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Autore: Dahmer    30/12/2012    1 recensioni
Ehi! Devo dedurre dal fatto che non rispondi che non ti ricordi di noi?! Tom.
La ragazza guardò stranita il display. Doveva aver bevuto davvero tanto per non ricordarsi nulla.
-Chi è?- chiese curioso Ozzy, tentando di guardare lui stesso, fallendo nella sua missione.
-Tom- rispose l’ispanica con un sorriso straordinariamente bastardo.
-COME?! E PERCHE’ TI HA SCRITTO?!- urlò indignato il fratello, immedesimandosi al meglio in una checca isterica.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Dolcezza non balli?!

Il locale era affollato. Luci di ogni colore si alternavano a intermittenza e moltissimi ragazzi ballavano a una distanza poco rassicurante. Matt si diresse immediatamente all’immenso bar posizionato nell’angolo.  Prese una vodka ICE e la tracannò in un sorso chiedendone subito un’altra.  Gli altri iniziarono a ballare buttandosi in pista, tranne Gene che rimase a distanza. Era arrivato il momento di giocare per davvero. Si sedette su uno dei divanetti posti ai lati della discoteca in attesa di ciò che voleva. Si accese una sigaretta. Aspirò profondamente fino a raggiungere il filtro, facendo incavare le guance nel viso. Matt le si avvicinò con un bicchiere in mano.

-Ehi dolcezza! Non balli?- le chiese sgranando gli occhi, diventati vermigli a causa dell’alcool e porgendole il bicchiere. Non era quello che si aspettava, anzi, non era chi si aspettava. Prese il drink, sorseggiandolo come un attento esperto di vini sorseggia uno Chardonnay.  Squadrò il ragazzo che faticava a reggersi in piedi senza proferire parola.  

-Aspetto la canzone giusta- mentì poi per allontanarlo.

-Ti scoccia se aspetto con te?- le domandò Matt accasciandosi al suo fianco.

-Si- replicò fredda Gene, successivamente spostò lo sguardo alla pista da ballo e si alzò in fretta non appena riuscì a riconoscere Oliver, lasciando il ragazzo, completamente ubriaco, steso sul divano.

Si fece largo tra la folla, tirando gomitate e tentando di evitare ogni contatto fisico, cosa praticamente impossibile in quel luogo. In quel momento sembrava una ragazzina sociofobica.

Si piazzò a breve distanza dalla sua ossessione, iniziando a ballare, assicurandosi che lui la notasse. Non riusciva a vederlo, ma poteva sentire i suoi occhi esaminare attentamente ogni centimetro del suo corpo.

Si voltò riuscendo a individuare il volto del moro che la fissava. In quel momento un ragazzo biondo le si avvicinò, stringendola a sé e cominciando a ballare con lei, facendo combaciare perfettamente i loro bacini. La ragazza si lasciò andare a una danza sempre più provocante, strusciandosi addosso all’altro, senza mai togliere lo sguardo da Oliver, che osservava la scena con un sorrisetto inebetito.

Sul viso della spagnola si delineò un sorriso accattivante a cui il tatuato non riuscì a resistere. Avanzò fino a raggiungere la coppia. Accostò il suo viso a quello di lei, che rispose con un’occhiata seducente. Oliver s'introdusse tra i due, allontanando il nuovo ragazzo, che gli imprecò contro in tutte le lingue che conosceva.

Gene, ignorò le bestemmie e afferrò la maglietta grigia del moro, attirandolo al suo petto, continuando ad ancheggiare. Le mani di lui si posarono delicatamente sul suo fondoschiena. Sul volto della ragazza non si cancellò l’espressione bastarda che la caratterizzava.

-Ti voglio- sussurrò Oliver mordendosi il labbro. Nuovamente l’eccitazione si risvegliò all’interno dei suoi jeans scuri. Ogni volta che aveva a che fare con quella ragazza non riusciva a resistere ai suoi istinti. Come al solito lei se ne accorse e, come al solito, si scostò. Voleva vederlo di nuovo soffrire perché non aveva avuto ciò che voleva.  Si liberò dalla stretta che faceva scaldare il suo corpo gelido.

-Fatti controllare quel problema laggiù, non è normale che a un minimo contatto il tuo amichetto reagisca così- lo canzonò lei prima di allontanarsi definitivamente lasciandolo, per l’ennesima volta, sconcertato.

Gene si ricollocò sul divanetto che poco prima aveva abbandonato per mettere in atto il suo piano ben riuscito. Amava avere il controllo della situazione, amava avere il controllo delle persone, amava riuscire ad avere sempre la risposta pronta ed essere lei la padrona del gioco. In poche parole amava essere stronza. 

Si accorse che Matt non c’era più, ma non ci fece caso, d'altronde non era di lui che le importava. Fu raggiunta subito da Ozzy.

-INDOVINA- le disse lui, fingendosi entusiasta, urlando per sovrastare il volume della musica. La ragazza rispose alzando un sottile sopracciglio nero, per incitarlo a continuare.

-TOM TI CERCA!- gridò adirato –MI SPIEGHI COME DIAVOLO FAI?-  le chiese poi quasi scoraggiato.

-Dov’è?- replicò lei, ignorando la seconda domanda. Il fratello glielo indicò, nonostante avesse voluto sbatterle la testa contro il muro, per poter avere il SUO lui tutto per sé. Gene si alzò, raggiungendo Tom al bar, lasciando il gemello sconsolato a osservare la scena a distanza.

Gli poggiò una mano sulla spalla. –Ti fa male bere- asserì sorridente.

-Senti chi parla- ribatté lui ricambiando il sorriso.

-Balliamo?- gli chiese e, senza attendere risposta, lo trascinò per un braccio in mezzo alla pista.

Ballarono a lungo, senza mai spostare lo sguardo l’uno dall’altra, i loro respiri si mescolavano, i loro petti sussultavano all’unisono a ritmo di musica. Per un momento a Gene sembrò di essere sola, sola con quel ragazzo dagli occhi meravigliosi che la ammiravano come nessuno aveva mai fatto.

Quella sensazione stupenda svanì quando l’ispanica vide alle loro spalle Oliver ballare con una ragazza bionda, magra. La biondina indossava una minigonna, davvero troppo mini e un top rosso fuoco. La riconobbe. Era l’ochetta bionda che lavorava con lei, una di quelle ragazze che scopavano con tutto ciò che respirasse o che fosse morto da poco.

La Barbie non si accorse dello sguardo omicida di Gene ma Oliver fu abbastanza attento da notarlo. Il ragazzo si avvicinò ancora di più alla bionda e la baciò. Le loro bocche si fusero in un bacio scottante, le loro lingue si intrecciarono in una danza vorticosa all’interno di esse. Lo sguardo del cantante però non si spostava dalla spagnola, la quale evitò la scena riconcentrandosi sul viso perfetto che le stava a pochi centimetri dal naso.

Questa  volta aveva vinto lui, ma lei si sarebbe presa la rivincita.

Al termine della serata capì di non essere più in grado di riconoscere le proprie emozioni, il suo cuore era diviso in due. Una parte riportava inciso il nome Tom e l’altra urlava il nome Oliver.
  
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