(…It's the dream, afraid of waking,
that never takes a chance…)
Si infilò l’abito, uno
splendido modello da sera in pizzo nero, lungo
sul dietro ma che scopriva le gambe accorciandosi sul davanti in un
drappeggio
stile danzatrice di flamenco; era un abito che la fasciava come una
seconda
pelle e la faceva sentire misteriosa ed affascinante. Ne aveva bisogno,
per
affrontare quella serata.
Con lui ne avrebbe sempre
avuto bisogno.
Ricordava ancora, come se
fossero trascorse solo
poche settimane e non anni, ciò che aveva pensato la prima volta che
era stata
in casa sua, poche ore dopo il loro incontro “ufficiale”: il suo
appartamento
era intrigante esattamente come lui. La dannazione, per una donna, ma
assolutamente affascinante. Stava aspettando che si cambiasse e intanto
si
guardava attorno: Capitano di Corvetta Harmon Rabb, pilota di Marina
recentemente decorato e avvocato del Jag.
Cervello e istinto. Coraggio e
determinazione.
Tutto in un solo uomo.
Quel fatidico giorno di nove
anni prima era
arrivata in anticipo all’appuntamento con l’Ammiraglio: aveva scoperto
che il
suo nuovo partner avrebbe ricevuto, proprio in quella giornata, una
medaglia al
valore e non aveva resistito alla curiosità. Voleva osservare da
lontano l’uomo
con cui avrebbe dovuto lavorare, per essere in vantaggio al momento
della
presentazione.
Non immaginava di averne
realmente bisogno.
Per un attimo, quando aveva
visto la sua
espressione stupita mentre l’Ammiraglio li presentava, aveva provato
pena e un
misto di tenerezza per lui. Lei stessa si sarebbe sentita altrettanto
sconvolta
nel ritrovarselo davanti, senza sapere nulla.
A dire il vero, non appena lo
aveva scorto
accanto al presidente e aveva capito che lo sconosciuto che l’aveva
amata come
nessun altro e il suo nuovo collega erano la stessa persona, per un
attimo si
era sentita morire.
Era così bello nell’uniforme
blu della Marina… Il
cuore aveva preso a batterle furioso nel petto e tutti i ricordi della
loro
notte assieme erano tornati prepotenti alla memoria. Per due giorni,
due lunghi
e interminabili giorni, aveva continuato a domandarsi se aveva fatto
bene o
male ad andarsene, soprattutto dopo che lui le aveva fatto quella
proposta
sconvolgente. Una proposta che non aveva potuto accettare per un
semplice motivo:
se fosse rimasta con lui per un giorno intero e un’altra notte ancora,
ne
sarebbe uscita col cuore spezzato.
Harmon Rabb era più maschio di
tutti gli uomini
che aveva conosciuto, ma al tempo stesso era dolce e appassionato. Una
combinazione
deleteria per qualunque donna.
Bellezza e sensualità…
tenerezza e passione.
Tutto in un solo uomo.
E quell’uomo sarebbe
diventato il suo partner nel lavoro.
Mentre lo aspettava, un
movimento alle sue spalle
l’aveva fatta voltare e, non appena lo aveva visto, aveva
immediatamente
rimpianto di non essere ancora in quel letto, dove lo aveva lasciato
addormentato, il corpo meraviglioso appena coperto dal lenzuolo: si era
tolto
la divisa blu ed era in t-shirt bianca, pantaloni cachi e a piedi
scalzi. Lei
aveva sempre avuto un debole per un uomo in pantaloni lunghi e a piedi
nudi…
non aveva mai saputo spiegarsene il perché. Stava avvolgendo con uno
straccio
bagnato una scatola di sigari, e le sorrideva pericolosamente, mentre
le spiegava
che erano cubani. Non le importava un accidente dei sigari, ma non
aveva potuto
fare a meno di immaginarselo con uno tra le labbra. Tra quelle labbra
sensuali
e morbide che l’avevano esplorata ovunque.
Ricordava d’aver pensato a
come avrebbe fatto a
tenere a bada quel turbinio di emozioni ogni giorno.
Come avrebbero fatto a
lavorare come semplici
colleghi, senza desiderare in continuazione di essere tra le sue
braccia o in
un letto con lui? Eppure doveva riuscirci, perché quell’incarico era
troppo
importante per la sua carriera e quella missione in particolare lo era
per
altri motivi, più personali. Si era detta che doveva smettere di
distrarsi con
pensieri che la stavano turbando troppo e pensare piuttosto a come fare
per
seminarlo, affinché non la seguisse mentre tentava di raggiungere suo
zio per
convincerlo a restituire la Dichiarazione d’Indipendenza prima di
essere
catturato, e al tempo stesso senza che la propria carriera ne uscisse
compromessa.
Invece non era riuscita ad
ingannarlo e lui
l’aveva seguita… In quella che in seguito si rivelò essere la loro
prima
missione insieme aveva capito alcune cose: in primo luogo che il suo
nuovo
collega era spericolato ed irresistibilmente pazzo! In una situazione
così
assurda e pericolosa come essersi appeso ad un elicottero, lui riusciva
persino
a scherzare chiedendole il permesso di salire a bordo… e lei si era
resa conto
di apprezzare anche quel lato del suo carattere, oltre ad altri che
aveva
scoperto in quei giorni.
Avrebbe mai trovato qualcosa
in lui che non le
sarebbe piaciuto? Forse, col tempo. Ma era certa che avrebbe amato
anche i suoi
difetti.
E, purtroppo per lei, così era
stato.
Si era innamorata di Harm fin
dall’inizio, fin da
quella lontana notte in cui aveva fatto l’amore con un affascinante
sconosciuto
e benché avesse deciso di essere per lui semplicemente una collega, non
aveva
potuto impedirsi di amarlo.
Non era cambiato nulla nei
suoi sentimenti,
neppure quando aveva saputo che lui attendeva da due anni di trovare ed
uccidere l’assassino della donna che, come lui stesso le aveva detto,
aveva
amato.
“L’amavi tanto?”
“Ho capito quanto l’amavo
soltanto quando è
morta. Succede sempre così, non credi?”
Quando lui glielo aveva
confermato, si era
sentita come se qualcuno le avesse stretto lo stomaco in un nodo
impossibile da
sciogliere.
“Stavi cercando un assassino
da due anni e non mi
hai mai detto niente?”.
Aveva fatto due rapidi conti e
si era accorta
che, quando lo aveva conosciuto per la prima volta in quel pub… quando
ancora
non sapeva chi fosse e, nonostante tutto, aveva trascorso con lui la
notte più
appassionata della sua vita, lui aveva sepolto da pochi giorni la donna
che
amava.
Quella consapevolezza per poco
non l’aveva
distrutta. Cos’era stata, per lui, durante tutta quella notte? Solo un
corpo
caldo per scacciare il dolore e la nostalgia? Mentre faceva l’amore con
lei era
a Diane che stava pensando? Era per quel motivo che aveva voluto un
nome con
cui chiamarla? Per non confonderla con lei?
Erano domande che sarebbero
rimaste per sempre
senza risposta.
Si aggiustò il vestito e si
guardò allo specchio,
immaginando di vedersi con gli occhi di Harm: cosa avrebbe visto? Una
donna
disperata? O, più semplicemente, una donna innamorata?
Avevano continuato a recitare
la storiella dei
colleghi-amici per altri anni.
La prima a cedere era stata
lei; in Australia, quando temeva la
dichiarazione di un uomo mentre voleva l’amore e la passione di un
altro. Forse
era stato proprio quello a spingerla a fargli quell’accenno di
proposta. Da
tempo non reggeva più la tensione sessuale presente ad ogni incontro,
in aula e
fuori dai tribunali, in ufficio o nei momenti liberi. Credeva fosse
giunto il
momento anche per lui. Credeva d’aver colto gelosia nel suo sguardo,
quando la
vedeva con Mic. Aveva sperato che quei segnali stessero ad indicare che
lui era
pronto ad accettare e a vivere ciò che era esistito tra loro fin dal
primo
sguardo.
Si era sbagliata.
Lui non era ancora pronto. O
non voleva ancora esserlo. Ma si trattava
di una differenza sottile, che a lei non cambiava nulla. C’era un altro
uomo
che la desiderava, che la voleva con tutto se stesso.
E lei avrebbe detto sì a
quell’uomo.