sguardo a chi stava per entrare e rimanemmo in un silenzio imbarazzato. Osservai lo sguardo concentrato di Beth scansionare la figura del nuovo arrivato. Mi voltai ed i miei occhi incontrarono un corpo snello e slanciato nonostante la felpa verde larga ed i jeans slavati. Aveva i capelli arruffati ed uno sguardo sottile e castano ed era, ad occhio e croce, più alto di tutti noi.

Non ci degnò molto delle sue attenzioni, gettò non curante il baule sul pavimento, mentre lui si sedeva accanto a Beth a debita distanza. Ci scambiammo uno sguardo complice e quasi mi sentii delusa dall’arrivo dello sconosciuto: aveva spezzato per un momento quel rapporto che si era creato. Diciamo che era in fase di formazione.

Non toccò a me parlare per prima; vidi Beth che in preda alla curiosità trovò il fiato per dire qualcosa.

-Ciao!- disse esitante. Lo sconosciuto non rispose, si limito a guardarla con quella sua aria tremendamente sicura di sé fino all’eccesso.

-Si, ehm, ciao- continuai anch’io esitante. Subii lo stesso trattamento della mia amica. –Mi… Mi chiamo Charlie!- provai titubante. Questa volta non alzò gli occhi da ciò che stringeva in mano, molto probabilmente un libro, ma sembrò aver capito. Ed io che a momenti credevo fosse privo di corde vocali.

-Francisco- pronunciò con fare sbrigativo e pratico, quasi a darlo per scontato o a considerarlo un particolare non importante. Calò il silenzio, interrotto dal fruscio delle pagine del libro e dai morsi di George che continuava a mangiare indisturbato. Non riuscivo a staccare gli occhi dal viso del nuovo arrivato, dalla linea perfetta delle sue labbra e del suo naso. Mi sentii invadere da un brivido leggere partito dalla schiena ma mi rincuorai quando scorsi di sottecchi Beth fare lo stesso.

Quella persona trasmetteva una certa inquietudine.

-Che anno sei?- sentii una Beth timida tentare una domanda del genere.

-Primo- rispose rapido e veloce, senza dilungarsi troppo in spiegazioni. Pensai come questo Francisco non sembrasse affatto della mia età. Sembrava averle un po’ tutte per quell’alone di mistero che emanava.

 

Passarono le ore, dopo poco l’atmosfera si sciolse ed io, Beth e George continuammo a parlare di ciò che avevamo interrotto. Francisco rimase con gli occhi incollati al libro per tutto il tempo e certe volte avrei giurato che in realtà non stesse leggendo affatto dato che ricordava di girare pagina dopo molto tempo.

Lo incrociai alzare lo sguardo poche volte e dopo ognuna lo distolsi subito in modo tale da non creare idee sbagliate quanto nocive come primo giorno.

Ci avvisarono di indossare la divisa scolastica ed i nostri abiti babbani diedero il posto al nero dei mantelli. Francisco privo della sua felpa verde esageratamente grande aveva deciso di tirare ancora di più il mio sguardo. George inciampò nei suoi abiti tolti giacenti a terra e ci toccò rialzarlo fra le risate generali. Dovetti ammettere che nonostante non parlasse molto, il sorriso dell’ultimo arrivato diceva molto più di semplici parole. Aiutai il mio amico a rimettersi in piedi e gli dedicai un sorriso rassicurante. Me ne fece uno di rimando, arricciando il naso.

Scendemmo in maniera ordinata dal treno, seguendo un Hagrid stanco per la traversata del lago.

Quando ci toccò dividerci in barche Francisco silenziosamente sgattaiolò via, non prima essersi girato:

-A presto quindi. Charlie, Beth, con permesso- e sorridendo, avrei aggiunto quasi con malizia, sgattaiolò via senza darci il tempo di rispondergli.


 



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È una storia diversa, narrata da due punti diversi. Nel secondo capitolo sarà Beth a narrarla.
Spero di avere qualche recensione, bby ç_ç
su twitter siamo @fourtysunsets @bethfuckoff bye :)

   
 
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