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Autore: Alexandra_ph    31/12/2012    3 recensioni
Questa FF (scritta nell'ormai lontano dicembre 2007) è un piccolo regalo per il nuovo anno...
Questo racconto parte da un "E se...". Una storia che sa "di vecchio", ma anche "di nuovo".
Il mio personalissimo augurio a tutti voi di BUON ANNO!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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(…It's the dream, afraid of waking,

that never takes a chance…)

 

 

Si infilò l’abito, uno splendido modello da sera in pizzo nero, lungo sul dietro ma che scopriva le gambe accorciandosi sul davanti in un drappeggio stile danzatrice di flamenco; era un abito che la fasciava come una seconda pelle e la faceva sentire misteriosa ed affascinante. Ne aveva bisogno, per affrontare quella serata.

Con lui ne avrebbe sempre avuto bisogno.

Ricordava ancora, come se fossero trascorse solo poche settimane e non anni, ciò che aveva pensato la prima volta che era stata in casa sua, poche ore dopo il loro incontro “ufficiale”: il suo appartamento era intrigante esattamente come lui. La dannazione, per una donna, ma assolutamente affascinante. Stava aspettando che si cambiasse e intanto si guardava attorno: Capitano di Corvetta Harmon Rabb, pilota di Marina recentemente decorato e avvocato del Jag.

Cervello e istinto. Coraggio e determinazione. Tutto in un solo uomo.

Quel fatidico giorno di nove anni prima era arrivata in anticipo all’appuntamento con l’Ammiraglio: aveva scoperto che il suo nuovo partner avrebbe ricevuto, proprio in quella giornata, una medaglia al valore e non aveva resistito alla curiosità. Voleva osservare da lontano l’uomo con cui avrebbe dovuto lavorare, per essere in vantaggio al momento della presentazione.

Non immaginava di averne realmente bisogno.

Per un attimo, quando aveva visto la sua espressione stupita mentre l’Ammiraglio li presentava, aveva provato pena e un misto di tenerezza per lui. Lei stessa si sarebbe sentita altrettanto sconvolta nel ritrovarselo davanti, senza sapere nulla.

A dire il vero, non appena lo aveva scorto accanto al presidente e aveva capito che lo sconosciuto che l’aveva amata come nessun altro e il suo nuovo collega erano la stessa persona, per un attimo si era sentita morire.

Era così bello nell’uniforme blu della Marina… Il cuore aveva preso a batterle furioso nel petto e tutti i ricordi della loro notte assieme erano tornati prepotenti alla memoria. Per due giorni, due lunghi e interminabili giorni, aveva continuato a domandarsi se aveva fatto bene o male ad andarsene, soprattutto dopo che lui le aveva fatto quella proposta sconvolgente. Una proposta che non aveva potuto accettare per un semplice motivo: se fosse rimasta con lui per un giorno intero e un’altra notte ancora, ne sarebbe uscita col cuore spezzato.

Harmon Rabb era più maschio di tutti gli uomini che aveva conosciuto, ma al tempo stesso era dolce e appassionato. Una combinazione deleteria per qualunque donna.

Bellezza e sensualità… tenerezza e passione. Tutto in un solo uomo.

E quell’uomo sarebbe diventato il suo partner nel lavoro.

Mentre lo aspettava, un movimento alle sue spalle l’aveva fatta voltare e, non appena lo aveva visto, aveva immediatamente rimpianto di non essere ancora in quel letto, dove lo aveva lasciato addormentato, il corpo meraviglioso appena coperto dal lenzuolo: si era tolto la divisa blu ed era in t-shirt bianca, pantaloni cachi e a piedi scalzi. Lei aveva sempre avuto un debole per un uomo in pantaloni lunghi e a piedi nudi… non aveva mai saputo spiegarsene il perché. Stava avvolgendo con uno straccio bagnato una scatola di sigari, e le sorrideva pericolosamente, mentre le spiegava che erano cubani. Non le importava un accidente dei sigari, ma non aveva potuto fare a meno di immaginarselo con uno tra le labbra. Tra quelle labbra sensuali e morbide che l’avevano esplorata ovunque.

Ricordava d’aver pensato a come avrebbe fatto a tenere a bada quel turbinio di emozioni ogni giorno.

Come avrebbero fatto a lavorare come semplici colleghi, senza desiderare in continuazione di essere tra le sue braccia o in un letto con lui? Eppure doveva riuscirci, perché quell’incarico era troppo importante per la sua carriera e quella missione in particolare lo era per altri motivi, più personali. Si era detta che doveva smettere di distrarsi con pensieri che la stavano turbando troppo e pensare piuttosto a come fare per seminarlo, affinché non la seguisse mentre tentava di raggiungere suo zio per convincerlo a restituire la Dichiarazione d’Indipendenza prima di essere catturato, e al tempo stesso senza che la propria carriera ne uscisse compromessa.

Invece non era riuscita ad ingannarlo e lui l’aveva seguita… In quella che in seguito si rivelò essere la loro prima missione insieme aveva capito alcune cose: in primo luogo che il suo nuovo collega era spericolato ed irresistibilmente pazzo! In una situazione così assurda e pericolosa come essersi appeso ad un elicottero, lui riusciva persino a scherzare chiedendole il permesso di salire a bordo… e lei si era resa conto di apprezzare anche quel lato del suo carattere, oltre ad altri che aveva scoperto in quei giorni.

Avrebbe mai trovato qualcosa in lui che non le sarebbe piaciuto? Forse, col tempo. Ma era certa che avrebbe amato anche i suoi difetti.

E, purtroppo per lei, così era stato.

Si era innamorata di Harm fin dall’inizio, fin da quella lontana notte in cui aveva fatto l’amore con un affascinante sconosciuto e benché avesse deciso di essere per lui semplicemente una collega, non aveva potuto impedirsi di amarlo.

Non era cambiato nulla nei suoi sentimenti, neppure quando aveva saputo che lui attendeva da due anni di trovare ed uccidere l’assassino della donna che, come lui stesso le aveva detto, aveva amato.

“L’amavi tanto?”

“Ho capito quanto l’amavo soltanto quando è morta. Succede sempre così, non credi?”

Quando lui glielo aveva confermato, si era sentita come se qualcuno le avesse stretto lo stomaco in un nodo impossibile da sciogliere.

“Stavi cercando un assassino da due anni e non mi hai mai detto niente?”.

Aveva fatto due rapidi conti e si era accorta che, quando lo aveva conosciuto per la prima volta in quel pub… quando ancora non sapeva chi fosse e, nonostante tutto, aveva trascorso con lui la notte più appassionata della sua vita, lui aveva sepolto da pochi giorni la donna che amava.

Quella consapevolezza per poco non l’aveva distrutta. Cos’era stata, per lui, durante tutta quella notte? Solo un corpo caldo per scacciare il dolore e la nostalgia? Mentre faceva l’amore con lei era a Diane che stava pensando? Era per quel motivo che aveva voluto un nome con cui chiamarla? Per non confonderla con lei?

Erano domande che sarebbero rimaste per sempre senza risposta.

Si aggiustò il vestito e si guardò allo specchio, immaginando di vedersi con gli occhi di Harm: cosa avrebbe visto? Una donna disperata? O, più semplicemente, una donna innamorata?

Avevano continuato a recitare la storiella dei colleghi-amici per altri anni.

La prima a cedere era stata lei; in Australia, quando temeva la dichiarazione di un uomo mentre voleva l’amore e la passione di un altro. Forse era stato proprio quello a spingerla a fargli quell’accenno di proposta. Da tempo non reggeva più la tensione sessuale presente ad ogni incontro, in aula e fuori dai tribunali, in ufficio o nei momenti liberi. Credeva fosse giunto il momento anche per lui. Credeva d’aver colto gelosia nel suo sguardo, quando la vedeva con Mic. Aveva sperato che quei segnali stessero ad indicare che lui era pronto ad accettare e a vivere ciò che era esistito tra loro fin dal primo sguardo.

Si era sbagliata.

Lui non era ancora pronto. O non voleva ancora esserlo. Ma si trattava di una differenza sottile, che a lei non cambiava nulla. C’era un altro uomo che la desiderava, che la voleva con tutto se stesso.

E lei avrebbe detto sì a quell’uomo.

 

 

 

  
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