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Autore: Sally_230710    30/12/2012    0 recensioni
La trama è ancora da stilarsi, io scrivo a seconda dell'ispirazione. Di conseguenza essa potrebbe cambiare. Sappiate solo che è una storia che parla di vampiri, dove il Bene e il Male non sono poi così ben distinti. Il Bene può trasformarsi in Male e viceversa, tutto dipende da un unico fattore: l'Amore. Ma non solo l'amore tra amanti, ma anche quello fra amici e fratelli e beh...cugini. E' la mia prima storia, spero vi piaccia.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Come tutti gli anni il giorno del ringraziamento era un evento molto sentito a casa Thompson, si riuniva tutta la famiglia: dai nonni, agli zii, ai cugini e agli amici. Era un’occasione per stare tutti insieme. Solitamente, ogni famiglia festeggiava per conto proprio, ma in quel piccolo paese tutti erano di famiglia. I Thompson erano fra le famiglie più antiche residenti in quel paese, si dice che fossero stati fra i fondatori, d’altronde raramente arrivavano persone nuove.
Il tema del ricevimento di quell’anno era: l’800.
Le sorelle Thompson: Chloe, la maggiore, e Emily si stavano preparando al piano superiore, litigando, come al solito, per chi per prima dovesse utilizzare il bagno. La madre spazientita intervenne e come sempre mise pace fra le sorelle permettendo alla più piccola di usufruire per prima del bagno e chiedendo alla maggiore un consiglio su come vestirsi.
Nel frattempo al piano di sotto erano arrivati tutti gli ospiti.
La casa era molto grande, soprattutto il salone principale, dove solitamente venivano ospitate tutte le feste del paese. Era una stanza con stile vittoriano: la carta da parati che avvolgeva le pareti era color crema, vi erano appese le riproduzioni più famose, di artisti spagnoli, italiani e francesi. Le poltrone erano molto all’antica e al centro della sala si trovava un lungo tavolo in radica di noce chiaro, tutti i mobili erano dello stesso legno.
La musica che veniva suonata era un dolce valzer: dal pianista impiegato dalla famiglia Thompson per far sentire a proprio agio gli invitati.
E fu proprio questa musica ad introdurre l’entrata nella sala delle figlie del padrone di casa: ciascuna di loro era vestita con bellissimi e delicati abiti, tipici del periodo dell’ 800.
Chloe portava un abito panna che lasciava scoperte le bianche spalle, le braccia erano coperte soltanto da lunghi guanti candidi, dello stesso colore del vestito. Esso era composto da un corpetto panna con dei particolari in marrone e una gonna a balze, attaccata al corpetto, sempre color panna che scendeva vaporosa e delicata fino a terra. I capelli erano raccolti in una mezza coda e quelli lasciati sciolti ricadevano sulle nude spalle formando dei dolci e castani boccoli. Il suo viso era naturale con un solo filo di trucco.
Invece Emily portava un abito azzurro con delle maniche corte a sbuffo. Anch’esso composto da busto e gonna a balze. I capelli biondi sciolti ricadevano delicati e a boccoli fino a metà schiena, lasciando scoperto il viso, poiché erano tenuti dietro da delle forcine cosparse di brillantini.
Tutti gli invitati erano rimasti impressionati dalla bellezza delle due sorelle che sembravano quasi surreali.
La serata andò avanti tranquillamente e si respirava un’aria allegra e sembrava quasi essere tornati all’epoca che si era voluta ricreare.
“Come sempre i Thompson hanno organizzato molto bene la serata”, disse un’anziana signora ad un’altra, e iniziarono così a discutere dei vecchi tempi, di quando andavano alle feste organizzate dai nonni delle sorelle e così via. Dicevano che speravano che anche le sorelle avrebbero continuato la tradizione, “ Ma si sa, i giovani d’oggi hanno così tanta voglia di viaggiare e divertirsi… molto probabilmente nessuna delle due resterà qui a lungo. Dobbiamo solo goderci queste ultime feste e questi ultimi assaggi delle vecchie tradizioni” diceva con tristezza la seconda.
Il discorso delle due anziane signore e la tranquilla serata furono interrotti dall’arrivo del Guardiano del Cimitero che urlando entrò in casa Thompson:” Oh mio Dio…Assassinio!!!! Oh Signore salvaci!!! Assassinio!!!”.
Tutti preoccupati smisero di fare quello in cui erano impegnati: danzare, chiacchierare, mangiare e suonare.
All’interno della sala era caduto il silenzio più totale, l’atmosfera da allegra e leggera era diventata pesante e si sentivano i cuori delle persone accelerare, come se stessero tutti quanti correndo una maratona.
Allora si udì solo la domanda del vecchio Johnson, appartenente ad un’altra delle famiglie fondatrici, “ Dicci Smith, con calma, cos’è successo? E voi la non state impalati portate un bicchiere d’acqua!”.
Dopo essersi seduto e aver bevuto un po’ d’acqua il Guardiano si mise a parlare:
”Stavo facendo il solito giro di perlustrazione del cimitero, quando ho sentito un urlo straziante provenire dalla cappella dei Turner, allora sono accorso, ma poi…poi…” sul suo viso si era dipinta l’espressione del puro terrore, i suoi occhi erano ormai vitrei, come se l’uomo fosse tornato al momento che aveva vissuto poco prima. “Oh mio Dio…che è successo?”, “ Sembra abbia appena visto un fantasma!”, “ Cosa potrebbe mai essere successo?”, queste erano le frasi che si sentivano nella stanza, la gente cominciava ad essere agitata e si poneva numerosi interrogativi. “Poi…poi…ho sentito sulla mia testa qualcosa di caldo, ho alzato lo sguardo e…e… lui era lì appeso a testa in giù col sangue che gocciolava…pensavo fosse stata una bestia, ma che animale potrebbe mai appenderlo ad un albero?”.
La sala era ormai in subbuglio, la gente era sconcertata, tutti si guardavano con aria sospettosa, forse fra loro c’era un assassino. La cosa pareva strana, d’altronde ognuno si conosceva molto bene, mai si sarebbe potuto pensare che qualcuno in quella stanza avesse potuto uccidere.
Fra il brusio e il panico che si era ormai creato Johnson prese la parola:” Calmatevi. State tranquilli…”ma ormai il panico e lo sconcerto erano palpabili, quasi fossero diventati persone, quasi facessero parte dell’aria in quella stanza. Il vecchio Johnson cominciò a ticchettare nervosamente con la forchetta su un bicchiere. Tutti si girarono per ascoltarlo, d’altronde era il più anziano del paese e di conseguenza il più saggio:” Bene, ora ascoltatemi e non fatevi prendere dal panico, le donne e i bambini tornino a casa accompagnate dai mariti, successivamente tutti gli uomini più forti si riuniscano alla cantina “Del vecchio pescatore “ e insieme a me verranno al cimitero per controllare di chi è il corpo”. “ Sceriffo Foster, verrà anche lei, ma per ora non dia l’allarme alla centrale”. Disse per ultima cosa riferendosi allo sceriffo del paese.
Nel tumulto Chloe ed Emily furono mandate in camera e fu raccomandato loro di non abbandonare per nessuna ragione la casa.
Nel frattempo il Signor Thompson era andato alla cantina e insieme agli uomini più coraggiosi era partito per il cimitero.
 
Quando arrivarono si diressero subito alla cappella e, come descritto dal guardiano, trovarono appeso all’ albero un corpo senza vita. Sotto di esso c’era una piccola pozza di sangue, la cosa pareva alquanto strana: un uomo che moriva dissanguato non poteva avere così poco sangue in corpo. Tutti si impegnarono per tirare giù dall’albero il corpo e per riconoscerlo. Sul viso del cadavere c’era un espressione che aveva tramutato completamente i suoi lineamenti: la pelle era tesa e pallida, gli occhi sbarrati sembravano aver conosciuto la morte in persona nel peggiore dei modi. La bocca era tesa in un’ espressione di pura sofferenza.
Sul corpo non c’erano segni di violenza, a parte la gola lacerata: “Quale animale farebbe mai una cosa simile?” chiese un uomo. “Nessun animale” rispose il vecchio Johnson, “tornate tutti quanti a casa. Vengano con me soltanto: Thompson, Smith, Williams, Davis, lo sceriffo Foster e Lee. Mi darete una mano nel riconoscimento del cadavere.” Così detto, lanciò ai nominati un’occhiata eloquente ed essi subito compresero: riunione del consiglio. I non interessati tornarono a casa, mentre gli altri si diressero verso la cantina “ Del vecchio pescatore” trasportando il corpo per poterlo successivamente analizzare. Il padrone, che era fra loro, aprì e tutti entrarono dentro il locale. Era un posto molto vecchio, circondato da mobili color marrone scuro e opachi. Il loro colore era dato principalmente dal fatto che erano ricoperti di polvere e di fumo. Dentro la cantina entravano solo uomini, di conseguenza a nessuno interessava veramente la qualità dell’igiene di quel posto. Le pareti erano scure anch’esse risentivano del fumo, nell’aria alleggiava l’odore di alcool e tabacco, sembrava si fossero materializzati.
Appena entrati tutti si diressero verso un armadio che sembrava bene incastonato alla parete, invece era il solito giochetto della porta nel muro. Il barista aprì un’anta dell’armadio e poi tolse un piatto, il meccanismo scattò e l’armadio si mosse di lato, lasciando intravedere una piccola porticina, grande per far passare appena un bambino.  I membri del circolo entrarono e si sedettero al tavolo rotondo. Sembrava quasi la tavolata dei cavalieri di Artù, nessuno era capotavola. Il vecchio Johnson era l’unico ancora vivo della vecchia generazione, e nonostante la tavola fosse rotonda, lui era colui che guidava tutti e sei i membri.
“Allora… è sicuramente il Signor Wallash, il padrone del negozio di antiquariato in paese, dev’essere sicuramente venuto a visitare i Turner: erano suoi parenti. Il fatto che mi preoccupa è com’è morto. Cari ragazzi, vi ricordate le leggende dei vostri nonni? Già i vostri genitori non ci credevano, ma i miei si e sono stati gli ultimi a vederli” disse Johnson. “Chi?” chiese Lee con voce tremante, aveva paura di conoscere già la risposta: “ I vampiri!” rispose Johnson ormai rassegnato.
  
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