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Autore: NanyLovesNiall    31/12/2012    3 recensioni
'' Avevo paura di deglutire, quindi mi strozzai e cominciai a tossire. Mi misi seduto, con lui ancora a cavalcioni su di me. La nostra mano ancora unita, e la sua bocca a pochi centimetri dalla mia.
-Nialler sta' tranquillo…
Sorrise su di me, sulle mie labbra, nella mia bocca. ''
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ero semplicemente steso sul letto, in quella camera d’albergo fin troppo ampia e spaziosa, per me, solo. Mi passavo una mano sulla pancia, dopo la cena con gli altri e pensai tanto, a quanto mi mancasse la mia vecchia vita,quella da fancazzista, di quanto mi mancassero i battibecchi con Greg, con Papà, di quanto mi mancasse il sorriso della mamma…le nottate fuori, al pub, con Amy , Darren e Sean..già Sean.  Mi riposai dai miei pensieri semplicemente chiudendo furiosamente gli occhi, ma subito dopo un sospiro, Louis, il rompicoglioni, entrò in camera, senza nemmeno avere la decenza di bussare.

-Ehi Nialler, noi andiamo a bere qualcosa in giro, vieni con noi?

E quando pronunciai quel ‘No’, capì che non stavo poi così bene. Louis mi guardò dubbioso, ma lui sapeva che se avevo voglia di parlarne, lo avrei fatto.  Alzò semplicemente le spalle in segno di ‘resa, e uscì senza pormi domande sconvenienti. Prima di addormentarmi completamente, un pensiero tormentava la mia mente, quello che prima mi aveva semplicemente fatto sussultare. Sean. Pochi giorni, mi ripetevo, pochi giorni e saremmo tornati a casa per le vacanze di Natale e feste annesse…ero così eccitato di tornare a Mullingar, ma non volevo darlo troppo a vedere . Eravamo in aereo, finalmente, diretti a casa e Liam notò il mio sorriso e la mia distrazione alle battute di Louis, che solitamente facevano ridere…solo me. Mi riportò ‘sulla terra’ donandomi una ‘leggero’ pizzico sul braccio.

-Ahia.

Mi massaggiai quel punto preciso guardando Liam innervosito. Sicuro mi aveva lasciato il livido. Liam era l’unico della band a sapere di quello che era successo in passato con Sean, mi fidavo solo di lui, solo e soltanto di Liam…su queste cose; poi. Harry mi avrebbe messo il muso, sicuro, Louis lo avrebbe detto a tutti, compresa la stampa, Zayn…beh Zayn ultimamente era troppo impegnato per ascoltarmi. Continuavo a perdermi nei miei pensieri, così invece di un secondo pizzico, Liam, mi strattonò la felpa.

-Niall, stai pensando a S..

Lo interruppi, coprendogli la bocca con la mano. Catturando involontariamente l’attenzione di tutti e tre gli altri! Sorrisi imbarazzato risedendomi al mio posto in aereo e facendo finta di dormire. Mentre io fingevo gli altri 4 si erano addormentati. Hazza sulla spalla di Louis, Zayn con la faccia sul tavolino e Liam appoggiato alla schiena di Zayn. Insomma erano dei pezzi di Puzzle…e quanto è vero, tutti e quattro si completavano. Guardai fuori dall’oblò dell’aereo e vidi sotto di me la frenesia delle luci natalizie, finalmente eravamo arrivati. I ragazzi non si svegliarono finchè l’aereo non fu sgombero e le ruote erano ben fissate all’asfalto dell’aeroporto.

-Buongiorno Principesse, susu che domani è Natale.

Non ero mai stato così euforico, mai. Ogni mio ritorno a casa era una cascata di lacrime, avevo vissuto tanto tempo con gli altri che era un trauma lasciarli, ma quest’anno mi sentivo diverso, non che non li adorassi, ma qualcuno a casa mi aspettava.

-Allora buone feste guys.

Sorrisi provando ad allontanarmi ma Louis mi bloccò prima di raggiungere la mia auto. Mi teneva per la felpa mentre io ero una semi-statua.

-Dove credi di andare? Il nostro abbraccio di gruppo, su.

Quasi mi dimenticai di quello, anzi del tutto. Abbracciai i ragazzi e dopo una seconda tentata fuga finalmente ero in partenza per Mullingar. Avrei dovuto prendere un altro aereo, e partiva giusto due ore dopo il mio primo atterraggio, ero stanchissimo. Guardai spesso l’orologio sul cellulare, spesso se avevo chiamate e/o messaggi..ma nulla, sembravo isolato da tutti. Ero in aereo e vedevo dall’alto la mia amata Irlanda. Finalmente ero a casa. Corsi giù dall’aereo rischiando di far del male a qualcuno, ma appena vidi mio Padre non pensai a nulla e gli saltai addosso.

-Andiamo pà, sono stanco.

Caricarono tutti i miei bagagli sull’auto del mio babbo e nemmeno il tempo di uscire dall’ala principale una folla di ragazzine ci sommerse. Si, ero a Mullingar. Foto di qua, di là, mi sentivo davvero bene. E perché non accontentare quelle fan, che magari come regalo di Natale, che sarebbe stato il giorno dopo, volevano solo una foto con me. Chissà se anche ai ragazzi sta succedendo questo. Beh, mi sembra ovvio.
Entrato in auto e diretto a casa ebbi il tempo sufficiente per rendermi conto che tutto ciò che mi mancava mi attendeva l’indomani. Mi addormentai senza nemmeno disfare le valigie, semplicemente gettandomi sul mio letto, in camera. Greg l’aveva riordinata per me.
Era giorno, e non me ne accorsi se non dalle urla di Papà e di Greg mentre mi preparavano la colazione di Natale. Pancakes , Muffin e chi più ne ha più ne metta. Il tempo di una leggera ‘pausa’ in bagno, un risciacqua rapido il mio maglione caldo con la renna, i pantaloni grigio chiaro della tuta e in cucina avevano imbandito la tavola. Scendendo di sotto sentivo delle voci diverse, delle voci che non capivo da dove provenissero.

-Buongiorno Niall e Buon Natale.

Mio fratello Greg mi scompigliò i capelli, correndo in sala da pranzo con un piatto di frittelle al miele.
Seguito a lui mio padre con due brocche di vetro contenenti del latte.

-Buongiorno Pà.

Mi stropicciai gli occhi e mi stiracchiai camminando verso la cucina. Mi passò accanto un’altra persona. Capelli castani, poco simili ai miei. Un maglione rosso con un pantalone della tuta simile a quelli del mio pigiama.

-Giorno Nì, Buon Natale.

Senza pensarci ricambiai. Mi misi seduto a tavola e solo dopo averlo guardato in vso capì che si trattava di Sean.

-Seaaan, cosa…che ci fai qui?

Mi alzai poco delicatamente gettando la sedia di legno sul pavimento,  e arrossendo istantaneamente quasi fossi un ordigno a tempo. Lo guardavo stupito, come lui del resto. Mio padre e mio fratello avevano il fiato sospeso. Si sentiva l’eco delle lancette del pendolo in soggiorno. Fuori la strada i bambini che giocavano nel viale con i loro doni e le auto sull’asfalto.
Gli occhi di Sean erano impiantati nei miei e forse non mi ero mai accorto di quanto quei due occhi mi attraessero. Cosa mi stava succedendo? Diventai ancora più rosso, tanto che le palle sull’albero sembravano pallide.

-Niall…è tutto occhei?

Greg mi tese la mano per toccarmi il braccio, ma mi ritrassi alla sua presa e corsi di sopra. Sembravo un’adolescente che aveva appena scoperto che Misha e Ryan di O.C. si erano lasciati. Ero seduto sul letto guardandomi intorno, guardavo la parete dove accostata c’era la scrivania. La bacheca, tutte quelle foto, tutti quei post-it. “Nialler patata, ti amo. –Sean!’’ L’avevo conservato, me l’aveva scritto quella sera al pub, il giorno del mio compleanno…
Mi alzai dal letto e lo andai a guardare da più vicino. Si Sean, la sua scrittura…

-Niall, ehi…stai bene?

Mi affacciai a vedere alla porta, Sean con i miei pantaloni era ancora più bello. Aveva dormito tante volte da me, gli avevo prestato un sacco di volte quei pantaloni, perché a me andavano grandi, mentre a lui stavano alla perfezione. Chiuse la porta alle sue spalle e non feci altro che deglutire quella forte paura/voglia che avevo nel vederlo compiere l’azione.
Mi stavo comportando come una ragazzina, dov’è quel Niall Horan che ha cantato al MSG? Al diavolo il Medison Squere Garden! Sean era più eccitante di una folla di 2000 persone.

-Si Sean, sto bene..tu?

Ma cos’è una conversazione telefonica, o in chat? Mi guardava con quei suoi occhi e sentivo che il controllo di tutto stava per andare scemando. Si scostò i capelli dal viso, li portava sempre da un lato, quasi come quel figone di Bieber…dovevo capirlo che ero fatto così, sin dall’inizio…adoravo vedere i ragazzi giocare a calcio, adoravo Bieber e i suoi atteggiamenti…insomma, lo avevo capito da tempo. Ma come tutti i ‘genitori’ sperano, anche io speravo fosse solo una fase…ma poi Sean quel giorno mi baciò, eravamo ubriachi, lo so, ma…a me rimase così impresso che fino ad ora mi sono sempre chiesto cosa sarebbe successo quel giorno se noi non fossimo stati in compagnia.

-Niall? Ehi, amico come mai sei così assente…è Natale…di sotto ci sono i tuoi regali, te ne ho fatto anch io uno, spero ti piacerà…e…

Continuava a parlare, ma di tutto quello che diceva riuscivo a vedere solo, in modo sfocato, quelle labbra piene che si muovevano, che soffiavano parole che a me nemmeno interessavano. Non m’interessava del Natale..non era per questo che ero euforico in aereo.

-Si, Sean…forse sono solo un po’ stanco.

Senza che lui rispondesse mi gettai nel letto, tirandomi sulla testa le coperte calde del piumone a scacchi rossi e neri. Regalo di Liam. Mi voltai verso la finestra che dava sul giardino del vicino…e non sentì più nulla. Stavo per piangere, sentivo le lacrime agli occhi, come potevo farci questo. Un’amicizia come la nostra…la stavo mandando a puttane per una cosa che..non poteva succedere. Mi stringevo dentro le coperte e sapevo che Sean mi guardava. Sentivo i suoi occhi bucare le lenzuola, e penetrarmi l’anima. Sentivo quell’aria dispiaciuta…avrà pensato che non volevo più vederlo.

-Niall…posso rimanere anche io?

Si mise seduto sul letto, come quando gli parlavo di Holly, sapeva tutto. Capiva ogni mio gesto. Sapeva che stavo male per qualcosa..

-Horan, senti…se è per quello che è successo con Louis a New york, lascialo perdere è solo uno stupido…lo conosci meglio di me.

Strizzavo gli occhi per non lasciar scivolare quelle lacrime, le sentivo bagnare il cuscino, nonostante non volessi lasciarle andare. 

-…noi lo sappiamo che non è vero, sappiamo tutti che non è vero.

Mi tolsi le coperte dal viso. Lo guardai. Era seduto con la schiena rivolta verso di me. Non vedevo il suo viso.

-Niall? Io e pa…

Greg era entrato in camera, mi aveva visto piangere.. cercai di pulirmi il viso, ma la prima cosa che notai era Sean, che era scattato in piedi e si era affacciato alla finestra..

-Niall è tutto occhei?

Annuì semplicemente..mentre continuavo a tenere lo sguardo rivolto verso Sean.

-Io e papà dobbiamo andare giù al paese a prendere delle cose per la cena di stasera. Occhei?

Annuì nuovamente, ma questa volta guardando Greg che si era avvicinato al letto. Sorrise e mi scombinò i capelli ancora. Uscì dalla stanza lasciando la porta chiusa. Il silenzio sembrava opprimermi…forse era meglio se tornavo sotto le coperte…

-Non farlo.

Avevo afferrato di nuovo la cima del piumone e stavo per fiondarmi sotto di questo, ma Sean mi bloccò.

-Non nasconderti, non di nuovo.

Sembrava così strano, cosa diavolo stavo combinando?!

-Niall, se è per quello che ha detto Louis…te l’ho detto fai finta di nulla. E’ uno stupido…mi dispiace se a causa sua ora provi imbarazzo con me…ma tu sei e sarai sempre il mio migliore amico, capito? Non dar conto a quell’intervista. No.

Non sapevo se urlare di smetterla di vaneggiare o semplicemente stare in silenzio aspettando che lui uscisse da quella porta, che la sbattesse così forte da far cadere la foto di me e i ragazzi affissa al muro. Aspettare che lui si gettasse su di me, mi baciasse come quel giorno. Non sapevo nulla.

-Sean…non è per Louis, non è per nulla, te l’ho detto sono stanco, sarà che…il volo era stressante.

Lui annuì incerto, sapeva che non era vero. Sa’ quando mento, lo sa. Sto combinando solo un casino.

-Rimango qui, aspetto che ti addormenti..eh!

Si mise seduto sul letto, questa volta con lo sguardo verso di me. Mi sorrideva. Si aggiustava i capelli, messaggiava…

-Sean?

Alzò lo sguardo dal cellulare, e mugugnò un ‘mnh?’. Deglutì, avevo paura di una risposta negativa.
Avevo paura che mi avrebbe riso in faccia. Guardavo il soffitto cercando di non piangere, strozzavo i l respiro affannoso mordendomi le labbra.

-Sean, stai con me?

Sembrava una domanda messa a caso. Mi corressi.

-Sean? Vuoi venire a metterti sotto il piumone con me.

Avevo gli occhi chiusi, non volevo assolutamente vedere il suo viso, non volevo vedere la sua reazione, la sua fuga, il suo prendermi in giro. Sentì il materasso sollevarsi. Lo sapevo.
Poi la coperta si sollevò e Sean era vicino a me. Guardavamo il soffitto insieme. La lampada al soffitto sembrava davvero interessante. Avevamo entrambi le mani stese lungo i fianchi.

-Ricordi quando eravamo in primo Liceo?

Risi, sapevo che quando metteva in mezzo la storia del ‘Primo Liceo’ c’era da ridere.  Prese a raccontarmi di quando a scuola mentre le prof erano assenti, Io lui e Niall, l’altro mio compagno di banco, facevamo le gare a chi riusciva a mettere in bocca più noccioline..e una volta avevo così esagerato che quando la prof rientrò vomitai sul banco sporcando a terra e le sue scarpe. Cominciammo a ridere, così dal nulla.

-Questo Niall è molto meglio di quello che piange per uno stupido Gay che non sa tenere la bocca chiusa.

Rise. Deglutì nuovamente, sentivo un contatto caldo vicino il mio palmo. Una stretta. Le nostre mani si stavano sfiorando, si stavano cercando. Cominciai ad arrossire nel momento in cui, le dita di Sean, s’intrecciarono alle mie. Voltai il viso verso di Lui e notai il rossore sulle gote. Tornai a guardare il soffitto.

-Ricordi il nostro bacio?

Mi pietrificai, mollando di poco la stretta del nostro contatto di mani. Mi strinse lui. Cacciò una mano dal piumone e cominciò a disegnare cerchi e figure vaghe nell’aria. Come se la sua mano fosse una matita e i nostri respiri la carta.

-Si, lo ricordo…eravamo ubriachi.

Rise.

-Io no. Io non lo ero. Tu eri così ubriaco che dovemmo portarti a casa di peso, Nialler.

Rise.

-Eri così ubriaco che quella notte ho temuto il peggio. Il tuo viso era rosso, un po’ per la sbronza, un po’ per il caldo.

Rise.

-Greg e tuo padre non c’erano. Non erano qui. Ti avevo messo a letto. Ma non riuscì a lasciarti da solo.
Ti svegliasti cercando il bagno, corresti infondo al corridoio e sentì tutto. Tornasti barcollando e mi cadesti addosso.

Arrossì strizzando gli occhi, e stringendo quella mano.

-Eri così carino e innocente, Niall. Ti baciai e non dimenticherò mai quel momento. So’ che è diverso…so’ che tu sei…sei etero, lo so. Ma io non riesco proprio a dimenticarlo. Mi ricambiasti, mi ricambiasti dal primo ‘assaggio’ fino all’ultimo. Mi sentivo uno stronzo. Ne stavo approfittando.

Sentivo la sua voce spezzata, insicura. Non sapevo che Sean fosse gay. Non sapevo nemmeno che ricordasse tutto, anche perché io…non ricordo quasi nulla.

-Mi dispiace Nialler…

-Non importa Sean…sai infondo se fossi stato lucido, avrei finto di essere ubriaco.

Risi io.

-Sean..?

Mugugnò di nuovo quel ‘mnh?’ indifferente.

-Sean…possiamo riprovarlo?

Rise. Risi.
Un soffio, il rumore silenzioso delle coperte che si spostano e Sean era a cavalcioni sul mio addome. I suoi capelli castani, alla Bieber, gli coprivano gli occhi, non sapevo assolutamente che cosa stesse per succedere. Una sua mano mi premeva sul petto, l’altra era ancora intrecciata alla mia, sospesa in aria, come fosse dipendente da quella di Sean. Sembrava un’eternità. Si avvicinava così lentamente che mi sentivo morire, sentivo un bruciore alla gola, avevo paura di fargli schifo. Avevo paura di deglutire, quindi mi strozzai e cominciai a tossire. Mi misi seduto, con lui ancora a cavalcioni su di me. La nostra mano ancora unita, e la sua bocca a pochi centimetri dalla mia.

-Nialler ‘sta tranquillo…

Sorrise su di me, sulle mie labbra, nella mia bocca. Sentivo quel contatto così mio, che la mano libera che avevo lo afferrò da dietro la testa e lo spinse ancora di più verso di me, ad approfondire ciò che stavamo creando. Il respiro pesante di Sean che non sembrava volermi lasciare andare. I Suoi occhi chiusi, le sue ciglia nere, le sue guancie rosse, il naso premuto sulla mia guancia, sentivo tutto di lui, sentivo lui. Immaginavo il suo viso mentre mi baciava e poco a poco un qualcosa di pericoloso cominciò a premere. Non fiatai a riguardo, Sean mise una mano nei miei pantaloni della tuta, quella tuta nera che indossavo per pigiama. Si staccò da me, quasi dispiaciuto e poggiò la sua fronte alla mia. Non mi diede il tempo di pensare che mi spinse dolcemente all’indietro, facendomi poggiare la testa sul cuscino.
Sciolse la nostre mani, le sciolse solo un attimo. Mi stringeva l’orlo dei pantaloni cercando una conferma. Un Si, un via libera insomma. Li tolse così velocemente che sentì solo un brivido quando raggiunsero le caviglie. Eravamo sotto il piumone, eravamo insieme.

[…]
-Niall se…se ti faccio male, dillo occhei?

Ero seduto su di lui, le mie gambe intorno alla sua vita, le sue braccia intorno il mio collo, mi premevano sulle spalle, mi lasciavano dei segni rossi.
Mi aveva preparato, mi aveva avvertito…chiusi gli occhi nascondendo il volto, facendo in modo che il rossore, o qualsiasi smorfia si notasse. Lo fece. Ora era in me e lo sentivo ancora più vicino. Dei rapidi movimenti sincronizzati, degli ansimi, dei respiri interrotti da qualche gemito…che da qualche cominciò a diventare presente e indispensabile. Sean mi guidava. Mi baciava la clavicola, mi inumidiva la pelle, mentre io gli affondavo le unghie nel torace. Le mie unghia tutte spezzate o mangiate…lo graffiavo e lo sentivo sotto di me, agitarsi. Le spinte cominciarono a diventare sempre più accelerate finché un gemito strozzato non colse entrambi.Era rimasto in me. Il suo piacere era in me, e il mio su di lui. Eravamo affannati, eravamo sudati e i suoi capelli alla Bieber erano così bagnati e imperfetti che glieli passai dietro, su, e vidi i suoi occhi sorridermi. Gli afferrai il viso e lo avvicinai al mio. Lo baciai come avevo desiderato fare da sempre.

[…] 
-Siamo a Casa!

Io e Sean eravamo seduti sul divano e ci lanciavamo le palline dell’albero, quelle rosse, come il naso della renna che era sul mio maglione.
Greg e Papà entrarono dalla porta e posarono delle buste sul pavimento.

-Niall, questo è per te lo abbiamo trovato fuori la porta.

Mi fiondai vicino Greg e afferrai quella busta. Una lettera.
Andai verso Sean fino a sedermi di nuovo sul divano. Lui giocava con la pallina rossa con cui giocavamo prima. Sorrideva indifferente.
 
“ E spero che tutto questo ti abbia fatto passare un Buon Natale, e spero che tutto quello che è successo rimanga il miglior regalo da scartare ogni volta che vorrai. Nialler patata, ti amo. –Sean!” 








___ Ciuu e BuonNatale passato___ 

Comincio con il dire che sono 'orgogliosa' di questa One Shot. 
Non piacerà, non importa, piace a me. Sono mesi e mesi che 'stalkero' quel povero di Sean. 
Un po' per cos personali, un po' perchè i suoi Tweet mi fanno morire. Comunque...ho sempre 
pensato, da foto e tweet, che infondo, infondo qualcosa tra i due sia successa. *---* 
*Lasciatemi sognare, oh* Comunque, volevo solo dirvi che vi adoro, adoro tutte/i voi. 
Vi ringrazio se recensirete, o aggiungerete nei preferiti o solo guarderete. Sul serio. 
Un Bacio e un buon Capodanno a tutti quanti. 

-Nany. 

   
 
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