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Autore: giovanesognatrice    30/12/2012    0 recensioni
Penso che tutti prima o poi dabbano separarsi da qualcosa che amano. Io amavo la Carlo Urbani, la mia vecchia scuola. ci sono stati momenti in cui sono stata tentata di scappare, avrei voluto mandare tutto a monte, e momenti perfetti. ogni volta che provavo una forte emozione accendevo il computer e scrivevo pagine e pagine. Adesso voglio che voi sappiate, voglio che voi leggiate cio' che pensavo e che penso di quei tre anni meravigliosi ... o almeno di qualche giorno.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il mio qua
Il mondo e’ pieno di posti meravigliosi e mi auguro che prima o poi li visiterete tutti, li sentirete come vostri, vi affezionerete e scoppierete a piangere quando saprete di doverli lasciare, per sempre, o anche semplicemente per un giorno. Gia’ sono tanti i luoghi che avete conosciuto, da sole o in compagnia.
Ripensate per un attimo a Villa Scipioni, un venerdì pomeriggio di primavera, a giocare con un pallone e un cane, che ci scorrazza tra i piedi, i nostri muscoli giovani e forti in azione, scattanti come quando eravamo piu’ bambine, a un albero rachitico dalla chioma luminosa di un rosa sfavillante che campeggia nel prato verde di erba e chiazzato di terra arida e le risate che risuonano a scrosci continui.
Ripensate alle mura antiche dietro la Villa, a un pomeriggio stranamente ombreggiato e placido e silenzioso dietro quegli ammassi colossali di mattoni, a un pomeriggio che teoricamente dovrebbe essere dedicato ad un ripasso di scienze.
Ripensate al Trianon, alla nostra saletta col maxischermo e le poltrone rosse, a un sabato, col sole che picchia forte appena fuori dall’ombra delle pareti colorate dai manifesti dei cinema, in attesa che il portone si spalanchi.
Ripensate a Piazza Re di Roma, a una passeggiata con in mano un gelato, a un muretto, a lunghissime chiacchierate.
Ripensate alla pasticceria dove ci fermavamo le prime volte che uscivamo insieme, ad appena cento metri da casa che ci sembravano chilometri e che ci facevano diventare grandi, al profumo delle torte e dei pasticcini, al viso amico che ci sorride dall’altra parte del bancone.
Ripensate a via Gallia, con la sua Chiesa, al suo eterno, brillante, fantastico sole, alle piantine dai germogli delicati del fioraio davanti al quale passavamo ogni santissimo giorno.
Ripensate all’ombra delle otto di mattina, ai visi assonnati, alla continua battaglia dei ritardi.
E infine, con un ultimo, delirante sforzo, vi chiedo di ripensare alla classe con la finestra perennemente aperta, al corridoio brulicante di amici, con una cattedra attorno alla quale abbiamo giocato e si continuerà a giocare, al bagno che ci e’ servito da rifugio quando eravamo tristi e continuerà a servire per quello, per sempre.
Considerate un attimo di doverli abbandonare.
Credete che vi mancheranno? A me, no. Come potrebbe essere così? credete forse che potrei mai essere triste per i luoghi che abbiamo frequentato insieme? Credete forse che lascerò che la nostalgia rovini tutta la serenità che ho raccolto diligentemente da tutti questi posti?
Credete forse che mi mancherete? Non ha senso. Non ha senso perché so che un giorno, quando magari sarò in Alaska o  in Cina o in Sud Africa, mentre sarò immersa nel sonno più profondo, in una limpida notte d’estate con la luna che brilla nel cielo, riapparirete, portate dal vento, addormentate fra le spire dei ricordi, aprirete gli occhi, mi sorriderete e mi abbraccerete come sempre avete fatto, come sempre farete. E quel posto, ovunque esso sia, in qualunque modo io ci sia arrivata, qualunque sia la vita che mi sono lasciata alle spalle, sarà la mia unica, vera casa.
Q
  
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