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Autore: JSmith_    30/12/2012    15 recensioni
Il viaggio in macchina era durato poco, ma quel poco era stato a dir poco frustrante. Harry e Louis, continuavano a toccarsi, avrei giurato che quella sera avrebbero fatto sesso, Liam giocava con il cellulare e Zayn.. Oh, Zayn.
Quel moretto solitario dalla pelle color ambra. Stava sempre in disparte, ma per volere suo, non per volere degli altri. Mentre il sottoscritto, veniva escluso, quando magari voleva solo parlare un po’, per non sentirsi solo.
-Ehi, Niall, stai facendo la radiografia a Zayn?- Chiese Liam, facendo scoppiare tutti a ridere, tranne il moro e me, che diventai più rosso di un peperone.
-N..N..No.- Balbettai, facendo capire il mio imbarazzo.
Enorme imbarazzo.
-Ma davvero? Allora cos’è quel piccolo gonfiamento nei tuoi pantaloni?-
**
[Ziall];
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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You’re not Alone.

 
 
-Un’ultima domanda.- Disse, l’intervistatrice. –Com’è il vostro comportamento senza telecamere? Insomma, rimanete sempre i soliti ragazzi scherzosi che siete sempre, oppure non vi calcolate nemmeno?- Domandò, sorridendo.
-Be’..- Iniziò Liam. –Diciamo che sì, siamo sempre gli stessi. Sempre gli stessi burloni, soprattutto Louis. Anzi, senza telecamere, è peggio.- Rispose Liam, sorridendo.
L’intervista finì e, come d’obbligo, dovemmo andare a cambiarci d’abito nei camerini. Guai ad uscire con i vestiti dell’intervista fuori, guai.
Una volta chiusa la porta del mio camerino e di Liam, mi sentii particolarmente a disagio. Mi tolsi la felpa ed i pantaloni, pronto a mettermi gli altri vestiti, quando sentii due mani cingermi i fianchi. Mi voltai e vidi gli occhi di Liam fissi nei miei.
-Ehi, Nialler, da quant’è che non stiamo un po’ soli soletti io e te?- Domandò, avvicinandosi sempre di più.
-Ehm..- Cercai di rispondere, ma le parole mi morirono in gola quando ricevetti uno schiaffo.
-Questo è niente. Lo sai che cosa ti attenderà a casa, vero?- Concluse, vestendosi, per poi uscire dalla stanza.
Con le lacrime agli occhi, il fiatone ed un peso nello stomaco, continuai a vestirmi, per poi uscire anche io, di lì, come aveva fatto Liam prima.
Il viaggio in macchina era durato poco, ma quel poco era stato a dir poco frustrante. Harry e Louis, continuavano a toccarsi, avrei giurato che quella sera avrebbero fatto sesso, Liam giocava con il cellulare e Zayn.. Oh, Zayn.
Quel moretto solitario dalla pelle color ambra. Stava sempre in disparte, ma per volere suo, non per volere degli altri. Mentre il sottoscritto, veniva escluso, quando magari voleva solo parlare un po’, per non sentirsi solo.
-Ehi, Niall, stai facendo la radiografia a Zayn?- Chiese Liam, facendo scoppiare tutti a ridere, tranne il moro e me, che diventai più rosso di un peperone.
-N..N..No.- Balbettai, facendo capire il mio imbarazzo.
Enorme imbarazzo.
-Ma davvero? Allora cos’è quel piccolo gonfiamento nei tuoi pantaloni?- Domandò ancora Louis, facendo peggiorare la situazione.
Come un povero scemo, abbassai lo sguardo sul cavallo dei miei pantaloni, notando che non c’era niente. Perché in effetti, non c’era niente.
-Che coglione!- Urlò Harry, per la mia ennesima figura. –Perché abbiamo un compagno così scemo?! Le directioners hanno ragione a preferire noi a lui!- Continuò, facendomi sentire ancora peggio di quel che ero.
La macchina si fermò davanti al vialetto di casa, facendoci scendere. Ovviamente, io per ultimo. Se mi fossi mai azzardato a provare a scendere per primo, le avrei prese, di santa ragione.
Anche se le avrei prese comunque.
Corsi in camera mia, sperando che non mi facessero niente. Almeno, quella sera, volevo riposarmi. Non chiedevo molto, almeno, per me.
Mi sedetti sul letto ed afferrai la mia chitarra, prendendo il plettro ed iniziando a suonare. Forse, l’unico motivo per cui non avevo lasciato la band nonostante tutti i maltrattamenti, era proprio per il motivo che si era formata: la musica. La musica era l’unica cosa che mi salvava da quell’inferno, da quell’inferno che odiavo da morire, eccome se lo odiavo.
I primi mesi, non venivo nemmeno calcolato, anzi, quasi nessuno tra di noi si calcolava, tranne Harry e Louis che sin dalle prime settimane, avevano una storia. Ovviamente, Eleanor era una copertura. Liam, invece, stava sempre e solo con Danielle e Zayn, come in macchina, faceva il solitario.
Davanti alle telecamere era tutta finzione.
I bei ragazzi sorridenti e buffi che si pensava fossero i One Direction, in realtà, era come se fossero cinque perfetti sconosciuti, anzi: tre padroni, Liam, Harry e Louis, un lupo solitario, Zayn ed il povero schiavetto imbecille, Niall, io.
Sentii bussare alla porta, così posai la chitarra sul letto ma, prima di poterla aprire da solo, quella si spalancò, mostrando un Louis con un sorriso malizioso e malvagio allo stesso tempo, stampato sulle labbra.
Ed il che non era un buon segno.
-C..Ci..ao L..Louis.- Lo salutai, indietreggiando.
-Ehi, bel biondino.- Disse, avvicinandosi. –Perché non ti fai abbracciare?- Chiese, cingendomi la vita.
-Cosa?- Prima che me ne potessi rendere conto, il castano mi stava stringendo tra le sue braccia, cosa che feci anch’io successivamente.
Mi mancava un abbraccio, un vero abbraccio, ma non capii perché proprio in quel momento, proprio lì, quando pochi minuti prima, nel veicolo, si era divertito a deridermi.
La porta si spalancò ed un Harry furioso si avventò contro di noi, anzi me.
-Harry, hai visto?! Mi stava stringendo a sé, come se fosse una cosa normalissima, oddio, non ci posso credere!- Disse Louis, uscendo dalla camera, facendomi l’occhiolino.
Solo in quel momento, mi resi conto che quella era tutta una trappola. Quell’abbraccio, che mi era sembrato così sincero, era tutta una trappola.
Sembrava, appunto.
-Quante fottutissime volte ti ho detto che non ti devi avvicinare a lui?! Eh?!- Urlò Harry, tanto da far arrivare Liam in camera che, appoggiato allo stipite, sorrideva con il sorriso di uno che la sapeva lunga su quel che sarebbe successo.
Anche se non c’era molto da immaginare.
-Io.. Io.. Io..- Cercai di giustificarmi, ma non mi lasciò nemmeno parlare, che iniziò a tirarmi pugni nello stomaco.
-Stai zitto, non hai il diritto di parlare!- Esclamò, prendendomi per il collo ed appendendomi contro il muro, stringendo la presa. –Ringrazia che non ti faccio fuori, solo perché servi alla band, altrimenti a quest’ora eri già sotto terra!- Urlò, lasciandomi.
Caddi a terra, sputando quello che credevo era saliva ma, appena aprii gli occhi e focalizzai meglio quello che stava accadendo, mi accorsi che era sangue. Solo sangue.
Istintivamente, per il dolore, mi portai una mano sulla pancia, ma ciò non fece altro che peggiorare il tutto. Non riuscivo a muovermi. Quei pugni e calci, erano stati molto più forti delle altre volte.
-E non ti avvicinare mai più a Louis, chiaro?!- Concluse, sbattendo la porta, mentre sentii la fragorosa risata di Liam, invadere il corridoio.
Rimasi a terra per dieci minuti buoni, mentre le lacrime bagnavano il pavimento.
-Voglio morire, voglio morire.- Sussurrai, mentre cercavo di alzarmi.
Ma più mi sforzavo, più peggiorava.
-Voglio morire, v…voglio morire.- Singhiozzai ancora, sempre più convinto di quello che dicevo.
-Shh, calmati ora.- Sentii una voce e, successivamente, due braccia forti che mi sollevarono da terra, facendomi urlare per il dolore. –Calmati.- Disse ancora quella voce.
Quelle braccia, mi posarono sul letto e, quando aprii gli occhi, ritrovai il viso di Zayn a pochi centimetri dal mio.
-Calmati e non ripete mai più una cosa del genere.- Ordinò con voce dura, mentre si sdraiava vicino a me.
-Ma è l…la v..verit..tà, Z..Zayn.- Singhiozzai. –N..n..non c..ce la f..facc..io pi…ù. V..vo…gl..io m..morir..e- Cercai di dire ancora, mentre sentii la sua mano passare tra i miei capelli. Era stato un gesto dolce, lento e tenero, che mi fece rilassare, che mi fece smettere, per quei pochi secondi, di piangere.
-Ti fa calmare, eh?- Chiese il moro, sorridendo.
Annuii, chiudendo gli occhi, mentre ripeté lo stesso gesto più volte, facendomi calmare. Il dolore, per quanto forte poteva essere, non era più un problema per me; se c’era Zayn, tutto era più calmo, più rilassante, più rassicurante.
Più bello.
-Shh.- Mi soffiò nell’orecchio, facendomi cadere completamente in estasi.
Chiusi gli occhi, mentre con la mano continuava ad accarezzarmi i capelli. Continuò per dieci minuti buoni quando, probabilmente stanco, la fece scendere lungo la mia mascella, per poi passare alle guance, al naso, ed infine alle labbra.
Le labbra.
Quando mi toccò le labbra in modo dolce e delicato, non potei chiedere di meglio. Anche se, di meglio, c’era e come.
 
 
 
Quando mi svegliai, la prima cosa che sentii fu il dolore allo stomaco. Aprii gli occhi e vidi che di fianco a me non c’era più Zayn, e che il dolore si faceva di nuovo risentire.
Avevo paura di aver sognato quelle coccole; avevo paura di aver sognato la sua mano che passava tra i miei capelli, che scendeva lungo la mia mascella e che poi finiva sulle mie labbra, toccandole dolcemente, come solo lui sapeva fare.
Sì, perché Zayn era la dolcezza in persona.
Mi alzai, nonostante il dolore, ed andai in bagno. Mi sfilai la maglietta e osservai attentamente tutti i danni che mi ero procurato, scoppiando a piangere.
Erano passate tre settimane dall’ultima volta che mi avevano picchiato e, una piccola e stupidissima luce di speranza in me, credeva che non lo avrebbero più fatto, che le cose sarebbero migliorate.
Ma a quanto pare mi sbagliavo.
Mi scese una piccola lacrima lungo la guancia, seguita da tante altre. Con fatica, riuscii a privarmi di tutti i vestiti e ad entrare nel box doccia, per cercare di lavarmi.
Cercare, appunto.
Ogni volta che passavo la mano sui lividi, essi mi facevano uscire una lacrima. Sì, una lacrima di dolore. Non ce la facevo più; avrei voluto guardarmi allo specchio, anche a distanza di settimane, e non vedere nessun livido sul mio corpo o sul mio viso. Volevo riuscire a fare tutto, da normalissimo diciannovenne qual’ero, senza sentire il dolore dei pugni del giorno prima, delle ferite che si erano riaperte ed il sapore amaro e salato delle mie lacrime che ogni volta, puntualmente, correvano lungo la mia guancia.
-E’ permesso?- Domandò qualcuno, entrando in bagno.
-S..sì.- Balbettai, riconoscendo la voce di Zayn.
-Ti ho portato le bende, te le lascio qui.- Disse, mentre chiudevo la manopola e mi avvolgevo l’asciugamano intorno alla vita.
Uscii dalla doccia, passandomi una mano tra i capelli, notando che il moro si era soffermato a guardarmi. Mi squadrò dall’alto al basso, avvicinandosi.
-Guarda come ti ha ridotto.- Disse, passando una mano sulle ferite che, stranamente, al suo contatto non bruciarono. –Se vuoi, ti do una mano.- Continuò, facendo un piccolo sorriso, sincero.
Annuii lentamente, girandomi di spalle per asciugarmi. Nonostante fossimo entrambi maschi, mi vergognano, eccome. Soprattutto se era Zayn.
-Ehi, non ti vergognare.- Sussurrò, avvicinandosi.
Mi sentii cingere i fianchi e, successivamente, dei baci delicati lungo il mio collo, che proseguirono fino alla spalla.
-Z..Z..Zayn c..cosa stai f..facendo?- Domandai, immobilizzandomi.
-Rilassati.- Rispose, mettendo le sue mani sulle mie. –Rilassati, questo ti farà solo bene.- Mi prese per mano, portandomi in camera, dove chiuse la porta a chiave, facendomi completamente andare fuori di testa.
Che diavolo voleva fare?!
Si riavvicinò a me, che cercai di scappare, ma lui, più velocemente, mi prese per un polso, facendomi emettere un piccolo gemito di dolore.
-Scusa.- Sussurrò, portando i nostri visi a pochi centimetri di distanza.
-C..cosa v..v..vuoi f..far..re?- Domandai, impaurito.
-Amarti, Niall.- Rispose, prendendomi il viso tra le mani.
Tutta quella paura, svanì. Svanì, con quella risposta, che mi riempì il cuore.
Premette le sue labbra sulle mie, baciandomi dolcemente. Picchiettò con la lingue sui miei denti, facendomi schiudere la bocca; subito, la lingua di Zayn si infilò, iniziando a giocare con la mia, creando un atmosfera che mi riempì il cuore che, dopo due anni nella band, mi fece stare bene.
Per la prima volta.
Mi sdraiò sul letto, mettendosi sopra di me.
Con tanta cura e grazie, curò le ferite con suoi baci, stette attento a non farmi male quando diventammo una cosa unica, urlò il mio nome seguito da un ‘ti amo’, quando stavamo per venire insieme, mi cullò dopo aver fatto quello che, comunemente, chiamavo amore.
Perché era quello che avevamo fatto noi, quel pomeriggio. L’amore.


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Zau! c: 


La mia prima OS Slash, che emozione! :')) 
Premetto che non ho messo scene mlmlmlml, per due motivi:
1) Essendo la prima, volevo farla più sentimentale, anche perchè non sono molto esperta in Slash erotiche.
2) Perchè essendo Ziall, volevo che fosse una cosa tenera, non erotica, come ho già detto, più sentimentale.
Be', non ho altro da aggiungere; passate nelle mie altre fan fiction ed alla prossima OS! Ciaooo!


- Terribile Life;



   
 
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