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Autore: HaroldEdssmile    30/12/2012    1 recensioni
È come se il mio spirito fosse uscito dal mio corpo cosicché io possa vedere qualsiasi cosa accada intorno a me.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Everyday is gonna be a new day.'
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Mi sento intorpidita, come se si fosse addormentato ogni centimetro del mio corpo.

Apro gli occhi. È tutto bianchissimo, anche il mio viso, le pareti sono bianche, il pavimento è bianco, le lenzuola che ricoprono il mio corpo sono bianche e anche i tubi che escono dai miei polsi.

Posso vedere tutto, eppure il mio corpo giace, apparentemente senza vita, su un letto di quello che presumo sia un ospedale. Posso vedere tutto eppure le mie palpebre sono chiuse. È come se il mio spirito fosse uscito dal mio corpo cosicché io possa vedere qualsiasi cosa accada intorno a me.

Non ho tempo di pensare a come, quando, da quanto, perché fossi lì: entrano le mie due migliori amiche dalla porta, bianca anch'essa, a metà ricoperta da un vetro, oscurato da strane tapparelle, sempre bianche.

Emily e Claire prendono due sedie (si sono bianche, odio gli ospedali) e le mettono una a destra ed una a sinistra del letto. Si siedono e per un po' tacciono mentre le fisso dal mio angolino.

Claire ha i lunghi capelli castani poggiati su una spalla sola, in una treccia disordinata che avrà fatto mentre era in sala d'attesa. I suoi occhi marroni sono velati di lacrime che lei tenta di trattenere. Le mani sul letto che lisciano meccanicamente le lenzuola, già perfettamente in ordine.

Ha la maglietta bianca che le hanno regalato per il compleanno... noto qualche macchiolina: lacrime non del tutto asciutte che le sono cadute sulla maglia.

Dall'altro lato c'è Emily... i suoi capelli sono un po' più corti di quelli di Claire, anche i suoi erano castani, ma li tinge di rosso. Non posso vedere i suoi occhi, la sua bocca... nulla: ha il viso coperto dalle mani. Ha i gomiti poggiati sulle ginocchia e sembra che il peso della sua testa sia incontenibile e lo debba tenere con le mani.

Finalmente Claire parla.

-Madison... credo tu mi possa sentire, no? Certo non ti puoi muovere, ma credo tu possa sentirci...-

quand'è nervosa parla sempre troppo e troppo velocemente, ma non l'ho mai vista in questo stato.

-Madison... sai, tu sei qui nel tuo letto e magari starai pensando che è tutto troppo bianco e vorresti dipingere tutto di verde- si ferma, Emily si ferma mentre cerca di recuperare un po' di fiato e tenta di asciugarsi le lacrime che le rigano il viso copiose. -L'incidente è stato brutto, cioè... brutto nel senso che.. - sussurra tra sé e sé, ma io la sento – oh, cazzo -

-Mad, quello che Em vuole dire è che quando vi siete scontrati con l'autocarro.. beh.. l'autista del mezzo non s'è fatto nulla. Ha chiamato i medici e diceva che era tutto un caos.-

mi stanno nascondendo qualcosa. -Quindi..- qualcuno apre la porta della stanza.

-Ragazze..- dev'essere un dottore: anche lui è bianco -potreste uscire un attimo?-

Le due si scambiano un'occhiata, a quanto pare hanno deciso d'uscire perché si alzano e chiudono la porta dietro di loro.

Claire ha lasciato la borsa beige, coi manici di cuoio, sulla sedia.

 

Incidente, autocarro, caos, autista. Comincio a ricordare qualcosa.

-Dai pà! Metti il CD che scelgo io per una volta!- c'è una nota di divertimento nei miei lamenti perché c'è sempre un finto litigio prima che io l'abbia vinta.

-Va be', basta che taci!- ride e infila il CD nello stereo.

Sono tanti brani di tanti artisti, lo avevo fatto io.

Parte 'Set fire to the rain'.

La voce melodiosa di Adele viene sovrastata dalla mia e da quella di mia madre mentre cantiamo insieme.

Io e mia madre abbiamo un bellissimo rapporto, anche con papà. Sono figlia unica e loro due mi hanno avuta all'età di sedici anni. “piccoli incoscienti” li chiamo sempre per prenderli in giro. Stiamo andando a casa di mia zia per il pranzo di Natale, tra qualche ora vedrò anche Emily e Claire.

Mi giro per controllare che ci siano i regali.

-Maddy- papà mi guarda dallo specchietto.

-Sì?-

-Che hai regalato a Claire e Emily quest'anno?-

-Oh, semplice.. a Emily uno dei DVD di Harry Potter che si è persa, la sciocca! A Claire una tessera per noleggiare film con 15 euro dentro, poi quando finiranno al può ricaricare... a proposito, miei piccoli incoscienti, che avete comprato alla vostra figlia perfetta?-

-Nulla, non abbiamo una figlia perfetta-

-Mamma!- scoppiano a ridere e io con loro. Me li daranno da zia i regali, lo so.

C'è neve sull'asfalto, in California non sempre nevica, ma quest'anno ci ha fatto la grazia di imbiancare il paesaggio..

Mi ricordo solo un gran boato e le nostre risa che si bloccano di colpo.

Le ultime note di Set fire to the Rain, aleggiano nell'aria grazie alla radio ancora funzionante.

 

 

-Grazie mille- le mie amiche rientrano e sorridono amaramente, sorrisi di circostanza.

Si chiudono la porta alle spalle e si abbracciano, sfogandosi finalmente... un pianto liberatorio le avvolge, come se le lacrime costruissero uno scudo.

Sciolgono l'abbraccio e si risiedono ai loro posti. Claire poggia la borsa a terra, cosa che in un qualsiasi altro stato non avrebbe fatto neanche se l'avessero pagata oro.

-Ti volevamo dire, Mad che... tu sei in coma. Il medico ci è venuto a dire che non è irreversibile perché sei giovane, hai solo diciotto anni, ma che ci sono poche possibilità che tu ti possa risvegliare.- Emily l'aveva detto tutto d'un fiato e ora sembra che questo sforzo l'abbia svuotata. Claire continua per lei.

-Sai, noi sappiamo che sei forte. Noi sappiamo che ce la puoi fare, solo... noi...- tace, entrambe tacciono. Che cosa stano facendo?

Vorrei urlare di dirmi la verità, ma non posso urlare. Voglio andare lì e strillargli : “Claire, Emily, dove cazzo siete? Se foste voi davvero ora mi stareste dicendo la verità. Dove siete?? Cazzo, io ho bisogno di sapere la verità, non ho bisogno di bugie. Porca troia su!”

ma le mie sono parole che restano fluttuanti, non posso urlare né parlare. Non posso nulla.

La porta si apre e tutte e tre ci aspettiamo che sia il medico, ma sono Zayn e Niall, trafelati, che corrono dalle rispettive ragazze.

Le abbracciano, le stritolano e poi mi guardano entrambi, colmi di sensazioni e sentimenti che, probabilmente, solo ieri credevano non fossero reperibili nell'organismo umano maschile.

-Lei...- Niall non sembra riuscire ad articolare la frase che ha in mente, così apre la bocca due volte e poi la richiude definitivamente, scoraggiato. Sta stringendo la mano di Emily.

Gli occhi di lui sono chiarissimi e non lo avevo mai visto piangere in quattro anni che ci conosciamo. Piange silenziosamente. Se non fosse per le lacrime nessuno direbbe che stia piangendo.

La porta si riapre ed ora ad entrare sono Liam e Louis.

Io e questi quattro ragazzi abbiamo un legame speciale che ci lega. Quattro anni che c conosciamo, quattro anni che non litighiamo, che ci sorreggiamo, sopportiamo, supportiamo, ridiamo e ora loro stanno piangendo e io vorrei solo aprir bocca per dire che va tutto bene, ma sembra che ciò che vuole fare la me nell'angolino, quella che vede tutto, non venga percepito dalla me sul letto, quella addormentata.

Mi sento in colpa: ci sono sei persone nella stanza (escluse le due me, ovvio) e tutt'e sei stanno male per me.

Liam e Louis sono seduti sul letto che dovrebbe ospitare un altro paziente, ma è momentaneamente vuoto. Il letto è dalla parte di Zayn e Claire.

Le ragazze mi tengono le mani, i ragazzi guardano a terra e io guardo loro sentendomi uno schifo.

Ringraziando Dio entra un'infermiera.

-Ragazzi, mi dispiace, ma in così tanti qui dentro non ci si può stare per un solo paziente. Non è neanche orario di visite, ma, vista la situazione, dentro possono stare solo tre persone a turno, gli altri aspettino in sala d'attesa e si diano il cambio man mano.- sorride cordiale -Mi raccomando parlatele come se potesse sentire, lei ha più potere decisionale di restare tra la vita e la morte di quanto voi crediate.- sorride un'ultima volta ed esce dalla stanza lasciando la porta aperta: tre persone devono uscire.

Escono Zayn, Niall, Louis, ma Liam resta seduto lì dov'è.

-Vi raggiungo, un attimo- dice in risposta agli sguardi degli altri sulla porta.

Escono e richiudono piano.

Le ragazze stanno lì, non muovono un muscolo.

Liam si avvicina al mio corpo. Emily parla.

-Claire, c'è Liam per ora, noi andiamoci a prendere un caffè caldo-

si alzano e anche loro vanno via.

-Ehi Madison, non ti preoccupare che sia tutto bianco, tra poco uscirai di qui e ci andremo a mangiare qualcosa da Nando's così Niall smette di bofonchiare che sono ben tre giorni che non va a mangiarci- sorride amaramente.

Liam è il mio migliore amico da quando ci siamo conosciuti.

 

 

-Avete finito di rompere il cazzo cretini?-

urlo a quattro idioti in sala mensa. - Non sapevo che quei quattro cretini sarebbero diventati i miei migliori amici, allora- Non so chi siano e tanto meno mi frega qualcosa.

-Non ti preoccupare, lo fanno continuamente solo perché non ho accettato di entrare nella squadra di football della scuola.-

un ragazzo alto, molto più di me, mi sorride. Ha i capelli molto mossi, castano chiari, gli occhi marroni rassicuranti e una voglia sul collo.

-Piacere, Madison- gli sorrido e lui fa altrettanto.

-Liam- mi tende la mano e io gliela stringo.

-Vogliamo pranzare insieme? Le mie amiche non avranno da ridire, sappilo-

-Okay, perché no?-

seduti al tavolo mangiamo il nostro pranzo, mentre Emily e Claire lo imbottiscono di domande. Ogni tanto lui mi guarda come per chiedere della loro sanità mentale e io facevo spallucce.

Mentre gettiamo i rifiuti nei cesti dell'immondizia lo guardo

-Che cos'hai ora?-

-Mmmh... algebra- lo dice sconfortato.

-Ti capisco neanche io la amo. Cioè diciamo che ci odiamo io e la matematica.-

-Tu cos'hai?-

-Credo... sì! Letteratura inglese.-

-Allora abbiamo le aule vicine, facciamo il tragitto insieme?-

-Certo signore- gli sorrido

-Grazie di aver accettato l'invito madame.-

ridiamo e usciamo dalla mensa.

-Guardate! Payne s'è fidanzato!-

mi giro di scatto e prendo il tizio per il collo della divisa della squadra di football.

-Hai finito di rompere i coglioni o non hai capito?- gli pianto le mie iridi azzurre nelle sue ambrate.

-Fumina la ragazza- una seconda voce si intromette.

-Certo che sei proprio un cretino- lo guardo sprezzante. Ha gli occhi verdi e i capelli ricci.

-Perché il tuo ragazzo ti manda avanti? Ha troppa paura?-

gli tiro un pugno nello stomaco e il riccio si piega su se stesso.

-MILLER! STYLES! PAYNE! MALIK! TOMLINSON! HORAN! IN PUNIZIONE! SUBITO!-

Mrs Butler è intransigente. Così, durante quelle due ore di punizione, siamo diventati migliori amici.

 

 

 

Il silenzio di Liam è finito, parla e lui mi dice la verità, finalmente.

-Maddy, ecco... non credo che Emily e Claire te lo abbiano detto, ma l'infermiera ha ragione. Se devi decidere tu se vivere o morire.. devi sapere che dopo l'incidente siete stati portati qui, in ospedale, ma tuo padre era morto già sul colpo dato che l'autocarro ha preos la parte dell'autista.

Un tuffo al cuore e perdo un battito. La macchina lo registra e per un attimo manca un 'Bip' , ma subito riprende regolare. Liam sembra non accorgersene e va avanti.

-Tu eri seduta in mezzo e così ti sei salvata per un pelo. Hai riscontrato numerosi traumi e ti sei fratturata una gamba. Ecco perché hai il gesso e la gamba destra per aria.-

Non me ne ero accorta.

-La testa è fasciata perché ti hanno dovuto medicare... hai perso molto sangue e fatto molte tac, ma non sembra tu abbia commozioni o traumi cerebrali gravi. So tutto questo, e lo sappiamo tutti, perché siamo qui da quando hanno chiamato casa di Claire per avvisare.

Tua madre... lei... è arrivata all'ospedale con te e tuo padre, ma lei doveva essere operata d'urgenza ad alcuni organi interni. L'airbag non si è aperto. Ora è in terapia intensiva, ma i medici diffidano dal fatto che possa sopravvivere.

Claire e Emily non ti hanno detto nulla perché... sai.. non hanno ancora elaborato neanche loro. Siete sorelle praticamente ed hanno paura di perderti. Ti voglio bene Madison, non te ne andare.-

l'unico rumore sono i singhiozzi sommessi di Liam che tenta di contenersi, ma non riesce.

Per quanto lui mi stia chiedendo di non andarmene, che cosa mi aspettava lì?

In fondo le vite dei miei migliori amici sarebbero andate avanti. Qualche visita alla tomba e poi il dolore si supera, o no? Non credo sarebbero così egoisti da odiarmi se me ne vado, credo capiranno che qui sulla Terra non ho più nulla. Papà morto. Non ci credo ancora. Non piango perché non posso. Mamma in fin di vita. Anche qui è la mia attuale situazione che non mi lascia piangere.

-Maddy.. è arrivato. Vi lascio. Sii saggia, ma qualsiasi decisione prenderai, ti capirò.- mi dà un bacio sulla fronte come fa sempre e se ne va.

La porta si chiude per poi aprirsi per l'ennesima volta. L'ennesimo corpo entra nella stanza.

Harry.

 

 

Lui non si nasconde, lui non ci prova. Lui piange e mi si getta vicino.

-Amore, mi senti?- piange – Amore, sono qui. Scusa se ci ho messo tanto, ma il traffico era tanto e arrivato qui... gli altri mi hanno fermato per dirmi tutto. Amore. Amore. Io ti amo, dove sei? Non so se puoi sentirmi, o vedermi, ma ti prego se puoi...-

si lascia cadere in ginocchio mentre si poggia sulla mia pancia. Sta bagnando le lenzuola e vorrei abbracciarlo per piangere con lui.

Piange, piange, piange. Dopo un'infinità di tempo si alza. Gli occhi gonfi, rossi. Le guance rigate da lacrime e le grandi mani, che tanto amo, tremano.

Cammina per la stanza, grandi passi. Non sembra essere lucido, ma lo capisco. Vorrei abbracciarlo, accarezzarlo, dirgli che tutto va bene, ma non posso.

All'improvviso prende il cuscino del letto di fronte e lo getta in terra. Comincia a urlare che non è giusto, che la colpa è la sua, che la vita è ingiusta, che sono tutti degli stronzi.

Zayn, Claire ed Emily entrano di corsa. Mentre lui ferma Harry e tenta di calmarlo. Emily sposta lo sguardo da me al mio ragazzo, da lui a me.

Lascia Claire sull'uscio e mi si avvicina. Sussurra.

-Mad, Harry ti ama, noi ti vogliamo bene, ma sappiamo che Liam ti ha spiegato tutto. Anche io la penso come lui e l'infermiera: alla fine deicidi tu. Qualsiasi cosa sceglierai farà male a qualcuno, ma lui ti amerà sempre e noi ti vorremo bene sempre. Claire dice che è da stupidi credere che la decisione sia nelle tue mani, ma la convincerò.. lo sai com'è, no? Ora me li porto via. Così puoi pensare in santa pace e facciamo calmare Harry- mi dà un bacio sulla guancia.

 

 

Se ne sono andati cinque minuti fa e quello che è successo mi ha scosso. Vedere Harry così, vedere Claire ed Emily e tutti gli altri così, mi fa male.

 

 

-Ma dove mi hai portato?-

-Ti avevo detto che non sarebbe stato un appuntamento romantico, no?-

-Me l'hai detto perché io ti ho detto che non avrei accettato altrimenti-

lo guardo seria, ma ci mettiamo a ridere.

-Per la gioia di tutti noi, stasera abbiamo davanti un meraviglioso fienile-

-Styles hai sbagliato a comprati la macchina senza tettuccio perché io ora fuggo anche se metti la sicura.- lo guardo e lui sorride.

-Aaaspetta!- e quello che scende è lui.

-Che fai fuggi dal tuo stesso appuntamento?-

-No!- sento un rumore meccanico e un enorme fascio di luce.

Lui risale in macchine e comincia a rovistare tra i sedili posteriori.

-Tieni!- tira fuori una borsa enorme arancione e due bibite.

-Apri la borsa su!-

dentro ci sono pacchi e pacchetti di dolci e cose salate.

Lo guardo interrogativa e lui sorride.

-Non ho rispettato i patti.-

sul fienile appaiono le prime immagini di Notting Hill, uno dei miei film preferiti, e capisco che quello che ha accesso poco fa è un proiettore.

-In che senso?-

-Nel senso che è e sarà un appuntamento romantico. Vuoi fuggire?-

lo fisso.

-No, ma solo perché c'è del cibo.-

-Certo.-

 

Il film finisce e io mi ritrovo con il braccio di Harry che mi cinge la spalle. Siamo circondati dei pacchetti vuoti del cibo e lattine vuote delle bibite.

-Ti riaccompagno a casa, eh.-

lo guardo e mi sento presa da qualcosa che non ho provato mai prima. Ci conosciamo da due anni, ne abbiamo sedici e diciassette ormai, e mi rendo conto ora che provo qualcosa per lui.

Arriviamo a casa e lui spegne l'auto.

-Che dici hai fatto bene a restare?- i suoi occhi verdi sono intensi e piantati nei miei.

-Credo di sì- mormoro chiedendomi che cosa accadrà ora.

-Ne sono felice.-

nella penombra della mia strada, con l'aria frizzante che caratterizza la notte fonda in California, vedo il viso di Harry illuminato dalle luci della strada e delle case che mi fissa intensamente.

Si sporge verso di me e si avvicina sempre più. Alla fine mi prende il viso e mi dà un bacio sul naso. Mi guarda divertito e io gli rispondo con gli occhi. Con ancora il mio viso tra le su mani, mi fissa e poi mi bacia. Ci baciamo a lungo e tento di assaporare ogni sfaccettatura di quel momento e fermarla nel tempo per poterla rivedere quando voglio.

Il sapore delle sue labbra, come le nostre bocche combaciassero alla perfezione, mi accompagnava nei movimenti e io accompagno lui. I suoi ricci in cui le mie mani si perdono e il suo respiro caldo sul mio viso.

Dopo un tempo indefinito che mi sembra un'eternità, ci stacchiamo, ma solo per guardarci e dirci che tutto è reciproco, ce lo diciamo con gli occhi, noi sappiamo parlarci anche così. Poi ci rituffiamo tra i nostri sentimenti e tra i nostri baci.

 

 

Quello era stato il nostro primo incontro. Lo ricordo come se fosse ieri, ma sono più di due anni che io e Harry stiamo insieme.

Il cigolio, ormai familiare, della porta mi avverte che qualcuno sta per entrare.

È di nuovo Harry, si è calmato, ma gli occhi sono ancora rossi.

Io non ho ancora capito cosa fare, ma poco importa.

-Amore-

stavolta sussurra, stanco anche lui, svuotato e smembrato

-senti. Ormai sono cinque giorni che sei qui all'ospedale, ma tra accertamenti e controlli e tutto il resto.. non mi hanno fatto entrare prima, ma, sai, sono venuto qui ogni singolo giorno. Non so se sarai tu a decidere o meno, ma so che ciò che sceglierai sarà meglio per te e questo mi basta. Se devi rimanere per star male non lo fare, ma se sai che restando potrai stare bene, resta. Resta anche domani. Sarò qui ogni giorno finché non ti sveglierai. Se ti sveglierai sarò accanto a te ogni singolo giorno, non importa quanto lunga sarà la riabilitazione. Io ti amo Madison, tu sei la mia vita.

Non si possono separare due come noi. Prima di te non aspettavo un cuore che battesse all'unisono col mio, ma uno che lo facesse battere. Sei importante per me Madison, sei la mia vita. Non te ne andare. Resta, resta anche domani, ti prego.-

riprese fiato e finì il discorso -Ma non voglio fare l'egoista, non voglio convincerti senza dirti la verità. Liam ti ha detto tutto, ma ci sono stati aggiornamenti mentre eri sola... tua madre... lei... non ce l'ha fatta.-

ricominciò a piangere, stavolta più silenziosamente, se non per alcuni accessi di singhiozzi più forti.

Cosa avevo ancora lì? Nulla, nessuno. O forse qualcuno. Cosa devo fare?

 

 

Riprendo i sensi quando la stanza bianca è illuminata dalle luci. È notte fonda e sul divano della stanza ci sono Emily e Claire che dormono con addosso le giacche leggere di Niall e Zayn. Harry è addormentato sul mio grembo con la mano nella mia. Louis e seduto a terra con le gambe incrociate, la schiena poggiata al muro, la testa penzoloni, dorme. Liam è sul letto vuoto accanto al mio che dorme. Niall e Zayn sono accanto a Louis e anche loro dormono.

Dall'orologio di Harry vedo che sono le tre e tre quarti.

Harry sembra percepire che sono sveglia.

-Amore. Spero tu stia dormendo bene- ha la bocca impastata e gli occhi ancora semichiusi. -Sai, non voglio farti pressioni. Resterò al tuo fianco e quando sceglierai sarò lì a tenerti la mano, come ora-

Ora lo so. Ora voglio vivere.

Tento di stringere la mano di Harry, ma, anche con tutta la potenza che ho in corpo, non riesco a rendere l'impulso che ho un'azione. Ci metto tutto il mio impegno. Mi sto sforzando come quando ci si sforza per spingere un masso enorme.

Alla fine sento le forse abbandonarmi.

-Amore?! Amore mi senti?- urla, urla e tutti si svegliano. -Chiamate qualcuno!-

tutti si guardano spaesati, ma Liam corre ed esce fuori.

Louis si avvicina a Harry -Che c'è?-

-Mi ha stretto la mano.-

esala questa frase come se richiedesse tutte le sue forze e sento dipingersi sul mio volto un sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avevo in mente questa storia da un sacco di tempo, ma non sapevo se renderla una long o farne la mia prima one-shot. Alla fine, ovviamente, ho optato per la seconda.

Quindi eccomi con la mia prima os. 3556 parole e 20206 caratteri scritti col cuore.

Spero vi piacca. Non so se sia troppo lunga o troppo corta, come vi ho detto fino allo sfinimento, è la prima quindi devo prenderci le misure.

Spero vi piaccia.

Spero recensirete.

Ciao bellezze e.. buon anno.

Mad.

  
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