Mattina presto

-Cos'è questo rumore?!! Sono le 5 del mattino!- dissi alzandomi dal letto ancora assonnata e con uno sbadiglio scesi di sotto per vedere da dove proveniva il rumore

-La cucina....è....distrutta! Sembra ci sia passato il diavolo della Tasmania mentre stava combattendo la terza guerra mondiale usando delle armi nucleari!- Attirato dalle mie grida, vidi Hisoka stupito alle prese con i fornelli -Che hai combinato!? Sai quanto tempo impiegherò a pulire! Anzi no, sai quanto tempo impiegheremo a pulire questo macello!! Dovresti pulirlo tu da solo ma visto cosa hai combinato mentre eri da solo, è meglio che supervisioni io il tutto. Evitandomi magari delle malformazioni genetiche causate dai gas inalati dai troppi prodotti chimici che useremo a quintali per pulire tutto!-

Detto ciò Hisoka non proferì parola e io corsi subito in lavanderia per prendere il necessario.

-Allora...ecco il mocio e la scopa, mentre li sopra ci devono essere i prodotti chimici. Ma come ci arrivo?! Sono troppo in alto!- o forse ero troppo bassa io dato i miei 1,53 m di ''altezza'' -Non c'è una scala qui in giro?!- mi chiesi da sola -Ehm, senti Hisoka che ne pensi di aiutarmi iniziando col prendere quei prodotti lì in alto?- era l'unico modo che avevo!

Ecco che, avendo procurato tutto il materiale, iniziammo a pulire

-Sai come si usa quello vero?-

-Per chi mi hai preso?!- rispose. Era la prima volta che lo sentivo parlare in quel modo

-Ehm...no, aspetta! Se continui così finirai per distruggerlo...ecco- e addio mocio.

Abbiamo passato l'intera mattinata a strofinare le pareti, a lavare il pavimento ed a ripulire i fornelli. Eravamo stanchi morti o almeno io, perché Hisoka non accennava un minimo di stanchezza.

-Aah- tirai un sospiro mentre mi appoggiai al divano -Si sono fatte già le 8. Abbiamo impiegato 3 ore!- dissi -Sarà meglio che ci ripuliamo, vado per prima io e tu stai qui buono e non toccare niente!- così mi diressi nel bagno e iniziai a far scorrere l'acqua. Appena l'acqua su fece tiepida mi spogliai -Ah! Mi sono dimenticata il cambio! Devo correre a prenderlo!- mi coprii con un asciugamano e corsi in camera “Per fortuna non c'è Hisoka nei paraggi” pensai sollevata e ritornai subito nel bagno. Appena entrai vidi un'ombra dietro la doccia: era Hisoka! Uscii subito da quella stanza “Ma che combina!? Gli ho detto che c'ero io nella doccia!” e me ne andai in salotto -Appena esce gli e ne dico quattro!- dissi arrabbiata.

Ed ecco che finalmente uscì da quel bagno, mi alzai e mi misi all'inizio della scala che porta al piano di sopra -Senti, tu! Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!- gridai senza finire la frase e tappandomi gli occhi, Hisoka si trovava lì al piano di sopra girato di spalle e nudo! Nessun asciugamano! -Ma sei pazzo?! Non sei da solo! C'è anche una ragazza in questa casa!!- urlai mentre ero girata dall'altra parte per non vedere ma, come al solito, non rispose ma lo sentii ridere. Appena fui sicura che se ne era andato nella sua camera potei finalmente lavarmi in santa pace. Quando finii uscii dal bagno -Aaa! Cosa ci fai qui?!- oggi era il giorno della grida, sarà stata la terza volta e tutto per colpa sua, “Vuole farmi prendere un infarto!!?”. Se ne stava lì fermo che mi guardava con il suo solito sguardo e con quel sorriso che faceva accapponare la pelle. Nessuno dei due parlava, i miei lunghi capelli, ancora bagnati, cadevano sulle spalle infradiciandomele, vidi che aveva le mani dietro la schiene e che aveva qualcosa ma non riuscivo a capire cosa, dopo capii, “Com'è possibile?!” il mio cuore perse un battito “Quello era il mio telefono! Di sicuro avrà letto i miei messaggi! Quindi sa della foto e della mia paura verso di lui”. Deglutii -Ridami il telefono- dissi con tono fermo ma Hisoka non rispose -Ridami il telefono!- dissi correndo in camera mia come se fossi una bambina a cui avevano negato un giocattolo “Ma che faccio!?” e subito dopo uscii “Sembro che soffro il bipolarismo” ma questa volta, appena mi vide, rise tenendo il telefono tra l'indice e il medio come se fosse una carta, “Non vorrà mica lanciarlo come se fosse una delle sue carte!”

-Tieni- finalmente si decise a parlare -Puoi venirtelo a prendere se lo vuoi- continuò puntando il telefono verso di me. Così iniziai a camminare ma quella piccola distanza per me era più lunga della muraglia cinese, ad ogni passo il mio cuore accelerava, poi arrivai e presi il telefono sfiorando le sue dita e corsi subito via.

“E' qui da solo un giorno e già me sta combinando di tutti i colori” pensai “Ma da oggi dovrò vedere come se la caverà in casa”

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Spero sia di vostro gradimento! Ci vediamo domani :) e fatemi sapere se vi è piaciuto questo capitolo oppure no. Baci :*