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Autore: Lou_    31/12/2012    2 recensioni
E se in un giorno piuttosto nuvoloso incontraste all'improvviso un raggio di sole?
Un ragazzo capace di farvi battere il cuore per un solo sorriso, la sua dolcezza, il modo in cui vi parla?
Se capiste di esservene innamorate all'istante come mai prima d'ora?
E se questo ragazzo fosse la morte in persona?
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.

 


Avevo rinunciato ad approfondire con quel ragazzo così dolce, gentile, simpatico per, per, per un noioso brunch con dei parenti con la puzza sotto il naso. Falchi predatori che non vedono l'ora che mio padre tiri le cuoia per prendere la sua enorme eredità; odio l'ipocrisia. Se solo ci fosse stata mia mamma Elise... me lo ricordo appena, ma me lo ricordo; ogni volta che venivano i parenti lei con la scusa di una visita improvvisa dal dottore mi portava al lunapark fuori città, mangiavamo zucchero filato, andavamo sulla ruota panoramica e sugli autoscontri, poi, solo verso sera, tornavamo, sforzandoci di nascondere tutto quello che avevamo fatto. Ricordi, solo ricordi, darei qualsiasi cosa pur di ripetere tutto ciò, e rendere queste immagini sfocate della mia mente reali, per non soffrire più. 
Istintivamente cerco per la mia camera la chitarra; dovevo suonare un po'. Frugo sotto il letto, nell'armadio, sotto una pila di vestiti in un angolo, nulla. Inizio ad agitarmi e a correre per tutta la casa; vado persino in bagno a cercare, ma nulla. Provo a fare mente locale, ripercorrendo gli eventi della mattinata. Mi lascio scappare un gridolino di gioia, ricordandomi di averla appoggiata su una sedia al Coffee Coffee di Bessy; scendo di fretta i gradini del vialetto, chiudendo velocemente a chiave la porta dietro di me. Le mie Converse sfregano sul cemento della strada, facendomi barcollare. Non curo molto quello che sto facendo però, ne va della mia vita recuperare quella chitarra, è l'unica cosa capace di farmi star bene dopo la morte di mamma, non posso dimenticarla in giro, non posso. Sento gli occhi farsi lucidi, il mio cuore accelerare di battito quando scorgo la caffetteria nella piazzetta cittadina. Aumento la mia andatura e raggiungo l'ingresso del locale; la stanza è quasi deserta, per via dell'ora. Scorgo Bessy dietro al bancone che lucida bicchieri e le faccio un cenno col capo distratto, tornando alla mia ricerca.
Non la vedo da nessuna parte, e la tristezza mi assale; mi accascio sul bordo del marciapiede, la testa tra le mani, l'umore sotto terra.
Sento la campanella della porta d'ingresso della caffetteria suonare, e Bessy mi si avvicina sospirando, poggiandomi una mano sulla spalla. Alzo appena il capo, scorgendo il suo sguardo saccente e il suo sorrisetto accennato sul volto.
-''Cosa c'è, bambolina?" io sospiro, voltandomi definitivamente verso di lei.
-''Non trovo più la mia chitarra Bessy, è sparita."
-''Oh ma se è per quello! L'hai lasciata qui cara, stamattina! Eri troppo distratta dal bellino riccio. Ora l'ha presa lui, non so dove sia al momento, ma penso nei paraggi...qui intorno" La felicità mi invade, mi alzo di scatto dal marciapiede e abbraccio la donna, ringraziandola per molteplici volte.
-''Ti adoro, Bessy, anzi no ti amo! Grazie e buona giornata" non mi volto neanche a controllare la sua espressione, troppo presa a correre per la zona pedonale, cercando per ogni angolo il ragazzo dolce di oggi. Continuo a sorridere, finalmente lo rivedrò e troverò anche la mia chitarra. Raggiungo il parco di Holmes Chapel, un enorme spiazzo verde circondato da un cancello in ferro battuto, con molti alberi e qualche gioco per bambini.
Mi soffermo un attimo all'entrata del parco, provando a scorgere la gente al suo interno.
Sento però un suono inconfondibile, il suono della mia chitarra, provenire da dietro qualche cespuglio, così, presa da troppe e mozioni, corro dentro al parco.
Sussulto, notando il riccio, seduto su una panchina, con il mio strumento in mano; sta suonando una melodia triste, ma orecchiabile. Non sapevo suonasse, pensavo cantasse e basta. Mi avvicino a lui, sorridendo.
-''Ehi, ci si rivede finalmente!" lui però non alza lo sguardo, lo tiene sulla mia chitarra, continua a pizzicare le corde.
-''Sto dicendo a te! Ehi!" finalmente alza lo sguardo, ma mi lascia perplessa; non ha più la gioia di stamattina, sembra triste, spento. E' anche più pallido. Solo allora mi rendo conto di non sapere il suo nome.
-''Cosa c'è?" mi chiede, tono spento.
-''Cosa c'è? Cosa c'è? C'è che quella è la mia chitarra, che oggi volevo disperatamente approfondire la nostra conoscienza, e che non so il tuo nome. Rimedia." lui corruga la fronte, poi alleggerisce lo sguardo, lasciandosi scappare un 'oh'.
-''Questa è tua? E' davvero bella, ho imparato a suonarla anni fa, mi rilassa. Stamattina che abbiamo fatto, se posso chiedertelo?" chiede lui, semplicemente, lasciandomi attonita.
-''Come che abbiamo fatto, abbiamo passato la mattinata insieme alla caffetteria, non ricordi? E la chitarra l'hai vista stamattina..." sento li occhi pungere, il cuore fermarsi; mi sono illusa, innamorata di un ragazzo che non esiste.
Lui si alza dalla panca, stiracchiandosi e aggiustandosi i ricci con una mano; mi porge poi la chitarra, io quasi gliela strappo di mano.
-''Vedi, ragazzina, io....diciamo che non sono più quello di stamattina, sono un altro, va bene? E' meglio se ti dimentichi di me, potresti rimanerci male." mi guarda, ha degli occhi spietati, crudi, mi mettono a disagio.
-''Mi fai schifo, schifo. E io che pensavo fossi un ragazzo dolce...vai al diavolo va. Addio." mi volto, irritata, verso l'uscita del parco. La zona ora è deserta, i bambini saranno a mangiare coi loro genitori, io spreco il mio tempo a conoscere gente bipolare. Inizio a camminare.
-''Buffo" mi volto, con un desiderio ardente di prenderlo a schiaffi.
-''Hai anche il coraggio di commentare? Ma, stai ridendo?" il ragazzo riccio stava ridendo, tenendosi la pancia con le braccia; io lo guardo, alquanto confusa.
-''Beh, sai - dice asciugandosi una lacrima dagli occhi - è buffo mandare al diavolo la morte in persona." Io corrugo la fronte, chiedendomi se ho capito bene.
-''Si hai capito bene, ragazzina, sono la morte in persona. Mi spiace se questa mattina è successo qualcosa con questo ragazzo, credo si chiamasse Harry comunque, è che mi serviva un corpo. Ho fatto succedere un leggero incidente stradale in questa cittadina, sai, voglio vedere il mondo, conoscere i vostri sentimenti, quello che provate, vedete, e chi meglio di qualcuno di giovane come te può insegnarmelo?" io inizio ad arretrare lentamente, quasi spaventata da quello che sta dicendo.
-''T-tu come fai ad essere la morte, t-tu hai la mia età....stamattina, incidente?" scuoto la testa, sempre più presa dal terrore.
-''Ehi calmati, non devi temere nulla. La tua ora è molto lontana, sono qui, in vacanza si, chiamiamola così, anche se il mio lavoro continua"
Io inizio a correre lontano da quel ragazzo, con la chitarra in mano che sbatte ripetutamente contro la mia gamba; in giro non c'è nessuno, nessuno che possa aiutarmi.
-''Ehi, per favore non mi complicare la cosa Susan, per favore torna qui!"
Sa il mio nome! Come può, come può un ragazzo così dolce essere la morte, come. Corro, usando tutto il fiato che possiedo, raggiungo quindi una panchina, esterna al parco ed isolata, nella zona pedonale della cittadina; qualche albero attorno, un cane che abbaia in lontananza.
Sola, inizio a piangere.
Sola, sola voglio rimanere; prendo la chitarra e me la appoggio accanto.
Sola, ma sento lo sguardo di Harry addosso.




Ehilà belle come va? Contente che ho aggiornato prima? Spero di si ;)
Sapete poi parto e fin dopo il sei non posso aggiornare, così vi ho fatto questo regalino.
Beh, ceh ve ne pare, vi sta interessando? E siamo solo all'inizio!
Provate ad immedesimarvi in Susan, che fareste? Io mi dispererei cazzo, incontro Harry Styles alla caffetteria e poi muore, c'è!
Comunque, vi auguro un buon anno, ringrazio chi sta leggendo questi due capitoli e chi recensisce, vi adoro!
Un bacione,
Lou_

 

  
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