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Autore: Princess of Dark    30/12/2012    7 recensioni
Incontrare Johnny Depp è il sogno di tutte noi donne, o almeno era il sogno di Denise.
E lei credeva di stare veramente sognando quando lo incontrò.
Denise ha un lavoro noioso, una migliore amica un po' pazzerella, una vocina maligna nel suo cervello, un "fidanzato" e un sogno nel cassetto. Johnny sarà lì per renderlo vero.
ATTENZIONE:Johnny Depp dovrebbe essere illegale, ma visto che non lo è, va preso come minimo preso a piccole dosi. E' veramente rischioso per la vostra salute una meraviglia così!
Se anche voi lo amate, questa è la ff giusta per voi...aspetto le vostre recensioni!!
Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=rLHOJc3yhPM
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sentivo le dita dei piedi ghiacciate, mi allungai in cerca di un corpo caldo al quale avvinghiarmi trovando le coperte gelide. Sospirai, rivoltandomi nel letto e allungando una mano per tastare il materasso vuoto. Sentii un leggero fischiettare e aprii lentamente gli occhi, giusto il tempo di vedere Johnny seminudo, con un misero asciugamano legato in vita e un altro sulle spalle con il quale si asciugava i capelli e il volto per metà coperto dalla schiuma da barba. Mi guardò sorridente.
«Razza di pirata da quattro soldi! Fuori dal letto pelandrona, Sparrow non ti paga per poltrire!», esclamò imitando la voce di un rozzo pirata, tutt’altro che Sparrow, mentre si avvicinava al mio letto. Scoppiai a ridere, mettendo la testa sotto il cuscino.
«Non hai sentito bene?», continuò il suo gioco, affondando con le ginocchia nel materasso per sporgersi verso di me e iniziare con un torturante solletico. Scoppiai a ridere di nuovo, dimenandomi e contorcendomi nella speranza di potermi liberare dalle sue mani che mi provocavano un fastidioso formicolio sui fianchi.
«Basta!», urlai, con i polmoni che mi facevano male dalle risate. «Parlè!», dissi ancora. Johnny si arrestò di colpo.
«Oh, se la metti così… ora hai il diritto di con-». Approfittai quei pochi secondi di tregua per colpirlo con il cuscino e lo presi alla sprovvista, facendolo cadere all’indietro.
«Giochi sporco!». Scoppiò a ridere ma nel frattempo mi ero messa già a cavalcioni su di lui e tenevo premuto il cuscino sulla sua faccia. Lui tossì e fece degli strani versi, simili al soffocamento, poi crollò e non si mosse. Lo scrutai perplessa, notando che aveva smesso di respirare. Oddio hai ucciso il capitano! Questa la pagherai cara! Sollevai leggermente il cuscino per dare un’occhiata e in quel momento Johnny diede un urlo, facendo urlare pure me. Scoppiammo a ridere e lui si gettò su di me, come se volesse mordermi. Mi bloccò i polsi e mi immobilizzò.
«Hai compiuto un attentato al capitano… questo è ammutinamento!», esclamò, iniziando a solleticarmi pure il collo. Risi ancora, guardandolo negli occhi.
«Ora devo spalmarmi di nuovo la schiuma», bofonchiò. «E hai venti minuti per prepararti, bocconcino», sussurrò, lasciandomi andare. Mi tirai su, osservandolo perplessa.
«Per andare dove?»
«Voglio presentarti una persona speciale». Solo questo mi disse, non volle aggiungere altro, costringendomi a buttarmi sotto la doccia.
«Ti dispiace se entro anch’io per finirmi di radere? Altrimenti non ce la faremo in tempo…»
«E’ una domanda retorica?», sorrisi, facendogli l’occhiolino. Mi chiusi nella cabina doccia e feci scorrere l’acqua calda dal rubinetto, sospirando, cercando di ignorare Johnny dall’altra parte del bagno che si radeva con ancora addosso quell’asciugamanino. Tutto questo mi dava l’impressione di una felice coppietta sposata. Non mi sarebbe dispiaciuto, Johnny era l’uomo della mia vita: un eterno bambino che ha sempre voglia di giocare. E si poteva desiderare un risveglio migliore? Lo sentii risciacquarsi ed andare nell’altra stanza, richiudendo la porta del bagno. Non seppi dire quanto tempo impiegai sotto l’acqua.
«Ok, sono quasi pronta! Dammi solo altri cinque minuti!», esclamai con un asciugamano che mi fasciava dal seno fino sopra le cosce. Johnny si voltò verso di me saltellando mentre si infilava i jeans.
Mmh boxer blu a righi bianchi…
Ginevra?!

«Ci hai messo un’eternità e non sei nemmeno pronta?!»
«Cinque minuti!», ribattei, cercando sotto i letti il reggiseno che Johnny ieri sera mi aveva strappato di dosso. Lui rise sventolandoli davanti ai miei occhi. Allungai la mano per afferrarli ma lui tirò il braccio indietro.
«Johnny!», squittii, saltellando per arrivare al braccio che aveva alzato in alto. Lui rise, avvicinandosi alle mie labbra. In realtà si stava annusando! Affondò il viso nel collo, sospirando, baciandomi poi la spalla nuda.
«Mmh… credevo che il profumo dei fiori fosse il mio preferito. Poi ho scoperto la tua pelle», mi guardò negli occhi giusto perché lo divertiva vedermi arrossire. «Se non fosse che siamo in mostruoso ritardo, ti avrei già strappato da dosso l’asciugamano», sussurrò, staccandosi da me.
«Fino a poco tempo fa potevo pure passarti davanti nuda, non mi avresti toccata», lo presi in giro ridendo. Mi osservò scettico.
«E tu ci hai provato a passarmi nuda davanti?», mi stuzzicò. Scossi il capo, strappandogli dalle mani il MIO reggiseno.
«Non andavi di fretta, mr Depp?». Guardò l’orologio, poi imprecò in francese come adoravo io. Infilai in fretta e furia dei jeans color grigio ghiaccio e una maglia di cotone caldo rosa antico: eravamo agli ultimi di novembre e il freddo iniziava a farsi sentire! Mi spazzolai i capelli e aprii la borsa del trucco. Johnny me la tolse dalle mani, legando una sciarpa attorno al collo e mettendomi un cappottino nero sulle spalle.
«Ti trucchi in macchina andiamo», farfugliò. Confusa, annuii.
Ehi, dimentichi qualcosa…
E cosa?! Non ci sto capendo nulla!
Guarda i tuoi piedi…

Con i calzini. Stavo uscendo con i calzini!
«Le scarpe!», esclamai, tornando indietro prima che richiudesse la porta dietro di sé. Johnny mi guardò e scoppiò a ridere, osservandomi mentre infilavo un paio di scarpe modello Hogan. Johnny mi osservava divertito mentre tentavo di mettere un rossetto rosato sulle labbra, io lo ignorai, mettendo a posto tutto nella mia grande borsa di pelle.
«Dove ci aspetta questa “persona speciale”?»
«Al “Break and coffee”»
«Mmh non lo conosco»
«Lo immaginavo», sorrise, azionando le quattro frecce e svoltando a sinistra. Ci vollero altri venti minuti prima di arrivare.
Io sono un po’ in ansia a dir la verità…
Ah Denise al massimo è uno dei suoi compagni d’infanzia… o peggio ancora i suoi genitori!
Eeeh?! Hai ragione! Oh Dio spero di no, me l’avrebbe detto se avesse voluto presentarmi i suoi genitori, no? Non può presentarmeli di sorpresa… insomma… doveva chiedermi se ero d’accordo e…
Stai sclerlando.

«Prego madame», sorrise, facendomi spazio per farmi entrare nel locale. Era una piccola caffetteria in stile rustico, con gente discreta, occupata in tutt’altre cose che fissarci e iniziare a dare di matto. Johnny mi prese per mano conducendomi all’unico tavolo vuoto in fondo. Un momento… non era vuoto! C’era un tizio seduto nell’angolino, a testa china, con un paio di occhiali scuri e una chioma riccioluta. Avrei riconosciuto ovunque QUELLA chioma riccioluta. Mi bloccai a pochi passi dal tavolo con il cuore in gola, gli occhi sgranati e il cervello incapace di connettere.
«Quello… è…»
«…Tim!», esclamò Johnny, andandogli incontro. L’uomo lo guardò e sorrise luminosamente, alzandosi dalla sedia e allargando le braccia per accoglierlo.
«Come stai vecchio mio!», esclamò ridendo, dandogli una pacca sulla spalla.
«Mai stato meglio».
Si, vabbè, sto sognando. Ecco perché stava andando tutto a meraviglia…! Non può essere lui…
Sì è lui.
No che non lo è!
Credo di si
E invec- «Tu sei Denise, giusto?». Tim Burton stava parlando con me, mi fissava sorridente in attesa di una risposta.
«Eh? S-sì», farfugliai. Oh, andiamo Denise! Sei o non sei una star di Hollywood che ha recitato nel film con più incassi dell’anno accanto a Johnny Depp?! Comportati da tale!
«Piacere di conoscerti»
«Il piacere è mio, signor Burton», sorrisi. Lui mi guardò perplesso.
«Diamine, chiamami Tim!», esclamò sorpreso. «Venite, sediamoci. Ho ordinato già tre caffè perché il cameriere mi stava pressando», ci informò. Johnny alzò un indice e Tim lo fermò prima che potesse dire qualcosa.
«Sì, Johnny, a te con il solito goccettino di rum»
«Perfetto!»
«Sei un ubriacone», rise Burton. Scoppiammo a ridere e il cameriere ci servì il caffè.
«Gentilmente, se ci può portare tre… Tim, hai fatto colazione?»
«Ce l’ho ancora sullo stomaco, tesoro»
«Grande, perché io ho fame! Allora due di quei croissant in vetrina…»
«Certo signore», il cameriere annuì e scomparve, ritornando con due grossi cornetti alla crema. Johnny me ne mise uno davanti, addentando il suo. Tim ci guardò sorridente, come se stesse pensando a qualcosa.
«Allora… cosa ti ha portato a venire qui, Tim?», farfugliò Johnny con la bocca piena.
«Mi sono dovuto precipitare di corsa con il primo aereo! Già sentivo parlare di voi due ma non mi avevi detto niente e pensavo si trattasse di un’altra stupida voce, poi è successo quel che è successo alla premiere, ho visto la splendida coppia che formate in quel film, ho letto i gossip, le interviste, e… mi sono detto “fammi andare a vedere che stanno combinando questi due”!», esclamò, facendomi scoppiare a ridere con la sua espressione buffa.
«Volevo spiegartelo da vicino», si scusò Johnny.
«Dovremmo farci una bella chiacchierata…», accennò, facendomi poi l’occhiolino. «Allora, Denise, sei tu la malcapitata che dovrà sopportare l’artrite di Johnny?», continuò. Risi ancora.
«A quanto pare…»
«Ehi!», rise Johnny.
«Sono dispiaciuto per non essere potuto venire alla premiere, avrei voluto esserci ma Helena era malata e non potevo lasciarla da sola con due pesti». Giusto, Helena, la grande Helena Bonham Carter. Stentavo ancora a credere che ero seduta al tavolo con il mitico Tim! Ed era pure parecchio simpatico!
«Non preoccuparti. Ti sdebiterai», gli fece l’occhiolino Johnny. Tim sorseggiò l’ultima goccia del suo caffè.
«In effetti… devo chiedervi una cosa», farfugliò esitante. Johnny lo guardò ad occhi socchiusi.
«Avanti, smettila di dire cazzate e rivela il vero motivo della tua visita», lo prese in giro.
«Non erano cazzate!», bofonchiò. Tornò a fissarci. «Avete progetti per il 2013?», ci chiese. Io e Johnny ci guardammo negli occhi, entrambi non avevamo capito cosa voleva sapere.
«Avere dei figli, sposarci, farci un paio di vacanze…», sorrise ironico sapendo che non era quello che Tim voleva sapere. Lui alzò gli occhi al cielo.
«Ho riguardato più volte il film e… devo dire che mi avete sorpreso. Ci tenevo a farti i complimenti di persona Denise, sei eccezionale. E poi siete una coppia fantastica insieme! La donna giusta per Johnny direi: è quello che cercavo. Mi servite assolutamente nel mio prossimo film» «Eh?», sussurrammo Johnny ed io contemporaneamente. Tim ci scrutò perplesso.
«Che c’è?!», borbottò.
«Quale film stai architettando?», sorrise Johnny interessato, poggiandosi con il mento sulle dita intrecciate delle mani.
«Ti avevo accennato qualcosa tempo fa a riguardo… che ne dici di una ragazzina che va a vivere col padre in un vecchio casolare e trova un grosso specchio nel quale è incisa una data e un nome. Di notte accadono strani eventi –che poi decideremo in seguito, sono dettagli- e questa ragazza vede riflesso nello specchio il fantasma. Lei viene a sapere la maledizione che si trova in quella casa e decide di sacrificarsi per fare riposare in pace il fantasma. Così la maledizione viene sciolta grazie all’amore vero bla bla bla, lei muore e il fantasma… pure», ci mostrò un sorriso a trentadue denti. Lo guardai scettica. «Che ne pensate?»
«Mmh perché invece non fai reincarnare il fantasma in umano, sempre grazie all’amore vero e bla bla bla, senza farci scappare nessun morto?», proposi. Lui mi scrutò, sfiorandosi il mento.
«Direi che è un’ottima idea!», esclamò ridendo per la felicità.
«E che ruolo dovremmo fare?»
«Beh, ovviamente, tu sei la ragazzina e Johnny il fantasma! Allora siete dei nostri?»
«Ehi un momento!», esclamò Johnny. «Quando dovrebbero iniziare le riprese?»
«Febbraio. Per settembre/ottobre potrebbe anche uscire già un film, se tutto va bene». Johnny mi prese una mano e mi guardò negli occhi.
«Ehi, te la senti di vivere un’altra avventura?», sussurrò.
«Non vedo l’ora», sorrisi.
«Accettiamo». A quelle parole, gli occhi di Tim s’illuminarono dalla gioia.
«Sarà spettacolare!», disse entusiasta. Era bello vedere uomini adulti e vaccinati con lo stesso entusiasmo di un bambino. Ci furono diversi minuti di silenzio.
«Anche se ti confesso che ci sono rimasto un po’ male… insomma, hai infranto ogni mia speranza di poter conquistare Johnny e portarmelo a letto!», farfugliò infine, puntandomi un dito contro.
«Oh, Tim, non preoccuparti di questo: rimarrai sempre il mio primo amore», replicò Johnny, facendogli prima un occhiolino e passandosi poi la lingua sul labbro superiore. Ridemmo ancora poi si sentì il suono di un cellulare. Tim frugò tra le tasche, estraendone un mattoncino simile ad un cellulare.
«Al passo coi tempi, eh Tim?», rise Johnny.
«Fanculo Joh», borbottò non riuscendo a far smettere di suonare il cellulare.
«Ehi!», esclamò infine, alzandosi dal tavolo e iniziando a gesticolare mentre si allontanava di qualche metro. Sorridemmo, osservandolo da lontano.
«Potevi dirmelo che si trattava di lui», dissi infine.
«Avresti iniziato a dare di matto», rise ed io gli feci una linguaccia.
«Non avrei mai immaginato di dover lavorare per lui», sussurrai infine, un po’ in ansia già al solo pensiero.
«Ci divertiremo un mondo, credimi, Tim è un pagliaccio»
«Avete un bel rapporto»
«Ci conosciamo da una vita», sussurrò, sorridendo come se stesse ricordando qualcosa. «Il bello è che potremmo lavorare ancora insieme», aggiunse, avvicinandosi a me per posare le labbra sulle mie. Adoravo quando le faceva schioccare in quel modo, ricongiungendole mentre accarezzava con la punta della lingua le labbra prima di cercare la mia. Un Tim improvvisamente di fretta ci fece distrarre.
«Devo scappare: il mestiere più impegnativo è quello del genitore, cari ragazzi», sospirò, afferrando il giubbino.
«Chi meglio di me può capirti?», rise Johnny.
«Ci rivedremo per firmare delle inutili cartacce formali. Per ora non diremo niente ai giornali, voglio passare in Natale in santa pace: renderemo tutto ufficiale a gennaio. È stato un immenso piacere incontrarvi», disse sparando quelle parole a raffica ad una velocità mostruosa. Mi alzai per salutarlo con due baci a destra e a sinistra, Johnny gli mandò un bacio scherzoso e Tim andò via ridendo. Con il sorriso sulle labbra, lo vidi sparire fuori dal locale. Lui mi guardò, accarezzandomi il viso.
«Devo subito dirlo a Marylin», dissi entusiasta. «Non ci crederà!». Johnny rise, alzandosi dal tavolo e facendomi strada verso l’uscita dopo aver lasciato una mancia generosa –a quanto pare- visto che il cameriere ci augurò di vivere non cento, bensì duecento anni!


Temevo di non farcela per la fine dell'anno ed invece ecco qui il capitolo come omaggio di "capodanno" (?) non ho mai aggiornato così velocemente xD
La scena di Denise che la la lotta con Johnny pieno di schiuma da barba -scusate l'indecenza- dovevo assolutamente metterla perché è troppo fkjahighajnkasnkbhka *Q* ed ovviamente è comparso il nostro carissimo e mitico Tim Burton! Non so se sono stata in grado di interpretarlo al meglio e descriverlo folle e affettuoso come immagino io, ma spero di essermi fatta capire un po' e di avervi reso l'idea ^^' La trama del film l'ho presa da una stroiella che ho scritto "a quattro mani" con la mia migliore amica per una specie di concorso (ho fatto emozionare pure la prof xD) quindi non ci fate caso xD se mi viene la genialità (?) la pubblico :)
Devo ringraziarvi tantissimo per tutto il sostegno che mi avete dato durante questi mesi: 134 recensioni, 134 bandierine verdi...per me questo è già un sogno *-*
Con tanto impegno mi ero messa a fare copia e incolla di tutti i vostri nomi per citarvi ma per sbaglio ho cancellato tutto e ora mi scoccio di rifarlo .__. però chiunque legga queste parole, sappia che è dedicato anche a lei: GRAZIE GRAZIE GRAZIE!
Vi lascio con l'augurio di un indimenticabile fine 2012 e un magico inizio del nuovo anno (gli auguri sono anche da parte di JOhnny, gli faccio da portavoce visto che è qui accanto a me u.u)
Beh visto che siamo in tema con Burton vi lascio le immagini di quello che per me è uno dei più bei capolavori del trio Burton/Depp/Bonham Carter!
Bacioni!


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