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Autore: miss rock    17/07/2007    4 recensioni
Cosa potrebbe succedere se Harry baciasse Ginny?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love to Hogwarts

Qui racconteremo ogni singolo momento passato nel sesto anno dalla coppia Harry Potter e Ginny Weasley. Dettagli mai svelati, per, ehm…capirete perché mai citati. XD

                                                                                                 

Da quando Harry aveva baciato Ginny, dopo la vittoria dei Grifondoro contro i Corvonero, le cose erano un po’ cambiate. Il loro rapporto era più di una semplice cotta adolescenziale, era amore, passione, desiderio di stare insieme.

Era un giovedì, dopo una lunga ed estenuante lezione di Pozioni con Horace Lumacorno, Harry stava tornando alla sala comune, non c’era quasi nessuno, nei corridoi passavano poche persone, Hogwarts sembrava deserta. Harry stava salendo le scale, tra quel silenzio si udiva il rimbombo dei suoi passi che salivano gli scalini. Il silenzio era inquietante, arriva al terzo piano sente qualcuno avvicinarsi a lui, era un passo tranquillo e disinvolto.

All’improvviso una ragazza dai capelli biondo cenere appare dietro di lui.

-Ciao Harry.- disse la ragazza con la solita espressione stupita che le davano i suoi occhi un po’ sporgenti.

-Oh, ciao Luna, mi hai spaventato, che ci facevi al terzo piano?- chiese il ragazzo aggiustandosi gli occhiali.

-Oh, niente, gironzolavo, ora credo che andrò a trovare i Nargilli, ci vediamo Harry Potter.- dissi scomparendo via facendo un balzo qua e là mentre scendeva i gradini delle scale.

Intanto Harry saliva, ora, tranquillamente le scale, era finalmente arrivato davanti al quadro della signora grassa. Pronunciò la parola d’ordine e proseguì andando in sala comune.

Sbalordito vide che non c’era nessuno, strano, erano tutti in giro a quell’ora. Osservò bene la stanza poi vide, dei capelli rossi spuntare da una poltrona vecchia rattoppata blu.

-Ciao Harry.- disse la voce

-Oh, eccoti Ginny.- il ragazzo capì subito chi era.

La ragazza si alzò, e corse verso il moretto. Con un balzo felino mise le braccia intorno al collo di lui, e si avvicinò al suo volto. Si guardarono negli occhi vitrei, sentivano i loro respiri, non c’era nessuno, e qualcuno sarebbe potuto entrare da un momento all’altro. Lei sfiorò le sue labbra, Harry mise le sue mani intorno alla sua vita e la baciò appassionatamente, un bacio lungo e intenso.

Poi Ginny all’improvviso si staccò, lo prese per mano.

-Vieni con me.- disse trascinandolo con sé.

Scesero le scali, quatti, quatti, come se stessero infrangendo qualche regola. Il ragazzo spaesato seguì la rossa, arrivarono in un giardinetto nascosto, fino ad ora mai visto ad Harry.

-Ginny ma…-non ebbe il tempo di finire la frase che ella gli mise l’indice davanti alle labbra.

-Shhh, arriva qualcuno.- disse nascondendosi e trascinando Harry con la mano dietro ad un muretto.

Infatti, stava passando da quelle parti Hagrid, che borbottava qualcosa a Thor.

-Oh, Thor, Aragog sta sempre peggio, ho paura che non ce la farà.- disse incamminandosi nella foresta proibita con un’aria affitta.

Pochi istanti dopo, Ginny guardò Harry con aria di sfida.

-Adoro girare di nascosto con te, Harry hai portato il mantello come ti avevo chiesto?- chiese la ragazza guardandolo con aria innocente.

-Si….- disse tirandolo fuori dalla tasca e mostrandolo - …ma a cosa ci potrebbe servire?- chiese incuriosito.

-Menomale che lo hai portato, beh servirà se faremo tardi…- disse misteriosa.

Il ragazzo tacque e acconsentì col suo silenzio, seguendo la ragazza che la trascinava per mano, in chissà quale posto sconosciuto.

 

Dopo aver superato qualche Auror qua e là, usando il mantello dell’invisibilità, arrivarono alla riva del lago, dove non c’era un’anima viva. Per un attimo ad Harry quel luogo fece ricordare quando al quarto anno dovette sostenere la seconda prova del torneo Tre Maghi, e al lato opposto, al terzo anno dovette affrontare cento dissennatori.

Ma la voce di Ginny fermò i suoi mille pensieri. Un attimo prima Ginny aveva scosso la bacchetta e aveva fatto apparire una tovaglia classica a quadrettoni bianchi e rossi, e un cestino di pic-nic.

-Harry siediti.- disse indicando la tovaglia.

Il ragazzo si sedette appoggiando la schiena contro l’albero dalla grande corteccia e dai robusti rami ancora spogli, impazienti di aspettare la primavera ormai alle porte per ricoprirsi nuovamente di foglie.

La ragazza si sedette anch’essa accanto a lui, con un movimento della bacchetta, fece aprire il cestino e servì la cena. Un’oretta dopo finirono di mangiare, sempre con un colpo di bacchetta Ginny fece scomparire il cestino, rimasero seduti sulla tovaglia.

Per un attimo ci fu un attimo di silenzio, poi Harry appoggiò la mano sul suo fianco e portò la ragazza davanti a sé; i due si guardarono negli occhi per un attimo, poi il moretto fece la prima mossa. Prese tutti e due i fianchi della ragazza e avvicinò il suo corpo al suo, sentiva il suo respiro caldo sul suo viso, sfiorò prima le sue labbra, per poi regalare alla ragazza un dolce bacio. Lei inclinò leggermente la testa, i due continuavano a baciarsi ininterrottamente, un bacio dopo l’altro, uno lungo, uno più corto, uno appassionato, uno con la lingua.

Mentre si baciavano, Ginny abbracciò lui intensamente, sentendo il suo petto stringere il suo seno, mentre le mani di Harry, prima si poggiavano sui fianchi per poi scivolare al fondo schiena.

Harry scivolò pian, pian giù dall’albero, per poi trovarsi disteso sulla tovaglia, non c’era stato un attimo di tregua, si stavano ancora baciando. Lei era sopra di lui, aveva appoggiato le mani sulle sue spalle, lui ora teneva le braccia intorno alla schiena. Si scostò. Ginny lo guardò perplessa. Lui appoggiò l’indice sulle sue labbra, come in segno di silenzio, la rossa ubbidì.

Qualche secondo dopo, dopo essersi assicurati che non c’era nessuno, continuarono a baciarsi, ora lui era sopra di lei, la passione del bacio cominciava a far riscaldare l’atmosfera. Ginny tolse il giubbino grigio a Harry, quest’ultimo tolse alla ragazza il maglioncino rosso a ella, ella rimase con una maglietta di cotone e lui pure. Bacio dopo bacio, i due si guardarono negli occhi, era uno sguardo d’intesa, il ragazzo con gli occhiali si tolse la maglietta di cotone e rimase a torso nudo, deciso a sfilare anche quella di Ginny.

Ad un tratto s’intravide una luce provenire dagli alberi, era un incantesimo Lumos, i due ragazzi, si rivestirono alla svelta, si nascosero dietro l’albero, facendo scomparire la tovaglia e si misero il mantello dell’invisibilità, uno abbracciato all’altro, con i respiri affannati dalla paura, per non farsi vedere.

Gli Auror intanto controllavano se c’era qualcuno, setacciarono il posto con molta minuzia, finchè non si convinsero che non ci fosse nessuno e che quei rumori fossero stati degli animali che passano da quelle parti.

Appena se ne andarono, i due tirarono un grande sospiro di sollievo.

-L ’abbiamo scampata grossa.- disse sollevato

-Sarà meglio tornare nei nostri alloggi- suggerì Ginny

-Lo penso anche io.- concluse Harry.

Così il moro e la rossa, arrivarono alla sala comune di Grifondoro, si salutarono dandosi un leggero bacio e augurandosi una buona notte, sgattaiolarono nei loro dormitori accertandosi che nessuno fosse sveglio. E pian, pian si addormentarono pensando alla magnifica serata passata insieme.

 

  
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