IO E TE, CHE ABBIAMO FATTO UN SOGNO, CHE VOLAVAMO INSIEME.
 

Quando è successo, Harley?
Quando hai venduto la tua anima al diavolo?
Forse quando l' hai gurdato negli occhi la prima volta...
Forse quando gli hai permesso di rimanere senza camicia di forza...
No... Sei diventata sua quando hai sorriso inebriandoti del profumo di quella rosa che sapeva di sangue e miele.

E ora non puoi tornare indietro. Non puoi entrare un giorno nel tuo studio, guardarlo negli occhi e dire "Mr. J... È finita." come la prenderebbe? Probabilmente i tuoi colleghi entrerebbero nella stanza e troverebbero polpette di arlecchino.

Sai qual è il problema più grande?
Questa possibilità, scappare e lasciare il Clown, non ti è mai passata per la testa.
Soprattutto adesso, seduta sulle sue ginocchia, ti senti felice, in qualche modo protetta.


Harley Quinn sbuffa, con i gomiti appoggiati alla scrivania, mentre il Clown sussurra le sue indicazioni su come uccidere una commessa in un negozio di scarpe.
Affascinante...
"Hai capito, tortina? Queste sono cose basilari... Ci riuscirebbe anche una femminuccia come... te!"
Certo, semplicissimo...
Non ha ancora avuto modo di fare pratica, e questo la rende annoiata. "Mr. J, secondo te quando sarò pronta per tutto questo?"
Il Clown sospira, appoggiandosi allo schienale della sedia, mentre Harley si volta per osservare la sua reazione.
La gente pensa di poter sapere tutto di lui soffermandosi sulle cicatrici che gli deturpano il viso.
Oh, poverino!
Oh, Che storia triste avrà!
Oh, se lo merita!
BANG!!
Ma Harley no, lei aveva saputo andare oltre. Beh, lui le aveva fatto capire molte cose, ma la sua salvezza era stata quella di guardarlo negli occhi la prima volta.

"Mi servi Dottoressa ancora per un po'... E poi mi piace qui... A te no?"
Oh, certo che le piace, vederlo tre giorni a settimana per due ore, non poter parlare ad alta voce, fare l'amore con l'ansia di essere scoperti... Bellissimo, Mr. J.
"...Poi potrai sparare a chi vuoi, tortina."

Vai in brodo di giuggiole quando ti chiama così, vero?
Sembra che quando te lo dice ci sia qualcosa di nascosto, come un messaggio subliminale. Due parole che non pronuncerà mai, ma che ti dice ogni secondo che passa senza che lui ti uccida.
Tortina...

Sospirando, si accoccola al suo petto.
Il vostro tempo sta per scadere, quando le viene in mente una cosa che voleva fargli vedere due ore fa, ma che si  era dimenticata.
Con uno scatto felino si alza, passando una mano fra i capelli dorati; afferra la borsa e ne estrae una busta.
"Tieni, leggi!"
Il Joker, con aria professionale la prende in mano, mentre Harley aggiunge "E mi dici ancora che dovrei aspettare?!"
Non risponde e inizia a leggere. Legge e ogni tanto gli scappa qualche risolino. Lei si siede sulla scrivania, fissandolo divertita dalle sue risate, aspettando un commento.
Il suo sorriso muta improvvisamente, quando arriva alla fine della lettera, in una morfia di disgusto e... rabbia?
Ci siamo.
"Chi osa dare della poco di buono alla mia tortina?! Non mi piace. Solo io posso insultarti... Non lo sanno?" Dice, trattenendo poi una risatina, quando la vede offesa.
Sei arrabbiato, pasticcino?
Le fa cenno di tornare a sedersi sulle sue gambe, e lei lo asseconda all'istante.
"Hai l'indirizzo? "
"Secondo te sarei ancora qui se avessi avuto l'indirizzo?!"

Stigmatizzazione. Profezia che si auto adempie.
"Se i cittadini non la smettono di darmi della criminale, finirò per diventarlo..." Dice con un sorrisetto malizioso al Clown.
Ops, lo sono già.
Cioè, in teoria...
Se solo sapessero quello che la passa per la mente da tre mesi a questa parte, nessuno avrebbe il coraggio di inviarle lettere minatorie, dove le intimano di lasciar perdere l'analisi e di mandarlo alla sedia elettrica. Dove le raccontano la triste storia del marito ucciso dal Joker, del figlio sfregiato dal Joker, del fratello complice del Joker, ucciso a sangue freddo dal Joker. Come se la colpa fosse solo del Joker, e sua, della sua analista. Non sanno niente, niente, i cittadini di Gotham. Con i loro falsi moralismi che fanno solo fare delle grandi risate alla dottoressa.
"Te ne sono arrivate altre come questa?"
"A casa ne ho altre duecento...Non le ho neanche lette tutte..."
Seguono alcuni minuti di silenzio. Harley non lo rompe perché sa cosa sta succedendo: sta elaborando un piano, sta pensando. E quando avrà finito le spiegherà tutto quello che deve fare.
È bellissimo guardare un pazzo in pieno delirio, Harley lo ha sempre pensato, fin da quando era al liceo; e guardare il Clown principe del crimine in questi momenti la manda in estasi.

"Non buttarle via. Ci divertiremo un sacco quando sarò fuori."
Va bene, amore mio.
"Sai, penso che sia ora di restituire a Gotham il suo vero paladino. Che ne dici, tortina?"
No, non puoi più tornare indietro.
"Davvero??!!" Sorride come una bambina a cui hanno appena promesso un lecca lecca.
Si volta verso di lui, cingendogli e spalle. "No, per scherzo. Harley... HARLEY! !" Cerca di sciogliere quell' abbraccio e la butta per terra, ma lei non si scompone più di tanto... e gli chiede scusa. Scusa per essere così appiccicosa, ma non riesce a trattenersi a volte...
"Dimmi cosa devo fare."
"Stai calma, bambina iperattiva. Ti prometto che quando sarò libero voleremo insieme su Gotham e la faremo ridere. E ballare. E vedrai, saranno felici di sapermi libero... Perché fa tutto parte del piano."
 

Spazio di Harley!
Eccomi con un nuovo capito dedicato alla mia coppia di pazzi preferita. Spero vi sia piaciuto… Fatemi sapere cosa ne pensate e non preoccupatevi di offendermi!!
Spero almeno che la foto che vi ho messo vi addolcisca il cuore! :P
 
Ne approfitto per augurarvi buon 2013, sperando che porti felicità e balle varie… xD
Io prometto che mi impegnerò a scrivere di più e meglio! Spero di riuscirci… ;)
A presto!!
 
Harley Sparrow