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Autore: youmovemekurt    30/12/2012    0 recensioni
Louis/Harry
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ombre




Conosceva ogni espressione del suo ragazzo: ogni sorriso, ogni sguardo, ogni respiro e persino ogni battito di quel cuore che ormai gli apparteneva.
-Oggi fai diciotto anni, Harry, e voglio farti un regalo-
-Non devi-
-Zitto e ascolta-
era stata la loro primissima conversazione.
Si erano alzati, Louis era corso in sala a recuperare la sua amatissima chitarra acustica nera, l'aveva ripulita per bene, aveva accarezzato le sue corde con le magre dita e aveva inspirato ed espirato così tante volte da perderne il conto.
Quando, quel primo Febbraio, si era diretto da Harry, lo aveva trovato ancora raggomitolato nel letto con la testa incastrata tra il materasso e il cuscino, i ricci sparsi sulle lenzuola e le lunghe gambe rannicchiate contro il petto, la bocca semi-aperta.
Gli aveva allora accarezzato i ricci e quest'ultimo aveva subito aperto gli occhi verdi smeraldo, sentendo il battito aumentare, le mani sudare e uno stupido sorriso sul volto. Quando Louis gli aveva fatto gli auguri, poi, lui era subito arrossito mettendo in evidenza quel luccichio argentato che invadeva e dilatava la pupilla fino a farlo sembrare un semplice cucciolo impaurito -cosa che era, effettivamente-.
E quando Louis l'aveva zittito passandosi una mano sui capelli ancora spettinati e aveva incastrato la morbida lingua tra i denti, ad Harry sembrava di morire: Louis, seppure non volesse, sapeva essere tremendamente attraente in ogni situazione umanamente possibile -e non-.
-Ho scritto una canzone, e sì, so che è strano, che non dovevo eccetera- gli aveva allora detto Louis mentre agitava nervosamente il braccio muscoloso ricoperto da quei piccoli tatuaggi che simboleggiavano ogni passaggio, ogni sviluppo, ogni caduta e ogni vittoria della loro relazione.
-Ma oggi fai diciotto anni, e quindi volevo ricordarti quanto sei perfetto, anche se ora sei un uomo, il mio uomo sia chiaro, ma sempre un uomo.-
-Ti amo.-
-Aspetta a dirlo, magari dopo questa canzone non mi amerai più.-
-Ne dubito.-
-Dio, te ne stai zitto e mi fai iniziare?.-
aveva sbraitato Louis posizionandosi meglio gli occhiali rettangolari sul naso e impugnando la chitarra che aveva lasciato sulle lenzuola.
-Pronto?-
-Ti amo-
-Smettila, mhn, sei pronto?-
-Sì-
-Ok. inizio-
E detto ciò, aveva iniziato a pizzicare quelle corde come fossero pelle, la pelle di Harry, sia chiaro.
Le trattava proprio come trattava la sua pelle, le sfiorava delicatamente, le accarezzava.



-Your hand fits in mine like it's made just for me. But bear this in mind it was meant to be, and I'm joining up the dots with the freckles on your cheeks and it all makes sense to me-

13 Maggio.
Louis è viziato ed Harry lo sa.
Ed è per questo che quel giorno ha deciso -per l'ennesima volta- di assecondarlo e di esaudire il suo "più grande desiderio": imparare ad andare sullo skateboard.
Che poi, perché? Ah già, il castano, quella mattina, aveva trovato una foto del suo ragazzo con uno skate in mano, un cappellino in testa e la solita espressione buffa: lingua di fuori, bocca aperta con quella marea di denti bianchissimi che illuminavano la stanza, occhi socchiusi.
E allora perché non rovinargli l'esistenza e portarlo all'esasperazione?
-Lou cavolo, devi prima darti la spinta e poi portare l'altro piede sulla tavola- gli aveva urlato Harry mentre si portava un mano nei ricci sudati e beveva un goccio d'acqua dalla borraccia che teneva in mano.
L'altro aveva girato lo sguardo, si era portato le mani sui fianchi e aveva alzato il sopracciglio destro. -Senti, ho capito ok? Ci sto provando-
-No, stai fissando la tavola da dieci minuti, Louis-
-Ho bisogno di concentrarmi-
-Non devi avere paura-
-Oh, diamine, stai zitto, non ho paura-
aveva sbraitato Louis mentre lanciava un'ultima occhiata alla tavola sotto di lui: nera, qualche graffio -provocato probabilmente dai salti di Harry-, ruote rosse. Rosse? Bah.
Sentiva la risata del suo ragazzo perforargli i timpani ed era una cosa odiosa: lui non aveva paura, per niente.
E per dimostrarglielo, allora, aveva dato una spinta decisamente troppo forte per lui col piede sinistro, aveva fatto strisciare la suola per terra e poi l'aveva portata di fianco al piede destro.
-Louis, sporgiti un po' a destra e gira, c'è un albero-
-Cadrò-
-No, fidati di me-
E cadde.
Harry era corso subito da lui mentre gonfiava e le guance e tratteneva una risatina. idiota. aveva teso la mano a Louis e quest'ultimo -dopo averne osservato i dettagli: dita lunghe, vene che si intravedono, ossa che sporgono, enormi- l'aveva afferrata saldamente. Perché tenere la sua mano era come legarsi un'ancòra addosso: sai dove ti trovi, sai che non te ne puoi andare.
-Sono caduto, idiota, ti odio-
-Ti amo-



-I know you've never loved the crinkles by your eyes. When you smile you've never loved your stomach or your thinghs. The dimples in your back at the bottom of your spine but I'll love them endlessly-

24 Aprile.
Harry è insicuro e Louis lo sa.
Ma lui ama tutto del riccio: ogni imperfezione, ogni sorriso, ogni sguardo. tutto.
Quella sera hanno una cena importante, la madre di Louis li ha invitati in un lussuosissimo ristorante proprio fuori città e lui deve essere impeccabile.
Perché lui, a differenza di Louis, è tremendamente insicuro del suo aspetto fisico: deve sempre essere in ordine, sempre bellissimo, non vuole e non deve deludere le aspettative di nessuno.
Ma Harold Edward Styles non è un buon attore e ormai lo sanno anche i muri.
Così ora se ne sta lì, in boxer, davanti allo specchio ad osservare il suo fisico.
E riesce a trovare diecimile difetti.
E così Louis lo abbraccia da dietro, incastra la testa nell'incavo del suo collo e gli accarezza il collo con baci e capelli, sposta lo sguardo sul loro riflesso e sussurra che loro sono perfetti, che Harry è perfetto.
-Sono orribile-
-No Harry, non lo sei-
-Sì, guarda-
aveva detto dandosi un buffetto sull'addome e facendo apparrire gli addominali appena accennati -Sono grasso-
-Harry, finiscila, sei bellissimo.
E cavolo, guardati, guarda il tuo sorriso, guarda gli occhi che si incurvano verso l'alto, guarda quelle piccole rughette che si fanno spazio sul tuo viso.
Come puoi definire queste spalle, questi occhi, questo corpo orribile?
Come puoi definire le tue fossette orribili?
Come puoi definire la tua schiena orribile?
Sembra scolpita, cavolo-
-Louis-
-Che c'è?-
-Ti amo-
E si baciano.



-I won't let this little things slip out of my mouth. But if I do: it's you, oh it's you, they add up to. And I'm love with you, and all your little things-

2010. Finale di x-Factor.
-Louis-
-Dimmi-
-Prometti di non arrabbiarti-
-Lo prometto-
-Secondo me non vinceremo x-Factor-
-Perché?-
-Perché non siamo abbastaza bravi, e io sbaglio gli assoli-
-Tu canti benissimo Harry, non sarà di certo colpa tua-
-Non è vero-
-Ti fidi di me?-
-Sì Louis, mi fido di te-
-E allora guardami-
-Lo sto già facendo-
-Cosa vedi?-
-Il mio riflesso nei tuoi occhi-
-Esatto-
-E quindi?-
-E quindi questo è quello che sono-
-Sei me?-
-Tu sei in me, stupido-
-Non capisco-
-Ti amo-
-Oh-
-Oh?-
-Ti amo anch'io, Louis-
E alla fine arrivano terzi, ma sotto sotto loro hanno già vinto e lo sanno.



E Louis smette improvvisamente di cantare.
Smette di cantare perché Harry sta piangendo, piange come mai ha pianto in vita sua.
-Perché piangi? è così orribile?-
-No, è perfetta-
-E perché piangi?-
gli chiede poi baciandogli delicatamente il naso e sfregandolo contro la sua fossetta destra.
-Perché è perfetta-
-Oh-
-Louis-
-Dimmi-
-Grazie mille-
gli dice prima di buttarsi addosso a lui e baciarlo lentamente: incastra le sue labbra piene e rosee in quelle sottili di Louis, si accarezzano, si mischiano i sapori, si mischia tutto.
-Louis-
-Che vuoi ancora?-
-Cosa vedi nei miei occhi?-
-Il mio riflesso-
-Tu sei in me, ti amo-
-Ti amo-
E si ribaciano.
  
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