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Autore: SaraRocker    01/01/2013    2 recensioni
serie DxG ^.^
Gwen è sconvolta da un passato che l'ha traumatizzata.
Un giorno incontra Duncan, un ragazzo che ha intenzione di aiutarla, ma lei avrà il coraggio di rivelarle il suo segreto?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Gwen tornò a casa verso l'ora di pranzo. Non sapeva che fare. Troppi pensieri. Troppo sbagliati. Solo confusione. Problemi che non doveva sottoporsi.
Aveva ancora tutto il giorno libero. Solo il turno serale. 
Aprì la porta. Duncan stava scaldando della pasta "Ehy, ciao!"
"Ciao! Ehm ... Cucini?" fece lei vedendolo per la prima volta alle prese con dei fornelli.
"Oh ... Ci provo. Non sono un granchè. Non ho mai dovuto cucinare prima!" sorrise lui.
Quel sorriso troppo tagliente. 
Perchè aveva paura di vederlo? Perchè la faceva sentire peggio ... Troppo male.
Ovvio non avesse mai cucinato, si ritrovò a pensare.
"Se vuoi faccio io ..."
"O-Ok ..." fece il ragazzo spostandosi, mentre Gwen prendeva tra le mani la busta con la pasta.
"Allora, ti sei divertita a correre la domenica mattina?" disse Duncan abbracciandola.
"Sì. Mi serviva un po' d'aria fresca" gli diede un bacio sulla guancia.
Sospirò poi tornando a guardare la pentola.
Ma che stava facendo? Perchè quel bacio era diventato così diverso dall'inizio? Perchè?
Maledetta. Sporca, stupida, cinica ragazza.
 
Duncan si era seduto. Aveva notato qualcosa di diverso in Gwen. Si chiedeva cosa nascondesse. Ma non le domandò nulla.
Lo sentiva, come un peso, lo percepiva, il fatto che lei non volesse parlargli ... Un peso incredibilemente duro da portare.
La guardava.
Occhi spenti.
 
"Stasera devo lavorare" disse lei scolando la pasta "E' la serata famiglie e ci vuole più personale possibile ... E a me servono i soldi"
Il ragazzo la guardò. Non le aveva detto nulla. Nulla della sua famiglia. Delle sue ricchezze. Niente. Non voleva farla sentire diversa. Chissà cosa avrebbe pensato.
Dentro sè era già pronto a esordire dicendole che non c'era bisogno. Loro potevano farcela benissimo. I soldi non erano un problema. Ma come avrebbe reagito la ragazza sapendo che lui le aveva mentito.
Rimase perciò in silenzio.
 
Gwen, dalla sua parte, non aveva mai avuto intenzione di andare a lavorare quel giorno. Lo aveva deciso poco prima, vedendo Jake e Rose. Aveva preso una decisione sofferta. Amara. Inaccettabile per lei. Non capiva perchè, ma quella decisione le sembrava la più giusta.
Sopsirò nuovamente, per poi impiattare la pasta e porgere i due piatti sul tavolo.
 
Non aveva mai avvertito tutta quella tensione tra loro.
Stupida.
Malvagia.
Maledetta ragazza.
Come poteva fare una cosa simile. Continuava a insultarsi.
 
Non appena finì di mangiare si alzò e uscì, dicendo a Duncan che doveva andare da Bridgette.
Bugiarda. Doveva solo stare sola. Sola, per mettere in atto quell'amara decisione presa. Si allontanò di un paio di kilometri da casa, per poi fermarsi in una panchina.
Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il foglio che quella mattina aveva strappato da un elenco telefonico in un bar dopo avere incontrato Jake. Dopo essersi sentita confusa. Dopo essere rimasta intrappolata in troppi dubbi.
 
Iniziò a leggere.
La sistemazione più conveniente era quella al teen caffè. Sopratutto visto il periodo dell'anno. Avrebbe dovuto percorrere meno strada a piedi con quello stupido vestitino.
Sì, era la giusta decisione. Duncan, infondo aveva problemi con suo padre, e lei era solo un ostacolo in più. Oltretutto, se lui non aveva voluto dirle niente sulla sua vita privata, ci doveva essere stato un motivo, no?
Non significava lasciarsi. 
Significava solo, allontanarsi. Di poco. Niente di che.
L'affitto poteva permetterselo. Non era nemmeno un monolocale. Costava poco a causa della confusione che veniva a crearsi la sera siccome si trovava in una zona commerciale del luogo, ma per lei non era un problema. A quell'ora doveva lavorare.
 
Compose il numero col celulare "Pronto?" una voce femminile, una donna sulla cinquantina probabilmente.
"Buongiorno, vorrei rispondere all'annuncio dell'appartamento in affitto ..."
"oh, certo! Ha serie intenzione"
"Sì, sono una studentessa, come minimo dovrei passarci 3 anni"
"Fantastico! Dovremmo incontrarci, lei oggi è libera?" disse la donna allegra.
La ragazza sorrise malinconamente "Sì, tutto il pomeriggio"
"Bene"
 
Si diedero appuntamento in un piccolo locale.
La proprietaria appurò che Gwen fosse nelle condizioni di permettersi l'affitto, la avvisò nuovamente dei problemi che portava quella zona ommerciale ...
 
"Molto bene, queste sono le chiavi! Firmi qui e l'appartamento è suo"
La ragazza impugnò la penna, poi, una lettera alla volta scrisse con le lacrime agli occhi il suo nome.
"Grazie"
 
Gwen tornò da Duncan con il cuore in gola. Bussò. Lui aprì, stava già sorridendo al pensiero di vederla "Gwen ..."
"Devo dirti una cosa"
"Che succede?"
"Io ... Mi trasferisco"
"Cosa? Scherzi?"
"No, assolutamente ... Io non posso vivere a tue spese. Tuo padre ti ha praticamente sfrattato ed io non voglio mettermi in mezzo, oltretutto, l'appartamento è vicino al bar ... E' molto più conveniente, ecco, ero venuta a dirti questo ..."
"Ma come?" il ragazzo era confuso, non capiva. Non avrebbe più vissuto con Gwen.
"Io ... Ho bisogno di farcela da sola ... Ma questo non vuol dire che ci lasciamo, è solo, che ... Ne ho bisogno, capisci?" disse lei accennando un sorriso per tranquillizzarlo.
Lui annuì.
Lei aveva bisogno di farcela da sola. Sì, lo avrebbe accettato. Infondo, non poteva certo opporsi. Non poteva dire nulla, non ne aveva alcun diritto. Lui non sapeva ciò che aveva provato lei. Lui non poteva capirne le sofferenze.
Poi, infondo ... Non si stavano lasciando.
"E ... Quando te ne vai?"
"Stasera stessa ..."
Lui spalancò gli occhi "E le tue cose?"
"Infondo non ho niente ... Prenderò tutto ora, tanto doveva andare al lavoro" disse lei tranquilla.
Così fece. Sistemò i vestiti in una scatola e fece per uscire, ma prima diede un bacio a Duncan. Lui doveva capirlo, che lo amava, sì, perchè lo amava. La loro diversità ... Non era un peso, no? 
... No?
 
Si staccarono, poi lei uscì.
Si sentiva morire. Perchè? Perchè? Perchè?
Camminava, distrutta. Perchè?
Perchè?
Se lo ripeteva in continuazione. Arrivò dentro la nuova casa.
Perchè? Perchè?
Lasciò la scatola a terra.
Si inginocchiò. Perchè non aveva ricambiato il bacio??
Si mise le mani sul viso, come se qualcuno, in quell'appartamento vuoto potesse sentirla. Era sola. Ma quelle lacrime, dovevano andarsene. Dovevano.
Ma perchè? Continuò a ripetersi, perchè non ha ricambiato il suo bacio?
 
Era sincero quel gesto, vero?
Si, lo era, no?
...No?
 
Si asciugò l'ultima lacrima, poi si vestì.
Un abito celeste fin troppo sfarzoso, ma quella sera, doveva essere una principessa, no?
No. Non lo era. Dentro si sentiva troppo cattiva per un simile ruolo. Ma perchè?
Perchè non l'aveva ricambiata?
Posò infine la tiara sulla testa. 
Una principessa ... Così l'aveva definita quella bambina. 
Scese una lacrima dai suoi occhi.
 
"Non credevo fossi un principe perchè tu non sei mai felice tanto come ora! Come ora che vedi lei! Lei è la tua principessa quindi se ti fa felice! Poi solo lei ti fa così bello!" 
 
Vicino a lui, sembrava una principessa?
Desideri di bambini ... Solo desideri da bambini, quelli.
L'ingenuità e la sincerità di un bambino erano tutto ciò che lei desiderava in quel moemnto. Nessun indugiare ... Solo istinto.
 
Vicino a Jake ... Sembrava una principessa.
Lui, diventava più bello, con lei? 
Un'altra lacrima.
VIcino a Duncan ... Lei cos'era? Lui cosa diventava? 
 
Prese quella giacca e uscì, diretta verso il locale.
Arrivata, li vide immediatamente.
Sorrise, e si avvicinò a loro "Bellissima principessa, possiamo servirla?" disse lei inchinandosi alla piccola Rose.
"Gwen!" sorrise la bambina abbracciandola senza riflettere.
La ragazza fece altrettando, per poi guardare Jake e porgergli la giacca "Questa è tua, grazie ancora per l'altra volta"
"Oh ... Figurati..." fece lui diventando rosso.
La piccola li interruppe "Ehy! Ma adesso tu sei una principessa vera?"
"Certo! Non vedi? ahahhaha" disse la ragazza pacendo una piccola piroetta per fare vedere alla bambina il vestito. 
"Wow ... Che bella! Anche io da grande voglio essere così!" disse la piccola con gli occhi illuminati.
La ragazza sorrise "sarai molto più bella, vedrai"
Jake guardava Gwen ... Era così, bella. Quel sorriso. Quanto avrebbe voluto vederlo rivolto a lui ... A se stesso.
La piccola Rose, non aveva fatto altro che parlare di Gwen quel giorno. Dicendo quanto era bella, e che non vedeva l'ora di rivederla. 
In effetti la bellezza di quella ragazza la notavano tutti, senza scampo ... Sorrise al pensiero, e Gwen lo notò.
"Beh? Cosa ridi?" fece lei scherzando. Poi eccolo, quel sorriso. Rivolto proprio a lui.
"I-Io ..."Si posò una mano sulla fronte arrossito, per poi tornare ad avvolgersi in quella stupida coperta "Tsk! Ridevo di voi due, stupide!" 
La piccola gli fece una linguaccia "Sei solo geloso che la tua principessa parla con me!" 
I due ragazzi arrossirono improvvisamente.
Quella bambina parlava troppo, non potè fare a meno di pensare Jake. 
Poi guardò Gwen. In effetti ... Quella sera, con Rose, chissà se gli avrebbe parlato ... Almeno un po'. Non chiedeva altro.
 
Stupido.
Idiota.
Bambino.
Innamorato.
 
All'improvviso, una voce, proveniente dall'altoparlante da dove solitamente si ascoltava la radio, disse "Ed ora, principesse o principi, accogliete tra le vostre braccia un compagno e ballate!"
 
La piccola guardò subito lo zio, poi Gwen "Lo zio Jake!!" disse spingendo la ragazza verso di lui.
I due rimasero un attimo a guardarsi in volto. Ancora quella scossa. Troppo forte per essere finta. Per essere solo un'illusione.
"P-Prego" disse Gwen allungando una mano. Non aveva più fiato in gola ... Improvvisamente  si sentiva spossata.
Il ragazzo le prese la mano e si alzò.
Iniziarono a ballare imbarazzati per la sala insieme a tutto il resto dei clienti. Quegli sguardi, erano diversi. DIversi da sempre. Cosa stavano facendo?
Un errore, si ripetè lei guardandolo in quei suoi occhi scuri e magnetici, troppo sbagliato.
Inaccettabile, gesto lurido, si disse invece lui, ma anche se sapeva che era così, non riusciva a fermarsi da quel volteggio che la teneva vicino al suo cuore. 
Sarebbe rimasto lì, così per sempre, se solo gli fosse stato permesso.
Poi la musica si fermò.
 
I due si ritrovarono così, al centro della sala, l'uno negli sguardi dell'altro.
Stavolta lo capiva. Lo sentiva, il cuore di lei battere col suo, e questo lo fece sentire strano, troppo.
Lei, invece, vedeva quello sguardo diverso, che faceva trasparire troppo. Troppi sentimenti sbagliati.
Provavano qualcosa ... L'uno per l'altra, era così. Lo sapevano. Era incredibilemnte sbagliato. Ma anche fin troppo vero ...
Ancora un sguardo ... Uno, e sarebbe ceduto tutto.
Uno sfiorarsi tra i due era tutto tranne giusto ... Significava tradimenti, difficoltà, menzogne, sporcizia, luridi.
Impregnarsi di tradimento per lei? ...Pensò Jake non riuscendosi a staccare da quell'ebano che erano i suoi occhi.
Soffrire ... Per lui? ... Pensò Gwen con le mani sul suo petto.
Cosa stavano facendo ... Errori su errori dall'inizio.
Non dovevano conoscersi.
Non dovevano parlare.
Non dovevano litigare.
Non dovevano gridare.
Non dovevano piangere.
Non dovevano confortarsi.
Non dovevano odiarsi.
Non potevano amarsi.

*ND
ok, fan DxG non uccidetemi (perfavore perfavore perfavore perfavore ♥) ne devono ancora succedere tante di cose, quindi calmi, spero sempre vi sia piaciuto :D
e fan GxJ spero vi sia piaciuto il capitolo, ma come ho detto ai DxG non si sa mai è.è
di chiunque siate fan vedrete alla fine che capita! x''D

 
  
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