Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: anotherlivingpoet    31/12/2012    2 recensioni
Amo vedere la paura negli occhi delle bestie che uccido.
Per un attimo, la vidi anche negli occhi di quel ragazzo.
Genere: Azione, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

    


 

Fuoco.



 

L'ultima cosa che mi ricordo prima di sprofondare nel sonno è Garrett che mi accarezzava i capelli baciandomi la fronte una volta che mi ero accoccolata sul suo petto.
Feci un sogno strano.
C'era solo la faccia di Ryan che mi ripeteva che sarebbe durato poco.
Lo scacciai dalla mente quando mi svegliai.
E non c'era Garrett.
Così, mi feci una doccia.
Proprio quando ebbi finito di asciugarmi e vestirmi, entrò Garrett.
«Ehi, buongiorno cacciatrice.» mi salutò con un vassoio in mano.
Gli sorrisi e gli diedi un bacio sulla guancia, sfilandogli il vassoio dalle mani.
Rise.
«Passata la sbronza?» mi chiese.
«Non sono mai stata ubriaca, volevo solo essere un po' meno noiosa!» gli dissi facendogli una linguaccia.
«Okay... ma comunque questa è la colazione.» ricapitolò.
«Perché non mi hai chiamata? Sarei venuta!» ribatei indignata.
Dormivi troppo bene, piccola alce.» mi disse addentando un cornetto.
Mi andò di traverso il cappuccino.
«Noiosa no, ma rimangiati quel 'piccola alce', golpen!» sputacchiai sconcertata.
Risi e quando finii di fare l'offesa risi anche io.
«Okay piccola alce... oops! l'ho fatto di nuovo!» ridacchiò mentre gli tiravo dei piccoli schiaffetti sulla schiena.
Mangiammo in un miscuglio di occhiate assassine e linguacce.
Lasciammo l'albergo e cominciammo a dirigerci verso casa.
Quando entrammo sulla metro, mentre eravamo seduti entrò un tipo piuttosto losco.
Repentinamente mi portai una mano dietro la schiena come per prendere una freccia, ma non avevo la faretra.
Garrett lo notò, mi strinse la mano e mi sorrise.
Guardai incuriosita le nostre mani intrecciate alla perfezione come se fossero due pezzi di un puzzle.
Garrett se ne accorse, e fece per districare la sua, forse temendo di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma gliela strinsi ancora più forte, sorridendogli.
Capii che non aveva smesso di fissarmi neanche per un secondo sempre con un piccolo sorriso e abbassai lo sguardo, arrossendo.
Per il resto del viaggio ci scambiammo un mucchio di occhiate complici che mi facevano agitare lo stomaco.
Che voleva dire?
L'unico libro romantico che avevo letto era Jane Eyre.
Che fosse quello che lei sentiva per il signor Rochester?
In chi mi stava trasformando?
Arrivati a casa, era ora di pranzo e lo stomaco cominciava a brontolare ad entrambi, così, mi misi in cucina.
Dopo un po', mentre stavo finendo di scuoiare un cerbiatto, 
mi prese le mani e le intrecciò alle sue, come stamattina.
Sorridendomi, mi fece indietreggiare, finché non sentii il muro dietro le mie spalle.
Nel frattempo i miei occhi facevano ping pong tra i suoi occhi e le sue labbra incurvate in un sorriso, facendomi impazzire.
I suoi occhi facevano lo stesso con me, finché non ci fissammo solo le labbra.
Restammo così per quella che penso fu un'eternità, poi mi baciò.
E sentii un fuoco potente come il mondo bruciarmi dentro.
Fu dolce, almeno fin quando non posò le sue mani sui miei fianchi e io le posai tra i suoi capelli.
«Dannazione, ma cosa mi hai fatto?» gli chiesi tra un respiro e l'altro.
Garrett sossire leggermente prima di ricominciare a torturarmi le labbra.
«Hai fatto tutto da sola.» mi rispose.
«Ma fottiti.» gli risposi in un sussurro.
Piano piano ci staccammo e sopo esserci guardati per un po' scoppiammo a ridere.
«Ora posso finire di preparare il pranzo?» gli chiesi.
«Sei una guasta feste, Norah. Ti volevo portare di là, soli soletti...» ghnignò malizioso.
«Garrett!» mi indignai.
«Okay, ho capito. Le camere d'albergo sono sempre le migliori. Ne avremmo di tempo quando andremmo a disdire la casa più grande.» continuò tranquillo nascondendo una risata, ma già a metà frase gli stavo schiaffeggiando la schiena.
«Che golpen che ho scelto!» sospirai.
Mi guardò ancora ridendo e quando lo guardai di rimando negli occhi la rabbia svanì.
«Ma la casa la andiamo a disdire comunque?» mi chiese con fare molto casto e innocente.
«Ci devo pensare... forse.»
«Dai...» mi venne vicino prendendomi per i fianchi. Cercò di baciarmi di sgattaiolai via, facendomi rincorrere,
ma mi bloccai all'istante quando lo sguardò mi finì fuori e con me Garrett.
Dall'altra parte del bosco c'era del fumo.
Stava andando a fuoco qualcosa.
«Corri!» mi precitai fuori, seguita da Garrett.
Tenendoci per mano per non perderci, corremmo verso la colonna di fumo.
E me ne accorsi.
Quello che stava andando a fuoco, 
era la casa di Ryan.

Hush Just Stop.
Weilà ciuffi! (?)
Udite udite, mai avevo aggiornato così presto! 
Perché il capitolo l'ho scritto sul mio fedele quadernetto delle storie e poesie ieri sera ewe
la cosa figa è che è lungo due pagine di word! :D
comunque, ringrazio di cuore chi mi ha recensito, davvero.
Ma anche chi ha solo letto, eh! 
Spero che il caitolo vi sia piacuto.
Quando l'ho scritto vomitavo arcobaleni. *w*
ps. devo farvi due nota bene per Britney Army. 
1°. il 'oops, l'ho fatto di nuovo' di Garrett ero tentata a metterlo in inglese, perchè ovviamente è riferito a Oops!... I did it again.
2° il 'dannazione, cosa mi hai fatto?' di Norah è riferito a una frase appena sussurrata di Britney in Gasoline, da Femme Fatale.
però lei aggiunge anche un 'boy', che io ho omesso. ewe
comuqnue, a presto.
e buon anno nuovo c: 
ps, in 'hunter non avevo mai fatto un hush just stop così lungo :o

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: anotherlivingpoet