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Autore: Fiamma Erin Gaunt    01/01/2013    3 recensioni
In una Hogwarts in cui i figli dei salvatori del mondo magico sono ben diversi dai loro genitori, Alexandra Minner si troverà alle prese con un anno scolastico in una scuola nuova e uno strano, inquietante segreto che ben presto le sconvolgerà l’esistenza.
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- Chi sono le LDR? –
- Le regine di Hogwarts; se la scuola fosse il Settimanale delle streghe loro sarebbero sempre in copertina -
- Quella lì è Lily Potter, pensa di essere chissà chi solo perché suo padre è Harry Potter; la riccia è Roxanne Weasley, la regina dei pettegolezzi, sa tutto di tutti …. E poi c’è lei,il male per eccellenza, Dominique Weasley; non cascarci perché può sembrare la tipica egoista, traditrice, stronza … in realtà è molto peggio -
- Ci ho parlato, sembrava gentile –
- Dominique Weasley non è gentile, è una puttana, una stronza che mi ha rovinato l’esistenza – la contraddisse Rose, guardando la cugina con uno sguardo d’odio bruciante.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominique Weasley, Lily Luna Potter, Louis Weasley, Mangiamorte, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Cap 1

 














 
 
Alexandra aveva appena finito di sistemare le sue cose nel baule che aveva acquistato per il nuovo anno scolastico, quando suo fratello Andrew fece irruzione nella sua camera, lasciandosi cadere pesantemente sul suo letto a baldacchino. Guardandoli tutto si sarebbe potuto dire tranne che fossero fratelli; Alexandra, Alex come la chiamavano i suoi amici, aveva lunghi capelli castano dorati e occhi nocciola, la carnagione pallida e perfetta, invece Andrew era il classico ragazzo afro americano dalla carnagione color cioccolato e i ricci nero pece. Erano in molti a restare sorpresi quando i due annunciavano di essere fratelli; in effetti non lo erano nel senso proprio del termine. Andrew era il figlio di una coppia di vecchi amici di famiglia e, una volta rimasto orfano, era stato adottato dai genitori di Alexandra. I due erano cresciuti insieme dall’età di tre anni e, in breve, avevano finito con lo stringere un legame fraterno.
Nella loro vecchia scuola tutti ci avevano ormai fatto l’abitudine, ma davanti a loro si presentava un nuovo anno in un posto in cui non conoscevano praticamente nessuno. Già, perché Alex e Andrew erano stati costretti a trasferirsi dall’assolata Miami alla piovosa Londra, tutto per seguire gli spostamenti del padre, che sarebbe andato ad insegnare ad Hogwarts come docente di Difesa contro le Arti Oscure.
Marcus Minner era un ex Auror, che aveva lasciato la professione dopo un incidente in cui aveva rischiato di perdere la vita, ed era un mago incredibilmente dotato; era stata questa la ragione per cui la McGranitt, malgrado il caos che si sarebbe creato nel sapere che un docente aveva i figli come alunni, aveva deciso di affidargli quel posto. Inutile dire che Marcus era stato assolutamente entusiasta all’idea di tornare nella sua vecchia scuola, ma i suoi due figli erano di tutt’altra idea, come testimoniava l’espressione di Alex in quel momento.
- Come mai quel broncio? – le chiese Andrew, scrutandola con aria assorta.
- E me lo chiedi? Stiamo per iniziare il nostro sesto anno in un posto dove non conosciamo nessuno e, come se non bastasse, siamo i figli del professore … sarà un disastro – sospirò, buttando dentro gli ultimi pigiami e chiudendo con forza il coperchio del baule.
- La fai sembrare peggio di quello che è. Guardati, sei incredibilmente carina, i ragazzi ti si appiccicheranno addosso come mosche sul miele – le disse Andrew, mentre giocherellava distrattamente con il copriletto.
- Ma per favore, non sono nulla di speciale – si schermì, arrossendo furiosamente. I complimenti la mettevano sempre in imbarazzo.
- Piuttosto, non ti secca aver lasciato tutti i nostri amici? – aggiunse, scrutandolo perplessa. Suo fratello era stato a capo della squadra di Quidditch della Rock Magic Academy e aveva stretto amicizia con molti ragazzi; ad Hogwarts avrebbe dovuto ricominciare tutto da capo, possibile che la cosa non lo preoccupasse?
- No, farò nuove amicizie; l’unica cosa che mi preoccupa è riuscire ad entrare nella squadra di Quidditch – replicò, scrollando le spalle. Poteva rinunciare alle amicizie e alla posizione sociale, ma non avrebbe mai messo da parte la sua passione per il volo.
Alex annuì, avrebbe voluto avere metà della sicurezza di suo fratello; lui sì che era un tipo spigliato, non come lei che aveva la fastidiosa tendenza ad arrossire ogni volta che un estraneo le rivolgeva la parola. Arrossire come un peperone e cominciare a balbettare non era decisamente un buon punto di partenza per costruire una nuova amicizia.
Andrew, intuendo i pensieri della sorella, le diede una leggera spintarella.
- Andiamo, non preoccuparti, in fin dei conti conosci già qualcuno ad Hogwarts – le fece notare.
Alex sorrise. Sì, in effetti qualcuno che conosceva c’era.
Aveva conosciuto Scorpius due estati prima, quando era andata a Londra per visitare i suoi nonni, che abitavano ad appena un centinaio di metri dalla proprietà dei Malfoy. Era rimasta sorpresa dal fatto che un ragazzo bello e carismatico come lui avesse perso tempo con una ragazzina timida quale lei era, ma ciò non sembrava preoccupare il giovane rampollo dei Malfoy che, durante la sua permanenza dalla nonna paterna, le aveva fatto visita più di una volta, offrendosi di accompagnarla a Diagon Alley per una passeggiata.
Inutile dire che Alex aveva finito per prendersi una gigantesca, colossale cotta per il biondo in questione e, per un folle istante, aveva pensato che lui la ricambiasse. Poi però aveva dovuto fare rientro a Miami ed ora, a distanza di due anni, si apprestava a rivederlo.
- Ecco, non avresti dovuto ricordarmelo – sbottò, mentre sentiva l’ansia crescere ancora di più dentro di lei.
- Ti preoccupi troppo, è questa la verità. Sarà un anno pazzesco, ne sono sicuro – decretò Andrew, alzandosi dal letto e dirigendosi verso la porta.
- Buonanotte – le augurò, chiudendosi la porta alle spalle.
- Notte – gli urlò di rimando, infilandosi sotto le coperte e sforzandosi di prendere sonno.





 
 
 
*********



 
Era in un bosco, al buio. Non riusciva a vedere dove stesse andando ma continuava a correre; no, non a correre, a scappare. Sì, stava scappando da qualcosa ... o da qualcuno. I rami degli alberi le ferivano le braccia mentre, senza arrestare la sua folle corsa, continuava a sfrecciare nel buio.
Doveva correre più veloce. Più veloce, più veloce, più veloce.
Vide una luce filtrare tra i rami degli alberi, doveva essere l’uscita del bosco. Accelerò l’andatura, mentre un rumore alle sue spalle le fece perdere un battito al cuore. La stava raggiungendo. Spinse ancora di più, pestando il terreno con decisione e cercando lo slancio per superare quei pochi metri che la separavano dalla luce; doveva solo raggiungerla e poi sarebbe stata in salvo, lo sapeva … lo sentiva.
Ce l’aveva quasi fatta quando inciampò su una radice. Rovinò a terra, la caviglia piegata in un’angolazione innaturale. Cercò di rimettersi in piedi, ma il dolore era troppo intenso. Un ringhio vicino, sempre più vicino.
Era troppo tardi … troppo tardi … troppo tardi.





 
*********






 
- Ahhhhhhh! – esclamò, spalancando di colpo gli occhi e mettendosi a sedere.
I capelli castani, di solito acconciati in ordinate onde, erano impastati di sudore e le si erano appiccicati alla fronte. Il cuore le batteva a mille, sembrava sul punto di uscirle dal petto.
Doveva calmarsi o di questo passo le sarebbe venuto un infarto.
- Era solo un sogno, uno stupido incubo – borbottò, calciando via le lenzuola e dirigendosi verso il suo bagno personale. Una bella doccia calda era quello che ci voleva.
Regolò il getto d’acqua e cominciò a spogliarsi, dandosi mentalmente della stupida per essersi spaventata in quel modo.
Che le era preso? Lei non era di certo una fifona e comunque non era normale spaventarsi così tanto, sia pure per un incubo angosciante come quello.
Probabilmente quello stupido incubo era dovuto alla sua ansia per il primo giorno di scuola; suo padre glielo diceva sempre che non bisognava andare a dormire preoccupati. Sì, doveva essere quello.
Entrò nella cabina doccia e si lasciò cullare dal getto d’acqua calda che le accarezzava testa e corpo. D’ un tratto, avvertii uno strano senso di bruciore lungo il braccio. Lo voltò leggermente, esaminando con attenzione il bicipite.
Un graffio. Un graffio irregolare, ma non molto profondo. Lo esaminò con più attenzione e, con orrore crescente, estrasse un paio di piccole schegge. Schegge di legno.
Lei avevasognato di graffiarsi con i rami degli alberi, non poteva essere accaduto sul serio. Vero? Vero?
Tuttavia la ferita non lasciava spazio a dubbi; per qualche strano motivo quello che aveva sognato si era in parte manifestato. Come era possibile?
Prese con mano tremante la boccetta di Dittamo che teneva nel mobiletto della farmacia e ne versò qualche goccia. La pozione bruciò a contatto con la pelle, ma il graffio sparì lasciandola indenne come poche ore prima.
Mentre cercava di dare un senso a tutto quello che le era accaduto, la voce di suo padre la chiamò dal piano inferiore.
- Alex, Andrew, svegliatevi, tra poco dobbiamo andare –
Lanciò un’occhiata all’orologio a pendola appeso davanti al suo letto: erano le sei in punto. Già, i professori dovevano giungere ad Hogwarts prima degli studenti e, di conseguenza, anche lei e Andrew avrebbero dovuto fare quell’ alzataccia. Si asciugò frettolosamente i capelli, riproponendosi di sistemarli quando fosse arrivata ad Hogwarts, e indossò la maglietta e i jeans che aveva lasciato sulla sedia la sera prima. Si diede un’occhiata allo specchio. In nome di Morgana, aveva l’aria di una che aveva passato una nottataccia.
- Magnifico, proprio la giusta impressione da dare in una scuola nuova – commentò sconfortata, recuperando le sue cose e trascinandole al piano di sotto.
A quanto sembrava, pronta o no, Hogwarts la stava aspettando.
 
 
 












Spazio autrice:

Bè, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito; sappiate che, malgrado abbia già idee per il proseguio della storia, non continuerò ad aggiornare se non ci saranno recensioni. Vi spiego, ho altre storie in corso d'opera e mi sembra inutile continuarla se non piace. Tutto qui.
Fatemi sapere.
Baci baci,
               Bella_92
  
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