Anime & Manga > D'Artagnan
Segui la storia  |       
Autore: zorrorosso    30/12/2012    7 recensioni
”Un mostro! Un mostro vi dico! Il volto gli colava dalla testa come se fosse stato spellato! Come se fosse morto, tuttavia in vita, si muoveva e camminava... "- Alcuni segreti non possono essere svelati con facilità! ***mentre sto preparando questa storia per traduzione ed editing, verranno aggiunti dei capitoli "prequel"***
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aramis, Athos, Cardinale Richelieu, Duca di Buckingam, Milady
Note: Cross-over, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Di Uomini e Mostri...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ok, nuovo capitolo, anche questo scritto –relativamente- di getto. Spero che il discorso fili :) prima di cominciare mi sento di dover ricordare una delle mie regole narrative in questo tipo di fic: Aramis e’ trattata da uomo con chi sa che e’ un uomo e da donna con chi sa che e’ una donna. Quindi quando leggete di Aramis “lui” e’ solamente perche’ in quella situazione i personaggi con i quali si sta relazionando non sanno che lei e’ una donna (o se lo sanno, lei non glie l’ha detto)!!
 

Capitolo 3
Inviti, rinunce e pugnali

 
Alla Residenza del Cardinale Richelieu, i portoni erano chiusi e messaggi erano stati dati alle guardie che li custodivano, di non fare entrare nessuno in veste ufficiale: solo la stretta servitu’ cardinalizia era stata autorizzata a muoversi piu’ o meno indisturbata.
Nella sala dei ricevimenti, il Cardinale riceveva da solo il suo misterioso ed importantissimo ospite.
 
“Avevate riferito che i moschettieri erano finiti, Richelieu! Avevate detto che non sostavano piu’ a Corte e che sarebbe stato difficilissimo rintracciarli! Eppure ho visto proprio Athos con i miei stessi occhi, nelle tenute reali!”- urlo’ nervoso il Duca al prelato.
“Non sono al corrente dei movimenti di ogni singolo suddito, neppure se questo capito’ essere una guardia reale in passato. Piuttosto, voi non dovreste aggirarvi fuori dalla mia residenza senza essere accompagnato, Duca. Dopotutto siete di nuovo in visita non ufficiale e potreste essere facilmente riconosciuto! Nessuno a corte ancora sa che siete sopravvissuto a quell’esplosione...
Mi rammarico del fatto che non siate riuscito nel vostro intento di eliminare Athos, ma non considero questo personalmente un mio errore. Se posso fare qualcos’altro per voi, in modo da permettervi di liberarvi di quel moschettiere piu intimamente e desistervi un’altra volta nel dichiarare apertamente guerra alla Francia, richiedete pure! In questo momento una solida alleanza con l’Inghilterra e’ solo nel mio interesse...”- spiego’ il Cardinale con tono evasivo.
“Eminenza, voi desiderate questa guerra?”- chiese nuovamente il Duca.
“La Francia non e’ pronta ad affrontare una guerra come intendete voi in questo momento, Duca. Se desidero o meno una guerra, d’altro canto, e’ tutt’altro discorso. Mi piacerebbe, in caso di una vostra vittoria, esservi d’aiuto...”- sorrise l’eminenza aprendo le mani giunte in segno di accoglienza.
“Quindi non mi aiuterete a trovare Athos? Bene! In questo caso e’ meglio per me non crearvi ulteriore disturbo e lasciare al piu’ presto la vostra dimora!”- il Duca fece qualche passo verso la porta della stanza per poi aggiungere: “Neanche voi dovreste essere tanto entusiasta di quel manipolo di bagordi. Soprattutto da quando quello piu’ giovane, D’Artagnan, ha ucciso Rochefort!”.
 
“Devo ammettere che se mi lasciaste il giusto tempo, Duca, consegnarli direttamente a voi sarebbe per me fonte di immenso piacere”- commento’ il Cardinale con un mezzo sorriso.
“Athos ed i suoi compagni mi hanno messo in ridicolo(1)! La devono pagare! Trovateli. Consegnatemelo. Lasciatemi o meno il piacere di ucciderlo con le mie stesse mani. Non importa. Oppure vi garantisco che le mie flotte attaccheranno oggi stesso! Se volete sventare questa guerra imminente, e’ questa la vostra unica soluzione!”- continuo’ il Duca a denti stretti.
“Sua Maesta’ il Re parlava di un ballo e della volonta’ di riconvocare a corte uno stretto numero di moschettieri come sue guardie personali... Lasciatemi ancora qualche giorno e vedo quello che posso fare...”- continuo’ il Cardinale tendendo il braccio e mostrando al Duca di Buckingham l’uscita.
 
Non passarono che istanti e per il Cardinale, entrare a corte ed invitare il Re ad organizzare una cerimonia e un ballo d’investitura, sarebbe stato molto semplice.
“Un ballo?”- chiese il re perplesso.
“Un ballo... Come avete preannunciato. Una cerimonia di investitura che dia la possibilita’ ai vostri migliori e fidati uomini di ritornare ad essere le vostre guardie reali. Anche la Regina sembrava interessata ad una cerimonia del genere...”- continuo’ il Cardinale distogliendo lo sguardo.
“La Regina ha chiesto espressamente di questo ballo?”- chiese il sovrano illuminandosi.
“Oh! Si... Le ho parlato personalmente e dice di non vedere l’ora di nominare i vostri uomini piu’ fidati come guardie reali!”- contino’ l’eminenza.
“Dopotutto io stesso ero intenzionato ad una cosa simile... L’ultimo ballo a Corte e’ stato un vero evento! Era una mia idea gia’ dal principio... Non e’ vero?”- chiese il Re.
“Certamente, Maesta’!”- borbotto’ il Cardinale.
“Bene! Allora non resta che mandare gli inviti! Credete che il rosso faccia per l’occasione? O ritenete che il blu sia il colore adatto?”
“Rosso... E’ un bel colore.”- rispose indifferente il Cardinale- “Maesta’ un’ultimo desiderio della Regina: vorrebbe che la cerimonia e il ballo si tenessero presso la mia dimora. Io ho prontamente accettato i voleri di Sua Maesta!”- aggiunse mentendo.
Il Re arrossi’ e sorrise: “E sia come vuole Sua Maesta’ la Regina! Prendete voi l’incarico di mandare gli inviti!”- disse abbandonando il colloquio per affrettarsi dai sarti di Corte.
 
***
 
D’Artagnan non poteva essere piu’ soddisfatto leggendo quella missiva: il Re era onorato di invitare i suoi quattro uomini di fiducia alla cerimonia d’investitura che li avrebbe riportati a ruolo di guardie reali! Almeno cosi’ era scritto.
Anche Porthos sembrava abbastanza contento delle lettere, con i sigilli reali, che tutti e quattro avevano appena ricevuto:
“Dobbiamo subito fare un brindisi a questa cerimonia!”- disse cercando di tirare fuori dalla cantina la migliore bottiglia che potesse trovare.
“No, no! Non oggi amico mio! Aspettiamo almeno che giunga la notte!”- sorrise rifiutando Athos.
“Buon per voi questa volta, dunque!”- disse Porthos riempiendo il bicchiere solo per se e sollevandolo in suo onore.
 
Quello che piu’ sorprese i tre, fu l’atteggiamento di Aramis: alla vista della sua lettera, quello che sembrava un uomo pronto a ritrovare la tranquillita’ e la voglia di combattere di un tempo, dopo quelle strane avventure misteriose di cui aveva lasciato i suoi amici all’oscuro, si incupi’ e sbatte’ con violenza la  lettera al tavolo alzandosi:
“I sigilli saranno pure reali, ma  qui c’e’ scritto chiaramente, la cerimonia d’investitura si terra’ presso la dimora del Cardinale! Non mi sorprenderei se fosse il Cardinale stesso a nominarci all’improvviso parte del suo corpo di guardia! Non vedo proprio cosa ci sia da festeggiare!”.
“Se cosi’ fosse, potremo combattere il nostro nemico dall’interno e ribellarci ai suoi voleri!”- suggeri’ Porthos, nel consenso degli altri due.
“No! Non ce ne sara’ data la possibilita’! Saremo uccisi o mandati al fronte prima che questo accada! Il Cardinale non ha nessun motivo per tenerci vivi, visto che abbiamo gia’ rifiutato la sua offerta una volta!”- continuo’ Aramis negativamente –“Non andro’ a questo ballo e non accettero’ la nuova nomina di guardia reale! E non dovreste farlo neanche voi...”- concluse con un sospiro assente.
I restanti tre si guardarono perplessi, senza proferire parola per diversi minuti, fino a che Porthos affermo’: “Non abbiamo altra scelta! E’ nostro dovere combattere per la Francia, ed il Re e’ la Francia!”.
Porthos lo strattono’ violentemente per un braccio, quasi come fosse pronto a passare alle mani, ma l’amico riusci’ faticosamente a bloccarlo: “Non posso accettare queste condizioni. Tuttavia voi siete liberi di scegliere il vostro destino!”- ribatte’ nuovamente Aramis.
A quelle parole Porthos sbuffo’ ed accascio’ le potenti spalle con fare arrendevole:
“Non vorrete...” –dopo tanti anni fianco a fianco dell’amico, non riusciva neppure a pronunciare quelle parole.
“Aramis: se non siete con noi, siete contro di noi!”- continuo’ Athos freddamente.
“No, non e’ come sembra! Pensateci bene, se voi vi arruolaste di nuovo ed io fossi al di fuori di tutto, potrei essere quel riferimento di cui avreste bisogno nel caso vi trovaste nei guai! Rimarrei comunque a vivere in questa casa, mentre voi verreste trasferiti alle caserme. Potrei esserci per qualsiasi evenienza!”- si giustifico’ velocemente Aramis.
“E voi vorreste davvero sacrificare questo privilegio per noi?! Quali piani avete veramente in mente?”- chiese sorpreso Porthos.
“Si, dopotutto io, al contrario di voi, un lavoro ce l’avrei gia’... Potrei sempre riprendere i voti o decidere di sposarmi e mettere su famiglia...”- affermo’ lui sospirando.
“E siete disposto a rinunciare a tutto per sposare una delle vostre dame misteriose?”- chiese sorpreso D’Artagnan- “E’ questo che vi acciglia?”- continuo’.
“Ritornare a corte con queste condizioni potrebbe rivelarsi un colpo basso e sleale nei nostri confronti. Mi sento piu’ utile nel rimanere con lei, seppur lo sposarla mi sembrerebbe... Eccessivo.”- rispose Aramis calmo, ma evitando di guardarlo negli occhi.
 
“Rimarreste comunque qui a Parigi, in questa casa. Sapremo dunque dove trovarvi nel caso aveste ragione e avessimo bisogno di voi, Aramis”- sospiro’ tristemente D’Artagnan.
“No! Non posso permettere che il vostro talento di combattente venga perso in chiesa o per una donna! Questo comportamento non e’ da voi!”- continuo’ Porthos, pronto a risolvere la situazione in altra maniera, se fosse stato necessario, questa volta fu Athos a fermarlo:
“State commettendo un grave errore e lo sapete! Vorrei, come Porthos, convincervi a prendere questa carica con noi. Conosco gia’, tuttavia, la risposta che mi dareste: io sono l’ultima persona in grado di giudicare il vostro agire. Se avessimo bisogno di voi, ci faremo sicuramente vivi!”- disse con riluttanza.
Per i moschettieri, la perdita di Aramis fu un duro colpo: probabilmente qualche cosa era davvero cambiato dal primo scioglimento delle guardie e i tre uomini non erano piu’ quelli di un tempo. Forse erano tutti piu’ stanchi e provati da quella situazione che li faceva apparire come marionette al servizio del re, alla quale erano stati relegati nel corso di quegli anni.
D’Artagnan, entusiasta per la sua nuova posizione di moschettiere, forse non capi’ i sottili meccanismi che articolavano il profondo legame dei tre, cosi’ probabilmente non si accorse di come in quel momento questi si fossero irrimediabilmente incrinati.
Fu allora che i tre si prepararono per il primo colloquio reale che si sarebbe tenuto prima della cerimonia d’investitura a Palazzo. Aramis consegno’ a Planchet una missiva di rifiuto ed i quattro si allontanarono presto a cavallo mentre lui si ritirava nelle sue stanze, sparendo alla loro vista.
 
Il Re vestiva d’oro e turchese quel giorno.
Il Cardinale assisteva impassibile i piani organizzati dal sovrano per la cerimonia:
“Facciamo finta che questo sia il salone da ballo presso la vostra dimora, Eminenza! Potrei scendere da questa scala...” -disse saltellando verso una gradinata di marmo bianco e cominciando a scendere con eleganza.
“I moschettieri potrebbero entrare da quella parte... O da questa...”- continuo’, indicando la destra e la sinistra dell’ampio salone, mentre alcuni vassalli continuavano ad entrare e uscire, mostrando stendardi, ori e alcuni arazzi da inviare alla dimora del Cardinale.
“Come desiderate, Maesta’!”- disse il Cardinale ad occhi chiusi, abbastanza annoiato.
“La Regina?! Come mai tarda ad arrivare? L’avete vista?”- chiese nuovamente il sovrano al prelato, guardandosi attorno.
“Non saprei...”- rispose lui.
Il Re si guardo’ attorno, da un portone laterale della sala vide la Regina arrivare trafelata accompagnata da Constance: “Maesta’”- disse con un ampio inchino e le guance arrossite dalla corsa –“Io e Constance stavamo discutendo... Su quali gioielli indossare alla cerimonia! Cedete che questi vadano bene?”- disse scostando i boccoli castani e mostrando la ricchissima collana di rubini che adornava le bianche spalle nude. Il sovrano si fermo’ improvvisamente ed arrossi’ senza dire una parola.
“Potreste giustificare il vostro ritardo a Sua Maesta’ il Re?”- chiese il Cardinale alla sovrana, non curante della risposta appena data.
Fu la Regina questa volta ad impallidire senza dire nulla.
***
Non appena i messaggeri reali erano partiti per consegnare gli inviti ai moschettieri, la Regina aveva inviato Constance a chiamare Aramis, poco sapendo che il moschettiere aveva gia’ rifiutato l’invito del Re.
Quando la ragazza apri’ la porta alla dama, con la parrucca mora, ma priva di maschera, aveva ancora gli occhi rossi di pianto ed il volto atterrito.
“Aramis! Che vi prende!”- chiese la giovane.
“Qualche cosa di importante oggi e’ cambiato per sempre...”-rispose trattenendo orgogliosamente nuove lacrime.
“Posso chiamarvi Renee?”- chiese la damigella.
“Chiamatemi pure come volete...” –rispose lei sedendosi al tavolino- “Non potete rimanere qui a lungo, Planchet potrebbe tornare presto! Cosa vi spinge fino a qui?” –chiese prendendosi la fronte con i palmi delle mani.
“La Regina vi desidera di nuovo a Corte... Una carrozza ci aspetta!” –disse la damigella indicando l’uscita, senza darle la possibilita’ di prendere neppure lo stretto necessario.
 
“Baronessa,”- sospiro’ la Regina vedendo arrivare Renee a lunghi passi nelle sue stanze private per poi inchinarsi al suo cospetto –“Baronessa, devo venire di nuovo in vostro aiuto: il Cardinale e’ a Corte oggi!”- continuo’.
“Lo so”- rispose lei mesta.
“Renee: credo di aver capito alcuni dei piani del Cardinale! Sta cercando di tenere un piede in due staffe assecondando i voleri della Corte inglese!”- disse la Regina, ignara delle informazioni di Renee.
“La Francia non e’ pronta ad entrare in guerra contro l’Inghilterra in questo momento. Se il Cardinale volesse mantenere la sua influenza sul Re, farebbe tutto il possibile per evitarla. Comunque un imminente attacco delle flotte inglesi potrebbe solo giovare sul suo potere e spodestare definitivamente il Re della Corona, Maesta’...”- constato’ Renee, la quale ben aveva ragionato su quelle meccaniche.
“Avete prove dell’alleanza segreta del Cardinale con l’Inghilterra?”- chiese la Regina turbata.
“Non ho che i miei occhi e le mie parole, Maesta’”- rispose.
“Il vostro compito e’ di darmi una prova certa! Il Cardinale deve ancora pagare i torti che ho subito e se e’ davvero un traditore, deve pagare anche per questo! Voglio tutte le prove che riuscirete a procurarmi!”- ordino’ la sovrana, mentre Constance cercava di acconciarla in fretta e furia.
 
 “Nei prossimi giorni ci sara’ la cerimonia d’investitura dei moschettieri: rientrerete nelle guardie reali?”- chiese nuovamente la regina. Renee strinse i pugni e si morse le labbra: “No” –rispose tra i denti.
“Sicuramente avrete le vostre ragioni per aver rifiutato quell’invito reale. Personalmente, ritengo che avete fatto la scelta giusta! Ora il vostro cuore e’ finalmente libero di volare via, verso nuove mete! Soprattutto potreste essere la mia guardia personale, d’ora in poi! Sarebbe un immenso onore per me permettervi di lavorare al mio servizio, come una donna!”- la sovrana si congedo’ con un sorriso e lascio’ Renee organizzare la sua nuova missione.
***
La Regina lascio’ quei ricordi veloci di qualche attimo prima correre di nuovo nella sua mente: “Eminenza! Una signora ha bisogno dei suoi tempi per prepararsi”- esclamo’ con un leggero inchino verso il Cardinale.
 
“Maesta’, i moschettieri Athos, Porthos e D’Artagnan sono arrivati!”- annuncio’ un servo, facendoli entrare ed inchinare di fronte al sovrano.
“Moschettieri... Futuri, Moschettieri! Ben arrivati!”- disse lui con un ampio sorriso –“Avete atteso molto?”- chiese.
“Ehm... Soltanto qualche ora...”- rispose D’Artagnan a mezza voce, visibilmente annoiato.
“Vedo che non siete tutti... Manca qualcuno...”- continuo’ il sovrano stringendo lo sguardo nel tentativo di ricordare il nome del cavaliere assente.
“Il moschettiere Aramis mi manda per consegnarvi questa lettera”- borbotto’ Planchet tendendo con entrambe le braccia la lettera, il volto chinato il piu’ possibile verso terra ed i capelli bruni davanti agli occhi.
“Oh! Ecco! Aramis!”- il volto del sovrano si illumino’ leggermente, facendo finta di ricordare quel nome –“E... come mai ha rifiutato l’invito?”- chiese nuovamente.
“Pene d’amore...”- risposero all’unisono i tre.
Il Re sorrise e sospiro’: “L’importante e’ che voi siate qui, pronti per accettare il nuovo incarico di guardie reali!” –constato’ guardandoli e volgendo loro la mano.
“D’Artagnan! Posso chiedere di seguirmi? Ho alcuni consigli da chiedervi!”- chiese il sovrano al giovane. Lui si rialzo’ dall’inchino, si sgranchi’ le gambe e lo segui’ di qualche passo.
“E noi? Dobbiamo rimanere cosi’ inchinati ancora a lungo?”- chiese Porthos dolorante.
“Mh... No, no! Alzatevi pure! Potete andare dove volete! Siete ospiti di Corte!”- continuo’ il Re voltando loro le spalle.
I due si alzarono in piedi per vedere il Cardinale e la Regina, ai due lati opposti del salone, fissarli nervosamente. Athos e Porthos, si guardarono ed Athos disse: “Se ci fosse concesso di congedarci e ritirarci fino a che la nostra presenza non fosse necessaria... “- il Cardinale alzo’ le mani in segno di congedo verso di loro e la Regina lascio’ il salone.
 
I due moschettieri si diressero verso i giardini reali.
“Ho il sospetto che tutto questo non sia una trappola, Athos, ma sia solo una fantasia del Re!”- commento’ Porthos rassegnato.
“Se cosi’ fosse, ci sarebbe data comunque la possibilita’ di servire la Corona e la Francia...”- gli ricordo’ Athos guardandosi attorno, nel sospetto che qualcuno potesse seguirli, ma non scorse nessuno.
I minuti scorrevano lenti e patetici, le nuvole attraversavano il sole pomeridiano facendo sembrare tutto quel tempo immobile. Tornarono piu’ volte verso il portone da cui erano usciti, senza che D’Artagnan o chi per lui fosse li’ per annunciarli e farli rientrare.
Vicino a quel portone era la porta di una cappella buia, dalla quale proveniva una fresca arietta che sembrava proprio riparare dal sole e dalla caliggine.
“Credo di aver voglia di pregare!”- disse Porthos ad Athos.
“Ehm?”- si sorprese lui.
“Tutta quella fresca acqua santa... E quell’ombra! Magari anche un po’ di vino...”- sussurro’ l’uomo cambiando corso di marcia e dirigendosi verso la chiesetta –“Porthos! Non entrate senza avvisare! Sapete cosa si fa dentro le cappelle di corte!”- grido’ l’altro seguendolo –“Ancora meglio!”- incalzo’ lui accelerando il passo.
I due entrarono velocemente, Porthos abbozzo’ velocemente il segno della croce e si diresse immediatamente verso il catino. Athos si soffermo’ un attimo guardando quella piccola chiesa buia dall’altare dorato, probabilmente mai usato per dire messa, i pancali neri lucidi, l’inginocchiatoio sul quale pregare, quello leggermente consumato.
Porthos bevve diversi bicchieri d’acqua e si bagno’ infine velocemente la faccia con l’ultimo, stiracchiandosi e guardandosi attorno.
“Avete finito?”- chiese Athos all’amico.
“Si! Prendete anche voi!”- disse porgendo il calice dorato, appannato dall’acqua fresca.
Athos bevve fissando l’altare con leggero timore e sussurro’: “Andate pure, vi raggiungo subito!”.
Una volta accertato che l’uomo fosse fuori, si chino’ sull’inginocchiatoio e sussurro’ una preghiera ad occhi chiusi, soffermandosi su un pensiero o un ricordo ormai molto lontano.
Che la sua anima riposi in pace... Se mai pace trovasse.
 
D’un tratto, dei passi veloci provennero dal ballatoio della cappella ed una figura nera saetto’ agilmente di arco in arco fino all’altare, per poi passare come un fruscio proprio al suo fianco, Athos si volto’ sorpreso proprio in quella direzione, ma vide solo una suora passeggiare ora lentamente verso l’uscita.
“Madre? Avete visto anche voi?”- chiese Athos raggiungendola.
“Visto cosa?”- soffio’ la donna affannata.
“Madre?!”- chiese di nuovo il volto e la voce di quella donna erano a lui conosciuti –“Voi!”- esclamo’ sorpreso, sgranando gli occhi verso la suora.
“Non vi ho mai visto prima...”- menti’ la donna cercando di allontanarsi, ma lui la fermo’ bloccandole la strada –“Baronessa d’Herblay?! Per questo eravate cosi’ strana? Perche’ in realta’ siete una suora?!”- chiese lui ancora sorpreso dal vederla in quella chiesa.
La donna lo guardo’ piegando gli angoli della bocca –“Ehm, avevate intuito bene allora: non sono una suora...”- sussurro’ all’uomo.
“Allora che ci fate qui dentro, vestita cosi’?”- lei si guardo’ attorno accertandosi che fossero soli, mentre solo l’ombra di Porthos riluceva dall’entrata –“E’ una storia lunga che sicuramente avro’ modo di  spiegarvi in seguito... Siete armato?”- chiese lei.
“Si!”- rispose Athos ritrovando in quelle parole un innato senso di avventura.
“Il vostro amico, e’ armato?”- chiese lei nuovamente, sapendo gia’ la risposta, ma facendo finta di essere ignara di tutto.
“Si, e’ armato anche lui”- rispose lui con occhi brillanti.
“Bene, tenetevi in guardia! Ricordatevi, soprattutto voi, Athos: qualcuno e’ sulle vostre tracce!” –concluse lei oltrepassandolo.
“Qualcuno e’ sulle vostre, di tracce! Siete voi che avete spiato o visto, oppure conoscete qualche cosa, qualche evento a Corte che non dovreste conoscere ed ora vi vogliono morta! Non dovreste piu’ aggirarvi a corte!”- esclamo’ lui sicuro.
“Quello che ho scoperto... E quello che ancora devo scoprire... Devo andare adesso!”- esclamo’ lei.
 “Voi non andrete da nessuna parte, se prima non mi direte quali sono le vostre intenzioni!”- la fermo’ nuovamente lui, questa volta tenendola a fatica per le spalle.
La donna sospiro’ spiegando: “Sto cercando di reperire informazioni per la Regina Anna... E adesso devo andare, non ho molto tempo, ma dove vado io, verrete anche voi. Quindi non temete di rimanere all’oscuro e lasciate immediatamente la presa!” –a quelle parole gli prese fermamente le mani e si libero’ facilmente.
“Vengo con voi!”- continuo’ lui, pronto ad imbattersi in questa missione segreta, correndole dietro ed uscendo, non trovando pero’ Porthos ad aspettarlo questa volta. Athos si guardo’ attorno e la donna cerco’ di dileguarsi senza successo, lui la raggiunse nuovamente e lei continuo’ il suo percorso in silenzio fino al ritrovo proprio di fronte al salone di prova reale, dove un gruppo di dame-monache, stava preparando le vesti del Cardinale e a lui era vietato entrare.
 
“Credevo voleste pregare ancora un po’...”- commento’ Porthos, raggiunto presto da D’Artagnan vedendolo entrare di nuovo nel salone di prova.
“La cerimonia non si svolgera’ qui. Forse per comodita’ nostra, ma soprattutto di Sua Eminenza, dovremmo svolgere queste prove alla residenza Cardinalizia, non trovate?”- domando’ Athos agli altri due con la mente presa da mille domande da rivolgere a quella strana spia, tenendo ben salda la mano sul rapiere –“D’Artagnan? Che ne pensate?!”- chiese nuovamente.
“In effetti sarebbe la cosa migliore trasferirci direttamente alla Residenza del Cardinale, in modo da essere gia’ preparati per la cerimonia...”- rispose il ragazzo.
“Puo’ essere un’occasione per capire piu’ da vicino quali sono le intenzioni del Cardinale!”- continuo’ Porthos bisbigliando.
“Ora! Porthos, dobbiamo partire adesso!”- lo incalzo’ Athos  correndo verso l’uscita e cercando di raggiungere le scuderie il piu’ in fretta possibile.
“Avete proprio voglia di fare queste prove, vedo...”- commento’ Porthos seguendolo in tutta fretta.
 
I tre raggiunsero la residenza del Cardinale al galoppo, ancor prima che il Cardinale stesso fosse riuscito a lasciare il palazzo del Louvre. Tuttavia parte della servitu’ che lo aveva accompagnato stava rientrando, segno che non avrebbe tardato molto ad arrivare.
 
“Abbiamo un invito ufficiale da parte del Re, per fare parte ad una cerimonia d’investitura che si terra’ proprio in questa residenza!”- disse Porthos ad una delle guardie.
“Mi dispiace, ma non siamo autorizzati ad accettare visite ufficiali”- rispose questa.
“Non siamo venuti in veste ufficiale, dobbiamo solamente fare delle prove ed abbiamo l’autorizzazione del Cardinale, visto che gli inviti sono destinati alla sua dimora, giusto?!”- suggeri’ D’Artagnan. Le guardie si guardarono perplesse non sapendo precisamente come agire.
“Intanto che pensate il da farsi, noi raggiungiamo le scuderie!”- irruppe Athos galoppando verso la villa e seminando sia le guardie che i suoi stessi compagni.
 
Una volta arrivato, cerco’ immediatamente quel gruppo di monache che aveva perso di vista a Palazzo, ma Renee era gia’ nuovamente sparita. Aveva poco tempo e non poteva certo chiedere di lei. Penso’ bene di correre il piu’ velocemente possibile verso gli uffici cardinalizi, ricordandosi che la ragazza aveva accennato alla sua ricerca di informazioni.
 
Per quanto veloce e furtiva, Athos la teneva d’occhio e non sarebbe potuta sfuggirgli facilmente.
La intravide dopo poche stanze, in un piccolo studiolo pieno di documenti, con un’ampia finestra aperta.
Dove vado io, verrete anche voi, dicevate... Siete per caso stata informata della cerimonia dalla Regina Anna? ”- chiese Athos chiudendo a chiave la porta dello studiolo.
“Non sareste dovuto essere qui se non prima di domani! La vostra vita e’ in pericolo in queste stanze. Come avete fatto a...”- chiese lei con un balzo all’indietro sullo scrittoio, verso il davanzale della finestra da cui era facilmente entrata.
“Ho detto la verita’ ed espresso una mia sincera opinione! Allora, che tipo di informazioni state cercando di reperire per la Regina?”- la incalzo’ lui raggiungendo lo scrittoio, dove lei aveva appena sparpagliato una serie di incartamenti.
“Prove, documenti... Persone!”- rispose continuando a sfogliare.
“Cosi’ vi siete vestita da suora per confondervi meglio tra la servitu’ del Cardinale?!”- chiese lui retoricamente, avvicinandosi sempre di piu’, poggiando le mani sullo scrittoio non troppo lontane dalle sue e percependo la tensione di lei intenta a ricercare dei documenti che questa volta sembrava non aver trovato.
“Queste vesti lasciano molta liberta’ di movimento. Cosa avrei dovuto fare se no, andare in giro in mutande(2)?”- chiese lei ironicamente. Per quanto entrambe nervosi ed affrettati, i due non poterono evitare di scambiarsi un sorriso.
“Ora che ho risposto alle vostre domande, posso andare?”-continuo’, trovando una pianta della residenza di Richelieu ed abbandonado gli altri incartamenti, cosi’ balzando veloce sul davanzale della finestra aperta.
“No! Aspettate! Ho anch’io una missione per voi!”- esclamo’ Athos seguendola verso la finestra e cercando di farla restare.
“Mh?!”- la ragazza rimase parzialmente sorpresa da quella richiesta.
“Dovete aiutarci a capire quali sono le intenzioni del Cardinale nei confronti di noi tre guardie reali: la nostra nomina in questi giorni e’ abbastastanza strana, non vi sembra?”- disse lui leggermente preoccupato. Aramis sapeva che un uomo come Athos avrebbe potuto fargli quella richiesta. Oltretutto il Duca di Buckingham poteva ancora risiedere in una di quelle stanze e poterlo catturare: la giovane si acciglio’ ed ora piu’ seria, si sedette sul davanzale e le prese una spalla per raggiungere il suo sguardo un’ultima volta: “Dovete stare attento, molto attento... Credo che la vostra nomina sia una farsa. Tuttavia, dagli ordini che ho ricevuto, non credo la Regina sia affatto interessata a voi...”- rispose lei.
“Neanche il Re sembra davvero interessato a questa cerimonia...”- sospiro’ lui deluso.
“Vi aiutero’” -rispose lei.
 A quelle parole Athos rispose prendendole le spalle e baciandole una guancia in segno di ringraziamento-“... Ma dovete lasciarmi andare ora!”- continuo’ lei interdetta, leggermente arrossita in volto, con tono sbrigativo.
“D’accordo. Per ora vi lascero’ andare! Saro’ dall’altra parte della residenza con i miei compagni...”- pronuncio’ Athos con un sospiro- “Siete bene armata?”- domando’ nuovamente.
Lei rispose rialzandosi e scostando parte delle vesti, mostrando un discreto arsenale di pugnali attaccati alla cintura: “E ora se non tornate immediatamente dai vostri compagni moschettieri, saro’ costretta ad usarli contro di voi!”- aggiunse minacciosa.
 
Correndo sui cornicioni del chiostro in quell’ala della residenza cardinalizia, Aramis scorse un’altro piccolo studiolo, contenente una vasta collezione di pozioni e veleni. Indisturbata, riusci’ a portare via da quegli ambienti un potente sonnifero e a ritirarsi in un’area ormai inutilizzata dove poter studiare meglio i prospetti della residenza, per poi cercare nuove stanze che contenessero carte e documenti ed aspettare l’apertura del ricevimento che si sarebbe tenuto nei giorni successivi.
 
Athos raggiunse di nuovo i suoi due compagni, sbottando un sorriso ed osservando attentamente quell’ampia sala da ballo, che tuttavia non lasciava spazio ad eventuali vie di fuga, ne sembrava avere passaggi segreti con i quali lasciare la stanza senza essere notati.
“Oh... Vi siete affrettati cosi’ tanto ad arrivare qui, Athos, ed ora staremo piu’ di un giorno a fissare questa stanza vuota!”- esclamo’ Porthos rassegnato.
“Siete sicuro che siete venuto qui solo per provare ad inchinarvi su quel gradino di marmo?”- chiese nuovamente D’Artagnan.
“Beh... Ci sono un sacco di belle suore qui attorno, D’Artagnan. Il Cardinale si fa accompagnare solo da suore bellissime. Quelle brutte le lascia ai conventi di clausura... Per lo meno potremo goderci anche noi questa bella vista...”- constato’ Porthos.
“No! Ci sono altri motivi! Dobbiamo stare in guardia...”- sussurro’ Athos guardandosi attorno e percependo stranamente qualcun altro in quella sala.
 
Dai soppalchi di quella sala, infatti, un paio di occhi verdi rilucevano nell’ombra ed osservavano attentamente i tre moschettieri ispezionare la sala.
 
 
 
 
(1)I moschettieri hanno fatto esplodere la Torre di Londra, il Duca di Buckingham ora vuole farla pagare ad Athos.
 
 
(2)Milady, la bellissima Milla nel film, zompetta allegramente sui tetti per poi far fuori un intero regimento di guardie e calarsi in “mutande” dell’epoca dal tetto del Louvre (credo sia questo l’ordine degli eventi?).
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D'Artagnan / Vai alla pagina dell'autore: zorrorosso