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Autore: Dahmer    30/12/2012    1 recensioni
Ehi! Devo dedurre dal fatto che non rispondi che non ti ricordi di noi?! Tom.
La ragazza guardò stranita il display. Doveva aver bevuto davvero tanto per non ricordarsi nulla.
-Chi è?- chiese curioso Ozzy, tentando di guardare lui stesso, fallendo nella sua missione.
-Tom- rispose l’ispanica con un sorriso straordinariamente bastardo.
-COME?! E PERCHE’ TI HA SCRITTO?!- urlò indignato il fratello, immedesimandosi al meglio in una checca isterica.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5: Pensieri

Di nuovo una giornata di lavoro, un’assillante giornata di lavoro che doveva affrontare con un mal di testa insopportabile, non più causato dall’alcool, ma dai pensieri che la assillavano. Rivedeva continuamente la scena di Oliver che baciava la Barbie, ma anche lo sguardo di Tom che le accarezzava dolcemente l’anima. Era dannatamente confusa, ma il peggio doveva ancora venire.

La collega entrò saltellando nel negozio con un sorriso largo tutta la faccia che non accennava a diminuire. La bionda si piazzò dietro la cassa, cosa insolita dato che di solito quello era il compito di Gene.

-Vai pure a fumare, ci penso io qui- le disse in tono cordiale, voleva fingersi gentile, ma con Gene questa tattica non funzionava.

-No grazie, sono in astinenza- tentò di resistere l’ispanica – Oche … cioè Julie, perché sei così …- non sapeva che parola usare, quell’ochetta  non era in grado di provare emozioni e sensazioni umane -…allegra?-  terminò a fatica deglutendo con veemenza.

- Ho incontrato uno, un gran bel ragazzo, simpatico, dolce, è il ragazzo perfetto, passerà oggi a salutarmi- rispose Julie con il suo solito tono irritante. Quella ragazza era insopportabile, Gene sapeva che ponendogli quella domanda si era  autocondannata ad ascoltare tutte le sue fantasie su quel nuovo ragazzo, su Oliver. Mentre l’altra cinguettava i suoi progetti per il futuro, Gene pensò di aver toccato il fondo. La preferiva acida, antipatica, la preferiva odiosa, ma ormai si era inguaiata e doveva sopportarla.

Un urletto la riportò alla realtà  –Ciao Oliver!-

Ora era veramente caduta in basso. Si voltò notando il ragazzo al di là della cassa. Questo non appena la vide si protese in avanti, lasciando un leggero bacio sulle labbra carnose della bionda.

-Oh! Ciao Gene, non ti avevo notato- si giustificò subdolamente, rivolgendole uno sguardo vittorioso.

-La conosci?- si intromise subito Julie.

-Niente di che- ribatté aspra l’ispanica, ricambiando l’occhiata altezzosa.

Oliver non fece altro che confermare, rimanendo però spiazzato dal tono della mora.

Il cellulare di Gene vibrò all’interno della borsa nera buttata in un angolo accanto allo sgabello. La ragazza si alzò, dando la schiena al cantante che si vantava con la Barbie, parlando della sua band. Si inchinò per estrarre il telefono dalla tasca anteriore della tracolla e sentì alle sue spalle un mugugno di approvazione, proveniente dalle labbra di Oliver. La spagnola si girò notando il ragazzo impegnato in un altro bacio passionale con l’ochetta.

-Bleah- commentò a bassa voce Gene, alzando gli occhi al cielo. Poi passò lo sguardo al display dell’apparecchio, aveva ricevuto un messaggio da Tom e due da Ozzy.  Lesse il primo:

Mi sono divertito con te ieri sera, grazie della bella serata, spero di poterne trascorrerne altre in tua compagnia :) ci vediamo. Tom

Sorrise leggendo quel messaggio, senza alcuna frase sconcia e senza nessun doppio senso. Oliver la guardò, chiedendosi chi l’avesse fatta sorridere in quel modo magnifico, senza riuscire a trovare una risposta. La mora passò agli altri messaggi che fecero morire quell’ espressione allegra.

Ti odio, lo sai?! Ieri sera mi hai ignorato completamente e addirittura hai ballato tutto il tempo con il mio Tom, ti odio. Ozzy

Si sentì in colpa, tremendamente in colpa. Aveva fatto soffrire suo fratello, un ragazzo che aveva già abbastanza problemi e a cui non ne servivano altri, l’unico che fosse in grado di capire il suo dolore.  Si sentì un verme. Passò all’altro sms:

Non è vero, non ti odio, non ti potrei mai odiare. Scusa per le parole cattive, mi sono fatto prendere la mano dalle mie emozioni. Scusa. Ozzy <3

Quel  ragazzo era eccessivamente dolce, le perdonava tutto, addirittura si scusava quando doveva essere lei a farlo. Decise che lo avrebbe visto dopo il lavoro per farsi perdonare.  

Uscì dall’ipermercato, ignorando le parole smielate che volavano tra la coppietta. Passò accanto a Oliver, facendo sfiorare le loro schiene e sentendolo rabbrividire.

Il caldo sole di agosto la accecò appena mise piede fuori e l’afa le mozzò il fiato. Raggiunse il retro del negozio dove, come al solito, si trovava Phil, il senzatetto che rovistava nell’immondizia. Per la prima volta lo ignorò.

-Ehi bellezza, che succede oggi? Io vengo qui per farmi cacciare via da te e tu mi ignori?- le chiese l’uomo con una voce talmente roca da sembrare quella di un settantenne, nonostante avesse solo quarant’anni. 

-Non è giornata, Phil- replicò contrariata lei.

-C’entra quel moretto che è appena entrato?- continuò l’altro.

Gene rispose con un’occhiata di dissenso.

-Così ti voglio! Dimostra che sei una stronza e sii fiera di esserlo, io sono finito qui perché non avevo abbastanza palle per impormi sulla gente, così mi hanno licenziato da tutti i lavori che ho provato e, si sa, senza lavoro non si può guadagnare per vivere- proseguì Phil, esaltato a causa delle droghe.

-Grazie per la lezione di vita ma non mi interessano le tue avventure- ribatté in tono ironico l’ispanica.

In quel momento arrivò Oliver.

-Perdonatemi se mi intrometto. Stavi litigando con il tuo ragazzo, Pocahontas?- la derise, credendosi simpatico.

Phil emise un grugnito e si riconcentrò sul cassonetto in cui di solito trovava da mangiare.

-Fottiti- rispose la ragazza, guardandolo in cagnesco. –A proposito, lasci la tua fidanzata da sola?- chiese poi tornando ad assumere un’espressione arrogante.

-Non è la mia fidanzata- contestò lui, avanzando di qualche passo.

Gene stava per obiettare, ma fu interrotta da uno strillo talmente acuto che sarebbe riuscito a rompere un bicchiere di cristallo.
-OLIVERUCCIOOOOOOOO-

Julie gli corse in contro, aggrappandosi come un koala al suo braccio. Oliver capì di aver fatto una cazzata. Sul suo viso comparve una smorfia terrorizzata che provocò la sonora risata di Gene e del barbone. Il ragazzo aveva appena organizzato la propria sconfitta e alla spagnola la situazione sembrò alquanto interessante. Per la prima volta non le toccava essere cattiva per vendicarsi, stava già facendo tutto lui.

-Io vado alla cassa, ciao Phil- annunciò poi dirigendosi verso l’entrata, lasciando il tatuato pietrificato sotto l’abbraccio della Barbie.

Quando anche l'ochetta rientrò, era sola. Oliver se n’era andato per fortuna. Per Gene diventava sempre più impossibile stargli accanto, soprattutto ora che aveva intrapreso una relazione, anche se indesiderata, con Julie. 
  
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