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Autore: Mery Sunday    01/01/2013    4 recensioni
Prendete Alice, una normale studentessa di liceo alle prese con l'ultimo anno di liceo.
Lei è una ragazza tranquilla, pacata...nella norma. Solo una persona suscita la sua indole più violenta e da maschiaccio: Luca.
Lo stesso Luca, che frequenta la sua stessa classe ed è il figlio dei migliori amici dei genitori di Alice.
E se per un fortuito caso del destino dovessero condividere per qualche mese lo stesso tetto, come andrebbe a finire?
Finiranno per lanciarsi i piatti a vicenda o troveranno un punto d'incontro?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Good morning.


Solitamente la mattina il mio fratellino piccolo, Andrea , è iperattivo -Beato lui!-  e quindi viene lui spesso a svegliarmi  e a dirmi di prepararmi per la scuola.
I suoi modi nel risvegliarmi sono dei più vari e strambi, dal rovesciarmi in faccia un bicchiere d’acqua, al togliermi le coperte o il cuscino, oppure, se è particolarmente allegro, inizia a urlarmi nell’orecchio per poi scappare in cucina, al sicuro vicino mamma.
Quindi, immaginatevi la mia confusione, quando questa mattina non ho sentito nessuno urlo o acqua gelata addosso, ma al contrario ho sentito un soffio e qualcosa di caldo, estremamente caldo, poggiarsi sulle  mie labbra.
Di certo non è Andrea, anche perché si trova dalla nonna.
In un attimo apro gli occhi e mi ritrovo davanti altri due occhi che mi scrutano, e Luca con la faccia di un bimbo che è stato trovato con le mani nella marmellata.
Come un flash improvviso faccio mente locale, ricordo ciò che è accaduto ieri notte  e mi rendo conto di non trovarmi più in terra, come mi sono addormentata ieri, ma sul letto, di fianco a…
“Luca!!” urlo spaventata dall’eccessiva vicinanza, buttandolo giù dal letto.
“Ahi, che dolore” si lamenta lui, massaggiandosi il braccio sul quale è caduto, per poi alzarsi e riposizionarsi seduto di fianco a me “Ben svegliata dormigliona… sai che sono le 2 del pomeriggio?” mi chiede lui con un tono di rimprovero.
Che faccia tosta.
“Cosa? E’ ovvio che ho dormito fino alle 2, sai a che ora sono andata a dormire per paura che tu ti sentissi male e vomitassi ancora?” gli chiedo, senza aspettare una sua eventuale risposta.
Ops, forse non dovevo dirlo. Sicuro ora mi prenderà in giro o altro.
“Ho fame..” dice improvvisamente lui, dopo aver bellamente ignorato la mia sfuriata, per poi alzarsi dal letto e dirigersi verso il bagno e, prima di varcare la soglia, si gira a guardarmi con una faccia da finto cucciolo e mi chiede “Mi faccio una doccia, tu intanto prepari il pranzo?” e senza aspettare la mia risposta entra definitivamente in bagno e si richiude svelto la porta alle spalle.
“E che pranzo sia…” dico tra me e me mentre sento il mio stomaco lamentarsi per la fame.
 
 
 
“Mhh, che profumino…cos’hai preparato di buono?” mi chiede Luca, spuntando all’improvviso alle mie spalle e facendomi quasi prendere un infarto.
“C’era del petto di pollo in frigo, così ho pensato a della cotolette” spiego un po’ a disagio a causa della vicinanza.
Per fortuna lui si allontana subito da me per dirigersi ad apparecchiare la tavola.
Il pranzo scorre leggere, accompagnato dal sottofondo della tv accesa da Luca su un canale di sport.
Dopodichè, lui si sdraia sul divano e mi lascia da sola a ripulire in cucina. Ovvio.
Infine, mi accomodo di fianco a lui sul divano mentre lui sta facendo zapping. Non appena mi vede, sposta la sua attenzione dalla tv a me e, dopo aver poggiato il telecomando chissà dove, mi si avvicina rapidamente, per poi lasciarmi un lieve bacio a fior di labbra.
Rimango a guardarlo per qualche secondo stupita, come se davanti a me ci fosse un alieno che balla la macarena.
In effetti, sarebbe meno strano del comportamento di Luca di quelle ore.
Per fortuna, dopo poco i miei neuroni decidono di tornare al collaborare e mi ordinano di allontanarlo da me, cosa che io faccio velocemente.
“Idiota, che cavolo fai?” Quasi gli ringhio contro fintamente arrabbiata.
Non mi fraintendete, sono realmente arrabbiata, ma il questo istante sono però più concentrata sui miei ormoni che ballano la ola. Per quanto sia stupido ed insopportabile, fisicamente non posso dire assolutamente contro di lui. La palestra e il calcio che pratica sin da quando era piccolo gli hanno scolpito un colpo asciutto e abbastanza muscoloso.
“Hey, calma… era solo un ringraziamento per ieri e per il buon pranzetto” mi dice, sorridendo sghembo, per poi riposizionarsi dal suo lato del divano.
“Beh, se questo è il tuo modo di ringraziarmi…non farlo più” gli dico indignata.
“Oh, quante storie… per un misero bacetto!” mi risponde…scocciato?!
Io questo lo ammazzo prima o poi…
Potrò sembrare stupida, ma sono una ragazza all’antica per certi versi, e se bacio qualcuno, anche solo a stampo, lo faccio perché mi piace e non per “ringraziarlo” del pranzo.
“Ti odio…” mormoro, mentre mi sbilancio verso il tavolino davanti a noi per raggiungere il telecomando.
Quando ritorno a sedere composta, compio lo stupidissimo errore di voltarmi verso di lui, mentre si toglie la maglia, per rimanere solo con la parte inferiore di una tuta decisamente troppo stretta.
Rimango a bocca aperta per chissà quanto, finchè non lo vedo squadrarmi intensamente.
Che bella figura del cavolo!
Cercando di sembrare il più calma e rilassata possibile, gli intimo acida “Che cavolo fai, idiota? Rivestiti!”
Si è notato quanto mi piace chiamarlo idiota? No, vero?
“No.” Mi risponde sorridendo serafico “E poi…senti da che pulpito… ma ti sei vista, sei praticamente nuda” mi dice indicando la mia maglia troppo larga dal quale fa capolino il mio reggiseno con le ciliegine  “ non che la vista mi dispiaccia, sia chiaro” scherza infine.
“E’ stato un incidente” dico mentre mi risistemo la maglia e agguanto un cuscino per coprirmi meglio “ E poi io sono comunque vestita, non mi metto a girare in reggiseno per casa quando ci sei tu in giro!” gli dico, facendogli la mia migliore occhiataccia, sperando capisca che deve rimettersi quella maledettissima maglia.
Cosa che ovviamente non fa.
“Questa è anche casa mia ora quindi mi metto come mi pare” mi risponde tranquillo. “E poi scusami… non avevi detto che io per te non sono un ragazzo ma, uno stupido mollusco?” mi chiede apparentemente…divertito?!
Io rimango impietrita, in effetti, non ha tutti i torti.
Intanto lui, approfittando del mio momento di titubanza Luca ne approfitta per avvicinarsi a me, cosa che mi spinge ad indietreggiare fino a toccare con la schiena il bracciolo del divano, senza mai staccare lo sguardo dagli stupendi occhi verdi di Luca.
Oddio…ho detto davvero stupendi? Houston, abbiamo un problema, il cervello sta partendo insieme agli ormoni.
“Si, ma …”
Per mia fortuna, a calmare il mio delirio mentale ci pensa il suono del telefono che mi salva dal dirgli qualcosa di altamente stupido e compromettente e mi precipito a rispondere, correndo lontano dal divano e da lui.
Non ho mai amato tanto ricevere una telefonata dai miei genitori.
Potrà anche essere un ragazzo bellissimo, ma resta il solito stupido e infantile, e di certo non mi farò incantare da due addominali scolpiti e due occhi verdi. 


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Eccomi a voi bellezze con il terzo capitolo.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che leggo questa mia storia e anche l'altra, ovvero 'Senza te non ci so stare!' e ringrazio sentitamente le 6 persone che hanno recdensito fin'ora e coloro che lo faranno in seguito.
A presto.
Baci, Mery. :)
  
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