IN
RITARDO
Salve a tutti, mi
chiamo Morgan Howens ed essere una Serpeverde, far parte della squadra
d’Inquisizione della professoressa Umbridge e contemporaneamente essere un
membro dell’Esercito di Silente, credetemi non è per niente facile. Tuttavia,
da brava appartenente alla casa in cui sono stata smistata, per raggiungere i
miei obiettivi sono pronta a rischiare tutto ed il mio fine, comune a tutti i
partecipanti alle riunioni, è proprio quello di imparare a combattere in vista
della guerra magica che, ne sono sempre più sicura, sta per scoppiare.
In principio non ero
stata invitata alla prima riunione dell’ES, ma non ero riuscita a resistere al
richiamo della curiosità nel vedere un gruppo così numeroso di ragazzi della
scuola dirigersi tutti insieme nello stesso locale di Hogsmeade.
Quando mi feci
avanti, notai subito che non si fidavano di me, ma i gemelli Weasley, miei
coetanei Grifondoro affermarono che potevo rimanere perché più di una volta li
avevo colti ad infrangere le regole senza però sottrarli punti o denunciarli
alla Umbridge.
Le riunioni segrete
cominciarono pochi giorni dopo e anche se giocavo un ruolo pericoloso, quello
della doppiogiochista, il brivido di contrastare il potere dell’Inquisitore
Supremo era qualcosa per cui valeva la pena rischiare!
Inizialmente, avere
Potter come insegnante mi aveva reso piuttosto scettica, ma presto mi accorsi
che anche se la sua conoscenza in Difesa Contro Le Arti Oscure non era poi
superiore alla mia o di qualsiasi altro studente di corsi più avanzati di lui,
sapeva trasmettere forza di volontà e incoraggiare coloro che erano in
difficoltà.
Giunsero le vacanze
di Natale e con esse il sospetto sempre più profondo degli altri collaboratori
della Umbridge; avevano notato le mie regolari sparizioni pomeridiane dalla
sala comune e i ritardi all’ora di cena.
Un giorno, Draco e i
suoi due scagnozzi Tiger e Goyle, mi incrociarono e si avvicinarono con sguardo
truce, intimorita dal fatto che forse avevano scoperto tutto, inconsciamente
arretrai fino a trovarmi con la schiena contro la parete, circondata dai tre.
“Accidenti! Se solo
non avessi fatto tardi sarei già entrata nella stanza delle necessità e non li
avrei incontrati” Pensai. Ovviamente il primo a parlare fu Draco.
- Howens! Adesso
basta, devi dircelo: cosa diavolo fai ogni sera? Sei in combutta con Potter,
non è vero? Ci hai traditi, lo so e presto lo saprà anche la Preside!-
Presi un po’ di
coraggio, mi schiarì la gola e guardandolo fisso negli occhi risposi:
- Invece non dirai
niente alla Umbridge perché…-
- Sentiamo che scusa
tiri fuori ora, Howens!-
“ Ecco appunto!
Sentiamo furba che non sei altro!” ripeté una voce meschina dentro di sé.
- Ehm…sono spesso
impegnata perché…Perché…-
-…Era con me ogni
pomeriggio Draco, per migliorare in Pozioni, dato che nell’ultimo compito la tua
collega ha dimostrato un calo di attenzione e studio nella mia materia-
Mi girai
meravigliata; il professor Piton mi stava veramente aiutando? E soprattutto,
significava che era al corrente dell’esistenza dell’ES?
Il professore, detto
ciò, senza degnare di un ulteriore sguardo i tre ragazzi, rimasti senza parole
e in fondo delusi di non avermi incastrato, si voltò per andarsene e così feci
anche io, speranzosa di potermene andare senza conseguenze, quando mi freddò
con un secco:
-Howens! Nel mio
ufficio. Ora. -
Il percorso per
raggiungere la nostra meta, seppur non troppo lungo, a me sembrò durare un’
eternità, ma non potei non notare, come spesso accadeva quando eravamo in
classe, il suo fisico così asciutto ma dalle spalle larghe, per non parlare
della sua abilità innata a far ondeggiare così elegantemente il mantello nero
dietro di sé…
Giunti a
destinazione, Piton si sedette al suo posto dietro la scrivania e con un
piccolo cenno del capo mi diede il permesso di accomodarmi sulla sedia di
fronte.
-Dunque sarò molto
sintetico, signorina Howens: stia più attenta ai suoi spostamenti-
-Ah...certo signore-
- È tutto, uscendo
chiuda la porta, grazie. –
Mi alzai basita, mi
aspettavo una ramanzina, un interrogatorio invece…
-Scusi ancora
professore ma… Non mi chiede…Nient’altro?-
Mi resi subito conto
che ero andata troppo oltre, infatti lui alzò lo sguardo dalle sue carte e mi
fulminò. Mi ero già girata pronta ad andarmene mormorando delle scuse e dandomi
mentalmente della stupida, quando aggiunse:
- In effetti avrei
qualcosa ancora da dirle e mi ascolti attentamente: si ricordi che il ruolo che
ha assunto è pericoloso, non solo perché se venisse scoperta le conseguenze
sarebbero disastrose per lei e per i suoi compagni, ma potrebbe rischiare di
non comprendere più da quale parte sta veramente-
Arrossì
notevolmente; il professore si riferiva al mese scorso quando, per vendetta nei
confronti di Bugster, una Corvonero del sesto anno la quale, nonostante fosse
un membro dell’ES, aveva osato dire che in fondo la scuola era decisamente
meglio senza quello stravagante di Silente, l’avevo “catturata” insieme agli
altri dell’Inquisizione e per questo era poi stata sospesa per cattiva
condotta.
Ero ancora pentita
di quella mossa stupida e egoistica che avevo compiuto, ma ero pronta ad auto
denunciarmi a mia volta se fosse stata espulsa. Per sua fortuna -e mia- la
decisione della Umbridge non fu così drastica.
- Lo so signore, è
stato uno stupido sbaglio ma mi creda che non…-
- So bene che non lo
ricommetterai. Prima di andare, ancora una cosa Howens. L’ultimo compito è
andato decisamente meno bene rispetto ai suoi brillanti standard; se il suo
rendimento non migliora, o peggio cala ulteriormente a causa delle sue
segrete…distrazioni…-
Strabuzzai gli
occhi.
“Merlino!Cosa intende?Non
si starà mica riferendo alla mia cotta per lui! No! Non può averlo capito!”
-…Sarà costretta a
trovare un’altra scusa per le sue riunioni pomeridiane, poiché non la coprirò
oltre. Ora, le conviene utilizzare l’arazzo di Edward lo zoppo a metà del
secondo piano se non vuole incontrare nuovamente i suoi colleghi
dell’Inquisizione. Corra, è in considerevole ritardo. Buon pomeriggio. -
-Ah…buon pomeriggio
a lei-
E chiusami la porta
alle spalle, mi resi conto di essere felice, perché il professore non solo era
dalla nostra parte, ma dal momento che mi aveva aiutato a non essere scoperta
dagli altri, potevamo quasi definirci…complici! Con un sorriso ebete mi diressi
rapidamente alla riunione dell’ES, dato che, come aveva detto poco prima il mio
professore preferito, ero davvero in ritardo!!