(… And you think that love is only,
for
the lucky and the strong…)
Controllò un’ultima volta il
trucco e ripassò il gloss sulle labbra.
Non ne aveva bisogno, in realtà, era solo un modo per calmarsi.
Aveva trascorso le ultime ore
troppo immersa nel passato, ad
analizzare stati d’animo ed emozioni, frasi e ricordi, dimenticando che
ogni frammento
di vita proveniente dalla sua memoria era filtrato unicamente
attraverso la sua
mente, la sua esperienza, i suoi sentimenti.
Com’erano i ricordi di Harm?
Anche lui rammentava un senso
di calore nel ricordare le loro mani
unite, lo stesso calore che la mano di Harm aveva trasmesso a lei
quando aveva
preso e stretto la sua, mentre le domandava di dargli una possibilità?
O
quando, solamente pochi giorni prima, quella stessa mano le aveva
regalato
conforto e affetto in una stanza d’ospedale?
Ricordava anche lui, nel
rammentare d’averla accarezzata, le stesse
sensazioni che ricordava d’aver provato lei ogni volta che aveva
sentito le sue
dita sfiorarle dolcemente il volto, per asciugare le lacrime che stava
versando
proprio per lui?
E se chiudeva gli occhi e
ripensava ai pochi baci che in quegli anni
si erano scambiati, rimpiangeva anche lui la dolcezza delle sue labbra,
così
come lei provava nostalgia per le sue?
Rimpiangeva, al pari di lei,
quell’unica notte di amore e si
rammaricava di non averne mai avuta almeno un’altra?
Non riusciva a pensare a lui
senza riflettere sull’importanza che aveva
sempre avuto, per loro due, il contatto fisico, e senza ricordare le
sensazioni
che, ogni volta, da quel contatto scaturivano; fin dall’inizio erano
stati
attratti irresistibilmente l’uno dall’altra e quell’attrazione non si
era mai
esaurita, piuttosto si era trasformata e da puro e semplice desiderio,
era divenuta
l’espressione più profonda del legame che li avrebbe uniti per sempre.
Quando lui le prendeva la
mano, in un gesto quasi timido, ma al tempo
stesso forte, rassicurante, riusciva a trasportarla immediatamente in
un’altra
dimensione, dove tutto appariva più semplice per il solo fatto che Harm
era lì,
con lei.
Con le parole lo aveva
respinto, perché il loro rapporto era diventato
troppo complicato; ma nel profondo, quella mano stretta alla sua era
stata
determinante per comprendere, ed accettare, che non avrebbe mai potuto
fare a
meno di lui.
Nessun uomo le aveva mai
trasmesso la medesima fisicità, neppure
durante un amplesso; nessuno era mai riuscito a toccarla così
intimamente prendendole
semplicemente la mano. Era
come se con
quel gesto, così casto e naturale, lui l’avvolgesse nella stretta delle
sue
braccia, pronto a far l’amore se e quando lei lo avesse voluto, ma
capace anche
di tenerla soltanto lì, al sicuro, protetta dal resto del mondo.
Aveva un bisogno disperato di
sentirsi nuovamente al sicuro… per
sempre.
Indossò la lunga e calda
mantella in cachemire che accompagnava
l’abito, provando un immediato conforto che le rammentò le sue braccia
attorno
a sé, ma non era la stessa cosa.
Finalmente più tranquilla,
recuperò la pochette nera e i
guanti, chiuse la porta e raggiunse il taxi che
la stava aspettando.