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Autore: Quintessence    30/12/2012    5 recensioni
Trova una brochure per una vacanza in Australia sul tavolo della cucina.
E si rabbuia.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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We're too young to fall asleep
Too cynical to speak
(radiohead)
my iron lung

-

« Tesoro? »
« Tutto bene, » mormora.
Le sue dita sono pressate sul finestrino dell'auto, lo sguardo pesante mentre Kings Cross viene completamente inghiottita da tutti gli altri edifici. La mamma dice qualcosa sulla politica. Le dita di papà continuano a tamburellare sul volante.
Le labbra le si contraggono.
Ci vorrà tempo, dovrà prendersi i suoi giorni, pensa, ma deve cominciare da lì: fare in modo che diventino due sconosciuti.

-

Trova una brochure per una vacanza in Australia sul tavolo della cucina. E si rabbuia.

-

Il libro le preme sui fianchi.
La mamma è alla porta: « Sei sicura che non vuoi venire? »
Le sue mani sollevano e accarezzano l'aria, avvolgendo la bacchetta fra le dita. Non più minorenne, pensa Hermione, e piuttosto deludente sotto quell'aspetto. Ma ci sono altre cose, e i promemoria nella testa continuano a fissarsi uno dopo l'altro. Ci sono
sempre altre cose.
« Sono stanca oggi, mamma, » la rassicura gentilmente. Troppo gentilmente.
Sua madre sospira abbastanza forte da farla sussultare, quasi singhiozzare, la porta che si chiude con un suono secco.
Hermione sente solo un brandello di conversazione, la portiera dell'auto, e un altro sospiro. Non c'è un ordine particolare, ma sta ancora cercando di capire come si fa a congelare le cose dentro la testa di qualcuno.
Le dita le sfiorano molli il fianco.

-

Pagina seicentosessantadue.
C'è un avvertimento:
È fondamentale compiere la modifica con mano ferma.
Lascia cadere lo sguardo, gli occhi sui palmi delle mani, e appena il suo cervello collega ciò che ha appena letto, si accorge che le mani le tremano. Allora se le mette sui fianchi e le fissa al corpo, poi le fa scivolare sotto le cosce mentre distoglie lo sguardo, almeno per un attimo.
« È necessario, » sussurra.
La risata di papà è la più forte di tutte. Inonda le scale.

-

« Come sta Harry? » Chiede la mamma.
« Dov'è la gazzetta del profeta? » Prova a chiedere papà.
Parlano uno sopra all'altra. A volte le domande arrivano in momenti casuali e la spiazzano, ma lei cerca di essere costruttivamente evasiva con le risposte, e le fa diventare frasi costruite e funzionali.
Bugie controllate. Non ha mai pensato che avrebbe dovuto nascondere cosa stesse succedendo proprio a loro; è importante che lo sappiano, ha detto a Mrs. Weasley, è
importante. E adesso, sta pensando di fare proprio l'unica cosa che aveva giurato di non fare.
« Non posso dirvi più niente, » questo è quello che non dice, ma intreccia le dita e prende un respiro. « Oh, la gazzetta è in camera mia, ma è tutta pubblicità e propaganda in questo momento... Ed Harry... Harry è stanco. »
Ha detto già fin troppo, ma immagina che sia il meglio che riesca a fare in quel momento. Mangia la colazione troppo velocemente; si accorge che sono preoccupati.
« Ti vogliamo bene! » Grida papà dalla cucina.
Gli occhi le si chiudono con violenza, sulle scale.

-

« Non ce la faccio. Non riuscirò a farlo. »
Più tardi, durante la settimana, i giorni si dividono, cominciano a sembrarle passati e presenti, e pensa che prima o poi le mani dovranno smettere di tremare, e il calore del suo polso, quando schiocca perfettamente dal fianco e fa un movimento invidiabile le fa comunque venire da vomitare. Non si guarda più allo specchio.
« Non ce la faccio, » ripete, ma sa che ha già preso una decisione.
Difficile da spiegare razionalmente, ma
proteggerli la giustifica. Li sta tenendo al sicuro, li sta proteggendo, continua a ripeterselo.
Ricomincia ad allenarsi. Ancora un giro, ancora uno.

-

La mamma ha un cappello giallo mentre lavora in giardino.
Le lunghe dita si infilano nel fango, i fiori riluttanti che si impigliano nella massa di capelli che ne trabocca dall'orlo.
Hermione sospira. « Ti voglio bene, mamma. »
Ma viene fuori troppo soffice, le parole si attorcigliano su loro stesse, e si perdono nel rumore delle macchine che passano. Hermione guarda da un'altra parte, quando guarda in alto, stringendo le mani finché non si trasformano in pugni. Respira forte, l'aria filtrata nei polmoni che negli ultimi giorni sembrano esser diventati d'acciaio.
« Hai detto qualcosa, amore? »
Non risponde, il
no le scivola dentro alla gola piano e si ferma lì, troppo vicino alla superficie. Prende un altro respiro profondo e lo ingoia, mentre dentro ai polmoni una voce sconosciuta le grida di tornare indietro. La bacchetta ruota fra le dita. La sua mano è di ghiaccio.

-

Non ci sono scheletri nel mio armadio.
Glielo diceva sempre.
Lascia i biglietti aerei sul tavolo della cucina.

   
 
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