Anime & Manga > Majin Tantei Nougami Neuro
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Autore: GlendaSinWrasprigrel    01/01/2013    1 recensioni
Dopo essere ritornato dall'inferno, Neuro, insieme alla sua inseparabile compagna Yako, continua a risolvere i misteri per placare la sua fame, ma intanto una sua vecchia conoscenza stava per arrivare.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Jinxa si svegliò si soprassalto, si mise in guardia tramutando il suo braccio in artiglio ma subito si tranquillizzò quando vide che era solo l’enorme demone drago che giocherellava con il suo padrone
“Bravo bello! Sei troppo forte!”
Il demone si nascose dietro una roccia e osservò da lontano il piccolo accampamento della combriccola, c’erano i tre umani ma nessuna traccia di Neuro e di Yako: chissà dove sono, si chiese il demone.
Ormai mancava solo una settimana all’inizio dell’invasione e ancora Jinxa non si era deciso a schierarsi dalla loro parte, poiché aveva paura di venir rifiutato o ancora peggio ucciso.
Salve, ho capito di aver sbagliato… Posso schierarmi dalla vostra parte? Troppo banale e da scaricabarili…
Così ancora aspettava il momento giusto per poter parlare.
Forse… era meglio che restavo con Marianne… Però… La devo fermare…
Jinxa rimase a rifletterci ancora un po’, ipotizzò diverse situazione e diverse conclusione, che purtroppo non avevano un bel finale, ogni volta si ritrovava l’espressione compiaciuta dell’imperatore che lo uccideva senza pietà: quella sembrava essere una delle decisioni più difficile che avesse mai fatto
 
“ Hey, Neuro dov’è?”
“Boh… sarà in giro.. come al solito”
Accesso un piccolo falò con una padella Godai cucinava del riso fritto con le uova per colazione, una delle poche cose che sapeva cucinare bene, Higuchi ancora un po’ assonnato giocava con Karen, Sasazuka si godeva la sua sigaretta mattutina; dalla tenda rossa si sentì qualcuno sbadigliare
“Oh, si è svegliata Yako”
“Già”
“Hm.. Buongiorno..”
“Buongiorno detec…”
Godai fece cadere la padella con la colazione, Higuchi e Sasazuka rimasero a bocca aperta, mentre Yako, ancora assonnata, si stropicciava gli occhi incurante delle facce dei suoi compagni; compresa di essere al centro dell’attenzione li guardò con un sopracciglio inarcato.
“Beh? Che cosa avete da guardarmi?”
“I… tuoi capelli”
 “ Che vuoi dire, Godai-san?”
“I.. capelli”
Dissero all’unisono gli altri due, indicando con un indice la testa.
Incuriosita, la ragazza prese a toccarsi i capelli e pian piano che scendeva con la mano fino alle spalle, sgranava sempre di più gli occhi
“No… non può essere…”
“ Sono diventati lunghi…”
Anche Jinxa si accorse dell’enorme cambiamento dell’ aspetto di Yako, ma ciò che lo stupì maggiormente era il suo spirito demoniaco che rispetto a tre settimane fa pareva essersi rafforzato.
“ Ovvio”
Neuro ritornò senza farsi notare, e con le braccia incrociate si avvicinò alla ragazza: questi si ritrovo a pochi centimetri dal naso del demone che d’istinto arrossì, tentò di distogliere lo sguardo ma una mano guantata di rosso tenne ferma la sua testa. Le loro labbra erano pericolosamente vicine.
“Oi oi, mostro!! Non fare queste cose in pubblico!”
“Hey, Sasazuka… tu non intendi fare nulla”
“Hm? E perché? “
Il demone ignorò totalmente i tre umani , ghignò divertito e cinse con le braccia i fianchi  di Yako, la ragazza chiuse gli occhi con il cuore che le batteva a mille: i capelli biondi di lui le facevano il solletico sulle guance che ad un tratto si fermò. Sentiva il suo respiro.
“Forse… è meglio che continuiamo un’altra volta…”
Yako aprì gli occhi stupita, ma anche un po’ confusa e imbarazzata, il rossore divenne bordeaux.
“Hey, Yako…. Datti una calmata stai diventando una melanzana”
“T-tu… è colpa tua se mi sento così!”
La giovane demone si accanì contro Neuro tentando di prenderlo a pugni, mentre lui le teneva la faccia con una mano
“ Vigliacco… fatti… prendere!”
“Fufufufu… neanche per idea”
Godai e Higuchi tirarono un sospiro di sollievo, Sasazuka invece si accese una seconda sigaretta con estrema calma
“ Ma che bravi… Così rilassati e sicuri di voi”
L’allegra atmosfera svanì all’arrivo di Jinxa, le quattro armi ringhiarono minacciosi, Neuro si mise davanti a Yako e i tre umani con la guardia alzata: all’inizio il demone pareva spavaldo e sicuro di se, quando poi si inginocchiò con le mani alzate in segno di arresa davanti ai suoi nemici.
Neuro rilassò i muscoli e fece segno ai suoi compagni di calmare i demoni, anche Yako si tranquillizzò.
“ Non sono qui per combattervi.. sono qui per… parlarvi….”
“ Parlare un corno, lurido bastardo!! Non ti vogliamo qui!”
“Godai… vedi di calmarti”
“Lasciami sbirro!!! Lo faccio sbranare da Drake!!”
Neuro camminò serio verso il demone inginocchiato, Sasazuka e Higuchi tennero fermo Godai, Jinxa rimase con la testa abbassata
“ Non voglio sapere come hai perso quest’occhio”
Disse l’imperatore alzandogli il mento
“ Ma posso solo immaginare che tu l’abbiamo fatto apposta”
Il subordinato non proferì parola e rimase in silenzio, mentre Neuro con un sorriso divertito, s’immaginava  nella sua mente perversa mille torture da fargli ma poi la fila di trentadue denti venne coperta da un’espressione seria e impassibile
“ Ascolterò ciò che hai da dire più tardi, Ora devo pensare all’ultimo allenamento dei miei seguaci”
“Ultimo?”
“Ma abbiamo ancora una settimana!”
“Avrete il diritto di riposarvi come si deve, no? Perciò non lamentatevi”
I tre umani annuirono, Godai ormai calmato salì sul suo drago
“ Allora? Dove andiamo ?”
“Seguite me. Sarò io il vostro ultimo avversario”
Il demone lasciò Jinxa dov’era , in ginocchio e con la testa bassa, vederlo così a Yako faceva pena: prima che potesse dire una parola, Neuro si mise davanti a lei.
“Yako, il tuo addestramento finisce qui. Puoi restare a riposare, ma intanto dovrai tenere d’occhio quello lì”
“Intendi Jinxa, vero?”
“Non mi sogno minimamente di chiamarlo per nome”
La ragazza prese la mano di Neuro e la strinse al petto, i suoi occhi viola cercavano quelli verdi di lui che ancora bruciavano di rabbia; quel tremore per un attimo si fermò
“Tu sai bene che non l’ha uccisa lui”
“Non m’importa!”
Il demone urlò facendo rabbrividire Yako che lasciò deliberatamente la mano, strinse i pugni e cercò di calmarsi finendo col mostrare la sua solita compostezza. Mossa dai sensi di colpa cercò di chiedere scusa a Neuro riprendendo la sua mano
“Neuro.. io”
“Ora devo andare, tornerò di sera. Ricordati quello che ti ho detto di fare”
Senza aggiungere altro, raggiunse i tre umani e in groppa al drago di Godai volarono verso delle rocce lontane dall’accampamento: non ci fu altro che silenzio quando l’enorme rettile scomparve dietro ad esse.
Yako era nervosa, l’unica cosa che poteva fare era rimettere a posto le padelle e dare una pulita al falò, non sapeva perché ma quella situazione la imbarazzava parecchio, non era abituata a un simile silenzio, per di più vedere qualcuno seduto in ginocchio davanti a se: persa la pazienza la ragazza prese per un braccio Jinxa e le lo fece alzare, il demone la squadrò incredulo.
“ Che cosa stai facendo?”
“Non mi piace vederti così, viene a sederti con me, hai fame? Vuoi qualcosa da mangiare?”
“Ma Neuro ha detto…”
“ Che devo controllarti,sì. Ma ciò non vuol dire che ti debba torturare come quel sadico ”
Yako sorrise dolcemente al demone che per un istante si rilassò. Non si aspettò un simile gesto dalla ragazza, Yako prese un piatto e lo riempì con le uova di Godai che riuscì a salvare: diede il piatto a Jinxa che inspirò incuriosito il profumo.
“Hm… sembra buono”
“Dai prendilo! Non fare complimenti!”
Il demone un po’ titubante lo prese e lentamente si portò alla bocca la prima forchettata, i suoi occhi si illuminarono e iniziò a mangiare di gusto il pasto; Yako l’osserva compiaciuta di vederlo con un’espressione diversa.
“Finalmente mostri un sorriso!”
Jinxa finì subito le uova e poggiò il piatto a terra imbarazzato
“Scusa…”
“E di cosa?”
“ Di tutto… di quello che ha fatto Marianne e ….”
“ Eh? Chi è Marianne?”
Il demone si maledisse per l’errore, ma ormai era troppo tardi per rimangiarsi la parola, così si schiarì la voce mentre la ragazza era confusa e incuriosita
“ Marianne è Malika… prima di divenire demone. In passato era un’umana”
“Cosa?!”
Jinxa accavallò le gambe e incrociò le braccia, continuò a raccontare con gli occhi bassi, un po’ controvoglia poiché non voleva rammentare simili ricordi
“ E’ molto probabile che a scuola non vi abbiano raccontato delle famose cacce alle streghe . Beh, sappi che Marianne è nata in quel periodo, più precisamente nel 1480 in Francia, durante la prima caccia”
Yako rimase ad ascoltare, notò subito dalla viso contorto di Jinxa lo sforzo innato nel riprendere il passato della sua generale
“ Marianne veniva da una famiglia molto povera, composta da sette fratelli maschi che la maltrattavano solo perché era la più piccola, ma malgrado ciò lei era sempre allegra e amante degli animali, tutti i tipi: persino di un animale come me”
Yako posò uno sguardo incredulo sul demone che accennò un piccolo sorriso
“ Tu… eri un animale?”
“Ebbene sì. Ero un corvo nero, che secondo le superstizioni umane rappresenta la morte ma pur essendo una simile creatura lei mi stette vicina. Un giorno ebbi un’ala spezzata e Marianne fece di tutto per curarmi: da quel giorno rimasi sempre con lei, ogni volta che scappava di casa o era infelice lei mi veniva a cercare”
Gli occhi di Jinxa si illuminarono di una luce nuova, si ricordò quei bei momenti passati assieme alla bambina di dieci anni, ma poi aggrottò la fronte quando ricordò la tragedia.
“ Ma poi un giorno il suo villaggio seppe che passava il suo tempo assieme a me e così iniziarono la sua caccia; prima le torture per poi finire con il rogo, legata ad un palo a bruciare nel fuoco! Aveva solo dieci anni! Solo perché era una femmina! Solo perché amava un essere come me! Cosa c’era di sbagliato in questo?!”
Yako si portò una mano alla bocca immaginando la macabra scena, il demone si alzò furioso digrignando i denti e i serrando i pugni, ma poi si accorse di esagerare, così cercò di calmarsi respirando affannosamente
“ Non potevo far altro se non seguirla, perciò mi gettai tra le fiamme assieme a lei e al mio risveglio ci ritrovammo entrambi negli Inferi: a noi non interessava dove fossimo, per noi l’importante era poter restare insieme”
Gli occhi di Yako erano lucidi dalla compassione che provava per la storia di Malika e Jinxa: non poteva immaginare un simile passato ma soprattutto una simile morte. Lei lo sapeva, gli esseri umani sono creature che sfortunatamente vivono nell’apparenza e cercano in tutti i modi di contrastarla senza sapere nulla. Solo ora mi accorgo di quando sono stupidi di esseri umani, pensava Yako provando per un attimo odio verso la razza umana.
“ Niente”
L’occhio d’oro del demone squadrò la figura minuta della ragazza che si calmò e guardò dolcemente Jinxa
“ Non c’era niente di sbagliato nella vostra amicizia. Purtroppo la colpa è di questo mondo: gli esseri umani cercano tante di quelle scuse per sembrare intelligenti inventando simili fesserie, in questo posso essere d’accordo del fatto che gli esseri umani dovrebbero sparire”
Jinxa, ormai calmo, si risedette
“ Però, io ti posso assicurare che esistono ancora, anche se pochi, degli umani diversi”
Yako sorrise al demone che ricambiò con un piccolo ghignò, pensando quanto fosse stato stupido a raccontare ad una sconosciuta il suo passato; eppure allo stesso tempo si sentì sollevatori averlo fatto. Ormai deciso nel dirlo, guardò negli occhi la ragazza e parlò
“Come te”
L’espressione di Yako divertiva in modo particolare Jinxa, poiché lei sbatté le ciglia almeno una decina di volte, balbettava e il volto di colorò di viola
“Eh? M-ma … I-io ormai…  n-non….”
“”Perdi la speranza molto facilmente, vero?”
“ Che cosa vuoi dire?”
“ Vi stavo osservando da lontano e ho visto tutto quello che ti stava facendo Neuro”
La ragazza prese ad arrossire, distolse lo sguardo da quello divertito del demone
“H-hai… visto tutto?”
“Sì, e ho notato con piacere che Neuro era piuttosto contento di quello che scoprì”
Jinxa si alzò e posò le sue mani sulle spalle di Yako un po’ frastornata ma allo stesso tempo impaziente di sapere cosa avesse scoperto Neuro
“ Yako Katsuragi, tu hai la possibilità di ritornare ad essere un umano”
“ Che cosa?!”
“Non è stato un caso che lui ti abbia provocato in quel modo, voleva vedere la tua reazione: arrossamento del volto, battito cardiaco accelerato. Sono tutti fattori che i demoni novizi non provano”
“Demoni… novizi?”
“ Tu sei nata demone solo circa tre mesi fa, giusto? Il controllo delle emozioni o anche l’imitazione si è in grado di farlo solo dopo una certa esperienza. Come quella di Neuro o la mia”
“Ah… capisco”
“Avrei voluto dartela io questa notizia. Ma pare che qualcuno mi abbia già preceduto”
“Neuro!”
Jinxa si alzò di scatto inginocchiandosi, Neuro e i tre umani erano completamente ricoperti di terriccio rosso, sudati e stanchi ma comunque soddisfatti dell’ultimo allenamento, il demone si avvicinò a Jinxa e gli tese la mano con un sorriso
“Avanti, alzati. Penso che ora mi possa fidare di te, ma solo se ci dirai tutto quello che sai sull’armata di Malika”
“Io risponderò solo se mi prometti una cosa, Nougami Neuro”
“Parla”
“Ti prego…. Sconfiggila ad ogni costo”

“ Aspetta… fammi capire… questa Malika per un rimorso del cavolo vuole che tutto il mondo ne paghi le conseguenze? Ma è assurdo!”
“ In realtà a una sua logica”
“Ma che dici, Higuchi!”
“Non ci hai pensato, Godai? Dopotutto Malika, o Marianne, ha dovuto morire per colpa di superstizioni inutili e senza senso. E’ normale che abbia pensato che gli esseri umani sono stupidi, anche se purtroppo questo pensiero l’accompagnata per tutto questo tempo”
“ Il problema è proprio questo, ho tentato di dirle che ormai tutto era cambiato o almeno in parte e che ora la maggior parte dell’umanità non sono quello che pensa”
Jinxa spiegò a grandi linee a cosa sarebbero andati  incontro. Raccontò che quasi tutta la contea demoniaca ormai era sotto il suo pieno controllo, che alcuni morirono e altri si nascosero: Neuro ascoltò con gli occhi chiusi, Yako con attenzione e serietà  e i tre umani invece, cominciarono a preoccuparsi.
“La cosa migliore sarebbe essere almeno pronti un giorno prima, ho paura che lei farà la prima mossa, conoscendola”
“ Il riposo rimane comunque”
“Neuro!”
“Jinxa, se vuoi che io la sconfigga lo farò a modo mio. Sei giorni di riposo sono la cosa migliore, fidati”
Con una tranquillità inaudita, il demone si avvicinò alla jeep di Godai e indicò a tutti gli altri di entrare, pur essendo sconvolti e confusi
“ Forza, si torna a casa”
Yako fu la prima ad entrare, seguita poi da Sasazuka, incerti erano invece Godai, Higuchi e Jinxa.
“Senti, Jinxa”
Il giovane demone si voltò verso Godai, che contemplava il suo occhio bendato
“Che cosa hai fatto? Intendo all’occhio”
“ Ah, questo. Lasciare un proprio superiore richiede dei sacrifici. Un po’ come i vostri yakuza”
“Ha fatto…. Male?”
“Se è per salvare un’amica, questo è niente”
Godai pose una mano sulla sua spalla, sorridendogli
“Hai perfettamente ragione”

Senza che qualcuno se ne accorgesse, Malika si rintanò nel suo vulcano e tirò fuori da un cofanetto una piccola pietra su cui vi erano incisi due nomi: da un lato Marianne mentre sull’altro Jinxa.
Per un po’ lo strinse forte a se, ricordando quei momenti passati insieme al suo unico amico. Il giorno in cui lo vide impigliato in un rovo e lo curò dalle ferite, quei giorni in cui insieme passeggiavano nei boschi, ma non ricordò solo momenti felici, rammentò anche i momenti che la spinsero a tanto, che la indussero a distruggere l’intera umanità.
Non tutti sono così, molti sono cambiati! Devi solo aprire gli occhi!
“ Su questo non ti do torto, ma ormai è troppo tardi”
Non è ancora troppo tardi, generale.
“Cerbero, che cosa ci fai qui?”
Sono solo venuto a vedere come stava, ha ancora dei ripensamenti?
“No, sono decisa ad andare avanti”
Lei non si vuole smuovere, vero? E’ un vero peccato.
“Che cosa vuoi dire?”
Mi spiace per lei, ma ora come ora sono dalla parte dell’imperatore Neuro.
“ Ti sei schierato dalla parte di quel traditore?”
Mi scuso, non mi sono espresso bene. Non sto dalla parte di Neuro ma dalla ragazzina che sta con lui.
“ Katsuragi Yako?”
Esatto, proprio lei.
“ Perché? Cosa ti ha spinto andare da lei?”
Lei per caso la percepisce?
“ Che cosa vuoi… Un momento…”
Ora comprende? Quella Katsuragi è nettamente diversa  da tutti i novellini mai visti. La sente la sua forza di volontà?
“Come è possibile?”
“ Questo, generale Malika è il vero spirito umano che purtroppo è imprigionato in un involucro demoniaco. Ma quando sarà, ritornerà quella che era.
“No,  esclundo una simile affermazione”
Stia pur certa che invece non è così, ma non sta alla ragazzina deciderlo, bensì a Neuro. Detto ciò, ci vediamo al giorno dell’invasione.
Cerbero saltò giù dal cratere per ritornare presso le porte degli Inferi, lasciando Malika in balia dell’enigma sull’umana
“ Lei… che cos’ha di così tanto diverso? E’ solo un’umana. Eppure… quell’aura”
La generale continuò a pensarci fino a quando il giorno dell’invasione non arrivò. Il giorno dell’Apocalisse era ormai alle porte.
 

 
Sono stata via in questi giorni!!! Inoltre sto scrivendo un’altra fan fiction su richiesta dei miei cugini!! Ma meglio tardi che mai!! :)
Cercherò di aggiornare più spesso!!!!!
 
Buona lettura e buon anno 2013!!

Glenda
  
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