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Autore: chocobanana_    30/12/2012    8 recensioni
[Questa fan fiction partecipa al contest “The World’s End” indetto da K i w i]
[BanGaze] [Accenni MiuraMaki]
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Non aveva mai creduto a quelle cazzate che dicevano i Maya, eppure adesso era sotterrato da mattoni e cemento, mentre davanti ai suoi piedi si era aperta un’enorme e oscura voragine.
Era vivo. O almeno credeva di esserlo.

[ camy ]
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[Questa fan fiction partecipa al contest “The World’s End” indetto da K i w i] 


Autore/i:  BananaH_
Titolo:  The words I haven’t said yet
Pairing: BanGaze
Parole:  897 dice word –wtf-
Prompt (se c’è): Parole
Note: Shonen Ai/Drammatico
Se volete vivere non leggete questa BanGaze. E’ orribile, non sono capace di scrivere çwç e non posso mettere la E grande accentata perché la tastiera fa schifo (?). perdonatemi.
Desclaimer (in presenza di OC specificare chi li ha creati): Tutti i personaggi qui presenti non appartengono a me, ma alla Level-5. Eccetto la figlia di Miura e Maki di cui accenno alla fine, lei è una mia piccolissima e adorabilissima (?) Oc.
 

The words I haven’t said yet

 

“Perché nessuno ha dimostrato errata la teoria dei Maya.”  

 

Una mano spuntò da sotto le macerie, in cerca di un appiglio, di qualcosa di utile. Le dita erano tutte sporche di fango, polvere e sangue.
“Merda.” Un’imprecazione che ripeteva da ore.
Non aveva mai creduto a quelle cazzate che dicevano i Maya, eppure adesso era sotterrato da mattoni e cemento, mentre davanti ai suoi piedi si era aperta un’enorme e oscura voragine.
Era vivo. O almeno credeva di esserlo.
Burn borbottò qualcosa, poi fece pressione con entrambe le braccia sulla colonna grigia che gli era quasi caduta in testa.
Il sangue continuava a fuoriuscire dalle sue ferite: sarebbe morto dissanguato.
Voleva uscire, voleva smettere di vedere tutto quel buio, voleva solo il sole, il calore, voleva vivere.
 
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“Ehi Gazel.”
 Il ragazzo dai capelli azzurri si era voltato verso di lui, richiamato dalla sua voce.
“Cosa vuoi?”
Burn gli sorrise. “Domani finisce il mondo.”
L’altro fece spallucce. “E’ una cosa che non mi interessa.”
Gli occhi dorati del ragazzo dai capelli rossi si alzarono verso  il cielo. “Non hai paura?” Chiese, pur sapendo la risposta che avrebbe dato l’altro.
L’altro scosse  la testa.
Non aveva motivo di avere paura, tanto sarebbero morti tutti, nessuno escluso, sarebbero spariti insieme, e questo, segretamente,  lo consolava almeno un po’.
Burn si mise le mani nelle tasche. “Non hai paura di non vedermi più?” chiese malizioso. Gazel arrossì leggermente, ma non rispose.
Era quello che faceva paura.

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 Burn si passò una manica sulla fronte, sentiva dolore in tutto il corpo, ormai pieno di lividi e ferite. Camminava al fianco del dirupo che si era formato, mentre cercava una via d’uscita.
“Gazel!” Lo chiamò più volte, ma non ottenne nessun a risposta. Niente di niente. Solo il fruscio del vento, e le rocce che rotolavano sul terreno bruciato.
Sembrava non esserci nessuno.
Non ci avevano creduto nemmeno per un momento, eppure la fine del mondo, per loro, era arrivata davvero.

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“Qualche minuto.” Mormorò ridendo Nagumo. “Qualche minuto e non ci saremo più.”
“Smettila di dire queste cavolate.” La voce dell’azzurro era atona, eppure nei suoi occhi c’era qualcosa di spaventoso, come se lui sapesse già quello che sarebbe successo.
Burn si morse il labbro inferiore. “Se il mondo finisse ora sarebbe un guaio.” Sussurrò a bassa voce.”Ho mille cose da fare e dire.” Aggiunse.
Tic Tac.
Un orologio.
E il terremoto.

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Il ragazzo dagli occhi miele arrancò fino all’uscita di quel palazzo ormai in rovina.
Non c’era più nulla. Solo polvere, cadaveri, morte e silenzio. Non c’era un briciolo di luce, non c’era un briciolo di speranza.
Non c’era lui.
“Gazel.” Mormorò Burn per l’ennesima volta, mentre tratteneva le lacrime.
E nemmeno lui riusciva a sperare in un lieto fine.
Era stato punito.

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“Gazel, io ti amo.”
Delle parole dette al vento, perché ormai erano divisi, il ragazzo dagli occhi di ghiaccio era dall’altra parte della crepa.
Eppure gli accennò un sorriso, e  Burn giurò di aver visto  una lacrima rigargli quel volto pallido, che ora era pieno di croste rosse e marroni.
Si sentì in colpa: era stato capace di far piangere Gazel, il ragazzo dal cuore di ghiaccio, la persona che aveva sempre amato.
Aveva sbagliato ad ignorare.
Quelle parole avrebbe dovuto pronunciarle prima.
“Vivi.” Le labbra del ragazzo dai capelli arruffati e color ghiaccio dicevano quello.
 Burn provò a correre verso di lui, magari a saltare oltre il vuoto che c’era sotto, ma un grossa colonna gli cadde addosso.
La fine.
I Maya avevano ragione, e c’era qualcosa di estremamente beffardo e crudele in quella profezia.

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Gli occhi miele puntati in alto, verso il cielo.
Gli aveva detto “vivi” e lui era ancora lì, respirava, camminava, pensava.
Ma c’era qualcosa dentro di lui che gli diceva che era “morto”.
 

[Si può essere vivi senza la persona amata?]

 

“Avrei voluto morire con te.” Anche quelle parole lasciate al vento.
Una mano gli coprì il volto, un rivolo di sangue gli colò lungo il viso, insieme alle sue lacrime.
“Desiderio esaudito.”
“Gazel.”
Le mani fredde del ragazzo lo avvolsero dolcemente. “Sto morendo.” Anche quando diceva frasi del genere sembrava essere calmo, quel ragazzo sarebbe stato sempre un mistero.
“Allora ti seguirò.”
Burn chiuse gli occhi, sentì  il tepore dell’abbraccio di Gazel e le sue labbra poggiarsi sulle proprie.
Un bacio che sapeva di addio, anzi no, si sarebbero visti da qualche altra parte, non lo avrebbe lasciato andare così facilmente.
“Ci sono parole che non ti ho ancora detto.” La voce di Burn era rauca e stanca.
“Me le dirai un’altra volta.”
Il rosso sorrise. “Promettimi che ascolterai.”
“Non rompere, cavolfiore.”
Sempre lo stesso Gazel, quello di cui si era innamorato.
 

 

[Per lui vivere senza Gazel era la fine del mondo, o anche peggio.]
 
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“Mamma, questa storia è davvero triste.” Una bambina dai capelli color cioccolato tirò su col naso, mentre cercava di fermare le lacrime.
“Maki smettila di raccontare queste cose.” La riprese Miura, con gli occhi lucidi, quasi commosso: quel ricordo continuava a fare male.
Lei si passò una manica sulle palpebre, umide per il pianto, e annuì debolmente. “Hai ragione…”

####### 

I Maya li avevano presi in giro, la fine del mondo era arrivata solo per loro: un terremoto che aveva spazzato via tutto.
Ma era questione di tempo, sarebbero morti anche loro, era solo questione di tempo. In fondo, i dieci anni che erano passati non significavano niente…

 

#########
 
 
[Perché nessuno ha dimostrato errata la teoria dei Maya, ma nemmeno corretta.]

 

The End

 
 
.:Angolo di una banana:.
 
GiornoH.
Scusate il ritardo. E scusatemi se ho scritto una cosa così depressa e orrenda, davvero. Potete picchiarmi, assolutamente.
Era da molto che non scrivevo su Burn e Gazel –accennoallaMiuraMakieh-.
Che cosa angst e romantica (?).
Sicuramente fa schifo. Si fa schifo. Oddio uccidete la sottoscritta.
Fluff, angst venite a me (?).
Madò ho sonno, e devo scrivere. Cavolo, aiuto.
Mio fratello urla (?) – salvatemiviprego-.
La smetto di sclerare, sono solo le 12 (?).
Vi voglio bene c: -ringrazio tutti quelli che leggeranno :D
... E sappiate che il titolo figo è tutto merito di Ursy che me l'ha tradotto, io amo quella ragazza :'D
Camy

{ Che si è dannata con quel "avrei voluto morire" che alla fine ha scoperto essere giusto  -santifico il dizionario di italiano e mio fratello e Ursy <3- }
   
 
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