Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh
Segui la storia  |       
Autore: Melian e Greatlerons    17/07/2007    0 recensioni
L'oscurità può essere più nera dell'oscurità stessa?
Due Mondi a confronto, passato e presente si incrociano ancora.
Una nuova avventura, un nuovo pericolo vecchio di 3000 anni...
Cosa nasconderà il buio?
Genere: Azione, Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, Dark/Yami Yuugi, Nuovo personaggio, Seto Kaiba, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 5: OMBRE

-Fithos... Lusec... Wecos... Vinosec...
La quiete della notte fu disturbata da quel canto, nel bel mezzo della foresta.
Una voce poco melodiosa, a tratti ruvida, rude, attraversava il fruscio del vento.
-Excitate vos e somno, liberi mei...
-Sei ancora sveglio?- fu interrotto da qualcuno.
Scese dall'albero atterrando perfettamente in piedi, per vedere chi lo aveva chiamato.
-Andreas, sei tu!- esclamò fissando bene in volto un individuo che non poteva essere definito umano nell’aspetto, perché il suo corpo non era costituito solo di carne, ma anche di legno arboreo.
Ma del resto anche lui era nato così.
-Cosa stavi cantando?- chiese Andreas avvicinandosi di più a lui -Dal tono sembrava una strana preghiera...
-E che ne sai tu?- domandò l'altro evitando di rispondere alla domanda -Fino a qualche giorno fa non eri altro che legno e foglie!
-Tu ed io eravamo uguali, Kranjo!- puntualizzò immediatamente Andreas.
Ma Kranjo scosse la testa -Davvero tu credi di essere sempre stato un misero essere immobile il cui unico scopo per vivere fosse prendere il sole?- disse come se lui non fosse dello stesso parere -Bene, ora guarda la notte, osserva la luna! Non è forse la notte migliore del giorno?
L'altro rimase immobile, con uno sguardo poco convinto.
Kranjo comprese che era inutile parlare con quel tipo -Beh, ora puoi anche lasciarmi in pace!- e detto questo riprese quella specie di invocazione -Excitate vos e somno...
-Non sono certo venuto fin qui perché la tua voce non mi faceva dormire!- Andreas rimase immobile al suo posto fissando Kranjo -Sono qui perché ho una comunicazione importante! Il nostro primo incarico!
Quella notizia fece tacere immediatamente Kranjo, il quale mosse il capo scrollando i lunghi capelli verdi, la sua bocca si allungò in un ghigno. -Era ora! Finalmente smettiamo di annoiarci!

Un trillo assordante gli risuonò nelle orecchie.
Yugi si rintanò sotto alle coperte rimproverandosi per il grave errore -Oh, no!
'Yugi, la sveglia!' lo richiamò il suo migliore amico apparso nella sua forma spirituale ‘L’hai regolata per farla suonare un’ora prima, oggi? Ti sei dimenticato che è domenica?’
-No! Certo che no!- si lamentò il ragazzino –Qualcuno, tipo Rebecca, deve aver modificato l’orario per sbaglio! - quindi con un gesto deciso lanciò lontano le coperte, pronto per far tacere quel maledetto aggeggio meccanico, poi si rigettò sul letto a peso morto -Ecco, addio sonno!
Voltandosi di nuovo, vide il Faraone piuttosto pensieroso.
-Cosa c'è che non va?- chiese.
'Avverto qualcosa!' rispose Yami 'Qualcuno sta venendo a farci visita!'
Tale frase e il successivo rumore di motore d'automobile proveniente dall'esterno, incuriosirono il ragazzo che balzò nuovamente in piedi e aprì la finestra della camera guardando in basso: ai bordi del marciapiede si era appena parcheggiata una lussuosa Limousine.
-Avevi ragione tu!- Yugi guardò ancora il Faraone che annuì con un sorriso, come se fosse stato ovvio che difficilmente il suo sesto senso avesse potuto sbagliare.
Dalla vettura scese subito l'autista, un uomo che Yugi riconobbe senza difficoltà: era Roland.
Yami incrociò le braccia 'A quanto pare Seto Kaiba è di nuovo venuto a fare due chiacchiere amichevoli!'
-Speriamo un po' più amichevoli dell'ultima volta!- replicò allora Yugi.
Ma sporgendosi di nuovo dalla finestra il ragazzo si accorse che dal sedile posteriore non era sceso il presidente della Kaiba Corporation.
-Non è Seto! E' Mokuba!- osservò quasi stupito.
'Evidentemente Seto non ha più tempo da perdere con noi e così ci ha inviato il suo collega più fidato!' proseguì il suo alter-ego con filo di sarcasmo nella voce.
La porta della camera si aprì in quel momento, interrompendo il discorso telepatico tra i due.
-Yugi, ti cercano!- chiamò a gran voce Trusdale Muto, suo nonno -Ah, ma sei già sveglio!
-Sì, nonno! Mi sono svegliato prima proprio perché aspettavo visite! -mentì il ragazzo -Fallo pure salire!
-Bene, nel frattempo io preparo la colazione!- fece allora Trusdale socchiudendo la porta.

Entrando nella stanza si bloccò improvvisamente.
Mokuba si trovò nel bel mezzo di un ambiente a lui poco familiare: il letto di Yugi rifatto in fretta e furia, la camera in particolare disordine, ma ciò che più lo colpì erano i palloncini a forma di cuore, i cioccolatini e altri regali post-San Valentino sparsi per la camera.
Abbassando la testa per evitare uno dei festoni di carta pieno di altri cuoricini, Mokuba pensò che non avrebbe mai immaginato così il lato privato della vita di Yugi: certo però sapeva che il Re dei Giochi dovesse per forza avere delle ammiratrici che gli inviavano pensierini e regali d'amore in occasioni come San Valentino, ma non si aspettava di vedere un simile spettacolo.
Anche suo fratello aveva molte fan, ma nessuna osava fargli dei regali, poiché tutte conoscevano bene il suo carattere e l'allergia alle cose sdolcinate.
Una volta vestito, Yugi uscì dal bagno per accogliere l'ospite -Ciao, Mokuba!
-Ehm... Ciao!- rispose Mokuba con un tono sorpreso perché ancora sovra pensiero.
-Mi fa piacere che tu sia venuto a trovarmi!- riprese Yugi -Ma se sei qui a quest'ora ci dev'essere senz'altro un motivo specifico!
Il ragazzino restò un attimo in silenzio, poichè non sapeva come introdurre il discorso.
-Ti ha forse mandato Seto?- domandò allora Yugi.
-In un certo senso... ecco... in effetti è lui la ragione per cui sono qui!- finalmente Mokuba iniziò a parlare -So che ti sembrerà strana questa domanda fatta da me, ma sono venuto per chiederti se ultimamente hai avuto notizie di mio fratello!
-Cosa?!
Yugi non riuscì subito a capire la domanda, gli si bloccò quasi il respiro.
Allora Mokuba continuò -E' da qualche giorno che mio fratello non torna più a casa, nè al lavoro. Io ho cercato di aiutare in azienda, ma gli appuntamenti lasciati in sospeso da lui sono talmente tanti che ci tocca lavorare anche di domenica mattina! Sono passato da te così presto perchè tra poco infatti dovrò occuparmi della Kaiba Corporation! Non ho più notizie di Seto: non si è più fatto sentire! - concluse trattenendo una lacrima.
Yugi era rimasto sconvolto -Dopo Pegasus, anche Seto... - capì poi che non era, però, il caso di far preoccupare troppo Mokuba - Ma non facciamoci prendere dal panico, cerchiamo di ragionare! Al momento non abbiamo prove che a tuo fratello sia accaduto qualcosa di brutto, giusto?
-Beh, giusto! - gli fu risposto -Pegasus è scomparso all'improvviso mentre si trovava nel suo studio! Mio fratello invece la sera prima di sparire, mi aveva detto che aveva da fare una cosa importante, e che voleva stare solo, ma aveva anche promesso che sarebbe tornato presto! Io... Io... - balbettò -Io non so più cosa pensare!
Yugi guardò bene Mokuba, da capo a piedi.
Benchè molta gente in città pensasse che tra i due fratelli Kaiba non ci fosse alcuna similitudine caratteriale, lui aveva appena notato una grande somiglianza: quella preoccupazione da parte di uno verso l'altro che li legava a tal punto da renderli inseparabili.
Spesso in passato era stato Mokuba a cacciarsi nei guai, e Seto avrebbe dato anche la propria vita per salvarlo da spiacevoli situazioni, adesso invece i ruoli si erano invertiti, ma Mokuba non si sentiva forte come il fratellone e non si credeva in grado di aiutarlo.
Certo fu che anche lui senza dubbio avrebbe sacrificato qualsiasi cosa per averlo di nuovo al proprio fianco.
Il cellulare squillò improvvisamente e Mokuba rispose: Roland lo chiamava poichè era tempo di iniziare una nuova giornata lavorativa.
-Cercherò in ogni modo di avere sue notizie!- lo tranquillizzò Yugi -Se saprò qualcosa non esiterò a comunicartelo!
-Ti ringrazio, Yugi! Sei un vero amico!- sorrise il piccolo Kaiba -Scusa, ma ora devo andare! A presto!
Non appena Mokuba ebbe chiuso la porta della camera, il Puzzle del Millennio che Yugi portava al collo si illuminò, in modo che Yami potesse uscirne e prendere il controllo del corpo del suo Hikari.
'Ehi, ma che ti è preso?' domandò Yugi comparendo accanto al Faraone in forma spirituale.
-Così posso riflettere meglio!- rispose Yami con un’espressione divertita.
'Bene...' riprese Yugi un po' scocciato 'Allora dimmi cosa ne pensi di questa faccenda!'
Yami si passò una mano tra i capelli -Beh, penso che le due sparizioni sono avvenute in circostanze molto diverse, potrebbero non essere collegate, ma potrebbero anche esserlo!- iniziò -Seto diceva che Pegasus aveva architettato tutto da solo, simulando un rapimento, eppure i telegiornali hanno parlato di una finestra rotta all'ultimo piano, quindi dubito che abbia potuto fare tutto da solo!
'E' anche vero però…' precisò Yugi 'che gli uomini di Pegasus non hanno visto entrare o uscire nessuno dall'ufficio!'
-Giusto, quindi l'unica idea che mi viene in mente è che la causa di tutto ciò possano essere Le Ombre!- concluse il Faraone.
'Le Ombre?' l'amico rimase sorpreso di questo nome 'Hai usato questo nome per raggruppare tutti insieme i tuoi nemici passati e futuri?'
-Ti sembra forse un nome poco appropriato?
Yugi si voltò incrociando le braccia 'Uffa! Ma è possibile che alle mie domande rispondi sempre con altre domande?'
Yami sorrise appena avvicinandosi alla scrivania, aprì il cofanetto d'oro che stava alla sinistra dei cioccolatini di Rebecca, scoprendo quello che era il loro deck.
"Ho idea che presto dovremo usarlo di nuovo per difendere il mondo!"
Mentre pensava, fu interrotto dall'ennesimo richiamo del nonno -Yugi, la colazione è pronta!
Yugi fu un fulmine a sfruttare il momento di distrazione di Yami e riprendersi il suo corpo attivando di nuovo il potere del Puzzle.
-Uno pari, Faraone!

Sdraiato sul letto sfogliava senza troppa attenzione un giornale sportivo, intento a distrarsi il più possibile, quando qualcuno bussò alla porta della sua stanza.
-Avanti!- invitò Greatlerons.
-Allora? Che mi dici?- Sannas spalancò la porta irrompendo nella camera con un sorriso a trentadue denti.
Greatlerons, allora, lanciò il giornale inglese comprato quella mattina, senza che l'amico riuscisse a prenderlo al volo, ed esso cadde ai suoi piedi.
-Toh, leggi! Il Manchester ha vinto ancora!
Sannas osservò bene il moro -Ehi, ehi! Guarda che non mi incanti! - fece scuotendo la testa -Lo so che stai facendo di tutto per non pensarci, fingi, ma non ci riesci bene!- aggiunse mentre l'altro si stiracchiava afferrando il cuscino alle sue spalle per sistemarlo meglio -Quella ragazza ti ha fatto davvero un bello scherzetto!
Greatlerons, un po' alterato per quelle ultime parole, fece per lanciare il cuscino stesso al biondo
-Scherzetto?! Bello?! Magari!
-Non te la prendere, dai! Son cose che capitano! L'amore va e viene! -cercò di tirarlo su -Un duellante famoso come te con una villa così, poi, ne trova quante ne vuole di donne! Sento molte ragazze in città parlare di te, ti considerano addirittura un "bell'uomo"!
Detto questo, Sannas guardò di nuovo in faccia Greatlerons, per nulla convinto.
Decise quindi di lasciar perdere -Va beh, sarà meglio che per qualche giorno mi fermo qui da te, solo soletto e giù di morale, vorrei evitarti il suicidio!
Greatlerons balzò allora in piedi sopra il letto, come se fosse pronto per saltare addosso al biondino e sbranarlo.
-Ho capito, ho capito! Vado a preparare il pranzo! Bisognerà pure mangiare qualcosa...
Sannas chiuse la porta defilandosi in gran fretta e Greatlerons tornò a sedersi, afferrando un vecchio libro dal comodino, ma aprendolo causò la caduta a terra del segnalibro.
Raccogliendolo, si accorse poi che non era affatto un segnalibro, ma una fotografia di lui e Grace, abbracciati in campagna in una giornata primaverile, due anni prima.
In quella foto Greatlerons portava dei Jeans stretti color blu scuro e una maglietta bianca a mezze maniche leggermente impolverata, alla sua destra la ragazza dai lunghi capelli castani vestiva una semplice tuta biancoverde che utilizzava solitamente per fare un po' di ginnastica e per andare a correre.
Guardandola fu invaso ancora dai bei ricordi passati con lei: le lunghe camminate, le serate passate assieme sotto le stelle, i tornei di Duel Monsters.
All'improvviso però la sua mente fu attraversata da un brivido e l'immagine che la invase fu quella del ragazzo sconosciuto che baciava Grace il giorno di San Valentino.
D'istinto rimise la foto nel libro chiudendolo con uno scatto e rimettendolo al suo posto.
Grace Milton ormai aveva voltato pagina, perchè non avrebbe dovuto farlo anche lui?
Forse doveva seguire i consigli di Sannas e mettersi alla ricerca di una nuova compagna…
Pensò che, in effetti, per un duellante famoso come lui non sarebbe stato difficile, in un mondo in cui la moda del Duel Monsters avanzava sempre di più.
Ma lui non era abituato ad "usare" ogni ragazza che gli capitava a tiro, non amava conquistare, ma essere conquistato, trovare una persona che prima di tutto lo facesse sentire bene.
Ad un tratto, altri pensieri.
Gli venne in mente Cassandra Ivanhoe, e non si seppe spiegare subito il perchè: quella ragazzina che conosceva da poco, ma che riusciva sempre a metterlo in quello strano imbarazzo che alla fine lo faceva sorridere, dal primo incontro, da quel "gira a sinistra", dal giorno in cui lei lo aveva spiato mentre suonava la chitarra, da quella improvvisa dimostrazione d'affetto a San Valentino.
E poi era anche carina. Certo non aveva trascorso con lei abbastanza tempo da riuscire a capire se provasse qualcosa nei suoi confronti, ma a questo si poteva porre rimedio.
“Potrei chiederle di uscire insieme una sera…” pensò e si bloccò subito perchè Sannas, un autentico tuttofare, lo richiamò dalla cucina.
-Tra cinque minuti è pronto in tavola!
-Sì, mamma!- scherzò allora Greatlerons in risposta.

-Spero proprio che Le Ombre, come le chiami tu, se lo stiano mangiando!- Joey sghignazzò facendo indignare tutti gli amici non appena Yugi, il lunedì mattina, diede loro la notizia della scomparsa misteriosa di Seto Kaiba -Questa è la vendetta di Joey Wheeler!
-Sei proprio un insensibile!- lo accusò allora Tea -E a Mokuba non ci pensi? Come farà da solo?
Il biondino rispose senza troppa considerazione del problema -Ah, ma lui è strapieno di maggiordomi e altri leccapiedi! Insomma, la famiglia Kaiba, anche se formata solo dai due fratelli, è più ricca di tutte le altre famiglie giapponesi messe insieme!
-Credo che Tea si riferisse all'affetto fraterno!- intervenne allora Tristan -A quanto pare anche oggi sei in ritardo con l'orario d'accensione del cervello!
Joey fece per replicare con una delle sue solite frasi che poi avrebbe indubbiamente acceso l'ennesimo battibecco con Tristan, con il quale era già arrabbiato dopo gli episodi di San Valentino tra lui, Duke e Serenity, una frase del tipo “Parli tu che non puoi avere un orario d'accesione del cervello, non avendo proprio il cervello”, ma questa volta, stranamente, si bloccò a riflettere.
Tea e Tristan avevano ragione, non sul fatto che Joey fosse una persona insensibile, ma sui bisogni di cui indubbiamente Mokuba necessitava, tra i quali anche la presenza e l'aiuto del fratello maggiore. Se avesse avuto un problema grave, chi al posto di Seto lo avrebbe consolato? Pensò Joey. Roland forse?
Il pensiero gli cadde inevitabilmente anche su Serenity: cosa avrebbe fatto sua sorella se lui fosse scomparso? Cosa ne sarebbe stato di lei, sola, senza l’appoggio e la guida di un fratello? Joey non avrebbe mai potuto sopportare il pensiero che Serenity potesse stare male sapendo che lui era sparito di punto in bianco.
Adesso riusciva a comprendere meglio cosa doveva provare Mokuba.
-Avete ragione voi, ragazzi! -ammise Joey creando stupore tra i compagni -In effetti i leccapiedi di Seto Kaiba eseguono tutti i loro ordini come dei robot, comincio anche a dubitare che siano fatti di carne ed ossa!- e dopo questa frase nessuno più si stupì: Joey aveva buttato ancora una volta tutto sull'ironia.
-L'importante è che tu abbia recepito il messaggio!- disse allora Yugi -E che la voce della scomparsa non si sparga troppo in giro! E' un segreto!
Tea rimase sorpresa -E come ha fatto Mokuba a spiegare a clienti e giornalisti impiccioni il motivo dell'assenza del fratello dal lavoro?
A questa domanda rispose Alexander, appena spuntato alle spalle di Joey -Ho sentito un'intervista di Mokuba al telegiornale di ieri, e mi sembra abbia detto che suo fratello si sia preso una vacanza!- sorrise poi salutando tutti -Perchè? Che è successo veramente a Seto Kaiba?
-Ehm... vedi... -Joey stava per raccontare tutto, ma Tristan gli pestò un piede riuscendo a fermarlo -Ahi! Che male!
-E' meglio andare in classe, no? Tra poco comincia la lezione!- Yugi cambiò abilmente discorso e fece per dirigersi verso la porta della sua aula.
In realtà mancavano ancora cinque minuti buoni all'inizio della prima ora.
Alexander allora si tolse i pattini, e in quel momento Joey si avvicinò a Yugi sussurrandogli nell'orecchio -Non diciamo nulla ad Alex?
Yugi rispose con tono di voce molto basso -Non voglio metterlo in mezzo a questa storia! Piuttosto sarà meglio avvertire Greatlerons e Sannas! Loro sì che potrebbero darci una mano!
-Una mano per fare cosa?- domandò incuriosito il biondino.
-Per ritrovare Seto e Pegasus, no?- replicò Yugi come se fosse scontato.
-COOOOSAAA? -a Joey venne un colpo e si ritrovò ad urlare lungo il corridoio, attirando l'attenzione di tutti gli studenti lì attorno.
Tea e Tristan entrarono velocemente in classe facendo finta di non conoscerlo.
-Ssshhh...- fece Yugi imbarazzato -Senti, - proseguì -Ne ho parlato con il Faraone e abbiamo deciso di non starcene con le mani in mano! Aiuteremo Seto e Mokuba! Peccato che prima ci servirebbero informazioni...
In quel momento fece il suo ingresso a scuola Cassandra, la quale senza avere il tempo di salutare vide improvvisamente puntati su di lei gli occhi di Yugi e Joey, sguardi scrutatori e interessati.
Joey diede una gomitata a Yugi continuando a parlare a bassa voce -Lei può esserci utile! Era in stretti contatti con Seto Kaiba!
-Contatti professionali, Joey!- precisò Yugi -Adesso basta che sta venendo qui!
Infatti Cassandra in quel momento era precisamente di fronte al biondo -Ciao Joey, ciao Yugi!
Tutti e tre si prepararono poi per prendere posto.
Alexander entrò subito dopo passando loro vicino, Cassandra fece istintivamente un gesto di saluto -Ehi ciao!
Ma lui non diede cenno di risposta, e come se non avesse sentito si avvicinò al proprio banco, tirando fuori immediatamente dallo zaino il libro di matematica e si tuffò tra le pagine, senza badarle, facendo un cenno di saluto solo agli altri ragazzi.
Cassandra fissò prima Alexander, poi Joey, domandando a quest'ultimo -Ma che gli è successo?
Anche Joey spostò lo sguardo sull'americano -Non so...- fece spallucce -Forse deve ancora finire i compiti!
Cassandra non fece più domande, si sedette al suo banco, davanti a Yugi, e prese quaderno e penna ripassando qualche appunto della lezione precedente, prendendo esempio dall’americano; un minuto dopo, però, si ritrovò a fissare Alexander che teneva ancora lo sguardo puntato sul libro e non accennava a voler fare altro e si chiese cosa lo faceva essere tanto serio e assorto.
La ragazza lo vide muoversi solo quando la professoressa entrò in classe e tutti i ragazzi si affrettarono ad alzarsi per salutarla, come consuetudine.
Eppure qualcosa che non andava senza dubbio c'era: Alexander si mantenne silenzioso e distaccato dagli altri e un po' nervoso in viso per il resto delle ore di lezione, intervallo compreso.
Il massimo che si potè ottenere da lui fu un commento annoiato sui compiti che vennero assegnati per il giorno seguente.
All'uscita da scuola il ragazzo quasi fuggì via senza aspettare gli altri, salutando solamente Joey e Tristan frettolosamente e ignorando invece Cassandra che parlava con Tea e Yugi a proposito dei loro programmi per il pomeriggio.
Quel giorno, l’orario di lezione era di solo mezza giornata, quindi c’era molto più tempo libero.
-Ce ne andiamo al parco, oggi!- propose Yugi –Passiamo il pomeriggio a studiare sull’erba, sarà rilassante!
-E’ una splendida idea!- convenne Tea. –Tu non hai impegni vero?
Cassandra scosse la testa –Sono libera come l’aria!- esclamò contenta –Allora ci vediamo oggi alle 16.00! Ciao!

I raggi del sole gli illuminarono il volto, quasi abbagliandolo, i capelli castani si tinsero di sfumature di un bel rosso ramato, si schermò gli occhi con una mano e frenò davanti casa sua: un bell’appartamento a due piani situato in uno dei quartieri centrali e più rinomati di Domino City, lo stesso in cui sorgeva la Kaiba Corporation.
Salì i pochi gradini ritrovandosi sulla veranda, prese le chiavi dalla tasca e le inserì nella serratura aprendo la porta.
Alexander era di mal umore quel giorno e buttò lo zaino per terra con poca grazia, abbandonando vicino alla porta anche i suoi roller blade.
-Ciao tata!- salutò entrando in cucina –Cosa c’è per pranzo?- chiese mentre si sedeva a tavola.
Agnes era di spalle, intenta a mescolare qualcosa in una pentola –Spezzatino!- rispose con voce cordiale. –Ma oggi pranzeremo un po’ più tardi!- aggiunse quindi voltandosi verso Alexander.
-E perché?- fece il ragazzo.
-Perché dovremo aspettare Sean e Victoria! –gli spiegò Agnes.
-Mamma e papà finisco prima di lavorare, oggi?- chiese il ragazzo stupito.
Agnes annuì –Sai, il fatto è che ci sono un po’ di cose che hanno complicato il loro lavoro… -spiegò vaga –Ma ne so quanto te, caro ragazzo!- aggiunse immediatamente visto che Alexander stava per farle altre domande –Quindi dovrai chiedere di questo direttamente ai tuoi genitori!
-Ho capito!- sospirò lui, si alzò riaccostò la sedia al tavolo. –Allora io vado un po’ in camera mia, quando arrivano mamma e papà chiamami! –avvertì allontanandosi.
Si richiuse la porta alle spalle e si sedette sul bordo del letto.
Ormai si era abituato a quella nuova casa e a quella stanza che era diventata sua da un po’ di giorni; inizialmente l’idea di trasferirsi dall’America al Giappone non gli andava per niente a genio, certo, aveva fatto qualche viaggio all’estero, ma casa sua erano sempre stati gli Stati Uniti, con il suo oceano dove fare surf nei giorni d’estate, le belle spiagge dalla sabbia chiara e i grattacieli quasi infiniti delle città.
Alexander si lasciò cadere all’indietro, si ritrovò a fissare il soffitto, anzi, si ritrovò a fissare una carta del cielo, dove c’erano segnate tutte le costellazioni e i pianeti e che, di notte, si illuminavano, rischiarando il buio della camera. Anche quella era stato un regalo dei suoi genitori, Alexander la teneva appesa al soffitto da quando aveva quattro anni e aveva imparato a memoria i nomi di tutte le stelle e di tutti i satelliti che ruotano attorno ai pianeti: poteva elencare i nomi delle lune di Giove tutti d’un fiato.
“Sarà solo per qualche mese! Non sarà un trasloco definitivo!”
Improvvisamente, tornarono nella sua mente le parole di sua madre il giorno in cui lei gli aveva comunicato la necessità di trasferirsi a Domino City.
“E’ per lavoro, è necessario!” aveva continuato suo padre “Il governo degli Stati Uniti non può certo rifiutare di collaborare con un’azienda tanto importante a livello mondiale!”
Alexander sospirò “Tanto qui ho trovato degli amici!” si disse. “Il Re dei Giochi…” pensò con una vena di euforia “Un duello contro di Yugi sarebbe il massimo! O magari contro Seto Kaiba!” si tirò su di scatto perché sentì il rumore delle ruote dell’auto sul selciato del vialetto che si fermava.
Si affacciò dalla finestra e vide che si trattava dei suoi genitori, si stiracchiò e uscì dalla stanza, facendo di corsa le scale –Finalmente si mangia!- esclamò mentre la porta d’ingresso si spalancava e una donna dall’aspetto giovane, dai begli occhi verdi e i capelli di un castano scuro entrava in casa, seguita dal marito, un uomo che portava i capelli castani dai riflessi ramati corti e gli occhi scuri, anch’egli assai giovane.
Victoria e Sean sui erano conosciuti al college e si erano sposati abbastanza giovani, subito dopo essersi laureati, avviando la loro carriera assieme e affermandosi alla NASA in poco tempo grazie alle loro idee innovative.
Il governo degli Stati Uniti intratteneva ottimi rapporti con quello giapponese e, in special modo, con le grandi aziende del Sol Levante e non aveva potuto certo rifiutare di offrire la collaborazione della propria Agenzia Spaziale alla Kaiba Corporation.
Seto Kaiba si era recato personalmente alla NASA esponendo il suo progetto che consisteva nel realizzare una stazione lunare per compiere non solo ricerche scientifiche, ma, soprattutto, per organizzare un nuovo Torneo di Duel Monsters, e l’Agenzia Spaziale non aveva potuto fare altro che accettare quella proposta tanto allettante e mettere a disposizione di Kaiba i suoi ingegneri e ricercatori migliori, tra cui c’erano proprio i coniugi Evans.
Il progetto era stato realizzato: la base lunare era stata costruita, le ricerche nello spazio erano andate avanti e il torneo era stato organizzato con relativo successo; l’unica cosa che la NASA rimpiangeva era la distruzione della stazione lunare costruita con tanti sacrifici da parte dell’intero staff. Ma era stata una scelta necessaria.
-Ciao mamma! Ciao papà, attento allo skateboard!- esclamò Alexander sorridendo ai suoi genitori.
-Si, certo!- rispose Sean –L’ho visto! –lo rassicurò.
Sean gettò un’occhiata allo skate lasciato con noncuranza accanto alla porta, assieme ai rollerblade: Alexander aveva il brutto vizio di lasciare quegli “aggeggi” nei punti più strategici, dove le cadute non potevano essere evitate troppo a lungo.
-Com’è andata a scuola?- chiese Victoria appendendo il suo impermeabile all’attaccapanni.
-Bene! – rispose Alexander vagamente –E a voi?
Presero posto a tavola mentre Agnes serviva lo spezzatino caldo.
-In verità, abbiamo qualche piccolo problema… -rivelò Sean afferrando la forchetta.
-Tata me l’ha accennato…- disse Alexander –Ma di che si tratta?
-Come sai, siamo qui perché il signor Kaiba voleva che affiancassimo i suoi ricercatori in alcune operazioni riguardanti la base lunare che volle realizzare qualche tempo fa… -rispose Victoria versandosi dell’acqua nel proprio bicchiere, bevve un sorso e poi proseguì –Purtroppo è partito improvvisamente e adesso, senza di lui, il laboratorio astronomico della Kaiba Corporation è nel caos!
-E non solo il laboratorio astronomico!- interloquì Sean pensosamente –Non riesco a comprendere perché Seto Kaiba abbia lasciato l’azienda senza molte spiegazioni! – disse –Il vicepresidente è troppo giovane…- aggiunse –Non può riuscire a destreggiarsi ancora a lungo in una situazione così confusa!
-Di che operazioni importanti vi occupate?- chiese Alexander piuttosto interessato.
Sean e Victoria si scambiarono uno sguardo eloquente.
-Questioni di lavoro top secret! –si limitò a rispondere Sean e Alexander sapeva che non avrebbe potuto farsi dire nulla di più.
Fissò suo padre: anche a lui pareva strano che una persona così importante e influente come Seto Kaiba si fosse deciso a prendersi una vacanza di punto in bianco, senza nemmeno curarsi di sistemare i propri affari.
C’era qualcosa che non lo convinceva… ma cosa?
C’era da mettere in conto anche il comportamento di Yugi, Joey, Tea e Tristan. Che sapessero qualcosa che nessun altro poteva nemmeno immaginare?
-Alex! ALEX!
Il ragazzo si riscosse e si ritrovò gli occhi verdi di sua madre addosso –Cosa c’è?
-Tutto bene?- chiese la donna –Ti vedo strano…
-E’ che ero sovra pensiero…. –spiegò Alexander –Buon appetito! –disse alla fine, cambiando discorso e portandosi un boccone di spezzatino alle labbra.

I programmi organizzati con estrema cura all'uscita da scuola assieme agli amici erano clamorosamente saltati per via di un improvviso temporale che aveva colpito la città, e Yugi si ritrovava ad annoiarsi sul divano a saltare da un canale all’altro della televisione.
Come preso da un colpo di sonno, fece per distendersi, ma fu richiamato ad alzarsi dallo squillare del telefono.
-Pronto?
-Yugi, sono io!- una voce familiare dall'altra parte del telefono fece capire immediatamente al Re dei Giochi chi lo cercava.
-Ciao, Mokuba!- lo salutò percependo anche una nota di preoccupazione nella voce del piccolo Kaiba -Novità su tuo fratello?
-Accendi la televisione, c'è un servizio speciale al telegiornale!
Yugi, avendo già la tv accesa, dovette solo sintonizzarsi sul canale giusto e fu sbalordito da quello che sentì: l'inviato del Tg si trovava all'Industrial Illusion, dove ancora si svolgevano indagini sulla scomparsa di Pegasus, illustrando la situazione e dando buoni motivi per i quali era facile capire che Pegasus aveva orchestrato un finto rapimento per abbandonare il complicato mondo degli affari e godersi un periodo di vacanza lontano da tutto e da tutti.
Ma quello che più colpì Yugi furono le supposizioni che seguirono.
-Si sospetta che il presidente della Kaiba Corporation, Seto Kaiba, abbia partecipato attivamente all'organizzazione di questo piano di fuga di Pegasus! Il signor Kaiba è infatti assente da qualche giorno al lavoro e sembra non abbia preso parte appositamente al torneo organizzato da Pegasus per poter agire da dietro le quinte!- disse il giornalista con una voce talmente seria che chiunque non conosceva bene Seto poteva prendere per vera ogni singola parola.
Yugi spalancò gli occhi e trattenne il respiro, la cornetta del telefono quasi gli scivolò dalla mano.
-Ci sei ancora, Yugi?- Mokuba lo richiamò dall'altra parte.
-Certo! - rispose troppo stupito -Ma sono diventati tutti pazzi!- esclamò allora Yugi.
-Odio che si dicano queste cose di mio fratello!- aggiunse il ragazzino con una certa irritazione -E poi lui e Pegasus non si sopportavano! Figurati se avrebbero mai potuto organizzare qualcosa insieme!
-Lascia perdere i giornalisti!- consigliò Yugi comprensivo -Se diamo retta a certe sciocchezze non andiamo da nessuna parte!
-Già!- convenne Mokuba -Volevo solo farti conoscere la gran quantità di idiozie che stanno circolando!- spiegò abbattuto -Se hai notizie vere, per favore Yugi, chiamami!
-Sarai il primo a saperlo!- lo rassicurò l'altro -Ora ti lascio al tuo lavoro! A presto!
-Ciao!
Yugi spense la TV gettando poi il telecomando oltre il divano.
Dall'interno del Puzzle del Millennio, il Faraone aveva ascoltato tutto, ma aveva deciso di lasciarlo rilassare e di non turbarlo più con quell’argomento, almeno per un po'.
Ma Yugi non riuscì per nulla a rilassarsi, poichè poco dopo il telefono squillò nuovamente.
-Pronto?- rispose portandosi una mano alla tempia: gli stava venendo un gran mal di testa.
-Ciao, Yugi, sono Great!- gli venne risposto -Ti disturbo?
Non era una gran giornata, ma Yugi decise di far finta di niente -No, figurati! Hai saputo di Seto Kaiba?
-Me ne ha parlato Sannas: che ha sentito Joey poco fa!- rispose Greatlerons -Poi ho visto anche il telegiornale, ma sono cretinate, non ci ho fatto caso!
-Hai fatto bene!- fece Yugi in segno di approvazione.
-Senti, -riprese Greatlerons fingendo quasi un tono professionale Ti ho cercato perchè avrei bisogno di contattare Cassandra Ivanhoe, so che siete in classe assieme! Magari tu hai un numero di cellulare, un qualcosa...
-Sì, sì, aspetta un attimo!- rispose Yugi senza preoccuparsi del perchè di quella richiesta.
Non era, infatti, sua abitudine farsi gli affari degli altri, a meno che non gli venisse espressamente chiesto, eppure non potè fare a meno di incuriosirsi per quella richiesta tanto inaspettata.

Entrò nell’edificio e si diresse spedita agli armadietti, per prendere alcuni libri lasciati lì il giorno precedente.
Inserì la combinazione e aprì lo sportello, cacciò nella borsa un paio di volumi e richiuse l’anta; tornò indietro e si accorse di Alexander intento a infilare i roller blade nel proprio armadietto.
Cassandra gli si avvicinò, sorridendogli –Ciao! –lo salutò –Come va?
Alexander venne colto di sorpresa, per un attimo si irrigidì, ma, quando richiuse l’armadietto con un gesto secco, il suo viso aveva assunto l’espressione più gelida che fosse in grado di sfoderare.
-Una meraviglia… -rispose alla fine freddamente, senza nemmeno guardare Cassandra in faccia.
La sorpassò gettandosi lo zaino su una spalla e avviandosi alle scale.
Cassandra rimase per un attimo immobile, chiedendosi cosa gli fosse mai preso, il perché era così strano dal 14 Febbraio; voleva vederci chiaro e quindi lo seguì immediatamente.
-C’è qualcosa che non va?- chiese scrutando seriamente il viso di Alexander. –Ho fatto qualcosa di male, forse?- domandò ancora –Perché se è così, per favore, dimmelo: non voglio che per uno stupido equivoco la nostra amicizia abbia vita dura! – e lo diceva con sincero e singolare affetto.
Alexander le puntò gli occhi verdi addosso in un impeto di irritazione –Noi due non siamo mai stati amici! – sbottò, scosse la testa –Mi eri sembrata una gran rompi scatole, un’acida ragazzina viziata, pensavo quasi di essermi sbagliato… -disse tutto d’un fiato –E invece ho scoperto di peggio! –fece una pausa in cui la tensione parve stringere i due ragazzi in una morsa soffocante -Ho scoperto che sei solo un’opportunista!
Cassandra trattenne il respiro, i suoi occhi chiari indugiarono in quelli del ragazzo e si velarono di incredulità a quelle parole piene di rancore.
-Perché mi dici questo? – involontariamente la voce della ragazza tremò.
Alexander schiuse la labbra pronto a ribattere con qualche altra frase pungente, ma si trattenne quando scoprì nel viso di Cassandra una certa tristezza e un’imprevista fragilità, sembrava che le avesse dato uno schiaffo.
“Perché?” si chiese mentalmente “Perché le ho detto quelle cose? Perché la tratto così?”
Ma non trovava nessuna risposta, sembrava che la sua testa si fosse svuotata e poi riempita di senso di colpa.
-Ehi, ragazzi! - una rampa di scale più su, comparve Yugi –La professoressa mi ha mandato a chiamarvi!- li avvisò.
L’americano colse al volo quell’occasione per liberarsi da quella spiacevole situazione e salì in fretta le scale, fermandosi solo per aspettare Yugi.
-A proposito, Cassie!- esclamò Yugi come se si fosse ricordato qualcosa di importante –Ho dato il tuo numero di telefono a Greatlerons, spero non ti dia fastidio!
Cassandra scosse lievemente la testa –No, non preoccuparti… -rispose vaga, salendo con lentezza i gradini.
Alexander strinse il pugno automaticamente all’affermazione di Yugi e il senso di colpa svanì, lasciando il posto nuovamente all’irritazione.

-Bella giornata interessante! – disse sarcasticamente, a voce alta, come per farsi compagnia.
La casa di Greatlerons era veramente grande, ma abitarci da soli per Sannas non poteva essere possibile: come poteva restare per tutto il giorno nella solitudine più completa?
Lui aveva bisogno di muoversi, del contatto con la gente.
Sbuffando annoiato, Sannas si lasciò cadere a peso morto sul divano, afferrò il telecomando e accese la televisione cominciando a fare zapping.
Saltò da un canale ad un altro senza porre attenzione a quello che veniva trasmesso, ma lanciando di tanto in tanto delle occhiate al suo orologio: era ora di pranzo e Greatlerons ancora non si vedeva.
“Ma dove si sarà cacciato?” si chiese il ricciuto biondino “Mi ha mollato qui, a casa sua, a fare da domestica senza nemmeno dirmi quando sarebbe tornato! E ho anche preparato il pranzo!”
-E adesso passiamo alle notizie sportive…
Sannas si riscosse dai suoi pensieri e guardò la televisione con più interesse –Ah, ci voleva un po’ di sport!- esclamò più allegro.
La giornalista non fece nemmeno in tempo a parlare che si udì un forte rumore, come di un muro abbattuto da una potente esplosione, la polvere invase lo studio televisivo e la telecamera tremò visibilmente.
Sannas scattò all’in piedi –Ma che sta succedendo?!- fissò lo schermo allarmato.
Una figura alta e massiccia si fece strada tra la polvere sollevata dall’esplosione, con un calcio face volare via la scrivania mentre la giornalista strillava terrorizzata.
-Levati dai piedi!- ordinò lo sconosciuto alla donna con un ringhio e lei si allontanò con gli occhi sbarrati dalla paura.
-Tu, resta dove sei o ti faccio fuori!
La voce profonda si rivolse al cameraman che evidentemente stava per darsela a gambe ma che, sotto minaccia, non osò muoversi; si capiva però che doveva avere il cuore in gola, perché l’inquadratura della telecamera tremava convulsamente ed era sfuocata.
Quando l’immagine divenne nitida, Sannas trattenne il respiro: la figura imponente non era altro che Alien.
-Non può essere… - la voce del ragazzo si spese in un sussurro incredulo.
Alien abbozzò un mezzo sorriso e puntò gli occhi alla telecamera –Non tutti mi conosceranno, ma so che i miei vecchi amici si ricordano bene di me… - esordì con voce a tratti sardonica –Anzi, voglio rivolgermi a un amico in particolare! –aggiunse –Il Re dei Giochi ha un conto aperto con me! Yugi Muto è te che voglio, te che sfido!- gli occhi gli brillarono di una luce maligna –Il coraggio non ti manca, quindi so che accetterai di incontrarmi, ma per incentivarti a prendere la decisione giusta, ti avverto, non mi farò alcuno scrupolo ad eliminare quanti più esseri umani mi capiteranno a tiro!
Per rimarcare le sue parole e far capire che le sue non erano minacce vuote, Alien sollevò la mano e un attimo dopo una sfera d'energia galleggiava al di sopra del suo palmo.
-Non scherzo, Yugi! Quindi evita di fare il furbo con me! - disse Alien e si voltò di scattò lanciando la sfera energetica contro la scrivania ribaltata dietro la quale si era nascosta la giornalista, riducendola in mille pezzi fumanti.
Alien si avvicinò alla donna e la afferrò per un braccio, strinse così tanto che lei strillò dal dolore quando l'osso del braccio si spezzò, l'alieno la gettò per terra e decise di uscire di scena in grande stile: proprio com'era entrato, sfondò una parete con un pugno, il muro si sbriciolò come fosse fatto di carta pesta e rese visibile il cielo limpido.
Lo studio televisivo si trovava in un grattacielo e l'altezza che lo separava dalla terra poteva far venire le vertigini a tutti, tranne che ad Alien che senza nessun preavviso si lanciò nel vuoto, sparendo.
Quando l'alieno lasciò la scena, Sannas riprese a respirare.
-Oh mamma... - il biondino era incredulo -Come ha fatto a venire fin qui? -si chiese a voce alta come aspettandosi una risposta che non arrivava -Dov'è Yugi quando serve?!- esclamò ancora afferrando il telefono con uno scatto repentino.
Digitò in fretta il numero di casa Muto.
Uno squillo...
"Forza! Rispondete!"
Due squilli...
"Avanti!"
Tre squilli...
"Vi prego!" Sannas era quasi disperato.
-Pronto?
"Finalmente!" pensò sollevato -Sono Sannas, cercavo Yugi!- rispose immediatamente.
Il nonno di Yugi guardò l'orologio -Spiacente, ma a quest'ora mio nipote è ancora a scuola!- rispose -Pensavo lo sapessi...- aggiunse come se fosse una cosa ovvia.
-Credevo fosse tornato...- replicò Sannas deluso -Oggi non faceva mezza giornata?
-Effettivamente è così, però oggi era il suo turno per le pulizie in classe...- spiegò il signor Muto.
-Bè, quando torna può dirgli di passare a casa di Greatlerons assieme a Joey, Tea e Tristan?- chiese Sannas -Devo vederlo urgentemente!- sottolineò l'ultima parola.
-D'accordo!- disse il signor Muto -Appena torna riferirò il tuo messaggio! Ciao!
Sannas riagganciò e si guardò attorno senza sapere cosa fare; ora non gli restava che aspettare.

§ Qui una lacrima si impiglia nella rete delle ciglia, e rimane ferma lì col timore di cadere, e non si vuole far vedere da nessuno, né da te, anzi, quando me ne andrò, lo farò col sorriso, così luce resterà nei miei occhi appena offerti a chi non li ha mai aperti, ma ben presto lo farà… (Occhi di speranza - Eros Ramazzotti) §

Un brivido di freddo lo colpì.
Il San Valentino era passato, Febbraio stava finalmente giungendo al termine.
Greatlerons camminava tra gli alberi spogli del viale che conduceva al Museo e già pensava alla primavera.
Da quando si era trasferito, abbandonando l’Italia per studi all’estero e tornei di Duel Monsters, non aveva più rivisto una pista da sci, e così l’inverno era diventata la stagione più noiosa, anche perché colma di esami universitari.
Chissà cosa pensava di trovare al museo! Pensieri confusi si addensavano nella sua mente, una parte di essi era dedicata a Grace e al profondo dolore che lei gli aveva causato, un dolore che comunque non gli aveva fatto ancora dimenticare i misteri del proprio passato: Zure, il Paladino del Mondo Oscuro.
Sicuramente al museo non avrebbe trovato nulla di utile per risolvere questi misteri, non come poteva fare Yami, che conservava un passato da Faraone.
Ci andò solamente per stare un po’ da solo.
Ma come molto spesso accade, non si può fuggire al destino.
La vide.
Grace usciva dal museo a passi lenti, sistemandosi accuratamente i lunghi capelli castani e si avviava verso casa, percorrendo il viale in senso opposto a quello di Greatlerons.
Il ragazzo la fissò e quasi d’istinto chiuse gli occhi, come accecato da un bagliore.
“Torna indietro… Torna indietro…” si ripeteva, sperando che lei non lo avesse ancora notato.
Poi, però, si convinse che non poteva continuare a scappare. Doveva affrontare la situazione, capire se Grace provava ancora qualcosa per lui.
La ragazza si accorse di lui e fu impassibile, fino a quando i due si trovarono a pochi metri di distanza e il vento le accarezzò i capelli scompigliandoglieli di nuovo.
-Ciao…- mormorò Greatlerons a fatica.
-Ciao, Great!- rispose Grace cercando di sorridere.
Anche lui sforzò un sorriso, anche se era chiaro che entrambi si trovavano a disagio a incontrarsi in quel modo, in quella situazione, dopo tanto tempo.
Chiara conferma di ciò, venne dal silenzio che seguì e che Grace decise di rompere all’improvviso e nel modo che riteneva più giusto.
-Sai tutto, non è vero?
Il ragazzo annuì con il capo.
-Già! Me lo hanno riferito due mie amiche. Ti hanno visto, a San Valentino!-riprese lei.
Greatlerons fu ancora più spiazzato. Perché Grace aveva deciso di andare subito al sodo? Non gli aveva nemmeno chiesto come stava!
-E tu hai continuato a far finta che non fosse successo niente…- fece allora il ragazzo, deciso ad entrare nel discorso.
-In che senso?
-Nel senso che potevi dirmelo. Tenermi all’oscuro di tutto… a che scopo? Pensavi che avrei sofferto di meno? E quando le tue amiche ti hanno detto che mi avevi ferito e che sapevo tutto, perché non mi hai chiamato?- Greatlerons alzò il tono della voce, non riuscendo a capire per quale motivo avesse subito una simile ingiustizia.
-Devo dirti tutto? Noi non stiamo più insieme da un bel pezzo…-rispose lei, poi la sua espressione di indurì - E poi ho saputo che non hai impiegato molto a dimenticarmi! – aggiunse rallentando le battute come per riprendere fiato.
Greatlerons capì immediatamente a cosa lei si stesse riferendo -Il regalo di San Valentino a Cassandra… Ti hanno detto anche questo! Beh, sappi che è stato solo un momento di sfogo. Ero distrutto, Grace!
-Senti, adesso non fare la vittima…
Grace fu interrotta all’improvviso dal grido, confuso e disperato del ragazzo.
-Io ti amavo, Grace! Non è stata colpa mia se sei stata rapita da quei ninja, quel giorno in città! Sono venuto a salvarti, avrei dato la vita per te! - Greatlerons si stava riferendo alla pericolosa avventura che lui, Sannas, Yugi e Joey avevano affrontato parecchio tempo prima, eliminando lo stregone Nerak, creatore del Diamante del Millennio, l’ottavo, il più potente e il più malvagio di tutti gli Oggetti -E quando la situazione è tornata alla normalità, anziché ringraziarmi, mi hai mollato senza alcun motivo, come per scaricare su di me le cause di tutto il casino! – poi alla fine espresse di nuovo i suoi sentimenti, per nulla cambiati – Io ti amo ancora, Grace! Dopo il torneo di Kaiba sulla Luna avevo creduto ad una riconciliazione tra noi, ma,evidentemente…
-Evidentemente avevo già smesso di amarti!-completò la frase lei –Io volevo vivere una vita normale, senza demoni, mostri e Faraoni, ed è quello che voglio tuttora! Charles è in grado di darmi una vita così. Lo adoro per questo!
Fu come se un pugnale avesse distrutto in mille pezzi il cuore del ragazzo, che non voleva crederci.
Le lacrime di delusione e amarezza gli scivolarono dagli occhi sulla guance – No! No, non ci credo! Tu ami ancora me! Ne sono certo, te ne accorgerai anche tu prima o poi…
-Ma chi ti credi di essere per dire così? Credi veramente di potermi leggere dentro?-fece allora lei, offesa.
Greatlerons si asciugò le lacrime con un gesto secco, quasi pentendosi di essersi mostrato così debole.
Aveva sofferto abbastanza, era meglio allontanarsi.
Ma prima volle dimostrare di avere ragione. -Guarda! Porti ancora la collana che ti ho regalato, ci sono impresse ancora le nostre iniziali G&G. Non lo vuoi ammettere nemmeno con te stessa, ma provi ancora qualcosa per me… -le fece notare.
Lei rimase senza parole. Che lui avesse ragione?
Greatlerons chiuse gli occhi –Ok, come vuoi tu. Addio! E’ inutile tentare di convincere una persona che non sa nemmeno quali sono i suoi sentimenti per gli altri!
Superò Grace correndo verso il museo.
Le ultime parole che aveva pronunciato avevano fatto forse più male a lui che a lei.
Ma pensò per un istante che fosse meglio voltare pagina e che la graziosa Cassandra, forse, sarebbe stata la ragazza giusta per aiutarlo a superare questo momento.

-E’ vero! Le Ombre sono tornate!- Yami si voltò per non mostrare agli altri la sua preoccupazione mentre pronunciava questa frase con voce grave.
Sannas arrivò dalla cucina con un vassoio e cinque tazze di tè che poggiò sul tavolino basso davanti al divano su cui si erano accomodati i suoi amici.
Dopo aver visto personalmente il loro ultimo nemico in uno studio televisivo con aria tutt'altro che amichevole, il diciannovenne universitario aveva riunito a casa di Greatlerons, momentaneamente fuori, oltre a Yugi e, naturalmente, al Faraone anche Joey, Tea e Tristan.
-Quello che non capisco è come Alien possa essere diventato un essere così forte!- cercò di spiegarsi Sannas - L'ultima volta che lo abbiamo visto, aveva sì un animo crudele, voleva conquistare il mondo servendosi del Duel Monsters, ma non aveva tutti quei poteri che ha mostrato di avere oggi! Non me lo ricordavo certo così!
Tristan era anche lui un po' scuro in volto -Beh, io non ero con voi sulla Base Lunare di Kaiba nove mesi fa quando lo avete incontrato per la prima volta, non l'ho visto oggi, ma da come lo descrivi sembra proprio che possa rivelarsi un avversario molto pericoloso!
'Non avevi torto quando pensavi che il nostro deck ci sarebbe presto tornato utile!' Yugi apparve nella forma spirituale alla sinistra del Faraone.
'Infatti d'ora in poi sarà meglio portarlo sempre con noi!' rispose mentalmente Yami.
-Una cosa che non capisco è come Alien sia riuscito ad arrivare fino a noi!- intervenne Tea -Se non sbaglio era stato esiliato sulla Luna giusto?
Joey annuì con il capo -Un esilio senza limiti di durata! Come un ergastolo!
-Ma le autorità non lo tenevano sotto controllo?- aggiunse Tristan - C'erano delle speciali telecamere che via satellite inviavano le immagini dalla Luna, mi pare, per non perderlo di vista!
Una giusta osservazione.
Joey cercò di spremere un po' il cervello, ma come gli capitava solitamente quando cercava di farlo, anche questa volta finì per avere le idee più confuse del solito.
-E se quello che Sannas ha visto in tv fosse solo un pazzo travestito da Alien?
-JOEY!- lo richiamarono in coro gli altri quattro.
Il biondino cercò di far valere le sue ragioni e incrociò le braccia -Scusatemi tanto, ma io non credo che Alien sia diventato all'improvviso un essere tipo Superman! Quindi sarà meglio accertarci che sia stato davvero lui ad aggredire quella giornalista, prima di iniziare a cercarlo!
-Non credo che dovremo metterci a cercarlo!- rispose allora Yami -Se è lui e davvero vuole sfidare me e Yugi, presto si farà vivo da solo, e allora noi saremo pronti a riceverlo!
-E nel caso di un vostro fallimento... -replicò Joey esaltandosi - Ci penserà Joey Wheeler a dargli una bella lezione!
-Se Joey Wheeler non sarà ancora fuggito per la paura...- aggiunse Tristan, dando origine ad un nuovo battibecco con il compagno di scuola.
Yami approfittò di quel momento di allegria, dopo tanta preoccupazione, per allontanarsi momentaneamente dai suoi amici e uscire dalla villa.
Scese i gradini della veranda e fece qualche passo in direzione del grande prato che isolava la casa di Greatlerons dal resto della città, il sole era ormai all'altezza dell'orizzonte, il cielo si era tinto di quei colori che ricordavano l'autunno: il rosso, il giallo e l'arancio.
Il Faraone, nonostante tutt'attorno fosse immerso nella serenità, non si sentiva per niente tranquillo e con lui non lo era nemmeno Yugi.
Dopo un attimo di silenzio, Yami si ritrovò finalmente a parlare con il suo miglior confidente.
-Se Alien è responsabile della scomparsa di Seto, è probabile che lo abbia anche sconfitto a duello!
'Quindi vuol dire che potrebbe rivelarsi un osso ancora più duro dell'ultima volta!' gli disse Yugi.
Il Faraone infine strinse i pugni -Non ci faremo battere, questo è certo!

Sistemò il lenzuolo bianco punteggiato di fiorellini, accucciandosi bene per non rischiare di prendere troppo freddo, ricoprendosi poi con una seconda coperta.
La giornata non era stata semplice, tanto meno lo era stato terminare la ricerca di storia per il giorno dopo, ma Cassandra non amava mai lamentarsi del passato, abituata invece a concludere tutte le giornate con il sorriso sulle labbra.
Spense allora la lampadina sul comodino alla propria destra e l'azzurro dei suoi occhi parve illuminare il buio appena sopraggiunto ad avvolgerla.
Pronta per entrare nel mondo dei sogni e a godersi il meritato riposo, si domandò cosa le avrebbe riservato il domani.
Sentì ad un tratto una vibrazione muoverle i lunghi capelli e, allungando una mano sotto il cuscino, afferrò il cellulare con lo schermo a colori che si era appena illuminato.
"Un sms ricevuto a tarda sera…” pensò “Chi può essere?" si chiese osservando il display: l’sms era stato inviato da un numero che non conosceva.
Lesse allora il testo del messaggio, sbadigliando leggermente a causa del sonno che si avvicinava: "Ciao, sono Greatlerons! Hai presente quel duello che mi avevi chiesto? Se vuoi, sono disponibile! Magari ci vediamo domani dopo la scuola, ti va? Sarebbe bello se ti fermassi a mangiare qualcosa assieme a me, sai, Sannas è un grande cuoco, ti preparerà un pranzetto coi fiocchi!"
Sorrise.
Ricordò quel giorno in cui a casa di Greatlerons si era proposta per sfidarlo, ma lo aveva fatto solo per mettere i bastoni tra le ruote ad Alexander, e ora non era più sicura di voler combattere contro di lui.
Riflettè, ma poi ripensò al fatto che Greatlerons per lei non era solo un bravo duellante, ma anche un amico, un amico molto dolce che aveva pensato a lei durante il San Valentino.
"Bè, che male c'è?" si chiese allegramente.
Passare un po' di tempo con quel ragazzo sarebbe stata l'occasione buona per conoscerlo meglio.
Ripensò anche a Yugi, Joey, Tristan e Tea.
“Che bello riuscire a farsi così tanti amici in così poco tempo!” ma il suo sorriso si spense quando gli apparve di colpo dinanzi agli occhi il viso di Alexander.
Gli aveva detto delle cose che l'avevano fatta male e si era imposta di non ripensarci, ma ora non era semplice allontanare dai propri pensieri quello che era accaduto la mattina appena trascorsa.
Erano tornati al punto di partenza, se non peggio. Non litigavano nemmeno più, poichè Alexander non le rivolgeva proprio la parola.
Scosse lievemente la testa e i lisci capelli corvini le ricaddero sul viso, Cassandra li allontanò e lo sguardo le ricadde di nuovo sul cellulare che stringeva ancora in mano.
Prese una decisione veloce ed iniziò a digitare sul telefonino la risposta al messaggio ricevuto: "Grazie mille! Per me va benissimo, ringrazia anche Sannas, allora! E sii buono con me quando duelleremo! A domani allora!"
Attese per un attimo la risposta della conferma che non tardò ad arrivare: "Perfetto! Ti passo a prendere in macchina all'uscita da scuola! Buona notte, un bacio!"
Cassandra sorrise ancora e poggiò il cellulare sul comodino, si mise giù e si tirò le coperte fin sul mento, quasi nascondendosi.
"Domani andrà meglio..." si disse chiudendo gli occhi.

Con un calcio allontanò le lenzuola e con uno sbuffo si mise a sedere nel bel mezzo del letto.
Non riusciva a prendere sonno, il letto gli sembrava incredibilmente scomodo e qualcosa gli si agitava dentro impedendogli di essere sereno, ma cosa, Alexander non riusciva a capirlo.
Gettò lo sguardo verso la finestra, aveva lasciato le imposte aperte e aveva tirato solo le tende, così poteva vedere i fari delle auto che passavano veloci, proiettando coni di luce sugli edifici ai lati della strada.
Il silenzio riempiva la casa e Alexander si sentiva quasi in trappola.
Odiava quella sensazione claustrofobica di vuoto attorno a sé.
Era come se gli mancasse qualcosa, come se volti e voci gli bussassero alla mente nel cuore della notte senza che lui potesse riconoscerli.
Guardò la sveglia: le tre del mattino.
Alexander si lasciò ricadere sul cuscino e fissò il soffitto.
Le costellazioni della carta del cielo erano illuminate di un colore fosforescente, Alexander le fissò intensamente, ripetendosi mentalmente i nomi delle lune di Giove, cercando di rilassarsi e, ad un tratto, i punti luminosi si confusero, divennero irregolari e sfuocati e il ragazzo cadde nelle braccia del sonno.
Ma anche i suoi sogni non lo aiutarono, anch'essi erano strani e confusi, non avevano alcun senso.
Sognò di trovarsi in alto, forse su una balconata.
Era notte e la luna rischiarava il cielo con i suoi raggi d'argento, lunghe dita sinuose che gli accarezzavano il volto.
Camminò sull'ampio balcone guardandosi attorno, smarrito, e poi vide una figura in penombra.
Chi poteva essere?
Tentò di avvicinarsi alla figura di spalle che la luna illuminava dolcemente e vide capelli corvini tingersi d'argento.
Tese la mano, come a voler raggiungere in fretta l'unica persona che sembrava esserci tutt'attorno.
Desiderava poterla guardare in viso per capire di chi si trattava.
Sentiva di doverlo fare, che era un bisogno che doveva soddisfare quanto prima.
C'era quasi... doveva solo fare un altro paio di passi, posare la mano sulla spalla della figura e farla voltare.
C'era quasi...
Alexander spalancò gli occhi verdi e il soffitto tornò ad essere nitidamente visibile.
Il ragazzo guardò frastornato la sveglia: erano le 3.55.
-Ancora così presto?!- si ritrovò ad esclamare esasperato.
Quella notte sembrava non voler finire.

-Accidenti! Sono indeciso! Sono davvero due mostri molto forti!
Il bambino teneva strette le due carte, intento a scegliere quale delle due sarebbe stata più adatta al suo deck, poi non riuscendo a decidere, chiese una mano al negoziante, che essendo il nonno del Re dei Giochi doveva per forza avere un' esperienza più grande di lui in quella materia.
-Sono due carte rare e non posso permettermele entrambe. Tu che cosa sceglieresti per il mio mazzo acqua? SUIJIN o DRAGO LEVIA-DEDALO?- e detto questo porse le carte al suo ascoltatore.
-Mmm... fammi dare un'occhiata al tuo deck! -chiese allora il signor Muto, che aveva deciso di aiutarlo.
La mamma del bambino si spazientì -Dai, fai presto Yuu, che il signore sta per chiudere il negozio!
Yuu prese il deck dalla tasca e lo diede gentilmente all'uomo anziano, ma esperto, che iniziò a far scorrere velocemente le carte, soffermandosi con attenzione su alcune di esse, quindi sentenziò:
-Noto che in questo deck fai molto uso di carte UMI o simili.... Questi due mostri che vorresti aggiungere sono entrambi molto forti, ma fidati di me, con DRAGO LEVIA-DEDALO e UMI insieme otterrai parecchi vantaggi in battaglia!
Il bambino sorrise felice -Grazie mille! Allora prendo questo!- e detto ciò afferrò di nuovo la carta del Drago Levia e la mischiò assieme al suo deck.
-Grazie davvero!- aggiunse la madre.
Per poco Trusdale non arrossì a quelle parole.
-Ma si figuri, grazie a voi!- rispose, poi si rivolse di nuovo al piccolo -Allora, Yuu torna presto e dimmi se la tua tecnica è migliorata grazie a Drago Levia, ok?
-Sicuro!- replicò il bimbo uscendo saltellando dal Game Shop seguito dalla mamma.
Anche quella mattina di lavoro si era conclusa e Trusdale si preparava per la pausa pranzo.
Riordinò le ultime cose e poi si avvicinò alla porta, voltando il cartello che ora all'entrata mostrava la scritta "CLOSED".
Fece per chiudere la porta a chiave, ma una mano dall'altra parte all'improvviso lo fermò.
Trusdale alzò lo sguardo notando i due occhi rossi come il sangue che lo fissavano.
-Mi scusi, ma siamo chiusi!- disse timidamente tentando di spingere la porta, ma una forza maggiore lo sopraffece, facendolo cadere a terra.
La persona che entrò poco dopo, pur con il volto umano, aveva l'aspetto di un essere robusto e mostruoso.
I capelli corti si intonavano con il rosso dei suoi occhi, e un alone di oscurità lo circondava rendendolo ancora più spaventoso.
Dopo di lui entrò una seconda figura oscura dai lunghi capelli verdi e le iridi bianchissime.
Entrambi fissavano Trusdale, che strisciava lentamente all'indietro per allontanarsi da loro.
-CHI SIETE VOI?- più che una domanda fu un urlo quasi disperato.
-Non siamo clienti!- gli rispose l'ultimo arrivato dei due -Siamo qui per prendere, non per comprare!
Il signor Muto sbiancò in volto, per un attimo gli mancò il fiato e poco più tardi svenne sul pavimento per il terrore.
Gli occhi rossi di Andreas allora si spostarono sul suo compagno.
-Non credevo che sarebbe stato così facile! Cosa ne facciamo di quest'uomo, Kranjo?
L'altro allora fissò l'uomo privo di sensi -Poco ci importa di lui, potremmo anche lasciarlo stare, ma sai, oggi ho voglia di divertirmi!- disse con un sorriso per nulla rassicurante.
Qualcuno, però, da fuori aveva assistito alla scena ed era pronto ad intervenire.

-Che fatica, oggi!- Tristan tirò un sospiro di sollievo mentre con i suoi compagni si accingeva a lasciare il liceo.
Yugi cercò di tirarlo su -Dai, Tristan, l'interrogazione di Geografia non ti è andata troppo male!
-Fossi stato io il professore ti avrei subito rifilato un'insufficienza!- disse invece Joey -Ti è andata fin troppo bene, direi!
-Avrei voluto vedere che avresti combinato tu al suo posto!- intervenne allora Tea con le mani ai fianchi, cercando poi di attirare l'attenzione dell'amica che aveva vicino -Dai, Cassandra, diglielo anche tu!
Ma Cassandra non le rispose poichè era distratta, sembrava quasi cercare con lo sguardo qualcosa o qualcuno al di là del cortile della scuola.
Alla fine lo vide e lo chiamò -Great!
Greatlerons aveva parcheggiato la sua Toyota Yaris argentata subito lì fuori e scorse il braccio della ragazza che si agitava per farsi vedere.
Alexander, che stava vicino a Joey, osservò per un attimo la ragazza e seguì la direzione del suo sguardo, notando Greatlerons accanto alla sua auto.
-Adesso è venuto anche qui a prenderla!- esclamò senza accorgersi che aveva commentato ad alta voce.
-Come?- disse il biondino accanto a lui che credeva di non aver sentito bene la frase del compagno.
Alexander fissò Joey sorpreso e imbarazzato allo stesso tempo -Niente niente!- si affrettò a rispondergli.
Gli altri ragazzi fecero un cenno di saluto a Greatlerons dall'altra parte della strada.
-Adesso vado!- disse Cassandra salutandoli con un sorriso -Great mi ha invitata a pranzo a casa sua!- spiegò.
-Allora ci sentiamo domani!- le rispose Tea.
Cassandra attraversò e raggiunse Greatlerons salutandolo con casto bacio sulla guancia che fece istintivamente voltare Alexander dalla parte opposta, infastidito.
Joey osservò il suo amico incuriosito dalla sua reazione e intuì che c'era qualcosa che non andava, ma prima di riuscire a dire o pensare qualcosa fu improvvisamente investito da una nuvola di fumo, seguita da un rombo di motore e una successiva frenata.
Una motocicletta sportiva rossa lo aveva millimetricamente sfiorato e si era fermata poco più in là.
-Ehi, pirata della strada! Fa' attenzione!- gridò Joey, ma poco dopo si bloccò vedendo il motociclista togliere il casco e una lunga chioma bionda ricadere all'ingiù e incorniciare il volto di Mai Valentine.
-Ma da dove spunti?!- esclamò Joey che non aveva la più pallida idea che Mai fosse in città.
La ragazza era visibilmente preoccupata e si avvicinò al gruppetto di studenti.
-Yugi, un'emergenza! Presto!- esclamò senza andare troppo per il sottile e senza porre attenzione alla domanda di Joey.
-Che è successo Mai?- domandò Yugi stupito.
-Si tratta di tuo nonno!- rispose lei -Due strani tizi dall'aria tutt'altro che angelica lo hanno aggredito al Game Shop! Presto, vieni con me! Valon è già sul posto!
Yugi rimase un po' confuso, credeva di non aver capito bene.
Suo nonno?
"E' in pericolo?" si ripetè mentalmente, senza riuscire a capacitarsene. "Non può essere vero!"
-D'accordo!- esclamò agitato -Cosa devo fare?
Gli sembrò ad un tratto di essere diventato stupido; Yugi non sapeva come raccapezzarsi, era sicuro che il suo cervello stesse andando in tilt.
-Salta su, ti ci porto io al negozio!- gli disse sbrigativamente Mai mentre riscaldava il motore della sua moto e si rimetteva il casco.
Yugi salì a bordo della motocicletta, alle spalle di Mai, che accelerò senza preavviso, attraversando la strada come un fulmine
Gli altri rimasero per un attimo bloccati, anche loro non seppero come comportarsi.
-E noi che facciamo?- domandò Tea agitata.
Joey fece finta di niente, poichè non voleva inquietare Alexander -Vedrete che Yugi e Valon se la caveranno benissimo da soli! Torniamocene a casa!
-Ok, ragazzi, ho capito!- disse ad un tratto Alexander -Non sono stupido!- aggiunse -Io vado, ma voi datemi notizie!- concluse lasciandoli soli, capendo di essere di troppo.
Ci fu un cenno d'intesa tra Joey, Tea e Tristan e quando Alexander si fu allontanato, tutti e tre corsero velocemente verso la macchina di Greatlerons.
-Great! Ci puoi accompagnare al Game Shop? Vogliamo vedere cosa è successo!- domandò Tea con gentilezza e preoccupazione insieme.
E intanto Joey e Tristan si erano già infilati in auto.
-Ehi vogliamo partire si o no?- fece Joey impaziente.
-Ci mancherebbe altro! Saltate su, ragazzi!- li invitò Greatlerons, ma tre secondi dopo si accorse che il suo invito non serviva visto che erano già tutti dentro.
Si mise al posto del guidatore e mise in moto, con Cassandra accanto che era sorpresa per quanto stava accadendo.
-Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?- domandò lei voltandosi verso i sedili posteriori.
-Non c'è tempo!- rispose Joey mentre l'auto aveva percorso un buon tratto di strada.
-Uno di voi chiami Sannas a casa mia e gli dica che il pranzo è saltato e che tornerò tardi!- disse improvvisamente Greatlerons e detto questo diede un'occhiata alla strada affollata davanti a sé -C'è traffico! Ci metteremo un po', maledizione!

Con un poderoso calcio, Mai riuscì a sfondare la porta che era stata chiusa a chiave dagli aggressori, perché nessuno potesse disturbarli.
Yugi si precipitò nel Game Shop e trovò davanti a sé uno spettacolo orribile: i due mostri di cui Mai aveva parlato erano ancora lì.
Uno di essi ammirava con soddisfazione uno strano albero misteriosamente comparso all'interno del negozio.
-Hai avuto quello che meritavi, impiccione! -gli sentì dire Yugi.
L'altro invece sollevava in alto il signor Muto stringendogli il collo e domandava insistentemente:
-Allora?! Dove sono le carte delle Divinità Egizie?! Dimmelo!
-Lascia in pace mio nonno!- urlò Yugi facendo voltare Kranjo, che gettò a terra Trusdale.
L' attenzione di Kranjo venne subito attirata dalla luce dorata sprigionata dal Puzzle del Millennio che il ragazzo appena entrato portava al collo.
Fu questione di un secondo e l'anima del Farone si sostituì a quella del suo Hikari, prendendo possesso del suo corpo.
-Esigo delle spiegazioni! Chi siete?- esordì Yami con tono autoritario fissando coloro che probabilmente sarebbero stati i suoi prossimi nemici.
Gli occhi d'ametista gli si illuminarono di decisione.
-Non ti interessa chi siamo!- gli rispose l'individuo dai capelli verdi, quello che continuava a minacciare il nonno di Yugi -Siamo qui per le carte delle Divinità Egizie! E le avremo! Sappiamo che sono qui!
-Chi vi ha mandato?- ringhiò allora il Faraone, profondamente irato.
-Non ti è tenuto saperlo!- ribattè quello -Sappi solo che il mio nome è Kranjo e lui è Andreas! E sarebbe stato meglio per te se non ci avessi incontrato!- lo minacciò.
Yami spostò lo sguardo su Mai, la quale era rimasta immobile all'entrata, fissando quell'albero che aveva su un ramo un inconfondibile dueling disk.
-E' il dueling disk di Valon... -disse Mai seria.
Il Faraone portò lo sguardo prima su Mai e poi sull'albero alle spalle di Kanjo.
"Valon?!" pensò "Come può essere?!" non riusciva a capacitarsene.
Gettò a terra lo zaino di Yugi, dal quale prese il suo dueling disk: aveva fatto bene a decidere di tenerlo sempre con sé.
-Meritate una bella lezione! -esclamò fissando i suoi nuovi avversari -Se volete le carte delle Divinità Egizie dovrete battermi a duello!
Andreas fu eccitato da quella sfida: aveva appena sconfitto un duellante e si preparava ad affrontarne un altro.
-Kranjo, occupati della seconda parte del piano!- disse senza che Yami potesse intendere il significato di tale frase -A questo tipo ci penso io!
-Credi di farcela?- gli chiese l'altro.
-Non preoccuparti! Non avrò problemi!- rispose Andreas con ostentata sicurezza.
Kranjo annuì, si passò una mano tra i capelli di un verde scuro prima di uscire dal Game Shop, sorpassò Mai senza degnarla di uno sguardo.
-Fermo!- esclamò la ragazza.
Kranjo posò i suoi occhi sul viso di Mai -Non ti conviene sfidarmi, o finirai per fare la fine del tuo amichetto!- la avvertì -Non scherzo, bellezza!- aggiunse con tono minaccioso.
Mai lo guardò con evidente disgusto -Credi di farmi paura? -replicò.
-E' la stessa cosa che ha detto quell'impiccione prima di diventare un bell'alberello! -disse Kranjo con noncuranza -Non voglio battermi! -aggiunse poi -Ma fidati, ci rivedremo!
Con uno scatto improvviso, Kranjo sparì veloce, lasciando Mai di sasso.
La ragazza uscì in strada, guardando a destra e sinistra, sperando di scorgerlo, ma lo strano duellante era già scomparso.

Il Faraone fissò gli occhi rossi del suo avversario mentre entrambi attivavano i propri dueling.
-E' davvero Valon?- chiese all'avversario prima di cominciare, indicando l'albero misterioso.
-Se ti riferisci a quel ragazzo castano che utilizza pezzi di armatura per duellare, ebbene sì!- rispose Andreas con noncuranza, poi continuò -E una volta che ti avrò sconfitto farai la stessa fine! Non ti attira questa prospettiva?-fece un mezzo sorriso ironico -Tranquillo non ci metterò molto!
-Non sarà facile battermi!- replicò Yami prontamente -Il mio compito è sempre stato difendere il mondo da quelli come te!
Gli occhi rossi di Andreas si infiammarono -Allora sei tu il tanto cantato Faraone ritornato sulla Terra dopo 3000 anni per difenderla, eh? E quello che porti al collo dev'essere il Puzzle del Millennio!- notò -Beh, la tua fama oggi non ti salverà!
E con sguardo acceso di sfida il demone pescò le prime cinque carte e invitò il suo avversario a cominciare.
Yami fece lo stesso, pescando, subito dopo, una sesta carta dalla cima del suo deck per dare inizio alla partita.
I dueling disk di entrambi segnavano 4000 Life Points.
Il Faraone iniziò posizionando a faccia in su, in orizzontale, una carta mostro.
-Evoco TARTARUGA ELETTROMAGNETICA* (DEF 1400) in posizione di difesa!- e subito davanti a lui apparve una tartaruga dalla grande corazza scintillante -E termino qui il mio turno!
-Il tuo inizio non è incoraggiante, per te, ovviamente! - commentò Andreas con sicurezza pescando anch'egli una carta -Io evoco URABYSAURO (ATK 1500) in posizione di attacco!- decretò prima che un gigantesco dinosauro nero apparisse sul suo Terreno -Posiziono poi una carta coperta e mi preparo per attaccare il tuo mostro! E non credo che servirà la matematica per capire quale dei due avrà la meglio!
Il mostro di Andreas balzò in avanti con un agile salto sulla tartaruga di Yami, annientandola.
Il Faraone, però, rimase impassibile, pronto per replicare immediatamente con la sua prossima mossa.
-Bene, se hai finito ora ti faccio vedere cosa significa duellare!- replicò con il suo tono sicuro -Gioco una carta magia: BLOCCA ATTACCO! Questa carta costringe il tuo Urabysauro a passare in posizione di difesa...- e infatti il dinosauro fece un passo indietro accucciandosi leggermente - Quindi evoco DEMONE SELVAGGIO (ATK 1300)! - annunciò mentre un piccolo mostro color smeraldo faceva capolino sul campo di gioco ricordando nella posizione una scimmia -Che è pronto per eliminare il tuo mostro! - concluse Yami indicando il Dinosauro.
L'offensiva del Demone Selvaggio non fu fermata e Urabysauro dovette quindi terminare al Cimitero.
L'incontro si manteneva, quindi, in equilibrio: un attacco ciascuno andato a segno, ma ancora nessun punto perso da parte dei due contendenti.
Andreas, però, stava per prendere di nuovo in mano il gioco.
-La prossima mossa sarà decisiva, Faraone!- gli confidò preparando un mostro da evocare -Ora proverai sulla tua pelle la potenza di HYDROGEDDON (ATK 1600)!
Un altro dinosauro, questa volta di tipo Acqua, era pronto per combattere al fianco di Andreas.
-Con la differenza che Hydrogeddon ha un effetto speciale che mi permette, quando distrugge un mostro, di evocare un altra creatura uguale a lui! -fece una pausa e sul suo viso tornò l'espressione sicura di quando il duello era cominciato - E appena avrò distrutto il tuo Demone Selvaggio il mio secondo Hydrogeddon si scaglierà contro i tuoi Life Points!- spiegò -Vai, Hydrogeddon, attacca!
Il mostro appena evocato si preparò per colpire il suo avversario, ma una barriera di scintille si parò improvvisamente davanti al mostro di Yami, salvandolo dall'attacco.
-Che è successo?- domandò allora Andreas, stupito.
Le labbra del Faraone si incresparono in un sorriso soddisfatto -La mia Tartaruga Elettromagnetica non è più in campo, ma mi è ancora utile, perchè eliminandola dal gioco posso annullare l'attacco di uno dei tuoi mostri!
Andreas strinse i denti e corrugò le sopracciglia, irritato da una simile mossa. -Stavolta hai avuto ragione tu... -ammise.
-Non è che l'inizio! A me la mossa!- riprese il Faraone -Ora sacrifico il mio Demone Selvaggio per evocare ANATEMA DEL DRAGO (ATK 2000)! Saluta pure il tuo Hydrogeddon!
Il Drago dorato di Yami con un battito d'ali fu subito addosso al nemico che non potè resistere al suo colpo micidiale e venne sconfitto immediatamente.
Andreas scese a 3600 Life Points.
'Non sembra molto forte come duellante!' intervenne Yugi apparendo alle spalle del Faraone, osservando lo scontro svolgersi con concentrazione.
'Ne abbiamo affrontati sicuramente di peggiori, ma nessun nemico è mai da sottovalutare!' gli fu risposto.
-Gioco una carta coperta!- disse quindi il Faraone ad alta voce, rivolto stavolta al suo nemico.
Nonostante la perdita dei primi punti, Andreas aveva mantenuto la calma e la tranquillità, come se fosse in vantaggio, e pescando la carta successiva capì che la situazione non poteva che migliorare.
-Sta' a vedere! Attivo la carta magia CONTAGIO DEL BOSCO OSCURO*!
Yami avvertì una strana sensazione, come un cambiamento improvviso dell'aria che stava respirando, una presenza magica oscura e invisibile.
-E quale sarebbe l'effetto di questa carta?- domandò, ma non era certo di volerlo sapere, perchè temeva già una spiacevole risposta.
Il suo avversario arricciò le labbra in una maligna risata - Ne ha diversi, di effetti! Mi permette, innanzitutto, di riportare in gioco un mostro pianta dal cimitero! Purtroppo, visto che non ce ne sono, non posso usufruire di questo suo primo potere!- spiegò -Ma posso consolarmi con il suo secondo effetto, che ti ridurrà, una volta che avrai perso, come il tuo amico qui presente, sotto forma di muto alberello!
-Stai attento, Yugi!- lo mise in guardia Mai, sapendo che Andreas non scherzava.
Yami guardò il suo alter-ego che lo affiancava in forma spirituale -Come prevedevo, è anche questo un Gioco delle Ombre!

-Posso sapere cosa sta succedendo?- domandò non riuscendo a capire il perchè di tanta preoccupazione da parte dei suoi amici.
-Cassandra, ti spiegheremo...- rispose in fretta Tristan -Vedi, tu non immagini neanche quante ne abbiamo passate negli ultimi anni!
-D'altronde, è il prezzo da pagare quando si è amici di Yugi!- aggiunse Joey, ma non usava certo un tono accusatorio.
-Mi devo spaventare?- la ragazza cercava conforto negli occhi di qualcuno, incrociò quelli di Greatlerons che le sorrise.
-Ti ci abituerai presto!- rispose il ragazzo guardando poi alla sua sinistra -Ecco, parcheggio qui! Siamo di fronte al negozio di Yugi!
Joey fu il primo ad entrare nel Game Shop, trovando un disordine pazzesco e il duello dell'amico in corso.
C'era poi Mai che se ne stava immobile, senza capire il da farsi.
Il biondino si avvicinò a lei.
-Mai, vuoi spiegarci cos'è successo?- chiese senza troppi giri di parole.
-Valon! Guarda come lo hanno ridotto!- disse la ragazza indicando la pianta che aveva di fronte. –Forse è stato l’altro duellante che c'era prima, adesso è scappato! -aggiunse -Penso che se Yugi non starà in guardia finirà anche lui trasformato in albero!
-Adesso Yugi sistemerà tutto! - replicò Joey, fiducioso dei mezzi dell'amico -Noi siamo qui per sostenerlo!
Gettò un'occhiata verso l'avversario del Faraone: non si trattava di Alien, ma di qualcuno mai incontrato prima.
-Yugi gli darà una bella lezione! - esclamò Joey.
Cassandra, Tea, Tristan e Greatlerons fecero il loro ingresso subito dopo -Yugi!- lo chiamarono.
Il Faraone voltò millemitricamente il capo, osservando i ragazzi con la coda dell'occhio -Amici! Grazie per essere qui!
-Ehm, qui ci sono anche io, se ben ti ricordi!- lo richiamò il suo avversario -Ed è tempo che il duello continui! Anzi, che finisca in mio favore!
E detto questo Andreas prese un'altra carta magia dalla sua mano -Attivo FURIA ANTICA* e con questa carta riporto in gioco dal cimitero un mostro di tipo Dinosauro, quindi Hydrogeddon (ATK 1600) torna fra noi!- annunciò trionfalmente mentre Hydrogeddon tornava più agguerrito di prima -Inoltre c'è una seconda sorpresa, Furia Antica si equipaggia a Hydrogeddon e finchè resta in campo, un altro mostro sul Terreno del tipo non-dinosauro è eliminato temporaneamente dal gioco, vale a dire il tuo Anatema del Drago!
-Oh, no!- esclamò Yami vedendo svanire nel nulla il mostro evocato durante il suo turno precedente.
Andreas, mai come adesso, non vedeva l'ora di attaccare -Nulla può dividere il mio Hydrogeddon dai tuoi Life Points, mio caro Faraone!
-Faraone? Ma...- Cassandra cercò di spiegarsi il perchè di quel nome.
Joey la fece subito tacere, poichè erano troppo concentrati sul duello -Ti spiegherò tutto più tardi... – ripetè ancora una volta.
La ragazza cominciava ad averne abbastanza di quella frase, ma decise di non essere precipitosa, anche perché, in effetti, Cassandra, guardando bene Yugi, si era accorta che il suo aspetto era improvvisamente mutato: era come cresciuto, maturato.
Era confusa come mai, ma poi scosse la testa respirando a pieni polmoni e riprendendosi.
-Ne sei sicuro?- replicò Yami al nemico, attivando la carta che aveva posizionato al termine del suo precedente turno -Ora scopro la mia carta magia SANTUARIO DEL DEMONE*!
-Quella carta!- mormorarono insieme Tristan e Tea suscitando così la curiosità di Greatlerons.
-Che c'è di strano in quella carta?- domandò il ragazzo.
-Yugi l'aveva usata contro Marik al torneo della Città dei Duelli, fu proprio Seto Kaiba a dargliela!- spiegò Joey -Era un po' che Yugi non la utilizzava!
-Grazie a Santuario del Demone posso evocare un TOKEN DEMONE METALLICO (ATK 0) in posizione di attacco!- aggiunse Yami.
Quella mossa aveva bloccato Andreas, ora indeciso più che mai sul da farsi.
"Perchè per evitare un attacco diretto ha giocato un mostro con zero punti? Non avrebbe senso se non ci fosse qualcos'altro sotto!" pensò.
-Rinuncio all'attacco!- dichiarò infine, ubbidendo al suo sesto senso.
Yami si rammaricò per non essere riuscito a farlo cadere nella sua trappola, ma ora il turno passava a lui.
-Innanzitutto, per mantenere in gioco il mio Demone Metallico devo rinunciare a 1000 Life Points!- disse pescando una carta e scendendo poi a 3000 Punti Vita.
Ma si accorse, improvvisamente, di non aver perso solo dei Life Points.
Non sentì più le gambe: era come se le membra gli fossero state anestetizzate temporaneamente.
Abbassò lo sguardo e quello che vide lo mise in seria difficoltà: anche lui stava subendo una trasformazione, probabilmente la stessa che, a detta del suo avversario, aveva subito anche Valon.
-Oh, no! Yugi!
I ragazzi che stavano assistendo al duello furono colpiti da grande paura quando videro che al loro amico erano appena state bloccate le gambe e che queste ultime si erano coperte di qualcosa di orrendamente simile a legno.
-Allora? Che ne dici? Non fa male?- domandò Andreas con tono piuttosto divertito -Ogni volta che tu ed io perdiamo dei Life Points subiremo questo trattamento!
Il Faraone strinse il pugno e lo fissò con aria severa -Credi di spaventarmi? - domandò -Sono stato protagonista di molti altri Giochi delle Ombre, anche più pericolosi di questo!
Effettivamente, non era preoccupato dalla prima metamorfosi subita dal suo corpo: non provava, infatti, alcun dolore interno e si era accorto che la sua era stata una trasformazione solo sotto il punto di vista esteriore. Questo, però, fece scattare il suo sesto senso.
"Deve esserci una spiegazione a queste sensazioni..." si disse "Ma quale?"
Pochi attimi dopo, un grido di dolore gli attraversò la mente, un urlo che potè sentire solo lui e che gli provocò un sussulto.
'Faraone!' lo chiamò Yugi, comparendo in forma spirituale accanto a lui, mentre stringeva i denti e un'espressione addolorata gli si affacciava sul viso.
'Yugi, stai bene?' chiese il Faraone, guardandolo con la coda dell'occhio.
Yugi trasse un profondo respiro prima di rispondere. 'Veramente, ho le gambe a pezzi!' ammise.
Yami strinse i denti: aveva compreso.
'Ma certo, Yugi!' esclamò mentalmente 'Il corpo è tuo, quindi sei tu che avverti gli effetti della trasformazione al mio posto!'
Yugi annuì 'Penso che sia inevitabilmente così!'
-Prometto che non ti farò soffrire ancora a lungo,Yugi!- lo assicurò il Faraone, stavolta a voce alta, tornando a guardare il suo avversario -Ti giuro che chiuderò la partita al più presto!
-Te lo prometto anche io!- intervenne Andreas sghignazzando -E una volta che avrò vinto porterò anche via con me le carte delle Divinità Egizie!
-Ecco dove vogliono andare a parare tutti!- replicò il Faraone –Non c’è nemico che non tenti di sottrarmi quelle carte, ormai credo di averci fatto l’abitudine! Ma ciò non significa che me ne starò con le mani in mano! -spostò lo sguardo sul suo mostro e allungò la mano per ordinargli di attaccare: era meglio terminare in fretta l'incontro -Vai Demone Metallico, attacca Hydrogeddon! -ordinò.
Andreas fece un passo indietro, spiazzato -Ma sei matto? Il tuo mostro ha zero punti d'attacco!
Ma la creatura non si arrestò, anzi, il suo colpo fu micidiale come se i suoi punti di attacco fossero stati il doppio di quelli di Hydrogeddon.
Andreas vide i suoi Life Points scendere a 2000, subendo anche lui la trasformazione dovuta alla carta del Contagio del Bosco Oscuro: stavolta era lui a ritrovarsi con le gambe incollate al pavimento.
-Il mio demone resta in campo poichè non può essere distrutto in battaglia!- concluse Yami.
-Sbagliato! - esclamò Andreas in un impeto di rabbia -Il tuo demone ci lascia subito! Scopro la trappola SCARICA LAMPO*!- sollevò la mano e la sua carta coperta si sollevò -E' una trappola che annienta un mostro il quale abbia appena danneggiato i miei Life Points!
Yami vide così il suo token esplodere in milioni di pezzi, ma non battè ciglio.
-Posiziono un mostro in difesa e una carta coperta, quindi termino il mio turno!
-Perfetto!- disse Andreas e la sua espressione divenne ancor più sicura dopo aver guardato la carta appena pescata -Evoco OXYGEDDON (ATK1800) e sferro un attacco al tuo mostro coperto!
-Non benissimo!- commentò brevemente il Faraone accennando a un sorriso -Perchè il mio mostro è GARDNA GRANDE SCUDO (DEF 2600)!
Gardna comparve dinanzi al Faraone con lo scudo alto e respinse il mostro avversario, facendo scendere Andreas a 1200 Life Points.
La metamorfosi che seguì fece trattenere ancora una volta il respiro ai ragazzi che assistevano, tesi e concentrati, al duello: il busto di Andreas si irrigidì così tanto che i movimenti del duellante erano limitati.
Ma il Faraone non era per nulla tranquillo e sapeva il perchè: qualche secondo più tardi il suo Gardna abbassò lo scudo mettendosi in piedi, in posizione di attacco (ATK 100), per via del suo effetto speciale.
Andreas non dava segno di cedimento -Adesso tocca a Hydrogeddon!- dichiarò immediatamente.
Il dinosauro spalancò le fauci e si avventò su Gardna, polverizzandolo e riducendo i Life Points di Yami a 1500.
Anche stavolta a subire i danni della trasformazione fu Yugi. Il ragazzino si sentì mancare il respiro e si portò una mano alla gola secca.
'Yugi, resisti!' lo incoraggiò il Faraone.
-Non va, non va! - esclamò Joey in un misto di rabbia e di preoccupazione -Yugi è senza difese, ora!
Proprio in quel mentre, un secondo Hydrogeddon (ATK 1600) scendeva in campo al fianco del primo e di Oxygeddon, a causa del suo potere speciale.
La situazione diveniva complicata per il Faraone e per il suo Hikari.
-Il mio secondo Hydrogeddon sta per chiudere la partita! -sentenziò Andreas -Attacca!
-Non è ancora finita!- intervenne Yami scoprendo una trappola -Attivo LANCIA INCANTATA!- esclamò e i suoi Life Points salirono a 3100 proprio un attimo prima che il mostro avversario riuscisse a colpirlo di nuovo per rispedirlo a 1500 Punti Vita.
Andreas lo guardò con disprezzo -Ti sei salvato, per ora! Ma il prossimo turno ti sarà fatale, perchè sto per evocare un mostro che non potrai sconfiggere facilmente!- annunciò trionfante -Attivo la carta magia LEGAME H20 e sacrificando i miei tre mostri posso evocarne uno ben più forte, vale a dire DRAGO AQUATICO (ATK 2800)!
Un vortice avvolse i due Hydrogeddon e Oxygeddon, dissolvendoli e facendo comparire al loro posto un serpente marino il cui corpo era formato unicamente da acqua.
Con loro, però, finì al cimitero anche la carta Furia Antica e ciò stava a significare che Anatema del Drago (ATK 2000) era libero di poter tornare in gioco.
Il turno passò di nuovo al Faraone, che non fu così fortunato da pescare altri mostri migliori, per cui concluse rapidamente giocando due carte coperte e spostando il suo drago in posizione di difesa (DEF 1500).
-Già finito?! Mi dispiace!- disse ironicamente Andreas -Il tuo Drago sta per essere polverizzato dal mio!
Ordinando l'attacco si aspettò di vedere il mostro avversario esplodere dopo il getto d'acqua che lo aveva colpito, ma non fu così.
-Scopro la trappola CONCENTRAZIONE DI FORZA*!- esclamò il Faraone e attivò rapidamente la sua carta coperta -Questa trappola annulla la tua offensiva, ma mi obbliga a sacrificare il mostro bersaglio dell'attacco per evocarne uno di livello più basso! -spiegò -Quindi Anatema del Drago finisce comunque al cimitero!
Una luce color rosso accesso scese su Anatema del Drago, che si smaterializzò davanti agli occhi dei due avversari e al suo posto apparve una Guerriera armata di spada e corazza, pronta a combattere.
-Fa il suo ingresso la mia Guerriera! -soggiunse Yami -Ti presento CAVALIERE DELLA REGINA (ATK 1500)!
Il turno del demone si era così chiuso e il Faraone capì che era il momento buono per prendere saldamente il controllo del duello tra le mani.
-Evoco CAVALIERE DEL RE (ATK 1600)!
Un altro guerriero affiancò la Regina già presente, a formare un esercito non ancora completo, ma che stava per diventarlo.
-Attivo l'effetto speciale di Cavaliere del Re, che mi consente se ho in campo anche Cavaliere della Regina, di evocare specialmente dal deck il CAVALIERE DEL FANTE (ATK 1900)!
-Patetico!- esclamò Andreas osservando uno ad uno i tre mostri di Yami -Hai in campo tre guerrieri che però sono tutti più deboli del mio Drago Acquatico e quindi nessuno di loro ti servirà per fermare il mio mostro! Il tuo destino è segnato!
-Tra poco ti toccherà rifare i conti!- replicò il Faraone, senza scomporsi -Attivo la trappola SACRIFICIO ALLEATO* e sacrifico Cavaliere della Regina, in modo da aggiungere i suoi punti di difesa ai punti di attacco di Cavaliere del Re, il quale, come vedi, per questo turno aumenta la sua forza fino a raggiungere i 3200 punti di attacco!
Grazie al sacrificio di Cavaliere della Regina, il Cavaliere del Re era ora di gran lunga più potente del Drago Acquatico, che colpì subito con la sua spada luminosa, facendo scendere a 800 i Life Points avversari.
-Il duello è finito! - gli occhi d'ametista del Faraone brillarono della fiamma della vittoria -Cavaliere del Fante, azzera i suoi Life Points!
Il Faraone ordinò l'ultimo e decisivo attacco, ma un'altra spiacevole sorpresa lo attendeva.
Un vortice d'acqua mulinò al centro del Terreno di Andreas rigenerando di colpo i due Hydrogeddon (ATK 1600) e Oxygeddon (ATK 1800) che erano serviti per l'evocazione di Drago Acquatico. Il Cavaliere del Fante, tuttavia, attaccò ugualmente, rispedendo uno dei due Hydrogeddon al cimitero.
Andreas precipitò a 500 Life Points.
Le condizioni del suo corpo peggiorarono ulteriormente: le braccia si ricoprirono di corteccia e alcune foglie gli spuntarono tra i capelli confondendosi nel loro colore verde, tuttavia nei suoi occhi rossi non si leggeva alcuna preoccupazione.
Il Faraone si chiese il perchè e, inaspettatamente, fu come se l'avversario gli avesse letto nel pensiero.
-Ti stai chiedendo il motivo per cui non sembra che mi importi molto di perdere?- domandò Andreas -Beh, perchè devi sapere che io sono sempre stato un albero! Per cui ritornerei semplicemente alla mia vita precedente!
Inquietante rivelazione.
Il Faraone sgranò gli occhi e il suo volto apparve teso.
Stessa identica reazione la ebbero i ragazzi che ancora osservavano il duello svolgersi.
Cassandra non potè credere alle sue orecchie, come, del resto, tutti i suoi compagni: tutto quello era assurdo.
"Se è sempre stato un albero..." riflettè il Faraone "Allora qualcun'altro lo ha reso umano!" si disse "Questo significa che dietro questo demone e al suo compagno, c'è qualcuno di più potente!" gli occhi divennero sottili come fessure "Che possa davvero trattarsi di Alien?"
La confusione gli aveva ormai invaso la mente, ma il Faraone cercò di smettere di distrarsi: doveva concentrarsi sulle ultime battute del duello, per poter salvare se stesso e soprattutto Yugi da una brutta fine.
-Comunque questo discorso appena fatto è inutile, Faraone! -riprese la parola il suo avversario - Perchè io non perderò! Ora sacrifico Hydrogeddon e Oxygeddon per evocare un mostro ancora più potente del Drago Acquatico! -rivelò e fece un attimo di pausa, per far aumentare la tensione -Si tratta di... - e pronunciò con incisività il nome del mostro -DRAGO BIANCO OCCHI BLU (ATK 3000)!
Fu come se il tempo si fosse fermato improvvisamente.
Il Drago Bianco Occhi Blu...
Occhi Blu...
Seto Kaiba...
Che Seto avesse subito la stesso trattamento di Valon?
Non si poteva essere certi di questo, ma la cosa sicura era che Kaiba aveva perso un duello, visto che ora uno degli Occhi Blu, le sue carte migliori, era in possesso di Andreas.
Ma cercare di capire cosa fosse accaduto a Seto non fu poi così importante in quel momento, perchè Yugi e il Faraone avevano un problema più grande e urgente: affrontare proprio una di quelle carte.
-Siamo fritti!- esclamò Tristan mentre il Drago Bianco compariva sul Terreno del nemico, brillando di luce propria.
-Non esagerare!- replicò subito Joey -Yugi ha già sconfitto quel Drago tante volte affrontando Kaiba! Non avrà problemi!
Il Drago Bianco sembrava essere fuori posto in quel duello.
Il Faraone si sorprese a scrutare gli occhi del dragone e a leggervi quasi sofferenza.
"Il Drago Bianco non sopporta di essere evocato da altri che non sia Seto..." riflettè "E' come con il mio Mago Nero..."
-Avanti, Drago!- esclamò Andreas -Elimina quell'inutile guerriero!
Il Dragone, riluttante, come combattendo contro una forza interna che lo spingeva a ribellarsi, sferrò uno dei suoi attacchi micidiali, investendo con la Luce Bianca il Cavaliere del Re e precipitandolo al Cimitero.
Yami vide i suoi Life Points ridotti a 100 unità, gli mancò improvvisamente il respiro e per un attimo credette di vederci doppio, mentre dietro di lui Yugi gridò di nuovo dal dolore.
Il Puzzle del Millennio si illuminò tanto improvvisamente quanto inaspettatamente, e lo Spirito del Faraone abbandonò involontariamente il corpo di Yugi restituendolo a quest'ultimo, che si ritrovò coinvolto nel duello senza nemmeno ben sapere il come e il perchè.
-Che succede?!- esclamò Yugi allarmato, cercando la figura evanescente del Faraone.
'Yugi, non posso più prendere il tuo posto!' Yami strinse il pugno 'Il tuo corpo è ridotto troppo male per consentire lo scambio!' lo avvertì 'Devi trovare la forza per concludere tu il duello al mio posto, o sarà la fine per entrambi!'
-Non ce la faccio a stare qui a far niente mentre Yugi soffre in questa maniera!- fece Joey stringendo i pugni, facendo un rapido passo in avanti, intenzionato a dar man forte all'amico.
-Hai ragione!- gli rispose Greatlerons ponendogli una mano sulla spalla per trattenerlo -Ma ora come ora noi purtroppo non possiamo fare nulla per aiutarlo! Dobbiamo solo avere fiducia in lui!- gli disse ottimista -Yugi è il Re dei Giochi!- gli ricordò.
Joey sembrò convincersi; annuì e tornò a guardare Yugi, confidando nella sua vittoria.
Nessun altro parlava: Cassandra, Tea, Mai e Tristan trattenevano il respiro, chiedendosi cosa sarebbe potuto accadere.
Il momento era cruciale.
Andreas 500 Life Points, Yugi soltanto100.
Il ragazzino sapeva che tutto sarebbe dipeso dalla carta che avrebbe pescato in quel turno e per vincere ce n'era una sola.
Chiuse gli occhi. "Cuore delle Carte, guidami!" pregò mentalmente e pescò.
-Sì!- esultò quando riaprì gli occhi d'ametista e scrutò la carta presa dal deck.
Il sorriso finalmente tornò sulle sue labbra: Yugi era tornato agli occhi di tutti il ragazzino solare che conoscevano, i suoi occhi decisi brillarono, poichè sapeva che quella sarebbe stata la mossa vincente.
-Elimino dal gioco due mostri dal mio Cimitero, vale a dire Anatema del Drago e Cavaliere del Re!- annunciò al suo avversario -E grazie a questo sacrificio posso evocare GLORIOSO SOLDATO NERO EMISSARIO DELL'INIZIO (ATK 3000)!
Il Black Luster Soldier comparve circondato da una luce abbagliante, come di fiamma; la sua armatura d'oro scintillava e i lunghi capelli volteggiavano sulle sue spalle possenti: era una figura che incuteva un timore reverenziale nei cuori di chiunque lo vedesse.
Il maestoso Guerriero era pronto ad un altro scontro da leggenda contro il Drago Bianco Occhi Blu.
Le due creature si fronteggiarono, i loro punti di attacco si equivalevano, sembrava quasi che tutto dovesse scoppiare attorno a loro.
Yugi era sicuro di ciò che stava facendo e non esitò un solo attimo ad ordinare il suo attacco.
-Mio Glorioso Soldato Nero, attacca il Drago Bianco Occhi Blu!
Un lampo scarlatto.
Un lampo bianco.
Drago e Guerriero rivaleggiarono, i loro micidiali colpi crearono un'onda d'urto devastante, un campo energetico di altissima intensità che li inglobò celandoli alla vista.
Istintivamente, Yugi, Andreas e gli altri ragazzi, si portarono un braccio dinanzi agli occhi per evitare di restare abbagliati dalla luce troppo intensa.
Quando riaprirono gli occhi, il Blue Eyes e il Black Luster Soldier erano spariti, eliminatesi a vicenda.
Yugi aveva, però, ancora il Cavaliere del Fante dalla sua parte, mentre Andreas era privo di difese.
Il demone sgranò gli occhi e fissò il suo avversario, conscio che la partita stava per essere chiusa.
-E, adesso, tocca di nuovo a te, Cavaliere del Fante! Attacco diretto!
La voce di Yugi risuonò chiara nel Game Shop, spezzando l'innaturale silenzio che si era creato.
Lo sguardo di Andreas si perse nel vuoto, mentre subiva in pieno l'offensiva del Guerriero nemico e precipitava a zero Life Points.
Il resto del suo corpo mutò, completando la metamorfosi, riportandolo indietro, alle sue vere origini.
Andreas percepì di nuovo il sussurro del vento, lo scorrere della linfa dalle radici fino ai rami che per poco erano state braccia umane, riprovò l'antica sensazione di stasi e ripiombò nel silenzio che aveva contraddistinto la sua esistenza arborea.
Con il suo aspetto mutarono anche i suoi sogni, le sue aspirazioni, ma, soprattutto, mutò il respiro.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh / Vai alla pagina dell'autore: Melian e Greatlerons