Capitolo 1.
È tutto buio. Mi sento circondata. Il mio nome. Si ripete nella mia mente. Ho la vista appannata. In realtà vedo solo una grande macchia colorata e sento, a parte il ripetersi del mio nome, un suono acuto e ripetitivo. Mi sento sollevata da mani sicure. Le sento sulla mia pelle e sono convinta di averle già sfiorate, quelle mani. Gli occhi, faccio fatica a tenerli aperti. Di nuovo il buio. Sta volta c’è silenzio a parte una voce maschile lontana.
-Ce la farà?-
-Non sappiamo niente ancora, ora per favore, andate via!-
Mi manca la forza per fare qualsiasi cosa. Riesco a malapena a respirare. Di nuovo quelle mani, sfiorano le mie, sono morbide e sudate.
-Devi farcela- una voce bassa, soave, culla la mia mente.
Ogni volta che provo a parlare mi sento la gola andare in fiamme. Vorrei dire a quella voce di non lasciarmi. Gli stringo la mano con tutta la forza che mi rimane. Resto così, immobile, con la mano stretta a quella della voce. Quella voce, non mi lascia sola. Di nuovo il buio. Cado in un silenzio profondo.
Apro gli occhi, una luce fortissima mi acceca. Li chiudo di scatto. Provo a riaprirli, mi abituo lentamente a quella luce. La mia vista è ancora un po’ appannata ma adesso riesco a capire che c’è la persona della voce al mio fianco. La sua mano, non ha mai abbandonato la mia. Mi sento scombussolata e sfinita, come se avessi appena finito una maratona. Sudo freddo. Ho freddo. Qualcosa di bagnato e amaro mi tocca le labbra. Lacrime. Delle urla, forse di donna. Sono fastidiose. Cerco di tapparmi le orecchie. È tutto passato.
-Scusi, mi segua per favore-
Un rumore stridulo di porta vecchia spezza il silenzio.
Dei passi.
-Ha subito un trauma cranico, l’impatto con l’auto l’ha fatta cadere sbattendola contro il marciapiede. È un miracolo che sia ancora viva però..-
Non sento più niente. Hanno chiuso quella porta vecchia e stridula. Passano alcuni minuti e il ragazzo della voce torna nella mia stanza. Sembra distrutto, forse deluso. Forse sono stata io a deluderlo. Sono certa di averlo già visto.
Una ragazza. Un ragazzo. Urlano. Lei piange. Lui è arrabbiato. Lei scappa, esce di casa sbattendo la porta. Lui cerca di fermarla ma è troppo tardi. Non è sicuro che ce la farà. Non risponde, è stesa a terra. Lui la chiama ma lei non reagisce ad alcuno stimolo. Lui piange, si dispera. Non sa che fare. In pochi minuti il panico, rumore, disordine, urla, lacrime. Non capisco. Cosa centro io in tutto questo? Perché sogno tutto questo?
Il ragazzo della voce è sempre affianco a me e mi stringe la mano. Non respiro. Il buio. Di nuovo quelle voci disordinate, serie e preoccupate.
-Esca!-
-No! Lasciatemi!!-
-Deve uscire le ho detto!!-