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Autore: _YeongWonhi_    01/01/2013    3 recensioni
“Come un incidente può far incrociare due vite fino a farle intrecciare tra loro irrimediabilmente”
“[…] JunHyung raggirò velocemente l’auto e la vista che gli si presentò di fronte gli fece raggelare il sangue nelle vene. Il suo battito cardiaco accelerò al ritmo con il suo respiro che si faceva sempre più corto, mandandolo nel panico più totale, mentre l’angoscia saliva a più non posso.” [Cit. Prologo]
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9: “Remember”

Quel giorno, Crystal pranzò in assoluto silenzio sotto lo sguardo preoccupato dei suoi genitori, i quali tentavano inutilmente di inserirla nella loro solita conversazione pomeridiana. Non riuscì nemmeno a finire ciò che aveva nel piatto, cosa che fece accigliare sua madre visto che le uniche volte che Crystal lasciava degli avanzi erano quando stava male.

-“Tutto ok?” le chiese allora Ingrid, guardandola con amorevole maternità mentre protendeva una mano per accarezzarle i capelli.

La ragazza si limitò ad una scrollata di spalle e rimase in costante silenzio, come se avesse perso la capacità di parlare e avesse potuto comunicare solo a gesti.

Il padre, il quale aveva cercato di rimanere indifferente alla situazione poiché pensava che si trattasse di semplice stanchezza dovuta alla scuola, intervenne dandole una lieve pacca sulla spalla.

-“Su con il morale!” esclamò sorridendo e ricevendo così un’occhiataccia da parte della moglie che lo stava decisamente incenerendo con lo sguardo. “M – ma…” provò a replicare qualcosa in sua difesa ma l’espressione di Ingrid gli fece cambiare repentinamente idea.

Crystal però, aveva abbozzato un lieve sorriso, apprezzando il tentativo del padre di tirarla su di morale, nonostante non vi fosse riuscito neanche un po’.

-“C’è qualcosa che non va?” continuò la mamma, scompigliandole leggermente il ciuffo che le ricadeva sbarazzino sulla fronte.

-“No, tutto ok, sono solo molto stanca.” questa fu la scusa che riversò ai suoi genitori, convincendo poco entrambi.

Ma si sa che quando una figlia non è dell’umore giusto e ha deciso di starsene zitta, conviene non insistere per sforzarla di parlare, altrimenti potrebbero aprirsi le porte dell’inferno.

-“Dato che non ho molto appetito e ritengo di aver finito di mangiare… posso andare a studiare?” azzardò Crystal, guardandoli uno alla volta.

-“C – certo, vai pure.” rispose sua madre, decisamente colta alla sprovvista da quella domanda.

La ragazza non se lo fece ripetere un’altra volta e, dopo essersi alzata da tavola, costrinse le proprie gambe a raggiungere velocemente il suo rifugio, nonché la sua amata camera, per poi buttarsi di peso sul letto.

Possibile che nell’esatto istante in cui aveva di nuovo trovato il sorriso, era arrivato qualcos’altro per portarglielo via?

Crystal si mise a pancia in su con le mani congiunte sopra lo stomaco, intenta a fissare il soffitto senza un pensiero preciso in testa.

In quel momento la sua mente era solo un ammasso inutile di confusione totale, e per quanto tentasse di riemergere da quello stato confusionale, le sembrava solo di affondare sempre di più.

Sempre con un atteggiamento alquanto passivo estrasse il cellulare dalla tasca dei jeans per fissare il display sperando in qualche segnale. Mentre stava per rimetterlo dov’era, la suoneria cominciò a  riecheggiare tra le mura della stanza.

Così, dopo aver dato la conferma alla chiamata, avvicinò il cellulare all’orecchio in attesa.

***  

Da quando aveva lasciato Crystal a casa, Jun non si dava pace mentre mille pensieri vorticavano fastidiosamente nella sua mente. Se c’era qualcosa che odiava era proprio non riuscire a controllare ciò che gli passava per la testa.

Secondo lui non c’era niente di più odioso dell’essere vittima dei propri pensieri, perché non li concepivi te di tua spontanea volontà, ma erano loro che si artigliavano nella tua testa senza chiedere il permesso e dandoti il tormento.

Anche ora che se ne stava disteso sul divano era controllato da quell’insieme di frasi e suoni che risuonavano dolorosamente nel suo cranio. Perlomeno aveva avuto la fortuna di trovare la casa vuota, altrimenti GiKwang e DongWoon lo avrebbero interrogato per scoprire il motivo del suo stato d’animo facendolo sentire ancora peggio.

Per provare a darsi una calmata afferrò il telefono dal tavolino posto accanto al divano e compose il numero di Crystal, che sapeva già a memoria nonostante glielo avesse dato Woonie solo un paio di giorni prima e non lo avesse mai composto.

Fu questione di un solo squillo e una voce femminile e familiare rispose con una punta di incertezza.

-“C – Crystal?” chiese, per assicurarsi di non aver sbagliato numero.

Dall’altra parte percepì un lieve sbuffo e non poté non sorridere.

-“No, Britney Spears.” replicò.

 Nonostante non fossero in una delle situazioni migliori, li bastava sentire le loro voci per sentirsi rincuorati e felici almeno in parte.

-“Wow, allora ho fatto proprio un bell’affare a sbagliare numero!” scherzò mentre tamburellava le dita sulla propria pancia.

-“E dai, smetti di fare lo scemo e dimmi piuttosto per quale motivo mi hai chiamato…?” non era propriamente una domanda, più che altro un ordine.

-“Mi chiedevo se oggi sei occupata… credo che dovremmo parlare.” disse, riacquistando quella poca serietà che gli rimaneva.

-“Non mi dire che finalmente te ne sei accorto?! Comunque sono libera, anzi, ti sarei enormemente grata se mi delucidassi l’intera questione. Quindi, dimmi l’ora, il luogo, come e perché. Ah no, il perché già me l’hai detto.”

Sull’ultima frase gli parve quasi di vederla sorridere, ed effettivamente Crystal aveva un angolo della bocca appena rivolto verso l’alto.

-“Ti passo a prendere io tra un quarto d’ora, dove andremo ancora non lo so, ma tranquilla cercherò di rimanere nei confini nazionali.”

Non le diede nemmeno il tempo per ribattere qualcosa che riattaccò, alzandosi di scatto dal divano per andare da lei.

***  

-“Ma non so se faccio in tem…” Crystal non ebbe occasione di  terminare la frase perché la linea era già caduta “…po.”

Allora la ragazza sospirò passandosi una mano tra i capelli e si tirò su con il busto per guardarsi intorno spaesata. Un quarto d’ora.

Tra un quarto d’ora avrebbe potuto avere delle risposte… forse, dato che, conoscendolo, avrebbe cercato di essere il più misterioso possibile. Ma lei, testarda com’era, avrebbe fatto tutto il possibile per estorcergli tutta la verità.

Uscì dalla camera con impressionante velocità e corse in bagno a darsi una sistemata veloce e a lavarsi i denti, visto che prima aveva la testa altrove per farlo.

Una volta terminato tornò in cucina dove avvertì i genitori che sarebbe uscita per andare a prendere una cosa di cui aveva assolutamente bisogno in centro.

I due si guardarono sempre più stupiti dal comportamento della figlia e scrollarono le spalle non sapendo cos’altro dire o fare.

Crystal non aveva aspettato nemmeno il loro consenso che si era già precipitata fuori casa e aspettò pazientemente la solita macchina nera che ormai conosceva fin troppo bene.

Fu questione di pochi attimi e vide l’auto che attendeva svoltare l’angolo per poi fermarsi proprio davanti a lei. Il finestrino si abbassò automaticamente e la voce di lui la raggiunse all’istante.

-“Sali o aspetti il mio invito ufficiale?” sempre il solito sbruffone. Nonostante tutto non era cambiato di una virgola, ma a lei piaceva proprio così.

-“Un po’ di galanteria non fa certo male.” replicò divertita mentre saliva in macchina e si allacciava la cintura. “Allora, dove andiamo?”

-“In centro a fare una passeggiata al parco, lontano da orecchi indiscreti.” rispose lanciandole un’occhiata di sbieco e rimettendo in moto.

-“Non vedo l’ora di sentire la tua affascinante storia.” lo prese un po’ in giro.

-“Oh, io non sarei così impaziente di conoscerla, dopo potresti pentirti di avermi conosciuto.”

Quella frase le fece salire un brivido lungo la spina dorsale e scosse la testa come a scacciare via quella brutta sensazione di disagio.

-“Smettila di fare lo scemo!” esclamò allora, con una punta di acidità nella voce.

Lui non rispose e guidò fino al parcheggio di fronte al parco, proprio dove aveva lasciato la macchina anche la volta che erano andati al Luna Park.

Una volta scesi entrambi dall’auto le si avvicinò e la prese per mano mentre si avviavano verso il cancello che consentiva loro l’entrata al parco e lei fu colta da un altro brivido quando le loro dita si intrecciarono automaticamente tra di loro.

I primi minuti della passeggiata li passarono in silenzio, come se stessero aspettando di addentrarsi meglio in quella fitta vegetazione nel mezzo della città che distaccava per ambiente dai palazzi circostanti.

-“Allora… da dove potrei cominciare?”domandò in un sussurro flebile JunHyung.

-“Non chiederlo a me.” rispose lei accennando un sorriso timido mentre indicava una panchina lì vicina proponendo tacitamente di sedersi.

In meno che non si dica si ritrovarono entrambi seduti, l’uno di fianco all’altra, e stretti in un dolce abbraccio.

Crystal teneva la testa appoggiata sulla spalla di lui ed inspirò per un attimo il suo profumo, chiudendo gli occhi,  e senza pensare ad altro se non al batticuore che le causava ogni volta la sua vicinanza.

Lui, invece, posò il mento sopra i suoi capelli, avvolgendo le braccia intorno alle sue spalle e avvicinandola delicatamente a sé, come se in qualche modo avesse voluto impedirle di scappare da lui.

-“Sto aspettando…” sussurrò la ragazza in attesa dell’inizio del racconto.

-“Ponimi qualche domanda, così mi riuscirebbe meglio informarti su ciò che vuoi sapere tu.”

-“Mmh – si portò un indice alle labbra con fare pensoso – innanzitutto vorrei sapere il nome di lei, per pura curiosità.”

-“Si chiama JinKyung.” una smorfia si impossessò del suo volto alla pronuncia di quel nome.

-“Sei sicuro che l’incontro che ho avuto io nel bagno sia collegato a lei?”

-“Più che sicuro, l’ho vista fuori dalla tua scuola, temo che abbia cominciato a frequentarla anche lei.”

-“E questo Jongin chi sarebbe di preciso? Stamani hai detto che è uno del giro…”

JunHyung trasse un respiro profondo, cercando le parole giuste per spiegarle come stavano le cose.

-“Cercherò di spiegarti tutto dal principio, così capirai meglio… pronta?”

Con l’indice le alzò il viso per guardarla negli occhi e le annuì con un cenno del capo deciso.

-“Lei frequentava la mia stessa scuola e mi si avvicinò. Era la classica ragazza popolare che quando mette gli occhi su qualcosa fa di tutto affinché le appartenga, ed io ero nel posto sbagliato al momento sbagliato. Mi tormentò nel vero senso della parola, e alla fine mi costrinse a credere di ricambiare i suoi sentimenti, e credimi se dico che tuttora non mi capacito di come abbia fatto. Fatto sta che venni a sapere che i nostri rispettivi genitori si conoscevano dai tempi dell’infanzia, e progettavano già il nostro futuro.”

Fece una pausa per farle assimilare l’introduzione, poi riprese sotto lo sguardo incoraggiante che lei gli rivolse.

-“Lei aveva la sua cerchia di amiche e di amici e mi inoltrò in quel giro di conoscenze che non riuscivo ad apprezzare per niente. Si credevano tutti superiori e si davano delle arie e quel comportamento non  mi andava proprio giù. Come se non bastasse scoprii che i suoi genitori erano coinvolti in brutti affari, ed era proprio questo traffico illegale a permettere loro la posizione altolocata all’interno della società.”

-“Scusa se ti interrompo… ma per brutti affari cosa intendi?” chiese Crystal.

-“Intendo truffe, erano dei truffatori in tutto e per tutto, persino nella scelta delle loro amicizie.”

-“E – e i tuoi genitori lo sapevano?” azzardò la ragazza.

Quella domanda lo colpì violentemente al petto, era meglio se non glielo avesse chiesto. Sentii un lieve bruciore alle guance e gli angoli degli occhi cominciarono a pizzicargli. Non poteva permettersi di piangere, non ora, non lui.

Insomma, era o non era lo strafottente JunHyung? No, non lo era più grazie a lei.

Forse ricordare era proprio ciò di cui aveva bisogno, e nessuno meglio di lei poteva ascoltare il suo sfogo.

-“No, loro non lo sapevano – sospirò scuotendo amaramente la testa, mentre la voce gli tremava – ma nonostante ciò, furono coinvolti a loro insaputa.”

-“E com’è finita? Ne sono usciti?”

Quella di Crystal non era curiosità, non voleva sapere gli affari loro, non voleva “spettegolare”, ma aveva notato che lui aveva bisogno di parlarne e le sue domande lo aiutavano a liberarsi di quel peso.

-“L – loro sono… morti.” l’ultima parola fu appena sussurrata dalle sue labbra.

La ragazza si irrigidì nel sentire quella frase ed ebbe bisogno di un paio di secondi per assimilare tutto mentre una lacrima solitaria le attraversava la guancia, quando si rese effettivamente conto di ciò che aveva appena udito lo strinse in un abbraccio mozzafiato, cercando di fargli arrivare tutto il suo conforto.

-“S – scusami, io non immaginavo che…” Crystal lasciò la frase in sospeso, incapace di proseguire.

Intanto JunHyung stava combattendo contro le lacrime che minacciavano di fuoriuscire. Non voleva mostrarsi così debole e fragile, non davanti a lei, perché ora come ora aveva bisogno solo di forza.

Cristo! Era riuscito a trattenerle per ben due anni, perché proprio ora doveva sentirsi così impotente?!

Poi riprese coraggio e continuò il racconto della sua “vita”.

-“Morirono per uno stupido incidente, solo perché li avevano scambiati per i genitori di JinKyung. Da quel momento odiai tutto e tutti, soprattutto lei e fuggii senza dirle niente. Fortunatamente avevo i miei amici e Kikwang mi accolse a braccia aperte offrendomi ospitalità nella sua casa.”

-“Ma quindi lei non è di Seoul, giusto?”

-“Giusto, noi vivevamo a Busan.”

-“E come facevi a conoscere Kikwang e avere degli amici qui a Seoul?”

-“Perché io sono nato qui e la mia infanzia l’ho passata qui. Mi trasferii con i miei a Busan perché a loro mancava il loro paese d’origine, all’età di undici anni circa. E durante la mia vita là, rimasi in contatto con Kikwang e gli altri.”

-“Cambiando un attimo argomento… Jongin fa parte della cerchia di amici di lei?”

-“Esattamente, e i suoi amici fanno sempre ciò che lei chiede loro.”

-“Grazie…” sussurrò Crystal stringendosi ancora di più a lui.

JunHyung le rivolse uno sguardo interrogatorio, non capendo l’origine del suo ringraziamento.

-“Di cosa?” chiese infatti subito dopo.

-“Di aver condiviso il tuo passato con me.” rispose lei, alzando lo sguardo per ritrovarsi con il volto a pochi centimetri dal suo. “E sappi che mi dispiace moltissimo per i tuoi genitori, davvero. I- io…”

-“Sshh!” le posò un dito sulle labbra impedendole di continuare “Non occorre che tu dica niente.” le sorrise dolcemente avvicinandola ancora di più a sé.

I loro sguardi si incatenarono l’uno all’altro e non si accorsero nemmeno che i loro volti si erano avvicinati tanto che i loro nasi già si sfioravano. Non si sarebbero nemmeno resi conto del bacio che si stavano scambiando se non fosse stato per la scarica elettrica che aveva attraversato entrambi al momento del contatto tra le loro labbra.

Lui fece appena pressione su quelle della ragazza, la quale dischiuse prontamente le sue per permettere alle loro lingue di intrecciarsi e sfiorarsi ripetutamente dando così vita ad un dolce bacio.

Era un bacio diverso dagli altri. Aveva un gusto amaro nei loro cuori, ma allo stesso tempo pieno di dolcezza e passione.

 Era uno di quei baci strazianti e appaganti allo stesso tempo.

Era un bacio più unico che raro.

Ci sarebbe voluto ben più di una ragazzina capricciosa per separarli.

 


La-la-la *canticchia felice* Buon Salve a tutti, e soprattutto Buon Anno!! Come avete passato le feste?? Spero bene :))  Comunque sono riuscita a scrivere un capitolo abbastanza decente dopo tanto!! Deve essere stato Babbo Natale che, avendo letto la mia letterina, ha deciso di regalarmi l'ispirazione xD Ah, dovrei fare una piccola precisazione per farvi capire un po' meglio l'intensità del personaggio di Jongin: sarebbe KAI degli EXO K, non so se ce l'avete presente ^^ Detto ciò, credo di aver sclerato abbastanza! Quindi... alla prossimaaa! Kiss, Alice...

PS: Grazie mille a chi continua a recensirmi anche se non lo meriterei! E grazie anche ai nuovi recensori  *^*
   
 
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